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Autore: niallskin    28/07/2012    0 recensioni
questa è la storia di Cassie e di cinque ragazzi che voi tutte conoscete benissimo. vi auguro un buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-svegliati- si disse.
Era ancora nel letto, il sole le aveva illuminato il viso, dolcemente accarezzato da lentiggini, che partivano dal minuscolo naso sino a raggiungere le guance, leggermente rosate.

14 settembre 2012.

La data; la data segnata sul calendario, di fronte al letto di Cassie.

ore 7:00

-svegliati, solo un piccolo sforzo- si ripeteva- in fondo è il primo giorno di scuola- ribadì con una smorfia.
Si decise, si alzò, infilò le pantofole e corse giù per le scale, in cucina.
Da qualche mese si era trasferita a casa del padre, lì in fondo era nata.
Un piccolo cucciolo di uomo.
E' così che chiama il suo fratellastro di appena 3 mesi, Felix.
Un fagotto dai capelli neri e dagli occhi color nocciola, come quelli della mamma.
In pochi secondi raggiunse la cucina.
Si fermò di colpo e con aria spaesata si guardò in giro.
-papaa'!- gridò tirando il naso verso il piano di sopra.
-dimmi tesoro- rispose con voce tranquilla e piena d'affetto.
-che cosa ci fa una statua nel bel mezzo della cucina?- chiese Cassie con aria interrogativa.
-vedi tesoro, allyson. . .- non finì nemmeno la frase che Cassie con sguardo cattivo chiese - allyson chi? papa' che cosa sta succedendo?-
-amore, vieni qui, siediti-
Cassie con fare altezzoso si sedette accanto a lui, con un solo pensiero impresso nella mente:
'no, non un'altra volta'
Le mancava il respiro solo all'idea di avere una matrigna; del resto aveva già la mamma.
-perché proprio ora?- pensò con le lacrime agli occhi - papa', perché vuoi farmi questo?-
E come un fiume in piena scoppiò in un pianto; un pianto che le impedì di respirare, ancora.
Il signor Stuart cercò di consolarla, ma fu solo tempo sprecato.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Cassie si alzò con voce fredda soggiunse: 
- vado a prepararmi, non mi aspettare, farò tardi- così dicendo si voltò verso le scale e con ancora il viso rigato dalle lacrime, si diresse verso il primo scalino.
Giunse in camera con il fiatone, aveva corso. 
Voleva solo lasciare quella casa e buttarsi alle spalle la storia tra suo padre e quella tipa, allyson. 
Aprì la porta e con ferocia prese mutande e vestiti, che aveva riposto con cura sopra il letto la sera prima.
Si avvicinò alla porta del bagno, entrò e si lasciò cadere nella vasca.
L'acqua era calda.
Restò immobile per una mezzora buona.
Si calmò e pensò a Eric, il suo ragazzo, o meglio, ex.
Cassie ed Eric furono insieme molto tempo, circa un'anno. 
Ma l'ultimo giorno di scuola, dell'anno prima, Cassie, durante l'ora di arte chiese ad Eric con aria titubante: - Ma tu mi ami?- 
Una domanda che recò terrore negli occhi di Eric, mentre vagavano senza meta, sino a raggiungere Carol.
Anche Cassie seguì lo sguardo di Eric, si girò quasi di scatto, fissando prima lui poi lei.
Alla fine esclamò: - ho capito, è meglio se lascio perdere-
E poso lo sguardo sulla professoressa Gilmore, intenta a spiegare un quadro di Picasso.
Fù così che Cassie scoprì che il suo bel ragazzo le metteva le corna, e senza pensarci due volte lo lasciò.
Erano nel bar preferito di Eric, seduti ad un tavolo, con due tazze di cioccolato caldo in mano, quando Cassie, prendendo un lunghissimo respiro, sentenziò: - basta-
- basta cosa?- domandò lui con voce tremante.
- cazzo eric, fai anche il finto tonto?-
- cassie ma. . .-
- cassie un cazzo. lo so che ti scopi carol, lo so che non mi ami più, lo so che non mi desideri più- scoppiò in lacrime.
- piccola- le prese la mano, ma lei la ritirò- ma cosa stai farneticando? io ti amo, e tu lo sai. e poi non potrei mai ferirti! - 
- pff- fece una smorfia. 
Squillò il cellulare di Eric, una canzone di Bob Marley rimbombò in tutta la caffetteria.
Cassie fece appena in tempo a leggere il nome sul display: 'Carol'
Guardò ancora una volta Eric, sorrideva, era un po' arrossato.
Non voleva farlo, ma altro non le venne in mente.
Si alzò, Eric la seguiva con lo sguardo, aveva smesso di sorridere, ora una lacrima gli attraversava il viso.
Si sentì dall'altro capo del telefono una voce: - hey tesoro, cosa fai non rispondi? se vengo lì mi degnerai di una bella scopatina? ahahah- 
Una voce che a Cassie le faceva ribollire il sangue nelle vene.
Alzò il braccio, puntò la mano contro di lui e con un gesto pieno di energia lo mando a fanculo.
Senza dire niente, un gesto, una verità.
Scappò fuori, aveva il cuore a mille, Eric la raggiunse, la fermò, le prese i fianchi.
Non fece in tempo a girarsi che già lui la baciò, un bacio che le ricordò i bei momenti passati con un giovane dai capelli scuri e gli occhi chiari, una pelle morbida come quella di un neonato.
Un bacio morbido, come le sue labbra, cole le sue mani che percorrevano tutta la schiena, sino ad arrivare ai capelli soffici di Cassie.
Alla fine lei si staccò, guardò per l'ultima volta Eric e disse: - lo sai, questo è l'ultimo, non cercarmi più, non aprire ferite, addio.- 
Si voltò, gli sorrise per l'ultima volta.
Un sorriso finto, questo lo sapevano entrambi.

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Allora, questa è la mia prima storia a capitoli, perciò se non vi gusta non picchiatemi. çç comunque spero che vi piaccia la mia storia al primo capitolo (?) e che la recensirete con piacere. un piccolo bacio. -me
  
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