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Autore: itsjones_    29/07/2012    1 recensioni
Sospirai «nessun appuntamento,sono qui per riprendermi le chiavi che avevo dimenticato..»
«oh» fece l’orsacchiotto «vuoi da bere.. ehm..»
«Stella Parker.» sussurrai con un filo di voce «no grazie»
«STELLA!» esclamò il ‘’bimbo’’ «guarda danny, questa ragazza ci è capitata a fagiolo»
Erano fissati con pianeti,stelle e tutto quello che riguardava lo spazio,specialmente Tom, lui si che amava queste cose.
Danny,il ragazzo con la chitarra in mano sorrise «mi stai già simpatica,sai?»
Perfetto. Pensai. Ragazzi. Musicisti. Amanti dei pianeti. O quello che erano non volevo averci niente a che fare, se non portargli pranzo e spuntini.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Jones, Dougie Poynter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 2. - Four problems in her hands.

 





Ne parlavano da mesi,sarebbe dovuto essere il viaggio prima di partire con il programma pesante di settembre, due settimane in un posto nei pressi di Bristol, avevano preso un piccolo cottage nella natura, non lo avevano detto a nessuno, se non a me. Non volevano scocciature da parte di fan o paparazzi, avevano bisogno di staccare con il mondo e il fatto che me l’avessero detto mi faceva sentire dopo molto tempo,quasi speciale.
Mi chiesero di mantenere il segreto, non che l’avessi detto a nessuno,ma il luogo allettava molto anche me e per un momento pensai che la foglia di lattuga mi fosse andata di traverso,quando mi balenò l’idea di chiedere se li avessi potuti accompagnare. Ma non ce ne fu bisogno, perché Tom concluse con un sonoro: «ti unisci a noi?»
Blaterai qualcosa,senza accorgermi che tutti e quattro mi fissavano.
«è il vostro viaggio» boffonchiai portandomi la lattina di tè al limone alla bocca «e ci conosciamo da una settimana appena, non vi pare un po’ affrettata come cosa?»
«avremmo tempo per conoscerci!» fece Dougie, fu in quel momento che capii quanto timido era quel ragazzo, dal suo tono di voce si capiva che non amava molto aprirsi.
Pensai che fosse carino, in realtà lo era molto, i suoi capelli biondo scuro erano tagliati corti dietro e lasciavano posto ad un leggerissimo ciuffo davanti, aveva gli occhi piccoli,ma anche i suoi erano di un colore azzurro acceso, soltanto una volta mi è capitato di vederlo arrabbiato.
«con un nome del genere, Stella» si intromise Danny «potrai soltanto esserci d’ispirazione»
Harry ridacchiò e Tom annuii alzandosi per sparecchiare la tavola.
«beh» sospirai infine «mi sembra fattibile,allora» la verità è che non ne ero molto convinta,l’idea di rimanere per due settimane intere con quattro ragazzi in un cottage mi spaventava e allettava allo stesso tempo. Ma sarebbe andato tutto bene, pensavo, avevo da studiare e loro da comporre, tutto sarebbe andato com’era nei piani. O almeno è quello che credevo.
Passammo un’altra settimana insieme prima del grande viaggio. Riuscii a conoscerli meglio ed ad apprezzarli,Dougie era quello che più mi incuriosiva e allo stesso tempo mi assomigliava,in un certo senso, entrambi avevamo bisogno di una scossa,a volte. Quando entravo nella saletta era sempre il primo a venirmi incontro con quel sorriso smagliante che significava affetto: un affetto che gli era sempre stato tolto e che era pronto generosamente a donare agli altri. Mi piaceva,lo ammetto,ricevere tutte quelle attenzioni, mi faceva stare bene e quando partimmo le cose non fecero che migliorare.
«ce la fai?» mi chiese Tom con la sua solita aria da bravo benefattore mentre tiravo su la mia valigia per metterla nello spazioso bagagliaio.
Mi limitai a sorridere ed annuire,non era leggera,ma non potevo disturbare più di quanto avevo già fatto.
Poi Harry si posizionò nel posto accanto al guidatore e dando una sbirciatina dietro di se,esclamò con entusiasmo: «direi che possiamo andare.»
