Anime & Manga > Cyborg 009
Ricorda la storia  |      
Autore: telesette    29/07/2012    1 recensioni
Davanti agli occhi di Françoise stava ora la stessa scena accaduta tempo addietro.
Lei e 009, una di fronte all’altro, in un angolo di giungla selvaggia a causa di una sporca macchinazione dei Fantasmi Neri.
L’aereo sul quale i due cyborg viaggiavano era stato fatto precipitare, con tutti i passeggeri che erano a bordo, e i Fantasmi Neri minacciavano di uccidere i sopravvissuti. In quel momento 003 era responsabile di molte vite umane, anche se non si fidava della parola di quegli sporchi assassini dell’organizzazione, e il ricatto che le avevano imposto era a dir poco orribile: doveva essere LEI a sparare contro 009 e ucciderlo…
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Françoise Arnoul, Joe Shimamura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'incubo di Françoise

- No, non posso farlo, non devo…

Mentre si girava e rigirava nervosamente nel sonno, Françoise non faceva che mormorare incessantemente frasi sconnesse.
Era spaventata.
Le immagini nella sua testa, rese vive dallo stato onirico, sembravano più che mai reali e angosciose. Il cyborg stava rivivendo qualcosa di terribile e allucinante, un’esperienza già vissuta in precedenza, e un misto di paura e terrore la stava attanagliando come una morsa.

- No, ti prego - mormorò. - Non posso sparare, non voglio sparare… Joe, ti prego, scappa!

 

***

 

Davanti agli occhi di Françoise stava ora la stessa scena accaduta tempo addietro.
Lei e 009, una di fronte all’altro, in un angolo di giungla selvaggia a causa di una sporca macchinazione dei Fantasmi Neri.
L’aereo sul quale i due cyborg viaggiavano era stato fatto precipitare, con tutti i passeggeri che erano a bordo, e i Fantasmi Neri minacciavano di uccidere i sopravvissuti. In quel momento 003 era responsabile di molte vite umane, anche se non si fidava della parola di quegli sporchi assassini dell’organizzazione, e il ricatto che le avevano imposto era a dir poco orribile: doveva essere LEI a sparare contro 009 e ucciderlo…
Françoise rivide quella scena, come una spettatrice esterna.
Rivide sé stessa, in piedi di fronte a Joe, con la pistola stretta in pugno.
Vide la sua mano tremare, così come i suoi occhi che vacillavano, e non aveva la forza di premere il grilletto.
Non poteva.
Non poteva uccidere colui che amava, Joe era troppo importante per lei, non poteva fargli del male.

- Non farlo - esclamò Françoise terrorizzata, pur sapendo che la sua alter-ego non poteva né vederla né sentirla.

La Françoise “armata” stava fissando Joe negli occhi, supplicandolo di fare qualcosa. Il cyborg ricambiò il suo sguardo con una espressione imperscrutabile; probabilmente contava di schivare il colpo grazie all’acceleratore insito nel suo corpo meccanico, e difatti sembrava voler suggerire alla compagna proprio questo.
Purtroppo Françoise ricordava perfettamente cos’era successo: l’acceleratore di 009 aveva riportato dei danni e, all’insaputa di quest’ultimo, era inutilizzabile…

- No Joe - urlò disperatamente. - Non un’altra volta… Ti prego, scappa!

Accadde tutto in un attimo.
Ancora una volta la scena si ripeté, come al rallentatore.
Non appena 003 schiacciò il grilletto, il raggio della pistola attraversò il corpo di 009 come un fulmine. Françoise sbarrò gli occhi inorridita, osservando il compagno cadere in avanti con uno squarcio scuro nel petto, e subito dopo 009 si accasciò in avanti senza un gemito.

- Nooo, Joe!

Lasciando cadere la pistola, 003 corse subito in aiuto del compagno. Stavolta però Joe non dava alcun segno di vita: il suo corpo era immobile, inerte, e ciò lasciava intendere che il colpo gli era stato fatale.
Françoise non riusciva a crederci.
Non “voleva” crederci.
Ormai svuotata e priva di forze, si ritrovò in ginocchio ad osservare da lontano sé stessa che tentava inutilmente di risvegliare il povero 009. Il volto di Joe aveva gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, il tutto nella rigidità della morte, ed era stata lei a provocare tutto questo.
Aveva ucciso Joe!
Lo aveva ucciso con le sue mani…

- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!

 

***

 

In quello stesso momento, Françoise si svegliò.
Le ci volle un po’ per riprendersi, e per capire che si era trattato solo di un incubo, tuttavia non poté fare a meno di respirare affannosamente, col volto pallido e la fronte madida di sudore. Anche quella volta, quando Joe era stato ferito da quel colpo, Françoise si maledisse mille e mille volte per ciò che aveva fatto.
Non aveva ucciso Joe, ma era stata la sua mano a premere il grilletto.

