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Autore: Li McFly    29/07/2012    0 recensioni
Aprile, 1805. Durante il suo viaggio, il comandate Jack "Lucky" Aubrey, scopre che qualcuno si è intrufolato nella sua nave...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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Era l'Aprile del 1805. Il cielo di Londra era nuvoloso e si pensava che stesse per piovere, ma per tutto il giorno non scese nemmeno una goccia. Al porto vi era un grande viavai di persone e nel frattempo, cominciarono i preparativi per il viaggio dell'HMS Surprise, che sarebbe partita l'indomani per catturare o distruggere l'Acheron, una nave della flotta francese.

Intanto, il comandante della Surprise Jack "Lucky" Aubrey, un uomo sui circa 40 anni, con degli occhi azzurri e dei capelli biondi, stava passeggiando con sua moglie Sophia, una donna sui circa 38 anni con dei capelli lunghi e neri e degli occhi verdi. Essa non voleva che suo marito partisse per quella missione.

Sophia:- Jack, ti prego! Non andare!

Jack:- Mi dispiace ma devo. Ordini della Marina!

So:- Lo so ma... Sei sempre in viaggio e abbiamo poco tempo per stare insieme.

J:- Quando tornerò staremo insieme per tutto il tempo che vorrai. D'accordo?

So:- D'accordo.

Si diedero un bacio e si avviarono verso casa.

Frattanto, a Buckingham Palace, sua maestà il Re, Giorgio III, discuteva con la moglie sul matrimonio della figlia Elizabeth, una donna sui 35 anni con degli occhi azzuro-verdi e dei capelli lunghi, ondulati e castani. La madre della fanciulla da una parte era d'accordo sul matrimonio, ma dall'altra no. La ragazza che era dietro la porta della stanza dei suoi genitori, ascoltava tutto, si mise a piangere in silenzio perchè era contraria a quel fatto e non poteva fare nulla per impedirlo e se ne andò nella sua stanza.

Passarono un paio d'ore e trovò una soluzione per non sposarsi: fuggire di casa. Quindi aspettò che tutti fossero andati a dormire e lei, uscì piano piano dal palazzo.

Pensò fra sè: "Almeno non sposerò un uomo che non amo".

Si avviò verso il porto e si nascose nella stiva della Surprise, ignara di quello che stava per accadere.

 

La mattina seguente, si svegliò e si accorse che qualcosa non andava. La nave era in mezzo all'oceano! Subito una grande paura l'assalì: se l'avessero scoperta, coa avrebbe fatto? Cosa avrebbe detto? Andò in panico, e ad un tratto sentì dei rumori: una guerra era iniziata! Per poco non svenne dalla paura ma si riprese e cercò di calmarsi.

Jack, ignaro di quello che stava accadendo nella stiva, faceva di tutto per sconfiggere il nemico, l'Acheron, ma fu costretto fare una ritirata a causa dei danni della sua nave.

Passò un po' di tempo e l'uomo girò per tutta la nave, controllando i vari danni. Giunto alla stiva rimase stupito nel vedere Elizabeth. Lei pose il libro, si girò un momento e subito si tirò indietro vedendo il comandante. Con una voce tremolante disse:- Non.. Non fatemi del male... Vi prego...

J:- State tranquilla. Non Vi farò nulla ma vorrei sapere chi siete e che cosa fate qui.

E:- Il mio nome è Elizabeth e sono fuggita di casa. E Voi?

J:- Mi chiamo Jack e sono il comandante di questa nave.

E:- Ah... Capisco... Non mi riporterete indietro, vero Signore?

J:- No, Milady.

La fanciulla fece un sospiro di sollievo e Jack sorrise.

E:- Bene.

J:- Non vorrete rimanere qui ancora, Milady.

E:- Ehm, no Signore.

Lui le fece un cenno e lei lo seguì in un'altra stanza.

Arrivati nella stanza in cui vi era anche il dottore, Stephen Maturin, Jack disse:- Stephen! Guardate che cosa ho trovato nella stiva.

Stephen si sistemò gli occhiali e rimase a bocca aperta.

