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Autore: _ems    29/07/2012    11 recensioni
Lo psicanalista si alzò in piedi e stizzito andò a versarsi un bicchiere d'acqua, Dylan lo guardò sospreso - Ma che fa.. io decido di parlare e lei si alza?- chiesè divertito innarcando un sopracciglio scatenando una folle reazione nel suo interlocutore che, impreda ad un attacco di impazienza, lanciò il bicchiere che aveva tra le mani in aria e con slancio fellino tornò a sedersi sulla sua vecchia e logora poltrona marrone - Parla, rgazzo, parla!- gli occhi del dottore si fecero improvvisamente vispi.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La Guerra Della Vita.

«Cosa c'è che non va, Dylan?»
Lo psicoanalista si sistemò meglio gli occhiali sul naso e, con un sorriso d'incoraggiamento, invitò il ragazzo a parlare senza alcun risultato.
«Cos'è che ti rende così triste?»
Insistette allora stando ben attento a non pronunciare la parola depresso.
Dylan, seduto su una vecchia e logora poltrona marrone, fissava in silenzio l'uomo che aveva davanti chiedendosi come poteva, anche solo lontanamente immaginare, che lui avrebbe parlato? Quell'uomo non avrebbe compreso i suoi pensieri.
«Pensi che non capirò?»
Gli chiese il dottore risistemandosi noiosamente gli occhiali
.
«
Posso capirti, Dylan, io sono umano quanto te.»
Dylan rise e, finalmente, aprì bocca.
«
Guardi che non parlo mica coi gatti, di solito!» Il dottore sospirò esasperato.
Erano ormai tre lunghissimi mesi che, trascinato a forza, Dylan si sedeva su quella poltrona e prontamente ogni volta stava zitto.
Ogni tanto, per noia, tirava fuori un commento o due: sulla partita, il tempo, lo studio, un po' questo e un po' quello.
Ogni tanto, per noia, restava a casa e, allora, toccava al dottore andare da lui.
«Perché non parli, Dylan?»
Se ne uscì di botto lo psicoanalista, dopo un estenuante silenzio e due ore di chiacchiere a vuoto, guardandolo implorante.

Dylan si senti ad un tratto più grande o meglio senti la poltrona rimpicciolire sotto di sé, stava davvero mandando un uomo all'esasperazione? Rise di quel pensiero sentendosi meglio. Ora, forse, poteva capirlo.
Lo psicanalista si alzò in piedi e stizzito andò a versarsi un bicchiere d'acqua, Dylan lo guardò sorpreso.
«Ma che fa? Io decido di parlare e lei si alza?»
Chiese divertito inarcando un sopracciglio scatenando così una folle reazione nel suo interlocutore che, in preda ad un attacco di impazienza, lanciò il bicchiere che aveva tra le mani in aria e, con slancio felino, tornò a sedersi sulla sua vecchia e logora poltrona marrone.
«Parla, ragazzo, parla!» gli occhi del dottore si fecero improvvisamente vispi.
Dylan sorrise e annuendo appena iniziò a parlare.
«Io sono qui perché la mia famiglia mi crede depresso, giusto?»
Lo psicanalista annuì con lui.
«Ebbene, si sbagliano!»
Esclamò fiero di sé scatenando l'ira del psicoanalista che, credendo fosse un altro scherzo del ragazzo, si alzò di botto.
«Ernest!»
Lo richiamò confidenzialmente il ragazzo divertito.

Ernest era esausto, in quei tre lunghi mesi il ragazzino non aveva fatto altro che prenderlo in giro, a trent'anni si sentiva già rintontito come un vecchietto di ottantatré anni, e tutto per colpa di un ragazzino che si ostinava a tenere per se i propri pensieri.
Dylan attese paziente che l'uomo si calmasse e, con un occhiata di rimprovero, ricominciò a parlare.
«Stavo dicendo..»
Iniziò con esitazione, ma un'occhiataccia dal suo psicanalista lo fece tornare in sé.
«Io non sono depresso! Sto bene, e occasionalmente sono felice ma non sono depresso, proprio no!» Ripeté sicuro. «tutto il problema è la guerra.»
Concluse con una scrollatina di spalle, quasi a minimizzare quel che aveva appena detto e con un sorriso furbetto dipinto sulle labbra attese la reazione di Ernest.
«Guerra?»
Chiese confuso quest'ultimo guardandolo sbigottito.
«Ma tu non sei andato in guerra!»
Sbottò infastidito e, alla risposta del ragazzo si confuse ancor di più.

«È proprio questo il problema.»
Annunciò Dilan con calma.
«Il non esserci andato! Sa quante cose mi sono perso?» chiese retoricamente senza aspettarsi una risposta - Potevo vincere una medaglia, o due! Salvare una vita, o due!» Il ragazzo si strinse nelle spalle con tristezza.
Ernest scosse la testa.
«la guerra non porta solo cose belle, Dylan.» ci tenne a precisare serio - In guerra si muore, sai?» ci tenne ad aggiungere con una macabra ironia.
Dylan annuì appena.
«Certo, certo. Si muore o si vive, la guerra è o tutto o niente, certo, certo!» Esclamò entusiasta il ragazzo. «Ma.. anche morirci in guerra sarebbe, comunque, averci ottenuto qualcosa, no? In guerra si possono fare grandi cose: vivere, morire, salvare vite o metterci fine! In guerra puoi anche non essere libero di decidere: c'è sempre qualcuno che decide per te! Un comandante, un soldato, un nemico!»
Dylan si stava decisamente entusiasmando all'idea della guerra ma poi, in un lampo, tornò in sé.
«Ha ragione, dovevo parlargliene prima.» Ammise con una smorfia. «Ora capisco quanto una parte di tutto questo sia malsano! Vivere, morire bla bla bla»
 Rise accompagnando il bla bla bla con un movimento di apertura e chiusura della mano.
«Però..» Ricominciò serio guardando negli occhi il suo psicoanalista. «Devo ringraziarla! Mi ha fatto capire una cosa.»
Ernest si irrigidì fiero in un secondo.
 
«Ah, sì? e cosa?» Chiese con un sorriso attendendo ansioso.
Dylan si strinse nelle spalle.
«
Mi ha fatto capire che infondo in guerra ci sono stato anch'io e tutt'ora ci sono.»
 Disse semplicemente e sul volto del psicoanalista tornò di nuovo la confusione
«Che guerra?» Chiese accigliato facendo così sorridere Dylan.
«La guerra della vita, dottore, della vita.» Concluse beffardo.






SpazioMora:
Uhm.. sono tipo dovuta uscire di corsa dalla doccia perché m'era venuta st'idea in mente, AHAHAHAHA.
Questa è per una persona a me cara, sì! No, non vi dico chi è u.u
*Edit del 19/07/2012* Dopo varie recensioni e taanto farmi notare errori fatti o cercato di modificare al meglio il teso, per quanto riguarda gli errori! Sullo sviluppo, invece, non ho ancor nulla!
*Edit del 2/ottobre/2012* Salvess, ho SEMPLICEMENTE cambiato l'aspetto estetico della storia andando a capo e aggiungendo "
« e »" :) 
Un ultimissima cosa! Allora io ho una fissa pazzesca per queste
"vecchie e logore poltrona marrone" che voi neanche immaginate! La mia mente perversa ha immaginato scene MOLTO perverse legate a queste poltrone, lo so lo so.. sono da rinchiudere!
Non ditemi niente, ma ci tendo a farvi vedere le poltrone!
 (Ovviamente immaginatevele un po' più vecchiotte!) POLTRONEE!

   
 
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