-Andiamo a caccia di mostri?
-Sì,dovrebbero essere sotto il letto.
È un sussurro, mi tiene la mano, tormenta le sue dita come rovi per custodire le mie braccia e poi si allenta, abbandona l'addio della finzione, le pretese della luce che ricade come il mormorare di una costellazione fra i frantumi d'autunno.
Per terra, giaciamo come corpi infetti di silenzio. Attendiamo che un bisturi separi le nostre mani unite; la chirurgia dell'imperfezione genetica, della costruzione frenetica.
Sotto il letto è un mondo, è un mondo che possiede l'incanto di "solo noi", è un posto che ricuce i corpi distanti, un rifugio per eludersi dal tramonto, per morirci di notte.
Sotto il letto è l'apocalisse della memoria. E' gravida questa voliera, dei nostri sogni trucidati, con le ali recise.
Sotto il letto è buio, è fare sesso con l'uomo nero.
Sotto il letto raccatto le sue labbra, e appaiono come poesie scadute in quest'autunno suicida, recide le sue foglie, raggela il suo inchiostro fra le rose nate fradice nella nostra gola.
E lo sento, quando ci baciamo, che rincorrere le ombre delle nostre paure è un fallimento, se le nostre paure siamo noi. E lui lo dice, bisbigliando uno stralcio di vuoto, scarnificando la latta in cui è rinchiuso il mio cuore.
E rovista, con le parole.
-I mostri... i mostri sono dentro di noi.
Lo sentivo, li sentivo dentro i nostri baci, nelle nostre gole, l'unisono della morte, il notturno degli angeli affranti.
Abbiamo smesso di cercare i mostri sotto il nostro letto quando abbiamo capito che erano dentro di noi.