- Che cosa ho fatto? - gemette lei, guardandosi le mani sconvolta. - Come ho potuto farti questo, Joe? Con queste mani… Ho rischiato di ucciderti con queste mani… Come ho potuto ?!?

Per tutto il resto della notte, Françoise si lasciò andare a singhiozzi e lamenti soffocati, nascondendosi dolorosamente il volto nelle mani. Ormai erano mesi che quell’incubo la tormentava, riempiendole la mente di angoscia e rimorso, e una parte di lei sembrava accusarla incessantemente di essere indegna del suo compagno.
Anche se ciò era accaduto per cause indipendenti dalla sua volontà, il suo cuore umano soffriva al pensiero di aver messo a repentaglio la vita di 009. Per quanto più volte avesse cercato di convincersi che non era colpa sua, che non doveva assolutamente sentirsi responsabile per aver ferito il suo compagno, il pensiero di aver rischiato di ucciderlo la tormentava tuttora come un’ossessione.

 

***

 

Il mattino seguente, mentre percorreva il corridoio della base con sguardo assente, 003 sembrava estranea a tutto ciò che la circondava. Non si riscosse neppure quando 009 si avvicinò a lei per salutarla, tanto era presa dai tristi pensieri della scorsa notte, cosicché il suo compagno si mostrò chiaramente preoccupato.

- Françoise - esclamò lui, posandole una mano sulla spalla. - Va tutto bene?
- Joe…

Françoise non riusciva quasi a guardarlo in faccia.
Con che coraggio poteva dire di tenere a lui, se proprio lei aveva rischiato di ucciderlo?
Ogni volta che i suoi occhi incontravano quelli del compagno, Françoise sapeva di essere pronta a tutto pur di difenderlo: farsi torturare per lui, fossanche morire pur di proteggere la sua vita… eppure quella orribile immagine era ancora scolpita nella sua mente.
Il cyborg serrò istintivamente il pugno, sentendo le unghie sottili affondare dolorosamente nel palmo della mano, e fu in quel momento che 009 si accorse delle lacrime che le rigavano il volto.

- Françoise, ma… tu stai piangendo!

Subito 003 provò ad allontanarsi via di corsa ma, afferrandola per le spalle, Joe non intendeva assolutamente lasciarla andare senza una spiegazione. Le voleva troppo bene, per non tenere conto dei suoi problemi, e a maggior ragione desiderava conoscere ciò che la faceva soffrire. Da principio lei provò a negare, dicendogli che non aveva motivo di preoccuparsi, ma Joe non era affatto uno stupido.

- Se è tutto a posto come dici, perché quelle lacrime? - domandò secco.
- No, non… Non è come pensi, io…
- Se hai qualche problema, devi dirmelo - tagliò corto lui. - Non posso aiutarti se non mi dici cosa c’è che non va!
- Oh, Joe…

Proprio lui, sempre così generoso.
Proprio lui, sempre così affabile.
Quando era ancora un essere umano, Joe Shimamura era sempre stato un giovane buono e altruista. La vita era stata dura e difficile per lui, mettendolo di fronte a situazioni e guai di ogni tipo, ciononostante anche allora aveva sempre messo gli amici e le persone care davanti a sé stesso. Françoise non sapeva quasi nulla del passato di Joe, lui stesso non ne parlava mai, eppure ciò che sapeva di lui era che non meritava il male che gli era stato fatto.
Nessuno di loro aveva fatto nulla per meritare di finire nelle mani dei Fantasmi Neri e dei loro sporchi progetti. Tuttavia ciò che li univa adesso era un destino comune: né uomini né macchine; esseri in parte artificiali, dotati di poteri e capacità fuori dal comune, ma capaci di provare amore e sentimenti come qualsiasi essere umano…
Joe era l’uomo più caro e importante della sua esistenza, e lei lo aveva tradito!
Mai, mai sarebbe riuscita a perdonarsi per aver premuto il grilletto contro di lui.

- Tu… Tu mi odi, Joe?
- Cosa - esclamò lui sbalordito. - Odiarti?!? Non potrei mai odiarti, che razza di idea…
- E invece dovresti - scattò lei rabbiosamente, gettando l’altro ancora più in confusione.

Subito Joe la lasciò andare, guardandola perplesso, allorché Françoise gli voltò le spalle e rimase immobile con il capo chino e gli occhi socchiusi.

- Ho ancora nelle narici l’odore di quella giungla - sussurrò. - Sono passati dei mesi, eppure ancora non riesco a dimenticare… non ce la faccio!