St:- Elizabeth!!! Che cosa ci fai tu qui?!

Si abbracciarono e lei rispose:- Sono fuggita di casa. I miei genitori hanno organizzato un matrimonio combinato con un uomo che nemmeno conosco e non ci tengo a conoscerlo.

St:- Capisco. Comunque sono felice di rivederti.

Elizabeth sorrise.

J:- Scusate ma... Vi conoscete?

St:- Si! Siamo cugini.

L'uomo rimase a bocca aperta e non riusciva a credere alle proprie orecchie.

Stephen coninuò:- Jack! Vi presento la figlia del Re d'Inghilterra. Elizabeth di Hannover.

Il comandante rimase scioccato e senza parole. Ma poi si riprese e disse:- Non ci posso credere!!! Davvero, non posso!!!

I due cugini si guardarono e fecero una risatina.

E:- Dovete crederci, Signore. È tutto vero!

Stephen fece un sorriso ed Elizabeth pure.

J:- Beh!! Allora benvenuta a bordo, Milady!

E:- Vi ringrazio, Signore.

Rimasero un altro po' lì e poi se ne andarono.

Intanto, a Londra, i genitori della fanciulla la stavano cercando ovunque ma nessuna traccia.

Quella sera, a cena, Elizabeth conobbe gli altri ufficiali, i quali, appena ebbero sentito che Jack diceva che era la figlia del Re, rimasero tutti a bocca aperta.

Però c'era qualcosa di strano. La fanciulla, ogni volta che era in presenza di Jack, si sentiva strana e non sapeva cosa fosse il nuovo sentimento nascente. Anche a Jack accadeva lo stesso in sua presenza.

Da quel giorno, vi fu un gioco di sguardi fra i due. Ogni volta che lo guardava, la fanciulla si sentiva il cuore battere all'impazzata, per non parlare di lui che era felice più che mai alla vista della ragazza.

 

Con il passare dei giorni, i due cominciarono a conoscersi meglio e lui rimase colpito appena venne a sapere che lei sapeva parlare il Tedesco ed il Portoghese e che sapesse suonare il pianoforte. Forse Jack aveva scoperto cosa c'era di strano: si stava innamorando di lei! Che bella cosa! Ma se sua moglie lo avesse scoperto? Cosa sarebbe successo?

Anche Elizabeth era innamorata di lui, senza sapere che era ricambiata, ma non aveva il coraggio di dirglielo. Ne parlò con suo cugino e lui le disse che era meglio apsettare per dirglielo.

 

Un pomeriggio, scoppiò una tempesta. Le vele si piegavano per il forte vento e tutti stavano cercando di fare in modo di non affondare. Jack vide che Elizabeth stava guardando alcuni uomini che sistemavano le vele. Si avvicinò rapidamente a lei e le disse:- Milady! Cosa ci fate qui? Non è un luogo sicuro per Voi. Andate al riparo! Lei, senza esitazioni, andò nella sua stanza mentre lui aiutava la sua ciurma. Dopo la tempesta, Jack andò in una stanza seguito da Stephen. Si misero a parlare, ma ad un certo punto entrò Elizabeth che disse:- Stephen! Puoi venire un attimo, perfavore?

Il medico si alzò e andò dalla cugina che gli disse:- Ci sono marinai che hanno bisogno di te.

S:- Va bene. Ora vado. Ci pensi tu a tenere compagnia a Jack.

La fanciulla arrossì.

S:- Dai!! Almeno è un modo per stargli vicino!

E:- Va bene!! Ci penso io. E sorrise.

Poco dopo Stephen se ne andò e lei entrò cautamente nella stnza dov'era Jack. Si sedette e gli disse con un po' di timore:- Mio cugino... È andato da un marinaio.. Che aveva bisogno di lui...

Jack non disse nulla e fece un respiro. Per un po' rimasero in silenzio per un po', ma ad un tratto Elizabeth si sentì strana: ebbe un flashback della morte della sorella. Si spaventò un po' e l'uomo le chiese:- Che cosa c'è, Milady?

E:- Ho avuto un flashback, Signore.

