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Autore: Diana924    30/07/2012    6 recensioni
sviluppo della seconda drabble di " Le sei volte che ... ", mi sono divertita a immaginare come le cose sarebbero andate se Maria Antonietta d'Asburgo avesse sposato Gabriele di Spagna invece di Luigi XVI, che all'inizio doveva sposare sua sorella Maria Carolina
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Autore: Diana924
Fandom: Originale Storico
Titolo: La Infanta Maria Antonieta
Personaggi: Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena, Gabriele di Borbone-Spagna, Carlo IV di Spagna, Maria Luisa di Parma, Maria Giuseppina, Antonio Pasquale di Spagna, Carlo III, Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, parentame vario e sparso, con la speciale collaborazione di Francisco Goya, OC inventati per l'occasione, i volti sono su wikipedia
Rating: Giallo
Note: Quando ragiono a mente fresca sulle cavolate che scrivo, e scrivo cavolate ancora più grandi
Note2: Ricordate la mia fic " Le sei volte che Maria Antonietta si è sposata e quella in cui è veramente successo? ", bene, ho elaborato e allargato la drabble che riguarda la Spagna
Note3: OOC, WHAT IF, torpilocquio della regina Maria Luisa, Maria Luisa di Parma
Nota4: Per i nomi dei bambini mi sono ispirata ai nomi che più andavano per la maggiore tra i Borboni, con l'eccezione di Javier ma la spiegazione è dentro. Maria teresa Carlotta perchè l'impearatrice voleva che le prime nipoti avessero il suo stesso nome, Carlotta in onore di Carlo III, qui suocero di Toinette.
Nota5: il contrasto tra Antonietta e Luisa è volutamente calcato, ma vi dirò: guardate il quadro di Goya e poi capirete, prima di vederlo assicuratevi di aver digerito tutto
Nota6: Come anni ho scelto quelli che per la Maria Antonietta storica sono stati importanti, e mi sono fermata al '93 perchè stava diventando troppo difficile andare avanti, troppe incognite. Gabriele di Borbone è morto di vaiolo nel 1788, ma mi dispiaceva farlo morire e gli ho allungato la vita.
Nota 7: Ho l'imrpessione che sposata a un cadetto Toinette sarebbe stata felice, e se il matrimonio fosse stato subito consumato ci sarebbero evitati tanti grattacapi. La Casita dell'Infante esiste davvero, la trovate su Google Maps e vi assicuro che è una sorta di Trianon, in senso lato, Gabriele vi abitò davvero assieme alla vera moglie, Maria Anna Vittoria di Braganza. Ho preferito usare la forma spagnola del nome di Toinette che sarebbe appunto Maria Antonieta Josefa Juana. Dimenticavo: siccome non conosco la nobiltà spagnola, consoco solo i Medinaceli, gli Osuna e i duchi d'Alba, ho preferito tralascairli rendendoli anonimi.

Recensioni e critiche sono le benvenute, anzi, mi farebeb paicere sapere se devo procere anche con la Russia o fermarmi qui

 

 

 

1768:

La Francia era ormai persa ma all’alleanza con i Borboni sua madre ci teneva e così era stato deciso che avrebbe sposato l’Infante Gabriele, fratello del re di Napoli.

Lei si era limitata ad annuire mentre le si organizzava il corredo e le impartivano i primi rudimenti di spagnolo, fortuna che non pretendevano molto da lei, doveva solo essere carina, sorridere e bilanciare l’influenza francese in Spagna.

La Principessa delle Asturie era brutta, dicevano, mentre lei sarebbe stata bellissima, una perfetta Infanta le ripetevano tutti. Aveva paura di vedere il ritratto di lui ma quando le fu mostrato i suoi dubbi sparirono: un giovane dal volto serio e con una giacca grigia con ricami dorati e l’ordine del Toson d’oro a tracolla. Un bel volto pensò, ma com’era veramente.

