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Autore: AiKirei    29/07/2012    8 recensioni
Nonostante Mello sia da sempre in cerca di attenzioni facendo il casinista della Whammy's House, ama riservarsi dei momenti in solitudine. Per questo motivo capita certi giorni che si allontani dall'edificio e cammini nel vasto cortile del prestigioso orfanotrofio. Eppure, sembra che il destino non sia del tutto d'accordo, facendogli fare un incontro strano quanto agghiacciante... ma il nostro impulsivo, determinato - nonchè scontroso - Mello, come la prenderà?
Salve a tutti! Ebbene, questa storia è ispirata da un videogioco (e leggenda metropolitana) e a un tratto mi chiesi... e se Mello si imbattesse in questa 'creatura'? [Prima fanfiction]
A voi la storia!
Genere: Comico, Demenziale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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MEETING WITH                                                      SLENDER              MAN  



1. During a stroll, Mr.Slander saw a strange blond-haired boy...

Quel giorno Mello era veramente furente.
Sì, furente, oddio se lo era. 
Aveva ricevuto i risultati di due test, e in entrambi era arrivato dopo l'eterno primo in classifica, Near.
Accidenti! Per pochi punti non lo pareggiava!
Matt, quando si accorse che l'amico stava a momenti perforando con lo sguardo la schiena dell'albino che se ne stava rannicchiato sulla sedia in prima fila, diede un cricco alla spalla di Mello.
«Ehi Mel? Ci sei? » bisbigliò il rosso, apprensivo.
Mello non si girò nemmeno per rispondere all'amico, scosse le spalle infastidito, e dopo pochi secondi, rispose, più a sè che a Matt: «Fissa la lavagna, quel codardo...»  e aggiunse, con un tono più alto e accusatorio «lo fa apposta, lo so!»
Matt lo guardò interrogativo cercando i suoi occhi, cercando di capire il delirio mentale che poteva star passando in quel momento nella testa del biondo, ma questi si limitò ad ignorarlo addentando la tavoletta di cioccolata.
«Ma dopo gli faccio vedere io chi è lo sconfitto... il vero secondo... eccome!»