Si alzò e si girò dall'altra parte. Anche il comandante si alzò, la girò verso di lui e le mise le mani sulle spalle e le disse:- Potete dirmi che flashback avete avuto? Non lo dirò a nessuno, Milady. Ve lo prometto.

La fanciulla fece un respiro profondo e disse:- Era sulla morte di mia sorella.

L'uomo rimase stupito da quelle parole. Le alzò il viso e le disse:- Mi dispiace per Voi, Milady. Posso sapere com'è morta?

E:- Di una malattia misteriosa... Nessun medico e nemmeno mio cugino hanno saputo dire di che malattia si trattava.

Jack scosse la testa e non disse nulla. Sentiva una forte attrazione. Le sollevò di nuovo il viso e cercò di baciarla, solo che arrivò Stephen e lei tornò nella sua stanza. Jack si sedette di nuovo e Stephen fece lo stesso e gli chiese:- Ho interrotto qualcosa?

J:- No, no. Non avete interrotto nulla. Non stavamo dicendo nulla di importante.

Il medico scosse la testa e lo guardò bene in faccia.

St:- Vi ha detto qualcosa che Vi ha fatto stare male, Jack?

J:- Si... La morte di sua sorella... Ha avuto un flashback su quel fatto... Mi dispiace per lei...

L'amico gli mise un braccio sulla spalla.

S:- Non Vi preoccupate... È successo molto tempo fa.

Smisero di parlare e dopo un po' si diressero nelle rispettive stanze.

 

Purtroppo un giorno, lei si sentì male, svenne e cadde in acqua. Un ufficiale vide la scena e corse dal comandante per riferirgli l'accaduto. L'uomo corse subito nel punto in cui la ragazza cadde e chiese ad alcuni uomini della ciurma che si erano avvicinati:- Qualcuno di voi và a salvarla?

Nessuna risposta. Si tolse la giacca e si gettò in mare per recuperare la ragazza.

Dopo che la fanciulla si riprese, venne visitata dal medico e si scoprì che era solo un po' di febbre.

Rimase per alcuni giorni a letto e lui, in uno di questi giorni, andò a trovarla. Lei stava leggendo un libro e quindi si spaventò appena Jack le parlò.

J:- Milady... Come state?

E:- Non mi sento ancora molto bene, Signore. Comunque Vi ringrazio.

L'uomo diede un'occhiata al libro e le chiese:- Che cosa state leggendo?

E:- Un libro di Shakespeare.

J:- Interessante! Sapete? Anche mia moglie ha la passione per Shakespeare.

Lei fece un sorriso ma subito dopo uno sguardo un po' triste e pensò:"Ah! È sposato. Questo proprio non lo sapevo."

Lui vide che la fanciulla aveva uno sguardo strano e cambiò immediatamente argomento.

Rimase lì ancora per un po' e questo faceva aumentare l'amore che provava per lei, poi se ne andò, guardandola dolcemente. Avrebbe preferito tornare indietro, prenderle il viso fra le mani, dirle "ti amo" e darle un bacio. Ma si trattenne.

 

Passò un po' di tempo ed Elizabeth cominciò a stare meglio e finalmente poteva prendere una boccata d'aria fresca. Uscì e vide che Jack stava guardando il mare colorato dal tramonto. Si avvicinò e lui le disse:- Milady! Vedo che Vi sentite meglio, oggi!

E:- Si, mi sento molto meglio. Vi ringrazio, Signore.

J:- Che bel tramonto, non lo trovate magnifico?

E:- Si, assolutamente magnifico, Signore.

Jack sorrise e si rimise a guardare il mare.

Per un po' i due rimasero in silenzio, ma ad un certo punto, il comandante fece un respiro profondo e disse:- Milady. C'è una cosa che voglio dirVi da molto tempo.

Elizabeth, un po' spaventata disse:- Che cosa, Signore?

J:- Io... Io... Io sono innamorato di Voi!

La ragazza rimase stupita dalle sue parole.

E:- Beh... Avete fatto bene a dirmelo... Perchè stavo cercando il momento giusto per dirVi la stessa cosa, Signore. Anch'io sono innamorata di Voi.