 

1770:

Il viaggio era cominciato da Vienna per poi procedere sulle Alpi e passate quelle si erano trovati in Italia. Aveva pianto a lungo, ripensando a Vienna, a sua madre, ai suoi fratelli e sorelle ma come previsto Leopoldo e Luisa assieme a Ferdinando e Giovanna le avevano fatto visita a Firenze e l’avevano accompagnata a Livorno da dove si sarebbe imbarcata. Luisa era tanto buona ma era brutta, e anche Ferdinando con quel grosso naso non era bello ma si era fatta coraggio, lei era la figlia della potente Maria Teresa e nulla l’avrebbe fermata.

Il suo primo pensiero fu che il mare era la cosa più bella che avesse mai visto, il secondo, non appena salì sulla nave fu pensare che la Spagna era sempre più vicina e l’Austria sempre più lontana.

Il viaggio era stato tremendo e fu con autentica felicità che mise piede a terra quando sbarcarono a Barcellona dove tutta la famiglia reale l’attendeva.

Alla sua destra aveva il fratello Carlos, principe delle Asturie, e alla sua sinistra i fratelli Antonio e Javier, suoi futuri cognati. L’etichetta prescriveva che dovesse fare pochi passi per poi inchinarsi ma lui fu più veloce: in tre falcata le raggiunse e la baciò sulla guancia, con un sorriso che la rinfrancò, un secondo prima che si rendesse conto dell’errore, << Ma belle cousine vous etes très belle, tengo una linda mujer, no como ti Carlos >> disse rivolto al fratello che incassò il colpo con signorile eleganza. << Non parlo bene lo spagnolo >> disse lei cercando di sorridere. << Avete una vita per conoscerlo signora Infanta >> le rispose lui.

A Madrid avevano trovato tutta la corte ad attenderli, tra cui il vecchio re. << Maestà my rey i my padre >> aveva detto inginocchiandosi. << Fate progressi mia cara Antonietta, con un po’ di pratica parlerete come i castigliani >> le aveva detto lui aiutandola ad alzarsi.

Accanto a lui c’erano le sue figlie, francamente brutte, e sua cognata Maria Luisa di Parma, decisamente orrenda, lei era la più bella, se solo non fosse stato per il suo labbro sarebbe stata perfetta.

La cerimonia si svolse nella cappella alla presenza del fratello del re, detto il cardinale infante anche se aveva deposto la porpora e lei era così bella mentre si firmava “ Antonieta “, sperando che si sarebbe ricordata quella particolare versione del suo nome.

Dopo la cena aveva avuto paura di quello che sarebbe avvenuto, Giovanna ne era rimasta traumatizzata e lei aveva così tanta paura.

Gabriele invece era stato leale con lei: << Farà male Juana, ma poi ti piacerà, e forse avrai anche un figlio >> ed aveva avuto ragione, sull’inizio le aveva fatto male ma poi aveva sentito una sensazione di piacere e aveva deciso che anche se non lo amava lui sarebbe stato un buon marito.

 

1771:

Fu la morte di Javier ad avvicinarli. Suo marito era in lacrime come tutti, tranne quell’arpia della principessa che esibiva con aria tronfia la sua gravidanza. << Vi capisco Gabriele, piangete pure, anch’io ho perso le mie sorelle >> gli riferì mentre calavano nell’Escorial la tomba di Javier. << Gli volevo bene, e lui ne voleva a me, eravamo molto legati >> rispose lui e lei annuì, anche lei non avrebbe saputo cosa fare se fosse venuta a mancare Carlotta che era diventata Delfina e le scriveva che suo marito era tanto timido ma che con pazienza ce l’avrebbe fatta.

<< Quando lo annuncerete? >> le chiese riferendosi alla sua gravidanza. << Non appena il lutto sarà terminato, se a voi sta bene >> gli rispose mentre salivano in carrozza diretti verso Madrid. << Lo chiamerò Javier se maschio >> disse lui sovrappensiero e lei annuì.

La principessa Maria Luisa aveva avuto un figlio maschio che avevano chiamato Carlo Clemente e con lui suo marito non era più terzo nella linea di successione ma a nessuno di loro importava, anzi Gabriele stava pensando di far costruire una residenza vicino l’Escorial e lei aveva appoggiato immediatamente quel progetto.