E ora era lì. In giardino, solo e senza la sua premeditata vendetta.
Near era riuscito a confondersi (o per meglio dire, mimetizzarsi) con il muro dell'aula nel momento in cui la campanella annunciava la fine delle lezioni di quella mattinata.
Si sentiva arrabbiato e anche un po' deluso. Come aveva potuto perdere in un test del genere!? Gli sembrava la volta buona, e invece...
"Oh, al diavolo!"  
Si alzò di scatto sentendo la sua rabbia aumentare a dismisura, e, in un attimo di strana lucidità, si disse che era meglio allontanarsi dall'istituto prima di prendersela col primo che passava causando nuovi guai -e quindi nuove punizioni.
Il biondo camminò cercando distrazioni, ascoltando ad esempio il rumore dei suoi passi sull'erba, concentrandosi sulla giornata che pareva preannunciarsi quel giorno: tanto sole, venticello fresco, al pomeriggio dopo pranzo avrebbe potuto giocare fuori a pallone con Matt - sempre che non gli fosse presa la smania di finire il nuovo livello sulla psp - e magari avrebbe potuto dimostrare la sua superiorià a Near, in qualche modo.
Oh sì!
A quell'idea gli occhi di Mello si illuminarono, quasi pareva riflettessero i raggi del sole.
Mentre camminava tra qualche albero, si destò dai suoi pensieri e alzò lo sguardo, e all'improvviso sobbalzò di colpo:
un signore molto alto, ma molto, vestito in giacca e cravatta, lo fissava a una ventina di metri da lui.
"NO!" Mello sgranò gli occhi. "Non mi sta guardando... non può, perchè...non ha... la faccia...!?" pensò sconvolto, concentrandosi sul volto bianco e inespressivo. Quello rimaneva fermo, immobile, rivolto verso di lui.
Era indeciso se indietreggiare spaventato, avanzare incattivito (magari urlandogli contro fatti gli affari tuoi, e a quest'idea a Mello salì la sua rabbia di prima) o parlargli da lì.
Decise di approcciare da lì usando un tono piuttosto neutrale. 
«Chi sei?» disse, sentendo di aver alzato troppo il volume della voce, ma probabilmente, si disse, solo per farsi sentire meglio.
Attese. L'uomo non rispose. E Mello si illuminò:
"Ma certo! Non ha la bocca, anzi, non ha nemmeno le orecchie! Come ho potuto essere così stupido da provare a parlargli?!"
Stava per continuare nei suoi pensieri per decidere sul da farsi, quando l'uomo si mosse.
Avanzò e sembrava emettesse uno strano ronzio mentre si avvicinava. Mello stette a guardare interrogativo, dando un'occhiata nei dintorni distrattamente.
A dieci metri da lui, lo guardava concentrato e con aria di sfida, spazientito sollevò un sopracciglio come per dire, allora, che cacchio vuoi, e di tutta risposta dalle spalle dell'uomo uscirono dei tentacoli neri che si muovevano, secondo una stima di Mello, completamente a caso.
L'uomo ricominciò ad avvicinarsi e Mello rimaneva immobile, in un'annoiata attesa che la finisse, quasi ipnotizzato. Quando un terribile sospetto piombò come una pietra nei pensieri del biondo e lo risvegliò da quello stato di trance.
Sgranò gli occhi.
"OCCAZZO! Questo qua vuole la mia cioccolata!"
pensò in preda al panico, spostando velocemente lo sguardo dalla cioccolata che aveva in mano al signore in giacca e cravatta.
Gli risalì di getto l'ira di prima, che, ammontata a questo solo pensiero, bastava già a infuriarlo come un toro; stava per avventarsi contro il misterioso uomo quando una voce familiare da dietro lo svegliò dall'inibimento della collera. Si voltò immediamente, lo sguardo truce e gelido.
«Mel...» iniziò con voce allegra, ma quando s'accorse del suo sguardo e di quello più vuoto del signore più avanti, portò una mano alla bocca, gli occhi spalancati, il terrore tangibile nel tremolio della sua voce: «occristo...»
«Matt...» incominciò Mello, ma quando lo vide fuggire via in preda al panico, voltandosi occasionalmente urlandogli di scappare, diede un'occhiata distratta al signore prima di inseguire Matt, cercando di calmarlo.
Ma Matt sapeva che qualcosa non quadrava, sebbene Mello fosse pazzo di suo, vedeva chiaramente che all'amico non sembrava risultare strano un uomo altro tre metri senza faccia, eppure lui era sicuro che non fosse un buon incontro.
Ma le cose non finivano così.
«Matt, aspetta!» urlava Mello mentre lo inseguiva, senza mai voltarsi indietro. «No no!» ribattè Matt col fiatone, e il biondo lo vide infilare la porta dell'istituto. In un attimo lo seguì, sbattendo il portone alle spalle.

...E così, Slender Man rimase chiuso fuori dall'istituto, ad una dozzina di passi dall'entrata.
 


----------------------------------------------------Spazio autrice------------------------
Ciao! Ok, ok, vi autorizzo a picchiarmi, è la mia prima fanfiction, non è venuta un granchè e lo so. Mi dispiace. Volevo cominciare con una storia diversa dalle altre, quando un giorno sono venuta a conoscenza di tale Slander Man... eh sì, un brutto tipetto, alto, vestito di nero, senza volto a causa di un incendio... la leggenda narra che rapisca i bambini nei boschi o vicino ai vecchi parcogiochi, all'eterna ricerca di suo figlio. Detta così forse non fa paura, o forse sì... ma, in ogni caso, ho pensato a cos'avrei fatto io se l'avessi incontrato, e, per uno strano collegamento della mia mente (a cui io non ho partecipato direttamente N.d.A) mi è venuta in mente una possibile reazione di Mello alla sua vista.
Porgo i miei ringraziamenti a chi-so-io (tu-sai-che-parlo-di-te, chi-so-io!) perchè mi ha ispirato (ebbene sì, tutta colpa tua.)

  
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