Jack non disse nulla. Prese il viso di lei fra le sue mani e la baciò.

Lei chiuse gli occhi per l'emozione ma poco dopo li riaprì e si tirò indietro molto dolcemente. Lui le accarezzò il viso e lei lo abbracciò e gli disse:- Non posso vivere senza di te. In te ho trovato il vero amore.

J:- Pure io non posso vivere senza di te, perchè sei fantastica e sei una ragazza stupenda.

Rimasero lì per un bel po' abbracciati. Poi ritornarono dentro.

 

I giorni passavano e loro due si entivano legati più che mai.

Un giorno, un marinaio urlò:- Uomo in mare!!!!!! Anzi, donna in mare!!!!

Jack, che in quel momento stava parlando con la fidanzata, corse verso prua dove stavano portando il corpo a bordo. Rimase a bocca aperta, Elizabeth lo vide e gli chiese:- Che cosa c'è, tesoro?

J:- Quella... Quella è mia moglie...

La fanciulla non riusciva a crederci, tantò che si spaventò e se ne andò nella sua stanza.

Nel frattempo, la moglie di Jack si risvegliò e abbracciò suo marito. Lui le chiese:- Sophia! Cosa ci fai qui?

So:- È una lunga storia.

J:- Ti và di raccontarmela?

So:- Va bene. È scoppiata una guerra in Inghilterra pochi giorni fa. Alcuni francesi ci hanno attaccati e io sono stata rapita. Mi hanno stordita e quando mi sono risvegliata mi sono ritrovata in una sorta di prigione. Non sapevo che fare e non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo. Arrivò un uomo e gli chiesi:- Posso sapere che cosa ci faccio qui?

L'uomo:- Ti abbiamo rapita. Non tornerai mai più a casa. Il comandante ci ha detto che avevi un conto in sospeso con lui. Ti abbiamo stordita e adesso eccoti qui.

So:- Mi dispiace, ma dite al Vostro comandante che non sono io colei che cerca.

L'uomo non riuscì a crederci. Chiamò il comandante che ordinò di gettarmi in acqua. Ed ora eccomi qui.

Alla fine del racconto, Sophia fece un sospiro di sollievo.

Jack rimase stupito dalle sue parole e le disse:- Va bene. Rimani qui con me allora. Non ti getterò in mare.

So:- Grazie.

E si baciarono. Elizabeth, uscita dalla sua stanza, assistette alla scena e ci rimase male. Quando Jack tornò nella sua stanza, la vide e le chiese:- Che cosa c'è che non va?

Non disse nulla, cominciò a piangere e se ne andò, lasciando l'uomo un po' perplesso.

Stephen, passando per il corridoio, la sentì, entrò nella sua stanza, si sedette e cercò di consolarla.

St:- Che cosa c'è?

E:- Jack... L'ho visto.. L'ho visto...

St:- Che cosa faceva?

E:- Ho visto che... Baciava sua moglie... Questo è un chiaro segnale che stà per dimenticarsi di me... Non voglio che accada...

St:- Capisco... So che ci tieni a lui... Se vuoi gli parlerò io.

E:- Grazie. Tu sei il migliore. Ti voglio bene.

Stephen, commosso, abbracciò la ragazza e infine si diresse verso la stanza di Jack.

Entrò. Lui stava sistemando delle carte. Lo vide e gli chiese:- Stephen. Che cosa Vi porta qui?

St:- Volevo solo venire a vedere come state.

J:- Capisco. Comunque stò bene, Vi ringrazio. Come stà?

St:- Chi? Elizabeth?

J:- Si. Ho visto che era triste oggi.

St:- Per l'arrivo di Vostra moglie... Non è molto felice. Poi crede che Voi possiate dimenticarla.

Il comandante si alzò di scatto dalla scrivania e urlò:- Che cosa?!?!?! Io dimenticarmi di lei?! Nemmeno per sogno! Lei è una ragazza fantastica. Non sà nemmeno quanto l'amo.

St:- Va bene, va bene! Ho capito!

Jack non disse nulla. Mise sulla scrivania le sue carte e andò dalla fanciulla.