Quando a ottobre era nato Javier vi erano state feste e fuochi d’artificio, ma poca cosa perché l’erede era già nato, ma era il suo bambino e questo era quel che contava per lei, un figlio suo e di Gabriele da amare e da crescere.

 

1774:

 

Quando le giunse la notizia della morte del vecchio re Luigi XV e dell’avvento al trono del giovane Luigi XVI e di Carlotta, incinta del suo primo figlio, non se ne curarono più di tanto, Gabriele impegnato a suonare il clavicembalo e lei persa dietro le sue opere di bene, i vestiti che ordinava e l’educazione di Javier e di Teresita, come re Carlo chiamava sua figlia Maria Teresa Carlotta.

Avevano ancora alcune stanze a Madrid ma La Casita era un luogo migliore per entrambi così lentamente vi stavano trasferendo tutta la loro corte con scorno delle dame e dei gentiluomini che preferivano restare nella capitale.

La notizia più importante era stata quella della morte del piccolo Carlo Clemente, vedere quella strega disgustosa di Maria Luisa che alternava lacrime di dolore ad altre di felicità perché era nuovamente incinta le era sembrato disgustoso, almeno per una sorta di castigo divino era nata una bambina subito chiamata Carlotta.

Maria Giuseppina le consigliava sempre di essere superiore ma le riusciva difficile, non con quella donna sguaiata e volgare che si atteggiava peggio di un’attrice e aveva comunicato i suoi pensieri a Gabriele, era suo marito e il suo migliore amico oltre a volerle sinceramente bene; tutto mentre uscivano dalla cappella e vedevano Maria Luisa che si avvicinava, seguita da Carlos che appariva rassegnato a subirla.

<< Sarete contenta maledetta austriaca, il mio bambino è morto e il vostro gode di una salute di ferro >> l’aveva apostrofata con odio. << Mi dispiace per la morte di Carlo Clemente, lo sapete cognata, se potessi riportarlo in vita lo farei ma non datemi colpe che non ho >> le rispose cercando di mantenere la calma. << Se lo dite voi, ma sappiate che non vi credo >> le rispose l’altra prima di avvolgersi nella mantilla e andarsene, dietro di lei sempre Carlos che la seguiva in silenzio.

<< Come fa vostro fratello a vivere con lei ogni giorno? >> chiese a Gabriele. << Francamente lo ignoro Antonieta, chiudere gli occhi e pensare a un’altra donna sarebbe un buon modo per cominciare >> motteggiò lui riuscendo a farla ridere. Gabriele era il marito ideale, si disse mentre salivano in carrozza.

 

1780:

La nascita dell’Infante Carlo Domenico non li preoccupò molto, si limitarono ad andare a Madrid per il battesimo e la circoncisione rituale, Gabriele aveva un problema più urgente: ossia una traduzione di Sallustio che si ostinava a non voler farsi finire e lei aveva le famiglie povere che abitavano presso El Escorial da aiutare. Oltre a quello Javier avrebbe ricevuto a breve il Toson d’Oro, Teresita presto avrebbe avuto un’istitutrice e il piccolo Carlo Francesco aveva problemi con i denti e per questo era rimasto alla Casita.

<< Dicono che non sia di Carlos il bambino >> li informò Antonio al banchetto. << E’ una follia, e lo sai bene Tonio >> gli rispose Gabriele. << Se passaste più tempo a Madrid lo sapreste anche voi, Antonieta, vi adorano: qui vi chiamano l’angel de l’Escurial >> si limitò a dire Antonio prima di concentrarsi sul suo piatto.

<< Secondo voi è vero? >>  chiese lei quella sera mentre erano nella loro stanza e avevano congedato la servitù. << Non lo so, Luisa è una dona ripugnante, pensavo che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio, ma secondo voi chi …? >> << Non lo so, non vedo l’ora di essere di nuovo alla Casita, detesto gli intrighi di qui >> rispose lei. << Vi amo Antonieta, lo sapete vero? >> << Certamente Gabriele, e credo di amarvi anch’io >> rispose lei prima che si baciassero.

