Non si sentivano le urla nere dei caduti, i lamenti dei feriti, le preghiere invocate, gli spari, le pallottole che si conficcavano lentamente nella carne.
L’unica cosa che riusciva a sentire era il suo singhiozzo.
Sembrava così piccolo in quel lettino d’ospedale da campo.
Il petto fasciato, le gambe magre, nude, coperte di ferite ancora sanguinanti, la mano sinistra avvinghiata debolmente alle lenzuola.
E l’altra mano che stringeva la sua.
Non avrebbe mai voluto vederlo così.
Piangente.
Ferito.
Abbandonato.
Invocava il suo nome, tra le amare lacrime della lotta e della perdita, che gli rapivano lo sguardo, trasformandolo in un buco nero.
-Doitsu, basta, basta!
Le labbra si stringevano in una smorfia dolorosa, lasciando uscire di tanto in tanto un rantolo di voce.
La voce di cui Ludwig aveva bisogno per sopravvivere.
-Cosa ‘basta’, Italia?
Serrò di più la stretta sulla sua mano.
‘Basta’.
Al dolore che provava, e che lo smembrava giorno dopo giorno, ricostruendolo di un nuovo, cruento materiale.
Al rumore di fucili, bombe, scoppi e urla, che minavano la mente fino a farla esplodere di terrore.
Alla lontananza dalla famiglia, che sembrava togliere ogni piccolo frammento di ricordo.
Ai piedi costretti a marciare sui corpi di altri fratelli.
Al naso abituato a fiutare solo odore di sangue.
Alle labbra che sanno di sporco e morte.
Alle mani che riescono a stringere solo armi.
-..alla guerra, Doitsu..
Certo. Tutta quella malata sofferenza, quella silenziosa rinuncia.
-Sì, Italia, te lo prometto. Basta alla guerra.
‘Ora non piangere’, avrebbe voluto aggiungere.
Prima di sentire la stretta dell’altro venire meno.
Il respiro farsi leggero.
Il petto restare abbassato.
Le labbra dischiudersi leggermente.
Gli occhi oscurarsi come il cielo d’autunno.
-..ti..ringrazio..
Avrebbe voluto chiedergli di sorridere ancora per lui.
Ma non riesce più a combattere.
-
Angolino dell’autrice.
Scusatemi. Scusatemi tanto. Per la fine sconclusionata, innanzi tutto.
Poi per aver fatto morire Feliciano.
Non so nemmeno io perché l’ho scritta, ma mi solleticava l’idea di uno scenario tragico.
No, non sono portata.
Recensioni super-gradite.
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