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Autore: viviola    29/07/2012    3 recensioni
One shot che partecipa al concorso SEBASTIAN SUNDAY!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stanno insieme da due anni ormai e hanno deciso di prendere un appartamento, per ammortizzare le spese universitarie ed avere a disposizione un luogo in cui nessuno li disturbi, che sia solo loro. Da quattro mesi condividono una camera, un bagno, una cucina e una sala, ma entrando non si direbbe che a viverci sono due persone. Blaine ha sistemato le cose che gli appartengono ovunque, ma in quei pochi metri quadri non c’è niente che parli di Sebastian, a meno che non si faccia caso agli scatoloni vicino all’armadio in corridoio o alle valigie sistemate con cura vicino alla porta della camera da letto. La casa è di entrambi ma uno dei due non ha mai disfatto i bagagli.

Una giornata intera di lezioni, Sebastian è stanco morto e non vede l’ora di baciare Blaine. Entra facendo poco rumore, tentando di essere discreto, magari riuscirà a fargli una sorpresa. Poi sente uno strimpellare familiare.

Lo trova in terrazza, seduto con le gambe incrociate e la chitarra in grembo. Indossa un paio di vecchi jeans, una maglietta bianca ed è a piedi nudi. Gli occhi chiusi e il viso corrucciato, sta tentando di ricordare le note di una canzone. Sebastian è appoggiato allo stipite della portafinestra e lo osserva curioso, poi di colpo, le dita di Blaine iniziano a pizzicare lo strumento, quella melodia la conosce.

Il suo ragazzo si accorge di essere fissato e gli rivolge un timido sorriso mentre continua a suonare. Si guardano come se stessero cercando di leggere pensieri che nessuno dei due ha il coraggio di pronunciare ad alta voce.

Blaine non capisce il perché degli scatoloni in corridoio, perché i cassetti di Sebastian sono sempre semi vuoti e non lavano mai la biancheria insieme a meno che non si tratti delle lenzuola. Ha la folle paura che il suo ragazzo sia tentato di scappare, che decida d’improvviso che la vita con lui gli stia stretta e non possano fare i fidanzati a tempo pieno, non possano condividere niente di più di un letto.

Il francesino conosce tutte le espressioni del viso dell’altro e da qualche tempo sa che c’è qualcosa che non va. Blaine non sembra del tutto felice, i suoi occhi castani non hanno più quei riflessi ambrati che gli illuminano lo sguardo, sembrano tristi e lontani e Sebastian non può fare a meno di pensare che gli manca qualcosa. Vede come fissa le scatole in corridoio, una volta l’ha sorpreso ad accarezzarle come intenzionato ad aprirle, ne aveva percorso gli spigoli con i polpastrelli, un tocco leggero, quasi impaurito, poi sospirando si era alzato scuotendo la testa come per scacciare un brutto pensiero ed era entrato in bagno.

Il riccioluto adesso lo fissa deciso, quasi a dirgli che deve ascoltare le parole di quella canzone, che è un messaggio per lui. Una voce leggera si diffonde nello spazio tra i due:

Saying I love you, is not the words I want to hear from you”

le parole escono un po’ a stento, Blaine fatica a pronunciarle. Adora quando lui gli sussurra ti amo all’orecchio, quando lo stringe così forte da non riuscire a respirare, lo ama anche quando sono in cucina e viene preso in giro perché non riesce mai ad evitare di bruciare qualcosa. Quegli scatoloni e i cassetti vuoti però lo mettono a disagio, lo fanno sentire un ostacolo alla felicità di Sebastian, come se avesse accettato di vivere insieme solo per farlo contento e non perché lo volesse davvero.

Gli tremano le mani ma continua a suonare:

But if you only knew, how easy it would be to show me how you feel “

Lo ha appena visto rientrare in casa e non riesce più a trattenere le lacrime.

Fa solo due passi, quelli che gli bastono per nascondersi dagli occhi inquisitori del suo ragazzo e appoggiarsi al muro per cercare di riprendere fiato. Ora ha la certezza che è colpa sua, sa di averlo ferito, di avergli fatto credere che l’idea della convivenza è stata uno sbaglio. I tre cassetti che Blaine gli ha lasciato in camera da letto sono praticamente vuoti, le grucce nell’armadio inutilizzate e la schiuma da barba riposta ogni volta nel beautycase, dopo averla usata. Le sue cose non si mescolano a quelle dell’altro e le sue valigie giacciono semiaperte sul pavimento della camera da letto.

E’ certo di amarlo, non c’è mai stata una persona così vicina a lui, qualcuno che lo conosce meglio di se stesso e che riesce a farlo sentire bene soltanto guardandolo. E’ stato difficile ammettere di provare questi sentimenti, ancora di più accettare che si sarebbe dovuto impegnare al massimo per dimostrargli cosa significa per lui e abituarsi al fatto che ci sarebbero stati altri ragazzi pronti a portarglielo via.

Alle orecchie di Sebastian arriva la voce di Blaine, estremamente malinconica:

What would you do if my heart was turn in two”

Prende le valigie vicino all’armadio e le svuota malamente sopra al letto, senza grazia, cercando di fare tutto il più velocemente possibile. L’altro smette per un attimo di suonare, ha sentito il rumore scomposto di una zip e non può che pensare che Sebastian sta preparando i bagagli per andarsene il prima possibile. Rimane inchiodato alla poltrona in balcone, non vuole assistere alla scena del suo ragazzo che se ne va. I bagagli sono vuoti, le camicie stropicciate, calzini e mutande sono disseminati ovunque, Sebastian non si è mai sentito così sicuro in vita sua.