Non ci furono particolari celebrazioni particolari per il loro decimo anniversario, solo una lettera di sua madre secondo la quale lei non faceva nulla e la deludeva particolarmente: “ State diventando troppo spagnola Antonia, e cos’è questa vostra trovata di disertare i balli per restare alla Casita? “ le scriveva furiosa.

 

1782

Fu l’arrivo di suo fratello Giuseppe a farli uscire dall’isolamento della Casita. La morte della madre era stata per lei un colpo tremendo, e non solo per lei viste le lettere che aveva ricevuto da Carlotta, Giovanna e Amalia.

Quando il kaiser arrivò si trovò di fronte una contadinella che giocava con alcuni bambini e ad altre contadine che sembravano divertirsi, almeno finché la contadinella non gli corse incontro e lo abbracciò di slancio, << Fratello >>, Antonia era cambiata, più bella, più aggraziata e forse un pochino più colta, forse.

Nel pomeriggio un uomo in abito da caccia entrò di corsa con gli stivali infangati, si guardò intorno e lo salutò chiamandolo cugino carissimo. << Infante Gabriele >> disse lui sorpreso.

Quella sera lui si esibii al clavicembalo e lei cantò alcune vecchie canzoni spagnole, con una complicità che non aveva mai visto, tantomeno in  Luigi e Carlotta che erano così distanti.

<< Dovreste andare a Madrid ogni tanto >> disse cercando di avviare una conversazione. << La principessa ci detesta, è invidiosa di me per tanti piccoli futili motivi, non ultimo la nascita dell’infanta Maria Luisa >> cercò di spiegargli lei. << Dovreste andare lo stesso >> << Ogni volta che vi andiamo è sempre la stessa scena: veniamo acclamati dal popolo, adorano vostra sorella , a corte siamo subito festeggiati ma mia cognata ci detesta, siete stato fortunato a non sposarla >> spiegò Gabriele.

Come potevano lei e Luisa andare d’accordo? Lei era bionda e sottile, l’altra mora e grassa, lei gentile e affabile sempre con una buona per tutti, persino per Luisa che definiva “ la sorella della buona Isabella “ mentre per Luisa ogni occasione era buona per insultarla.

I suoi quattro figli, anzi tre perché la povera Luisa Maria era morta a nemmeno un anno, e subito Luisa l’aveva accusata di aver scelto il nome di proposito, trattandola da madre snaturata, le davano qualche problema ma niente che con un po’ di pazienza non riuscisse a risolvere.

<< Farò un tentativo >> promise Gisuppe, anche loro stavano così bene nella loro residenza.

Spinti dalle parole di Giuseppe avevano fatto un ultimo tentativo di avvicinamento alla corte, disastroso come i precedenti. Non appena  erano arrivati a Madrid un’enorme folla si era accalcata per vederli gridando “ Viva l’Infante Gabriele e l’Infanta Maria Antonieta “, non era abituata a quei bagni di folla ma le avevano fatto piacere, era come avere mille e più innamorati.

Carlos era ad attenderli al palazzo Reale assieme a Luisa e al vecchio re Carlo ed erano stati tutti entusiasti di vederli, tranne Luisa che era incinta per l’ennesima volta e stava ingrassando.

Gabriele ne aveva approfittato per combinare il matrimonio di Javier con Maria Teresa Giovanna, la prima figlia di suo fratello Ferdinando e di sua sorella Giovanna che era di un anno minore di Javier e la decisione aveva messo tutti d’accordo sebbene lei avrebbe preferito una nuora francese o austriaca.

 

1785:

Dalla Francia arrivavano notizie sempre peggiori, ma Carlotta si mostrava ottimista e ne era rincuorata, con una come lei la Francia era in mani sicure.