Arrivò sulla soglia della sua porta, ma rimase lì per sentire quello che lei stava dicendo:- Jack... Io ti amo e voglio che tu lo sappia. Non mi interessa se siamo diversi. Mi basta che rimarremo insieme per sempre.

Rimasto colpito dalle parole della sua amata, Jack entrò nella stanza e lei non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.

J:- Ho sentito quello che hai detto di me... Anch'io ti amo.

Elizabeth finlmente lo guardò negli occhi e appoggiò la testa sulla sua spalla. Lui l'accarezzò.

E:- Allora non è vero che stai cercando di dimenticarti di me. Mi ami ancora.

J:- Ma certo che ti amo! Non potrei fare a meno di te.

La fanciulla non disse nulla e lo abbracciò. Lui fece lo stesso.

 

Il tempo passò, e la loro relazione riamenva forte. Purtroppo Sophia comincò ad insospettirsi.

Elizabeth camminava a testa bassa e si scontrò con lei. Sophia, bruscamente, le disse:- Ehi, tu! Stà più attenta la prossima volta! Ma la fanciulla la ignorò. Lei allora andò su tutte le furie, corse verso di lei e la prese per un braccio e le urlò:- Almeno chiedermi scusa!

La fanciulla scosse la testa e, con tutta la rabbia che si sentiva dentro, le disse di lasciarla in pace, quindi seguì poi una lite, finita con Elizabeth che fece un taglio con un coltello sulla guancia della donna. Jack arrivò e vide che la moglie sangiunava. Andò su tutte le furie e punì Elizabeth con dodici frustate agli otto colpi.

Dopo la punizione, lei era piena di dolore e andò dal cugino per farsi curare. Fecero una bella chiacchierata i due.

E:- Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere. Non lo avrebbe mai fatto a me.

St.- Lo so, ma secondo me stà fingendo e sai perchè?

E:- No, non lo so.

St:- Perchè non vuole far capire a sua moglie che voi due state insieme.

E:- Stavamo insieme... Ora non più. Lo lascio... Fine della storia. Non posso andare avanti così.

Stephen non disse nulla ma pensò fra sè: "Stai facendo un grosso sbaglio, Elizabeth! Tu lo ami, lo so bene. Anche lui ti ama. Solo che sua moglie gli impedisce di dirtelo."

Dopo la cura, la fanciulla andò da Jack. Entrò nella sua stanza e lo vide seduto a guardare fuori dalla finestra. Con un tono piuttosto arrabbiato, gli disse:- Non posso credere che tu abbia avuto il coraggio di compiere un'azione simile.

L'uomo si alzò, si mise le mani sui fianchi e si avvicinò a lei. Le disse:- Lo so. Ma te lo sei meritata. Sono certo che la prossima volta non lo farai più.

Silenzio. La fanciulla bolliva dalla rabbia. Poi si riprese e con un tono molto alto di voce gli disse:- È colpa di quella strega di tua moglie se adesso stò male.

Jack rimase colpito per quelle parole. Le disse:- Innanzitutto, non alzare la voce con me. Secondo: non permetterti più di chiamare mia moglie in quel modo.

Ancora silenzio. La rabbia di Elizabeth aumentava sempre di più.

E:- Ah, davvero?! Beh.. Lei è una strega!! Come si è permessa di mettermi nei guai, quella brutta...

Venne interrotta dallo schiaffo dell'uomo. Si mise una mano sulla guancia. Lui disse:- Mi dispiace. Non volevo. Lei, facendo esplodere tutta la rabbia che aveva dentro di sè gli urlò in faccia: Ti Odio!!!

E se ne andò senza badare a Jack che continuava a dirle:- Elizabeth! Torna subito qui!

 

Nel pomeriggio lei rimase per tutto il giorno nella sua stanza, non aveva nessuna voglia di uscire e di parlare con qualcuno. Jack fece lo stesso. Non parlò nemmeno con Stephen dell'accaduto.

Dopo un po' di tempo, si fece coraggio ed andò a parlare con la fanciulla. Entrò a sguardo basso nella sua stanza e le disse:- Perdonami per quello che ti ho fatto. Non avevo nessuna intenzione di farti stare male in quel modo.

