Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Magnolia45    30/07/2012    4 recensioni
Kagome e Inuyasha sono due normali studenti universitari, che conducono una vita tranquilla nell'immensa Tokyo. Ma c'è una forza sconosciuta, più grande di loro che li spingerà ad incontrarsi e li condurrà al loro comune destino...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ECLIPSE


Capitolo 1.




Narra una leggenda di due amanti che non riescono mai ad unirsi. Si chiamano Sole e Luna.
Nelle magiche ore del tramonto e dell'alba gli amanti si sfiorano e sono sul punto di incontrarsi, ma non succede mai.
Essi però non demordono: si cercano, si desiderano avidamente e mai la speranza di unirsi cessa di esistere nei loro cuori.
Allora gli dèi, di fronte a tanta sofferenza, hanno voluto concedere loro qualche attimo di felicità, per questo nacque l’eclissi.
La loro unione sprigiona una potenza immensa e la luce della loro estasi è così forte che si sconsiglia di guardare il cielo in quel momento, perché gli occhi potrebbero essere accecati dalla vista di tanto amore e tanta forza.





-Sono in ritardo!-
Come sempre, stavo per rompermi l’osso del collo a scendere le scale di casa mia, imprecando tutti i Kami e osservando freneticamente l’orologio.
-Che novità- esordì mio fratello mentre sgranocchiava i corn flakes, davanti alla tv. Certo lui poteva fare con comodo, tanto aveva l’influenza, non aveva fretta. Lo fissai in cagnesco, per poi abbassarmi ad allacciare le scarpe.
-Kagome! Sono le nove meno un quarto, la lezione comincerà tra pochi minuti-
Ecco ci mancava anche mia madre a rigirare il coltello nella piaga. Mi risollevai con il viso arrossato e con i miei lunghi capelli corvini arruffati sulla fronte. Me li sistemai un po’ con le mani, almeno a dar la parvenza che non sembrassero un enorme cespuglio incolto e mi aggiustai la maglietta sui jeans.
-Lo so mamma, prendo la macchina ok? Anche perché il bus l’ho perso da un pezzo- risposi scocciata.
-Quante volte ti ho detto di non fare tardi la sera?! Questi sono i risultati!- continuò lei, che ormai aveva colto la scusa di rifilarmi la solita, noiosissima paternale.
Acchiappai la borsa che avevo lasciato sul tavolo e mi diressi a grandi falcate verso la porta.
-Ti aspetto per pranzo?- chiese lei, seguendomi passo dopo passo.
-Non lo so, ti chiamo più tardi! A dopo!- la salutai, schioccandole un bacio sulla guancia e scappai fuori.
Il freddo di quella mattina di Febbraio mi punse il viso e mi provocò un forte brivido. Montai sull’auto come una furia e schizzai per le strade affollate di Tokyo.
“Perché la facoltà è così lontana da casa mia?!”
Forse mi sarei dovuta chiedere perché non ci fosse uno stramaledettissimo giorno che riuscissi a sentire la sveglia. Odiavo andare di corsa, ma era più forte di me, io e la puntualità non andavamo molto d’accordo.
In più ci si metteva il fatto che avevo promesso ad Eri e Yuka che avremmo fatto colazione insieme. Di sicuro, il cornetto lo avevano già bello che digerito. Non c’era speranza, ero un caso disperato.
Anche quella volta, sarei arrivata a lezione già iniziata, avrei perso dieci minuti solo alla ricerca di un misero posto in aula, mi sarei dovuta sistemare con carta e penna, ricordare di attivare la modalità “silenzioso” al cellulare e avrei dovuto disturbare un mio vicino di banco per sapere di cosa stesse parlando il professore.
Mi fermai al semaforo che, tanto per cambiare, beccai rosso.
“Dio chissà che faccia da mostro che ho! Non mi sono neanche truccata”
Con quel pensiero in testa, mi guardai allo specchietto retrovisore, giusto per vedere che aspetto indecente avessi quella mattina. Mi ispezionai il viso, sistemando le sopracciglia, stuzzicando un piccolo foruncolo che aveva deciso di venire a farmi visita sul mento, fino a che fui quasi accecata da una luce, comparsa sul mio collo. Andai con la mano in quel punto e tastai un qualcosa di piccolo, freddo e spigoloso. Era solo il ciondolo della mia collanina speciale. Era una piccola luna di cristallo. La mia luna.
Sorrisi tra me e me, sfiorandola ancora. L’avevo da quando ero piccola, era l’unico oggetto che mi era rimasto della mia vera famiglia. Erano passati pochi anni da quando venni a conoscenza di quella storia. Quella che credevo fosse la mia mamma, un bel giorno, mi confessò di non esser stata lei a mettermi al mondo. Raccontò di avermi trovato fuori la porta di casa, la notte della Vigilia di Natale. Pensò che fossi un miracolo, un segno del destino e quando mi vide non temporeggiò un attimo: mi prese con sé. L’unica cosa che portavo addosso era un lenzuolo ed una collana con quel ciondolo così particolare, così strano, sui cui dietro era inciso il mio nome. Kagome.
Erano trascorsi ormai vent’anni. Da quando mi fu detta la verità, pensai molto a chi potessero essere i miei genitori, che fine avessero fatto e soprattutto chi fossi io realmente, quali fossero le mie origini e mi chiesi perché, in tutto quel tempo, nessuno fosse venuto a bussare, a chiedere di me. La mia mamma adottiva mi confidò che, da sempre, temeva l’arrivo di qualcuno che sarebbe venuto a riprendermi ma a quelle parole, l’abbracciai ancora più forte. Non m’importava, lei mi aveva cresciuta, lei mi aveva amato e non mi aveva abbandonato… lei era la mia mamma.
Sorrisi ancora a quei pensieri, mentre continuavo a torturare il ciondolo.
“Chissà che significato ha... una luna… “
-EHI TU!-
Un fastidioso rumore mi riportò alla realtà e le grida di un quarantenne mi fecero sobbalzare. Era dietro di me e suonava il clacson all’impazzata.
-E’ verde dannazione! Vuoi muoverti?!-
“Oh cavolo!”
- Mi scusi!-
Ingranai la marcia e sfrecciai via, lontana da lì.











Note dell'autrice.
Salve a tutti! Comincio con il dire che è la mia prima fanfic perciò siate clementi! xD Era da un po' di tempo che in testa mi ronzava questa idea, a dirla tutta sono anni! Ho buttato giù qualche riga, cancellavo, riscrivevo, cancellavo di nuovo... insomma c'è stato un bel lavoro dietro mettiamola così! Finalmente mi sono decisa a pubblicarla e spero che possa piacere almeno a qualcuno di voi *_*
Magari, fatemi sapere cosa ne pensate, se ci sono errori, incongruenze, se c'è qualcosa che non vi garba e chi più ne ha più ne metta! Mi auguro, intanto, che questo primo capitolo vi abbia almeno incuriosito un po', non è il massimo lo so, però siamo solo agli inizi, abbiate un po' di pazienza!
Ah, c'è una cosa che ci tenevo a precisare: la mia storia è ambientata in un'ipotetica Tokyo in cui demoni e umani convivono pacificamente . Tenetene conto! ;)
Vabbeh, credo di aver detto proprio tutto! Ringrazio in anticipo chi avrà voglia di spendere due parole per questo capitolo e ringrazio vivamente anche chi solo leggerà! :)
Alla prossima.
Magnolia**

  
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