Vi fu a luglio il lutto perché era morto il cardinale Infante, don Luis, lasciando una vedova e tre bambini piccoli. Re Carlo aveva ordinato il lutto stretto e lei si era adeguata, il cardinale Infante era un uomo buono, un po’ debole e per questo bistrattato dalla moglie, persino Luisa si era unita al lutto, poi lei si era trattenuta a Madrid ad aspettare Maria Teresa Giovanna che arrivava da Napoli e che sarebbe sbarcata a Valencia mentre Gabriele e i suoi tre figli, Javier, Carlo Domenico e Ferdinando Giuseppe le andavano incontro.

Quel mese a Madrid era stato stressante per lei, non più abituata ai fasti della corte e a tutti quegli intrighi, per fortuna Maria Giuseppina era lì per consigliarla, quella simpatica donna, brutta ma di gran cuore. << V’invidio a volte Antonieta, voi e mio nipote tranquilli alla Casita e noi in mezzo a tutti questi intrighi, con mio padre che si sta indebolendo e Luisa che scalpita per essere regina >> << E io invidio voi, non vi siete mai sposata e soprattutto vivere qui non vi disgusta >> rispondeva lei serafica mentre passeggiavano per i giardini del Prado.

Maria Teresa Giovanna era una bella ragazza si disse quando la videro arrivare terrorizzata come lo era stata lei. Il suo era il primo matrimonio della nuova generazione e a Madrid festeggiarono per giorni, anche se Javier era ormai quarto nella linea di successione e al banchetto re Carlo aveva concesso loro la Zarzuela come residenza, in attesa che fossero pronti gli appartamenti anche per loro.

Ora non restava che Teresita che aveva quasi dodici anni ma lei avrebbe preferito averla accanto a sé.

 

1788:

La felice notizia che erano scampati al vaiolo, sebbene Carlo Domenico ne fosse rimasto in parte sfigurato fu subito superata dalla morte del vecchio re Carlo e dall’avvento di Carlos e Luisa. Si erano recati nuovamente a Madrid per porgere i loro omaggi al nuovo re e la nuova regina, sempre seguita da quell’uomo detestabile, il Godoy come dicevano a corte.

<< Per me questo qui non è suo >> disse Antonioo la sera mentre erano nei suoi appartamenti. << Come fate a dirlo questa volta? >> chiese lei sorpresa. << Godoy, ci scommetto che è figlio di quell’arrivista >> aveva replicato Antonio e con quello la conversazione poteva dirsi chiusa.

Una certa felicità l’avevano ricevuta da Javier e Juana, come il popolo chiamava sua nuora, che le avevano presentato il loro primogenito, l’Infante Felipe Carlos; ora si che era invecchiata, trentadue anni e già nonna, sua madre ne sarebbe stata felice, sebbene non riuscisse a trovare una marito per Teresita ma non le importava, preferiva averla vicino a sé, Teresa era una brava ragazza, un po’ ostinata ma educata e discretamente colta, un’ottima educazione.

Luisa subito dopo il parto si era fatta raffigurare da un nuovo pittore alla moda, un certo Francisco Goya e anche lei aveva voluto provare.

Il quadro era spietato, il labbro asburgico, il naso un po’ troppo grande e il suo corpo che era ingrassato ma le piaceva lo stesso perché era veritiero, don Francisco era un eccellente pittore, se era riuscito a rendere Luisa leggermente attraente doveva esserlo per forza.

Carlotta le scriveva che a causa della carestia il popolo era in fermento in Francia ma che grazie alle riforme che praticamente imponeva a suo marito ne sarebbero usciti, se non fosse stato per il conte d’Artois così reazionario ne sarebbero usciti anni prima aggiungeva irata, Carlotta quando si metteva d’impegno tutto poteva, in Spagna avrebbe abolito anche l’inquisizione pensava lei.

 

1789:

La notizia della riapertura degli Stati generali in Francia passò più veloce dei matador di Siviglia, quello che veramente scosse lei e Gabriele dal loro tranquillo isolamento della Casilla fu la notizia che Carlo, sobillato evidentemente da Luisa e dal Godoy, pensava di promulgare anche in Spagna una Sanzione, identica a quella che aveva permesso a sua madre di divenire imperatrice e che quindi avrebbe reso Amalia e Carlotta potenziali eredi a discapito di Gabriele e dei loro figli.