Prima di Blaine era allergico ai rapporti umani, allo scambio di effusioni in pubblico, ai pomeriggi passati a dire stupidaggini con gli amici e a tutto quello che prevedeva prendersi del tempo per conoscere qualcuno. Poi era arrivato un ragazzo bassino con i capelli pieni di gel che aveva resistito al suo fascino e non era servito nient’altro. Era genuino ed onesto, timido abbastanza da non riuscire a controbattere a nessuna delle sue provocazioni e sempre sincero a proposito dei suoi sentimenti. In due anni era stato rivoltato come un calzino da un hobbit con la passione per Katy Perry, tanto da ritrovarsi in lacrime il giorno della consegna dei diplomi perché costretto a salutare gli Warbler che nel frattempo erano diventati la sua seconda famiglia.

Then you couldn’t make things new, just by saying i love you” la voce di Blaine è un sussurro e la chitarra ha smesso di accompagnarlo.

Quando si era accorto degli enormi cambiamenti era arrivata un’altra consapevolezza, era innamorato cotto. Ci erano voluti altri due anni per dichiararsi e scoprire poi che le storie di Anderson erano stati tutti tentativi inutili per smettere di pensarlo continuamente.

Lo ama come mai nessuno in vita sua ed è sicuro di essere ricambiato. Qualsiasi cosa succeda sa che sarà lì ad aiutarlo, a sussurrargli all’orecchio che vuole stare con lui, che non c’è nessuno altro che lo abbia mai fatto sentire così bene, che le gambe gli diventano molli e sente ancora le farfalle allo stomaco quando lo bacia al’improvviso. Questa sicurezza è la cosa di cui Sebastian ha paura. Dimostra che per anni si è sbagliato, che non è impossibile creare un legame profondo con qualcuno. Può tornare a casa ed essere sicuro che lo troverà ad aspettarlo. L’ansia lo immobilizza, non parla più, non lo accarezza più dolcemente sulla guancia e quando fanno l’amore è famelico ma non cerca mai le sue labbra per baciarlo piano. Mancano quelle piccole cose che lo rendono il Sebastian di Blaine. La routine lo confonde, è un’ estranea nella sua vita, non ha mai avuto un posto o una persona da cui tornare tutti i giorni.

Ci ripensa un attimo. C’è un luogo a lui caro : Parigi, la città che l’ha visto crescere e accettarsi, dove risiede sua nonna che gli ha insegnato tutto ciò che sa della vita. Blaine è la sua Parigi, la connessione che li lega è carnale, gli è entrato sottopelle non riuscirebbe a fare a meno di lui neanche se volesse. E’ completamente assuefatto dalla sua presenza, non sarebbe lo stesso dormire senza il suo corpo caldo vicino, senza le sue braccia strette al suo torace in una morsa bisognosa. Questa stabilità è la cosa che più di tutte lo fa sentire in bilico, insicuro e titubante nei gesti e nelle parole, come se ad un tratto tutto potesse finire, come se stesse guardando la vita di un altro. Ha quello che ha sempre voluto ma vive immobile, costretto a guardare inerme il suo ragazzo che cerca di capire e diventa ogni giorno più triste.

Now I tried to talk to you and make you understand”

Blaine trova la forza di alzarsi e rientrare in camera, vede i vestiti sparsi ovunque e non capisce, poi sente dei rumori provenire dal bagno e si affaccia circospetto dalla porta. Trova Sebastian con un’espressione preoccupatissima, un tubetto di gel in una mano e nell’altra la schiuma da barba.

- mi puoi spiegare cosa stai facendo? -

-sto disfacendo i bagagli - lo dice come se fosse una cosa ovvia.

Blaine rimane interdetto e non sa che pensare, d’improvviso dopo 4 mesi Sebastian ha deciso di “vivere” a casa loro.

- non mi ero mai accorto di quante creme usassi prima di oggi, non c’è posto per la mia schiuma-

-ho riempito anche lo sportello di destra perché vederlo vuoto mi ricordava tutte le mattine che non vuoi vivere con me-

- io voglio vivere con te-

Sebastian lascia i flaconi che ha in mano e si avvicina a Blaine:

All you have to do is close your eyes, and just reach out your hands and touch me, hold me close don’t ever let me go”

In un attimo quel piccolo omino si fionda tra le braccia del suo ragazzo, gli arpiona le spalle e schiaccia il naso contro il suo sterno. Sebastian lo stringe, lo accarezza piano e gli lascia un bacio sui capelli. Blaine si alza sulle punte per arrivare alle orecchie di Sebastian:

More than words is all I ever needed you to show, then you wouldn’t have to say that you loved me, cause I already know”

-pensavo volessi andartene-

- e invece quella canzone mi ha convinto che questo è il posto in cui devo stare e tu sei…-

Sebastian non riesce a terminare la frase, arriva un bacio passionale, uno scontro di lingue, le insicurezze e le paure di mesi dissolte dal tocco delle loro labbra che esprimono voglia, possesso e appartenenza. Quando rimangono senza fiato, si staccano alla ricerca di un po’ di ossigeno.

- la camera è un disastro, le tue cose sono ovunque-

Gli angoli della bocca piegati all’insù e un riflesso ambrato negli occhi.

-sistemo tutto ma poi devi aiutarmi con gli scatoloni in corridoio - il solito sorriso sghembo che fa impazzire Blaine troneggia sul suo viso

- non vedo l’ora di farli sparire. -

 




*Angolino*

I dialoghi: quello in corsivo è blaine

Per chi non avesse mai ascoltato la canzone : http://www.youtube.com/watch?v=UrIiLvg58SY

  
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