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Autore: Rosita13    30/07/2012    7 recensioni
Eloise ha perso la sua anima gemella.
Da ragazza dolce e tenere qual era è diventata una sociopatica, scorbutica e scostante e con un linguaggio da scaricatore di porto.
Ma un giorno un fisico muscoloso e degli occhi verdi le cambieranno la vita.
Riuscirà ad andare avanti e lasciare andare l'unico ragazzo che abbia mai amato?
SCEGLIERA' IL PRINCIPE O IL PIRATA?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Questa è la mia prima storia che pubblico :D Vi chiedo di leggerla e di recensirla. Mi fareste un enorme piacere :D Che altro dire? Bè, vi prometto momenti più divententi, soprattutto quandoentrerà in scena LUI. Buona lettura :D Date un'occhiata a questa FF :) --> qui E vi consiglio molto anche questa, è bellissima :) --> qui

CAPITOLO UNO
-parte prima-

 

 

 

 

 

 

 

Era una bellissima sera. Seduta sul tetto di casa mia guardavo la luna piena con il cuore colmo di felicità e di amore. Oh, come era bella la vita! Sospirai di piacere. Sembrava che il mondo intero mi sorridesse.

Elly”, sentii sussurrare il mio nome. Sorpresa, mi sporsi leggermente dalla tettoia e lo vidi. La ragione della mia vita: Nicholas.

Amore! Che ci fai sotto casa mia a quest'ora della notte?”, domandai ridendo, non riuscendo a trattenermi. Avrei svegliato i miei, ma non me ne importava. Era come se seduta sul tetto di casa mia tutte le altre persone non esistessero. Ero nel mio posto speciale.

Ma questo non riguardava per la persona che mi aveva chiamato. Nonostante fosse così tardi e fosse strano vederlo non potevo che essere felice. Sapevo che i miei occhi splendevano. E non c'entrava affatto la luna. Era l'amore con la “a” maiuscola a produrre questo effetto. Quando c'era lui non potevo fare a meno di ridere e illuminarmi come un sole.

Eravamo due comete, bellissime da osservare mentre ci amavano guardandoci solo negli occhi.

Non posso starti lontano, lo sai”, mi sussurrò con la sua voce musicale e dolce. Mi sciolsi come neve al sole mentre ridevo leggermente.

Si avvicinò al muro di casa lentamente, senza smettere di guardarmi.

Vieni qui vicino a me”, gli proposi indicando con un cenno della mano il tetto. Lui accolse l'invito al volo. Iniziò a salire utilizzando gli arrampicanti come mezzo e, come un cavaliere dall'armatura scintillante, mi raggiunse, sorridente e pieno di amore.

Mi si avvicinò talmente tanto che potei sentire il suo dolce fiato accarezzare il mio viso. Si immobilizzò e mi guardò con un'espressione tenera. Sospirai e lui mi baciò, leggero come una farfalla e dolce come il miele.

Sei bellissima”. I suoi occhi azzurri come il cielo erano comete infiammate. Era lui bellissimo.

Mi spostai di lato e lui salì, mettendosi poi accanto a me.

Per te sarei bella anche con uno straccio addosso”, lo presi in giro affettuosamente, poggiando la fronte sulla sua, guardandolo sempre negli occhi di sbieco. Non potevo non sentirmi splendere con lui vicino.

Perché lo sei”, mi sussurrò. Mi prese teneramente il viso e mi baciò. Era diverso dal primo che mi aveva dato, più deciso e sensuale, ma sempre dolcissimo.

Dopo qualche minutino interruppe il bacio e si mise seduto accanto a me, un braccio intorno alle mie spalle. Appoggiai la testa su di lui e sospirai felice.

A che pensi?”, mi chiese. Lo guardai con la coda degli occhi e sorrisi.

Che non potrò mai essere più felice di come lo sono ora. Con te accanto a me. Nella mia vita”.

Lui mi girò e mi strinse a sé.

Avvicinò le labbra al mio orecchio. “ Piccola mia, ti amo”.

Gliele avevo sentite dire già diverse volte queste parole nei tre anni che abbiamo passato insieme, ma quando ami una persona e la ami sul serio, non possono smettere di farti salire fino al paradiso.

Anche io ti amo, da morire”, sussurrai con il cuore in gola e le lacrime agli occhi. Lacrime di felicità.

La mia vita era così bella con lui. Mi sentivo così perfetta e al sicuro che, neanche per un secondo, mi era passato per la testa che potessi perdere tutto.

 

 

 

 

 

 

Mi svegliai di soprassalto. Il cuore in gola e zuppa di sudore.

Era passato un anno dal giorno in cui avevo perso tutto.

Il buio intorno a me non mi sembrava più così romantico e dolce. Era opprimente, oscuro, malinconico.

La notte era la parte che più odiavo della giornata.

Quando c'era il sole potevo fingere, sopportare, ma appena chiudevo gli occhi ecco che le cose ritornavano alla realtà.

Mi alzai dal letto, dolorante mentalmente e fisicamente.

Era passata tanta acqua sotto il ponte ma non riuscivo ad andare avanti e neanche ci volevo provare. Ormai quei ricordi erano le uniche cose che mi rimanevano di Nicholas e non potevo perdere anche quelli.

La gola mi bruciava.

Lentamente mi alzai dal mio letto traballante, togliendomi di dosso le corte stropicciate. Appena misi i piedi per terra un brivido percorse il mio corpo.

L'autunno, che merda.

Con passo strascicante andai in cucina. Era grande e molto pulita. Mia madre amava l'ordine, come i colori chiari.

Presi un bicchieri e lo riempii con l'acqua del rubinetto.

Rimasi impalata sul posto, stanca morta e senza nessuna voglia di fare qualcosa. Anche solo bere.

I miei non smettevano un giorno di provare a farmi ritornare a vivere. Io non ce la facevo.

Avevo anche contemplato la morte, ma non avrei potuto tradire fino a questo punto le persone che mi amavano. E quindi ero ancora là, in una parvenza di normalità, senza più vivere.

La ragazza dolce, solare, allegra, ridente, spontanea, luminosa che ero, era morta quando Nicholas se ne era andato.

Ora ce n'era una che era completamente l'opposto, quasi sociopatica riguardo la sua esistenza e quella degli altri.

Alla fine costrinsi il mio braccio a muoversi e bevvi tutto d'un sorso.

Sciacquai il bicchiere velocemente e lo misi ad asciugare.

Il mio cuore continuava a battere troppo velocemente.

Mi appoggiai al ripiano e abbassai la testa.

Non sopportavo di essere in quel modo, ma non volevo neanche fare qualche cosa a riguardo.

Feci dei profondi respiri e quando sentii che mi fui calmata ritornai a letto, dove rimasi con gli occhi aperti per parecchio tempo a fissare il soffitto con la paura di sognare di nuovo.

 

  
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