Mi sedetti dietro assieme a dougie e danny, l’auto era una decappottabile e per tutto il tragitto sentii l’aria accarezzarmi bruscamente il viso, Dougie, poi, mi guardava e scrutava ogni mio movimento, il momento in cui passavo la mano tra i capelli per fare in modo che non mi si arruffassero troppo o quando mi misi più comoda per riposare. A volte mi voltavo e lo vedevo, lui accennava un sorriso e faceva finta di niente. Danny sentiva la musica ed Harry dormiva.
Finchè anch’io e Dougie non c’addormentammo ormai sfiniti.
Quando mi svegliai eravamo ancora sulla vettura e notai con la coda dell’occhio che soltanto io mi ero svegliata, sentivo le voci di Tom e Danny e Harry che russava aumentando sempre di più il tono. Non aprii gli occhi, non so bene perché non lo feci, ma sentivo che la conversazione stava prendendo una brutta piega, il biondo si stava riscaldando e Danny negava dopo ogni parola dell’altro.
«smettila» fece Tom e lo sentii accelerare di colpo.
«vuoi dirmi che non è vero?»
Il guidatore si stufò e sospirò tornando a velocità normale quasi non urlò «sono venti minuti che cerco di fartelo capire» poi sospirò una seconda volta e continuò «sei troppo ossessivo»
Danny fece finta di niente «ma lei e, insomma, lui, loro due» cominciò improvvisamente a balbettare «eppure dovrebbe saperlo,anzi,mi correggo, LUI SA
«non è una frecciata, Dan, lui è così e lei ci è capitata per caso,siamo rimasti tutti colpiti, ma dougie si ricorda di quello che gli hai detto.» poi si interruppe bruscamente cominciando a frenare.
«ad ogni modo, siamo arrivati, sveglia gli altri»
Non pensai a quella conversazione per tutto il resto della giornata, la verità è che non gli avevo dato peso perché non mi interessava, ero partita con il presupposto che me ne sarei rimasta in disparte e quindi me la tolsi dalla testa.
Cucinai per sdebitarmi con i ragazzi e anche se le mie conoscenze culinarie non erano delle migliori mi limitai a rimanere sulle cose basilari.
Finchè non giunse quello che sarebbe stato l’inizio della catastrofe. Dopo cena Harry sollevò il problema scherzando.
«mi sbaglio o abbiamo solo quattro camere?»
No.
« non ti sbagli» rispose Tom
No.
Danny lo interruppe «e dove sta il problema?»
No.
«Stella dormirà con qualcuno,mi pare semplice.» concluse veloce, Dougie.
NO.
Avrei proposto di far trasferire uno di loro per lasciare la camera a me, ma sarebbe stato un gesto troppo maleducato e sarebbe stato scartato da Dougie che aveva proposto il metodo peggiore.
Piuttosto il pavimento di marmo gelido.
Quando poi decisero di tirare a sorte senza neanche chiedermi il consenso, cominciai a sperare che uscisse Tom, che mi sembrava l’unico capace di non approfittarsene,l’unico con la testa sulle spalle.
«pesca» fece Harry.
Io sospirai ed arresa a ciò che mi aspettava infilai la mano nel sacchetto di plastica bianca, mescolai bene e arricciai il naso cercando di riconoscere il foglietto del biondo. Ma niente,erano tutti e quattro identici. Fu in quel momento che notai le loro facce, Harry mi pareva concentrato sulla mia mano, Tom se ne stava appoggiato al muro con aria impassibile, Danny si mordeva il labbro ansiosamente e Dougie, oh Dougie, il momento in cui tirai fuori il foglietto fu il peggiore, perché ci sperò davvero. Ma fu meglio così. Forse.
«ebbene?»
Lo portai agli occhi e leggendo non seppi se tirare un sospiro di sollievo o preoccuparmi. Nello stesso momento mi tornò in mente la conversazione che avevo ascoltato qualche ora prima e il mio cervello si svuotò completamente mentre la mia bocca leggeva quelle cinque brevi lettere.
«danny










spazio dell'autrice.______________________________________________________________________
che poi tutta questa storia è un sogno fatto poco tempo fa,ovviamente rivisto, ma lol, più o meno siamo li.
cià.

  
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