Guardavano quello scorcio di cielo cobalto dalla finestra della piccola camera, senza curarsi minimamente della festa che infuriava nella sala accanto.
Come gocce di miele ambrate, le stelle brillavano magicamente nel cielo vellutato. Erano così vicini da potersi sfiorare, e sentire il suo tocco era qualcosa di così incredibile da farle venire i brividi ogni volta.
Lo guardava vogliosa di qualcosa, mentre con gli occhi intensi, tormentate onde verdi, osservava assorto nei suoi pensieri l’infinità celeste, poggiando le mani calde sulla ringhiera bianco ceramica della finestra.
Indossava una maglietta grigia striata, pantaloncini blu scuro, un abbigliamento semplice per una cerimonia abbastanza importante, che lui non aveva alcuna intenzione di godere.
Era il giorno dei suoi 16 anni, una grande festa era stata organizzata a casa della ragazza che l’aveva sempre amato. Una cinquantina di persone ballavano festose brindando e cantando nel grande salotto dell’abitazione, ma lui non voleva essere partecipe di tutta quell’allegria.
Voleva passare del tempo con lei.
Da soli.
E così si erano recati nella camera della ragazza, avevano chiuso la porta, immergendosi nell’oscurità, e avevano incominciato a guardare il cielo, esultando come due bambini vedendo una stella cadente.
La osservò chiudere gli occhi, mentre fioriva quel suo desiderio negli occhi castani, che fremeva per affidarlo alle stelle.
Si chiese quale potesse essere il sogno che poco a poco moriva sulle sue labbra, quando, scioccamente, pensò che forse il desiderio in questione era lui. Passare del tempo con lui. Solo e solamente con lui.
Un pensiero egocentrico, si disse, eppure era convinto di non sbagliarsi.
Parlavano del più e del meno fissandosi a volte negli occhi, e lei, presa da un’irrefrenabile passione, lo abbracciò, senza un motivo.
Lui la cinse per qualche secondo con le sue braccia, mentre lei affondava la testa nel suo petto marmoreo, respirando il dolce profumo del suo corpo.
Lui la allontanò, e, guardandola intensamente negli occhi sussurrò “è meglio di no..”
Un’onda di dolore la travolse, saettò nei suoi occhi color cioccolato fino a sciogliersi in lacrime trasparenti di pura tristezza.
Annuì tremante, e fece per lasciare la stanza oscura, quando ecco che il giovane si rese conto del gravissimo errore che aveva appena commesso, e la richiamò, afferrando la sua mano, e costringendola a voltarsi.
Si guardarono.
Uno sguardo profondo, intenso, nuovo, elettrizzante.
Una fusione di emozioni, racchiuse in quattro perfette iridi di due colori distinti : verde e marrone.
Il verde dello smeraldo, della giada, delle foglie di primavera, quel verde intenso e delicato, di un soffuso color pastello… E gli occhi di lei, luminosi dischi di bronzo, dolci e profondi dalle tonalità del caramello.
Il ragazzo si avvicinò, accarezzandole una ciocca di capelli, e la prese in braccio, tenendola per il bacino.
Lei si aggrappò saldamente alle sue spalle, mentre lui la tirava su, e, quando la ragazza poté osservarlo dall’alto, sotto lo sforzo delle braccia del giovane, chinò la sua testa sulla sua, circondando il suo volto con lunghe ciocche di capelli castani.
E le loro labbra si sfiorarono.
E la passione nacque tempestosa, come le onde violente che si infrangono in schizzi spumeggianti sugli scogli appuntiti. Le loro lingue si incontrarono in una vorticosa danza, un unico amore fiorito dal desiderio del bacio reciproco.
Quando si staccarono, respirando affannosamente, lei gli sussurrò all’orecchio “Ti amo..”
Lui le baciò la guancia, con una tale armonia e delicatezza che la fece rabbrividire, e mormorò a sua volta “ti amo anche io..”