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Autore: Nonna Minerva    12/02/2007    6 recensioni
La prima impressione, le prime parole che si sono scambiati, i primi sguardi.
Lo so, è molto improbabile che sia andata veramente così, ma ho sempre voluto immaginare che il loro primo incontro sia stato proprio questo… un semplice gioco del destino.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A simple twist of fate

Lo so, è molto improbabile che sia andata veramente così, ma ho sempre voluto immaginare che il loro primo incontro sia stato proprio questo… un semplice gioco del destino.

 

A simple twist of fate

 

Un ragazzo dai lunghi capelli neri uscì di casa trascinando un enorme baule e sbattendo la porta di casa dietro di sé.

King’s Cross non era lontana, ci avrebbe messo poco, a piedi.

In ogni caso nessuno si sarebbe preso la briga di accompagnarlo.

Non che gli importasse, anzi.

Era sempre stato un tipo solitario. Non aveva mai avuto amici, né qualcuno a cui confidare i suoi segreti.

Ma da quel giorno la sua vita sarebbe completamente cambiata.

Ed il fatto che stesse per iniziare una nuova scuola, una scuola di magia per giunta, era solo il primo dei cambiamenti cui la sua vita stava andando incontro.

 

***

 

Un ragazzo dai spettinatissimi capelli neri e vivaci occhi nocciola spingeva il carrello col suo baule verso il binario 9¾.

I suoi genitori lo seguivano con un’espressione orgogliosa dipinta in volto.

Superata la barriera il ragazzo si voltò per salutarli.

“Mi raccomando,” esordì la madre.

“Fai il bravo, sii educato, studia, scrivici…” iniziò ad elencare il figlio, tenendo il conto con le dita mentre imitava il tono di voce di lei.

“... e non combinare guai.”

“Sì, sì… ora posso andare? Hogwarts mi aspetta!”

Abbracciò sua madre e salutò il padre, poi iniziò ad incamminarsi lungo il binario.

 

Una ragazzina dai lunghi capelli rossi gli passò proprio accanto.

Fu subito ammaliato dalla grazia dei suoi movimenti e dai suoi occhi, del più bel verde che avesse mai visto.

Automaticamente alzò la mano andando scompigliarsi i capelli, già per conto loro in disordine.

Continuò a camminare, senza però riuscire a distogliere lo sguardo da lei.

 

Andò a sbattere contro qualcuno, ed entrambi finirono a terra.

“Scusa,” mormorò. “Non facevo attenzione a dove stavo andando. Stavo guardando…”

Si voltò verso il punto dove prima stava la ragazza, ma lei non c’era più.

“Non importa,” rispose l’altro, scostandosi dagli occhi una ciocca di capelli castani ed abbassando timidamente lo sguardo. “Avrei dovuto stare più attento anch’io.”

Il ragazzo dai capelli scuri si raddrizzò gli occhiali e si alzò, tendendo poi una mano all’altro per aiutarlo a mettersi in piedi.

“Grazie,” mormorò questo, sollevando per un istante gli occhi ambrati per tornare poi a fissarsi le scarpe.

“Ti serve una mano a caricare il baule sul treno?” si sentì chiedere.

“Sì, grazie… è abbastanza pesante, non so cosa ci abbia messo dentro mia madre, ieri mi sembrava più leggero.

“Non dirlo a me… a proposito, come ti chiami?”

 

***

 

Era giunto in stazione con largo anticipo, ma nessuno gli aveva detto come si faceva a raggiungere il binario, così, quando finalmente ci riuscì, il treno era quasi pronto a partire.

Issò il pesante baule sul vagone ed iniziò a tirarlo lungo il corridoio, alla ricerca di un posto libero.

Il treno era strapieno e lui desiderava solo starsene un po’ per conto suo.

Sfortunatamente questo non sembrava proprio possibile, così entrò nello scompartimento più vuoto che trovò.

 

Due ragazzi occupavano i sedili accanto al finestrino, chiacchierando allegramente.

Uno aveva una massa di capelli neri che sembravano non aver mai visto un pettine e l’altro una carnagione pallida e malaticcia ed appariva timido, riservato, rispetto all’esuberanza dell’altro.

Entrambi si voltarono quando entrò.

Indicò uno dei sedili liberi.

“Posso…?”

“Certo!” Sistemò il baule nel suo apposito scomparto e si sedette.

“Primo anno anche tu?” chiese il ragazzo dai capelli neri.

Annuì.

Anche noi.” Gli rivolse un grande sorriso. “Lui è Remus, ed io sono James.” Disse, tendendogli la mano. “James Potter.”

L’ultimo arrivato guardò esitante la mano che il ragazzo gli porgeva.

La accettò e ricambiò il sorriso.

In fin dei conti era rimasto da solo fin troppo tempo.

 “Sirius Black.”

  
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