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Autore: Mariii    29/07/2012    1 recensioni
La gente comune si affida sempre a qualcuno, come nel caso delle forze dell'ordine per sentirsi sicuri. Ma un poliziotto, cos'ha più di noi? Come si sente sicuro? Cosa vede guardando quello che noi troviamo un assassino fuori dalla nostra portata?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni notte, appena mi tolgo la fondina dalla cintura, dopo una notte di servizio da qualche parte, rivedo la mia giornata. 
Ogni giorno, mi trovo in mezzo a due forze straordinariamente sconvolgenti:
La gratitudine dei cittadini normali, della ragazza rapita e del negoziante derubato, quando trovano risposta alla chiamata a quel famoso numero di tre lettere.
E l'odio dipinto sul volto dell'assassino, del rapitore o del ladro.
Alla vista degli "sbirri" i criminali imprecano e se non possono scappare, si preparano ad attaccare per vincere.
Noi siamo persone normali, anche gli assassini sono persone. Ma nel caso dell'assassino c'è la pazzia mentale o semplicemente il menefreghismo nei confornti della vita degli altri.
La pietà è un valore che a loro manca.
Non hanno pietà per il bimbo che guarda sua madre agonizzante dopo che era stata sparata per aver opposto resistenza. 
Non hanno pietà per la madre che trova la figlia in un fiume, dopo che per mesi aveva sperato di ritrovarla viva.
Io parlo con il bimbo, ma vedendo che la madre è stata ferita vedo che ho fallito. 
Servire e protggere.
Mentre io indago sulla sparizione di una ragazza ne stanno rapendo un'altra. E io non sono lì per proteggere.
E quando la ragazza si ritrova nel fiume, io parlo con la madre, le do le notizie, ma ho fallito. 
La ragazza non c'è più. E anche catturando il colpevole, lei non tornerà indietro.
Ogni sera, rivedo i volti di quelli che ho incastrato, sapendo che se uno di loro uscisse potrebbe venire a cercarmi. Oppure, potrebbe cercare un'altra ragazzina da uccidere. Per il gusto di farlo. 
Ogni volta che qualcuno sparisce, il senso di colpa mi assale, e ogni volta che si ritrova viva, la persone ha sul viso gratitudine e libertà. Ma il nostro compito era impedire che sparisse. Non aspettare che venga rapita e poi cercarla.
Gli assassini sono gente normale, senza niente di più, ma con qualcosa di meno: una coscienza. 
Una voce che gli dica ehi, ma che cazzo stai facendo?, quando solleva la pistola in direzione di qualcuno.
Un ego, un'anima, qualcosa che gli impedisca di fare quello che fanno, come lo impedisce alla gente sana.
Il peggio che può succedere a chi strappa vite è passare la vita in carcere. 
Ogni famiglia che ha subito una perdita, avrà la vita rovinata, mentre la vittima la vita l'ha proprio persa.
Quella gente conta su di noi, per sentirsi sicura, e noi, come possiamo fare?
Io non ho niente di più della forza umana, della mente dell'assassino, o delle armi che può avere un criminale.
Più del cittadino, io ho solo il distintivo.





  
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