Ora finalmente Joe cominciava a capire.
Sapeva che 003 era una persona molto emotiva, forse più di ogni altro membro del gruppo, e proprio questa sua grande sensibilità era per lei fonte di enorme dolore. Spesso infatti era incapace di accettare una realtà troppo triste, a differenza degli altri, tanto che neppure le parole più accorate sembravano in grado di confortarla e rassicurarla.

- Françoise - mormorò 009. - Non è stata colpa tua, lo sappiamo entrambi, non potevi agire diversamente…
- Io stavo per ucciderti, Joe!

Ora Françoise era veramente sconvolta.
Joe poteva vedere nei suoi occhi tutto il dolore e l’angoscia che provava, assieme ad un fortissimo senso di colpa. Aveva rischiato di uccidere colui che amava, gli aveva sparato con le sue mani; era pur vero che l’avevano “costretta” a farlo, ma ciò non la faceva certo sentire meno colpevole; per quanto 009 avesse già ampiamente giustificato la sua azione come un’inevitabile circostanza, lei non riusciva ancora a farsene una ragione.

- E’ come se avessi ancora quella scena davanti agli occhi - singhiozzò lei debolmente. - Non fa che tormentarmi, come una specie di incubo senza fine, e ogni volta tu giaci a terra morto… E sono io la causa di tutto, sono io che ti scaglio addosso quel colpo letale, e Dio solo sa che preferirei morire io!
- Basta adesso, smettila - la rimproverò Joe. - Ti rendi conto di quello che stai dicendo?
- E tu come puoi non renderti conto di come mi sento? Dici che non avevo scelta, che era una situazione inevitabile, ma lo sai anche tu che non è vero… Come puoi perdonarmi, se sono io che non riesco a perdonare me stessa ?!?

Lo schiaffo che Joe le sferrò sulla guancia, anche se con l’evidente intenzione di calmarla, la fece ammutolire di colpo. Non c’era alcuna violenza in quel gesto, lo sapeva benissimo anche lei, ma il livido rossastro bruciava ugualmente. Subito Joe chinò il capo, socchiudendo gli occhi con rammarico, tuttavia si trattava di una faccenda che andava chiarita una volta per tutte.

- Se la mia morte avesse potuto salvare sia te che quei poveretti dalle mani del Fantasma Nero, sarei stato proprio io a puntarmi la canna della tua pistola contro il petto!
- No, no - gemette 003, scuotendo la testa e premendosi le mani sulle orecchie per non ascoltarlo.
- Françoise, guardami - disse ancora 009, afferrandola per le spalle e costringendola a guardarlo dritto negli occhi. - Se non fosse stato per te, per i tuoi sensi e per il tuo coraggio, sarei morto sicuramente su una di quelle trappole esplosive che i Fantasmi Neri avevano piazzato… Non ho dimenticato che sei stata tu a salvarmi la vita, proprio come avrei fatto io al tuo posto!
- Joe, ma tu…

Il volto di 009 si aprì ad un leggero sorriso.
Era raro vederlo sorridere, se non in determinate occasioni, e nel suo sorriso c’era un che di dolce e rassicurante. Françoise si strinse forte a lui, piangendo sommessamente e abbracciandolo con tutta la forza che aveva. Anche Joe l’abbracciò, passandole lievemente la mano sulla nuca e assaporando in silenzio il profumo dei suoi capelli.
003 era molto importante, proprio come lui lo era per lei, e nel loro amore reciproco i due cyborg sapevano di avere indissolubilmente bisogno uno dell’altra. Nessun senso di colpa poteva cancellare i sentimenti che ciascuno di loro serbava nel proprio cuore…

- Ti amo, Joe - disse Françoise tra le lacrime, affondando il volto contro il petto del suo innamorato.

Joe non rispose ma, sollevandole piano il mento, accostò dolcemente le labbra alle sue e le scacciò via ogni dubbio dalla mente con il più puro e sincero dei baci. Fu in quel momento che Françoise capì di tenere a lui come a nessun altro. Se prima dubitava di amarlo abbastanza o di essere degna del suo amore, ora non era più così: lei e Joe non erano delle “macchine”, non solo almeno, e ciò che li univa andava oltre ogni difficoltà e incomprensione immaginabile…
e così sarebbe stato, per sempre!

 

FINE

Dedicata ad una vera e propria "maestra" delle fanfiction su questa serie, una maestra che merita tutto il mio rispetto e la mia stima, e che saluto cordialmente augurandole una buona estate...
Ciao Margherita Tramontano, e grazie per le tue storie!

DADO

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Cyborg 009 / Vai alla pagina dell'autore: telesette