Lei alzò lo sguardo e gli rispose:- Jack... Ho paura...

J:- Di cosa?

E:- Di perderti. Di non poterti più amare e di non poter più stare con te.

J:- Senti... Non so come dirtelo ma è meglio che rimaniamo solo amici. Mi dispiace.

Lei scosse la testa e lui uscì dalla stanza.

Più tardi si mise a piovere. Lei uscì all'aperto ma, accidentalmente scivolò. Jack la vide e arrivò in suo aiuto, tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.

E:- G- Grazie...

J:- Di nulla. Gli amici servono a questo.

Si guardarono per un po'.

E:- A-Amici?

Un altro po' di silenzio.

J:- Si.

Non riuscì a trattenersi e la baciò. Alla fine del bacio, lei arrossì e disse:- Ecco il Jack che conosco.

E lui sorrise.

 

Poco tempo dopo vi fu la battaglia finale. Tutti parteciparono, anche Elizabeth. Solo che venne ferita ad un polmone, ma grazie alle parole dolci del suo amato e alle cure di suo cugino, si riprese in pochi giorni.

Sophia venne a sapere che i due stavano insieme, e quindi, una volta a Londra, lasciò suo marito. Elizabeth, per l'ultima volta vide Jack. Una cosa davvero molto triste per lei. Ma allo stesso tempo era contenta di essere tornata a casa.

Si diresse a Palazzo, dove sua madre le corse incontro a braccia aperte. Le disse fra le lacrime di gioia:- Elizabeth!!! Finalmente sei tornata!! Ti prego di non farlo più!!

Suo padre che aveva sentito le urla corse fuori e vide Elizabeth. Fece lo stesso di sua moglie. Infine rientrarono.

Jack, che si stava dirigendo verso casa, pensava ancora a lei. Come poteva dimenticarla?

 

Una settimana dopo vi fu il matrimonio della fanciulla. Ma qualcosa non andava. Dov'era Elizabeth? Tutti quanti se lo stavano chiedendo. Ma la risposta ve la dò io. Dopo aver parlato con sua madre di quella relazione, venne a sapere che anche lei era contraria a quel matrimonio, quindi, grazie al suo consiglio cioè quello di seguire il proprio cuore, fuggì e corse verso il porto perchè era venuta a sapere che Jack stava per partire di nuovo. Arrivò, ma la nave era già lontana. Si tuffò in acqua e la raggiunse. Salita a bordo, Jack le chiese un po' stupito:- Elizabeth! Che cosa ci fai tu qui? E il matrimonio?

E:- Ma quale matrimonio?! Io non amo quell'uomo e non ho nessuna intenzione di sposarlo. Io amo te, Jack, perchè sei un uomo fantastico. Mi ami per quella che sono e non per quello che rappresento.

J:- Ti ringrazio, Elizabeth. Perchè mi hai fatto capire il vero significato della parola "Amore".

Dopo aver detto questo, la prese in braccio e la baciò.

 

Pochi giorni dopo vennero celebrate le nozze tra Jack ed Elizabeth. Lei era belissima con il suo abito, ampio e piendo di decorazioni in perline e brillantini.

Poco tempo dopo lei scoprì di essere incinta di Jack, ma decise di non dirglielo per fargli una sorpresa.

Andarono in viaggio di nozze a Venezia, una città molto romantica. Solo che lui ci rimase per poco perchè venne richiamato in Inghilterra per una nuova missione. Lei voleva dirgli che era incinta ma non potè fare nulla per diglierlo.

Pochi giorni dopo la sua partenza, cominciò a sentirsi male. Si capì che quello era il momento di far nascere il piccolo. Le sue dame di compagnia la fecero sdraiare e dopo pochi minuti nacque un bel maschietto. Si addormentò ed al suo risveglio disse:- Jack... Dove sei?

Dama n°1:- È andato in Inghilterra, Milady. Non Vi ricordate?

E:- Si, vero... Ma lo vorrei qui con me...