Protestarono loro e protestò anche Antonio furioso, ma fidanzandolo ad Amalia riuscirono a silenziarlo. << E’ un’infamia tutto questo: avete tre figli maschi robusti e sani, perché un simile proclama? >> protestò lei. << Pensavo che proprio voi, voi con vostra madre, voi mi avreste compreso >> rispose Luisa, come sempre Carlo rimaneva in silenzio. << L’imperatore Carlo non aveva altri parenti, ma qui ci sono ben otto eredi, è una mossa stupida e avventata, le Cortes non l’approveranno mai >> intervenne Gabriele. << Le Cortes approveranno quel che comanda loro il re, tornate nella vostra bella residenza e moriteci pure >> urlò Luisa furiosa poco prima che Carlo li congedasse.

Non avrebbero sopportato un simile trattamento, non lei che era la figlia dell’augusta Maria Teresa. Per prima cosa aveva cercato di fidanzare Teresita all’erede portoghese a discapito di Carlotta, Carlotta era troppo giovane e serviva invece una sovrana già matura e pronta a dare eredi. Era un’argomentazione a dir poco ridicola ma la alla regina Maria di Braganza parve sufficiente per rompere il fidanzamento con Carlotta e far sposare subito Teresa con suo figlio dom Joao e subito richiederla a Madrid.

Luisa era furiosa con lei ma grazie al Godoy si calmò presto, anzi le fece sapere che in questo modo entrambe avrebbero avuto una figlia regina perché contava di far sposare Carlotta al giovane Luigi, il figlio di sua sorella Carlotta che di certo non avrebbe apprezzato.

 

1791:

Forse si erano sbagliati quando Carlotta aveva tranquillizzato lei e Giuseppe, ne ebbe la certezza quando lei e Luigi fuggirono da Parigi, non si fugge se il popolo ama il suo re. La notizia riempiva di rancore Luisa che ogni giorno tormentava il povero Carlo di ordini. Ordine di marciare contro Parigi, ordine di salvare la sua Carlotta e tanti altri. Lei e Gabriele stavano bene alla Casita, solo loro e i loro figli e occasionalmente anche i figli di Javier, Felipe Carlos e Maria Isabella. Era quella la vita che aveva sempre sognato, la tranquillità della campagna, ogni tanto qualche recita insieme al suo entourage sebbene ammettesse di essere appena discreta, Gabriele che traduceva dal latino e suonava il clavicembalo e lei che si dedicava alle famiglie povere.

Ogni tanto pensava a come sarebbe stato se lei fosse stata la regina di Spagna al posto di Luisa, certamente non avrebbe mai promosso la carriera di Manuel Godoy né avrebbe scelto dame così spudorate, dalla camerera mayor alla più umile sguattera la sue dame erano tutte donne perbene non come quella sventata della duchessa d’Alba, voci su di lei erano arrivate persino alla Casita.

 

1793:

Le cose peggioravano in Francia ma per fortuna Carlotta e Luigi erano riparati poco oltre la frontiera, pronti a tornare, era sicura che fosse un’idea di lei. Purtroppo i disordini e l’odio verso Godoy non scalfivano Luisa, raggiante perché Carlotta aveva dato alla luce un figlio maschio di nome Luigi Carlo, per non guastarle la felicità aveva volutamente dimenticato di dirle che anche Teresa aveva dato alla luce un figlio maschio, dom Pedro de Braganza ma era anche lei preoccupata per Luigi, non per Carlotta che era abbastanza coraggiosa da sopravvivere a tutto.

<< In Francia saresti stata molto amata e avresti potuto fare quel che volevi >> le disse Gabriele, con glia nni erano arrivati a parlarsi in maniera più informale, mentre si trovavano a passeggio per i giardini della Casita, dietro la sua camerera mayor e altre dame. << Forse, ma qui sto bene, ho tutto quel di cui ho bisogno. Carlotta mi ha sempre scritto che Luigi è un uomo debole ma io non ho il carattere di mia sorella >> rispose con sincerità.

   
 
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