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Autore: Angelus_Dragon    30/07/2012    2 recensioni
“Sorgi dal nero baratro o discendi dagli astri?
Segue il Destino, docile come un cane, i tuoi panni;
tu semini a casaccio le fortune e i disastri;
e governi su tutto, e di nulla t'affanni.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Sorgi dal nero baratro o discendi dagli astri?
Segue il Destino, docile come un cane, i tuoi panni;
tu semini a casaccio le fortune e i disastri;
e governi su tutto, e di nulla t'affanni.”

 

Il cielo dipinto di rosa ed arancio sembrava il risultato di un pittore a corto di idee. I colori caldi si miscelavano con qualche tonalità più fredda che preannunciava l’arrivo della notte. Erano stati costretti a fermarsi in quella squallida locanda per non viaggiare di notte. Le pareti emanavano un odore acre che nemmeno la salsedine del mare che entrava dalla finestra aperta riusciva ad attenuare, in un angolo soffriva la solitudine un vecchio comò rovinato dal tempo e dalle tarme mentre il resto della stanza era occupata da 3 letti, le lenzuola ruvide e grezze nascondevano materassi logori.
Ormai viaggiava con le Pedine da diversi mesi. Tre uomini incaricati di sorvegliarla ed aiutarla. Tre creature spedite sulla Terra per lei, due ragazzi capaci nelle arti magiche ed un giovane guerriero, o almeno giovane appariva dal suo aspetto angelico, i capelli neri erano ribelli, e levigati indietro dal continuo passaggio della sua mano, qualche peletto scuro creava un pizzo discreto sul suo mento, e quello, unito agli occhi azzurri che scrutavano il mondo circostante con continua durezza, sembrava smentire la teoria di Rayna che si trattasse di un suo coetaneo.
Le Pedine non erano umani, non provavano i loro stessi sentimenti, sembravano quasi cani fedeli pronti ad immolarsi per il loro “Arisen”, il prescelto dal drago: lei. Anche se probabilmente, si trovò a pensare la ragazza, un cane avrebbe dimostrato più gioia nei suoi confronti rispetto a quanto non facesse la sua scorta.
Kaim non aveva mai espresso un parere su qualcosa. Non le aveva mai dato un’opinione personale riguardo ad una via da seguire o al modo di agire di fronte ad un problema. Se ne stava semplicemente li, da parte, ad osservare in silenzio, a sfiorarsi i capelli nel tentativo di domarli, a seguirla fedelmente lungo le strade ceh percorrevano alla ricerca di un dannato drago.
Era sempre così freddo e cinico, così distaccato da tutto. Persino da lei. Eppure in battaglia si scagliava senza pietà contro i nemici, difendendola, dimostrando quasi premura nei suoi confronti, una premura che però forse lei fraintendeva, che non aveva del sentimento, ma il semplice istinto od ordine di proteggere l’eletta.
Non poteva arrendersi all’evidente stato delle cose. Kaim non poteva ricambiare quel calore che lei provava sempre più intensamente nel petto, quasi avesse ancora un cuore per emozionarsi. Ogni volta che lui la sfiorava, la incoraggiava o la sosteneva, lei si sentiva forte, si sentiva il potere di mille draghi nel corpo, ma era in attimi come quello alla locanda che invece l’energia le si prosciugava dall’anima, notandolo così tranquillo e disinibito mentre si sfilava gli indumenti per infilarsi nel letto e concedersi qualche ora di sonno, che si rendeva conto che quando lei avesse adempito alla sua missione lui avrebbe varcato uno dei portali della Faglia e sarebbe svanito nel suo mondo lontano chissà quanti anni luce dalla Terra.
Cercò di abbandonarsi al sonno, sapendo bene che non aveva molto tempo di riposarsi, e con l’immaginazione poté percepire le braccia forti di Kaim stringerla a sé per protegerla. Lo sentì sussurrare qualcosa e lo vide sorridere.
Quello era il Kaim che lei avrebbe voluto poter vedere realmente, un Kaim Umano. 

Il disegno è stato creato da me.

   
 
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