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Autore: Assasymphonie    30/07/2012    1 recensioni
Il richiamo della morte è anche un richiamo d'amore.
{ FritzGil - POV Gilbert. }
Genere: Introspettivo, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Il richiamo della morte.
Personaggi: Gilbert Beilschmidt / Friedrich Von Hohenzollern.
Rating: Giallo.
Note dell'autore: Storico / Triste / Introspettivo.
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.


.Il richiamo della morte.

❝Il richiamo della morte è anche un richiamo d’amore. La morte è dolce se le facciamo buon viso, se la accettiamo come una della grandi, eterne forme dell’amore e della trasformazione.

Herman Hesse.❞



Lo sento.
C'è ancora l'odore acre e pastoso della terra appena smossa, e il lieve sentore dolciastro dei fiori con cui sei stato sepolto.
Sento ogni odore, ogni consistenza di questa pietra che ricopre il tuo viso morto sereno.
Tu non mi senti, vero? Non senti le mani che vorrebbero accarezzarti, non senti il mio respiro spezzato e le parole di colui che più ti amava ma che non è stato in grado di accompagnarti oltre il più grande passo di un essere umano?
Come potresti.
Sei sotto metri di terra, dentro una bara che io stesso ho dato ordine di costruire.
Oh, che meschino questo mondo!
Lo scorrere dei tuoi anni per me non è stato nulla, mi sono scivolati addosso come gocce di pioggia su un tetto spiovente mentre tu, come la terra che ora ti copre, li assorbivi tutti, uno dopo l'altro, solchi di vecchiaia sul tuo volto gentile.
Io non lo volevo capire.
Tu eri lì, sei sempre stato lì, fin da quando nella culla agitavi i pugni contro di me, contro quella figura che ti offuscava la luce e il volto della nutrice. Oh, avresti voluto colpirmi nella tua fragile e morbida figura di bambino!
Eri piccolo, Friedrich, ma la tua forza era grande.
Lo è sempre stata.
Oh, perché sto parlando ancora?
Lascio andare le mie parole nel vento che cerca di lenire il mio dolore; ma come potrebbe riuscirci?
Ho pianto, Vecchio.
Ho pianto come tu non avresti mai potuto pensare, ho versato lacrime di fronte a degli uomini che ti rispettavano ma che non ti hanno mai amato come l'ho fatto io.
Ho pianto e ho gridato il tuo nome, come un bambino!
La mia Magnificenza non è servita ad evitare che il cuore mi venisse dilaniato dal dolore; avrei preferito strapparmelo via, a piene mani, ed offrirlo pur di fare in modo che tu riuscissi a vivere.
A vivere di nuovo.
Oh, sì, è un desiderio così meschino e così egoistico il mio, ma chi altri potrebbe pensarla altrimenti?
Tu sei morto, morto da solo, ed ora tutti gli anni della tua vita mi scorrono davanti.
Ti ho osservato amare qualcuno che non ero io e ne soffrivo, atrocemente, perché avevo paura che consacrassi la tua anima immortale ad un semplice essere umano, che morendo l'avrebbe portata con sé, lasciando ai miei abbracci solo un guscio vuoto.
Eh, oh, ancora ricordo l'emozione che provai quando vidi i tuoi occhi intelligenti rivolgersi verso di me, e quel sorriso che avevi regalato a piene mani ma diventato tanto raro a quel tempo, era mio!
Solo mio, esclusivamente di mia proprietà, da custodire come un gioiello.
E' stato per te che ho combattuto, io ti seguivo, ti assecondavo e pensavo che ogni cosa tu dicessi fosse giusta, e perfetta.
Lo penso ancora.
Ora tu sei "Grande"... avresti mai pensato a tutto ciò?
Oh, come è ingiusta questa morte...
Hai pensato a me, mentre chiudevi gli occhi per l'ultima volta?
Hai posato i tuoi pensieri sul mio volto e sui nostri ricordi?
Hai pronunciato il mio nome?
Oh, dannazione, sono domande a cui nessuno potrà mai rispondermi.
Tu eri da solo come lo sono ora io. Sei stato crudele, mi hai impedito di vederti un'ultima volta. Come avrei voluto e desiderato seguirti nella morte, come lo voglio ora!
Le uniche cose che mi rimangono del tuo corpo e del tuo ricordo sono questa lastra, i dipinti e i tuoi vestiti, ancora intatti sul letto ove li hai lasciati.
Ma cosa farò quando dimenticherò persino il suono della tua voce?

La sento, sotto le dita, la consistenza della pietra sotto cui ti hanno posto. E posso sentire qualcuno suonare le tue melodie, avverto...
No.
Nessuno piange.
Vecchio, nessuno ha pianto per te. Quanti anni dovranno passare prima che qualcuno possa versare una lacrima per la tua vita intera?
Non contano nulla le mie, di lacrime.
E' il pianto di qualcuno che è troppo disperato per poter cambiare la situazione, di qualcuno che amava e che ama, che ti ama con tutto il cuore.
Forse se mi stendo potrò avere la sensazione di abbracciarti ancora?
... No.
Sento solo l'erba e l'umidità della sera che scende.
Non riesco ad abbracciarti, non posso, non potrò più.
Vecchio, perché mi merito tutto questo?
Cosa ho fatto?
E tu, cosa mi avresti risposto?
Tu amavi la mia grandezza, sapevi che ero al mondo per uno scopo, ma non me lo hai mai rivelato, nemmeno quando rimanevamo da soli nelle tue stanze.
Mi piacerebbe pensare di essere nato solo per lenire il tuo dolore: ne sarei felice.
Oh.
Ma come devo apparirti stupido.
Non c'è nessuno qui che possa ascoltarmi.
Ed ecco, sì, che mi metto seduto: sento dei tuoni in lontananza, che anche il cielo abbia deciso di piangerti?
Sta per piovere, ma le nuvole ancora non coprono questo cielo.
...
E allora perché delle gocce di acqua stanno cadendo sul tuo nome?


❝Noi compiangiamo i morti, quasi sentissero la morte; e i morti hanno pur pace. Ma questo, questo è il dolore, che non ha uguali, questo è il senso dell'annullamento totale, che non dà tregua; quando la nostra vita perde così il suo significato, quando il cuore dice in tal guisa a se stesso.❞

.Fine.

_______________________________________________________________

Boh. Non ha molto senso, ma andavo pensandoci giusto ieri, a loro due.
Non voglio scatenare flame, spero solo che piaccia. Lo so, non è il solito Gilbert, ma non lo ritengo nemmeno OOC.
E' stato la persona che più ha amato. Chiunque piangerebbe.
Persino lui.
   
 
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