Sono riusciti a cambiarci, ci sono riusciti, lo sai

I.

- Sai cosa amo di te, Marlene?
Dorcas, diciannove anni, capelli castani e una spruzzata di lentiggini sul naso, rivolse un sorriso alla ragazza distesa accanto a lei sul divano del Quartier Generale dell’Ordine della Fenice; le prese una ciocca bionda tra le dita, mentre Marlene rimaneva in silenzio, aspettando che Dorcas continuasse.
- Sei buona.
Marlene non riuscì a trattenere una risata. – Scherzi, Dorcas? È questo il motivo per cui hai rifiutato Gideon?
- Intendo dire che ci pensi sempre due volte, quando ci troviamo di fronte a un Mangiamorte: non ti ho mai vista usare su di loro altro che Schiantesimi!
- Non ci riesco.

II.

Dorcas si era innamorata di Marlene al quinto anno di Hogwarts; fino a quel momento, per lei era la timida ragazza di Tassorosso che a Trasfigurazione cercava il coraggio per puntare la bacchetta contro un piccolo canarino indifeso.
Le ci era voluto del tempo per accettare di amare una ragazza, ma alla fine aveva trovato il coraggio per parlarle, per prenderla per mano, per baciarla. Marlene l’aveva semplicemente lasciata fare, come se, in fondo, lei non avesse aspettato altro da anni.
Era così naturale Marlene, Dorcas la amava per la sua ingenua bontà: non l’avrebbe mai barattata con nessun altro.

III.

Quando si erano diplomate i gemelli Prewett le avevano introdotte nell’Ordine della Fenice.
Marlene, nonostante i nemici che si trovasse ad affrontare non fossero innocenti topolini, esitava a usare una Maledizione Senza Perdono su loro, divenendo in tal modo l’emblema della giustizia: il Male poteva essere sconfitto consegnando i Mangiamorte ad Azkaban, senza usare la violenza come facevano loro.
Marlene era così dolce, così innocente anche a letto, quando nascondeva pudicamente il corpo nudo sotto le coperte; Dorcas adorava metterla in imbarazzo strappandole dalle mani quelle lenzuola. E poi c’erano loro, nient’altro, e innocenza e pudore non esistevano più.
Solo loro, in mezzo alla guerra.

IV.

Marlene utilizzò la sua prima Maledizione Cruciatus quando un Mangiamorte uccise suo fratello.
Non vedeva attraverso gli occhiali appannati dalla lacrime, avrebbe potuto colpire chiunque, ma la furia era tale da minare anche la sua caratteristica bontà. Malocchio non si arrabbiò per quel gesto, capì che cosa doveva avere provato Marlene; la lasciò tra le braccia di Dorcas in preda alla disperazione.
Da quel giorno l’innocenza della ragazza scomparve: puntava la bacchetta, lanciava Maledizioni Senza Perdono, uccideva se necessario – o anche se non lo era.
Marlene era cambiata, i suoi lineamenti erano diventati duri, il volto spigoloso per il poco cibo che mandava giù.

V.

Dorcas fece l’impossibile per farle tornare il sorriso e convincerla che non doveva più utilizzare la violenza in quel modo; Marlene si lasciava baciare ancora e ancora, le faceva promesse, ma il giorno seguente nel campo di battaglia era lei a suscitare terrore nei nemici.
Malocchio fingeva ancora di non vedere, sosteneva che ormai fosse indispensabile uccidere per combattere i Mangiamorte.
Marlene mieteva vittime e infine Voldemort trovò la sua vendetta: non affrontò Dorcas perché fosse la più forte dell’Ordine, ma perché in quel momento Marlene era con lei.
Una massa di capelli castani coprì un viso lentigginoso e Voldemort non si diede nemmeno la pena di uccidere ulteriormente Marlene. _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Finalmente torno a essere soddisfatta di questa raccolta *-* Oh, mi sono innamorata di Dorcas/Marlene! Non le avevo ancora caratterizzate bene nella mia testa, però questa Marlene mi piace molto. E Dorcas... beh, avrò tempo di caratterizzare meglio Dorcas (no, non sto certo pensando di scrivere una long sulla Vecchia Generazione, non potrei mai... cavolo)!
Al prossimo e ultimo capitolo ^^

Medusa