Dama n°2:- Potremmo scrivergli una lettera, Milady. Che ne dite?

E:- Ottima idea.

D n°1:- Ve la sentite di scrivere, Milady?

E:- Si. Me la sento.

 

Caro Jack,

sò che in questo momento sei impegnato, ma ti scrivo per dirti una cosa fantastica. È nato un bimbo. L'ho chiamato Jack Jr pensando a te. Spero che ti piaccia. Vorrei tanto averti qui accanto a me, perchè già mi manchi anche se sono passati pochi giorni. Spero di poterti rivedere, di poterti abbracciare ancora, di poter sentire ancora la tua voce e di poterti baciare ancora.

Per adesso ho finito. Non ho nulla da aggiungere. Spero che tu mi risponda al più presto.

Con amore

Elizabeth

Ps: non mi sento molto bene. Non riesco a capire perchè stò male.

 

Dopo averla scritta, la fece spedire, prese una medicina e si mise a dormire.

La lettera arrivò a destinazione due giorni dopo. Jack la lesse e si preparò per ritornare da lei. Si imbarcò su una nave in partenza per Venezia e attese con ansia l'arrivo.

Il giorno dopo arrivò e corse subito dalla sua amata. Rimase triste nel vederla così pallida. Si avvicinò, le prese una mano e lei si svegliò.

Fu felice nel vederlo e, a bassa voce gli disse:- Jack... Sei qui...

J:- Si, amore. Sono venuto qui per te. Non ti lascerò mai più sola.

E:- Grazie.

L'uomo si alzò e le chiese:- Dov'è il mio tesoro?

Lei fece un cenno ad una dama, che uscì dalla stanza per poi ritornarci dopo qualche minuto con il piccolo in braccio. Lo diede a Jack, che si commosse e disse con le lacrime di gioia:- Non posso crederci che questo giorno sia arrivato! Sono davvero felice! Ma quanto sei bello, piccolo mio? E gli fece il solletico.

Diede poi un bacio alla moglie ed uno al piccolo.

I giorni passarono, Elizabeth si sentiva sempre meglio e Jack rimaneva lì con lei a farle compagnia insieme a Jack jr. Però il giorno della partenza si avvicinò. Fecero un ultima visita della città e poi se ne andarono nel tardo pomeriggio.Ritornarono a Londra il giorno seguente.
Appena scesi dalla nave, la fanciulla disse:- Cosa ne dici se facciamo vedere il piccolo ai miei genitori?

J:- Per me va bene.

E:- Perfetto. Tu caro vuoi conoscere i nonni?

Il piccolo mosse un braccino.

E:- Che amore che sei!

Si avviarono verso casa e alla sera, andarono a Buckingham Palace.

Durante la cena, il padre della fanciulla aveva uno sguardo freddo verso Jack. Lei lo guardò e vide che aveva quello sguardo e dopo aver mangiato andò a parlare con lui in privato.

E:- Padre, ho visto che guardavate Jack in quel modo. Perchè?

Re:- Perchè mi sembra un uomo poco raccomandabile.

La fanciulla non riusciva a credere alle sue parole. Continuò a negarlo ma suo padre perse la pazienza e le disse:- Il fatto è che non dovevi sposare quell'uomo, Elizabeth! Non mi fido per niente di lui! E poi non è un tipo adatto a te!Silenzio. Qualche lacrima scese sul viso di lei che però si trasformarono in un pianto dirotto.Rientrò a Palazzo, prese con se Jack e suo figlio, se ne andò e per un bel po' di tempo non tornò mai più.A casa, Elizabeth spiegò a Jack dell'accaduto e alla fine del racconto, lui la consolò e le diede un bacio per tirarle su il morale.

Il tempo passò. Loro tre vivevano insieme felicemente, soprattutto dopo che Elizabeth ebbe fatto pace con suo padre. I due innammorati decisero di avere un altro figlio e poco tempo dopo, nacque una femminuccia che chiamarono Victoria. Finalmente realizzato il sogno di Elizabeth e Jack, che riusciva a guadagnare di più con il suo lavoro, tutti vissero per sempre felici e contenti.

  
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