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Autore: Clopina    30/07/2012    5 recensioni
Hannibal si trova a riflettere su ciò che Murdock e il Team significano per lui.
[Scena mancante dall'episodio 2x23 "Tutti per uno" (Curtain Call)]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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RESPECT
di Clopina



Stupido, stupido, stupido.

Hannibal non riusciva a fare a meno di ripeterselo come un sinistro mantra mentre osservava l'uomo disteso sul divano della piccola stanza del motel.

Distolse presto lo sguardo, quando uno straziante senso di colpa si fece strada dentro di sé come un'ondata gelida, per poi risalire portando con sé una sgradevole sensazione di opprimenza al petto. Sconfitto, lasciò cadere le spalle lungo il suo corpo, la schiena leggermente curva per appoggiare le braccia sulle sue gambe piegate. Hannibal sapeva che doveva esserci lui disteso su quel divano.

La missione non era andata male di per sé: anzi, era stata un successo. Finché lui, il grande ed invincibile Colonnello John Hannibal Smith, aveva commesso lo sbaglio (stupido, stupido) di voltare le spalle al nemico, ed un Russ Clayton con in mano una pistola gli aveva ricordato le regole. Prima lezione a West Point. Mai voltare la schiena al nemico. Era stato uno sbaglio da principiante, da recluta, per cui avrebbe rimproverato senza fine ognuno dei suoi uomini, con a seguire 20 km di corsa con un peso sulle spalle a ripetizione per un intero week-end.

Ed invece era stato proprio lui ad avere sbagliato, ma a farne le spese era stato Murdock. Murdock, il suo (fin troppo) fedele Capitano, che non aveva esitato un attimo a saltare davanti alla pallottola per proteggere il suo comandante.

(perché ancora comandante?)

A volte anche John Smith si chiedeva se si meritava tanta lealtà da parte dei suoi uomini.

(perché ancora i suoi uomini?)

Un lamento quasi impercettibile lo distolse dai suoi pensieri negativi prima che precipitasse nel baratro senza un appiglio per tornare in cima alla montagna. Murdock si stava agitando (non ancora sveglio, dannazione, dannazione) e Hannibal si mosse con rapidità ed appoggiò le mani sul suo petto (caldo, troppo caldo), applicando una leggera pressione e pronto ad impedire movimenti che avrebbero potuto riaprire i punti sulla spalla sinistra. Ma, improvvisamente come era iniziato, Murdock si immobilizzò e perse conoscenza così senza preavviso che il colonnello sentì il suo stesso cuore fermarsi per un attimo. Spostò una mano tremante (quasi impercettibile, ma c'era e per favore fa che non sia stato troppo tardi) dal petto al polso del giovane uomo, e liberò un sospiro che non sapeva di trattenere quando sentì sotto le sue dita un battito debole ma stabile.

Hannibal riportò le mani sul suo grembo con un sospiro. Sapeva che sarebbe stato meglio per Murdock rimanere in ospedale sotto osservazione almeno finché la febbre non fosse scesa, ma sapeva anche che con Decker così vicino sulle loro tracce non poteva rischiare. L'altro colonnello sapeva che un membro dell'A-Team era ferito, e anche se fino a quel momento la fortuna era stata dalla loro parte non significava che dovevano abbassare la guardia (e di nuovo stupido). Senza contare che Decker credeva ancora che il ferito fosse Templeton Peck, e Hannibal non aveva intenzione di contraddirlo. Non voleva immaginare cosa sarebbe successo se la verità fosse venuta a galla: sarebbe stata la fine della vita (abbastanza, o almeno sempre più della loro) serena del capitano; a quel punto Murdock sarebbe stato costretto ad abbandonare l'ospedale psichiatrico ed unirsi a loro nell'interminabile fuga dai militari. Ma il Team non era sempre in missione, e nel tempo che passava tra una e l'altra i tre si dividevano e vivevano le proprie vite, per quanto possibile: Hannibal aveva i suoi film e il suo piccolo appartamento, Sberla le sue case 'prese in prestito', PE i ragazzi del centro. Murdock cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe sistemato nel mondo di fuori? Il colonnello non sapeva se il capitano fosse (si sentisse) ancora pronto.

Perciò, fuori dall'ospedale e fuori dalla vista. Il motel che avevano trovato era abbastanza di passaggio che il proprietario era abituato ai tipi strani, e di sicuro con una buona mancia avrebbe anche tenuto la bocca chiusa.

***

"Fermo Capitano, altrimenti dovremmo ricucirti di nuovo."

Hannibal afferrò delicatamente la mano del giovane, che era scattata verso i punti sulla spalla, nella sua, e la riportò appoggiata sul divano, trattenendola nella sua gentile stretta.

Murdock strinse gli occhi ma non tentò di nuovo di muoversi: invece piombò di nuovo in un sonno immobile. Hannibal si sentiva frustato. Ormai il capitano avrebbe dovuto riprendere conoscenza, ed ogni minuto in più che passava sentiva crescere la frustrazione (preoccupazione) dentro di sé. "Dannazione," mormorò, più a se stesso che ad un pubblico.

Un movimento alla sua sinistra lo fece voltare di scatto, i suoi istinti sviluppati in decenni di carriera militare e attraverso due guerre lo portarono ad agire. La sua mano lasciò la presa su quella del capitano e volò invece verso la posizione della pistola che portava sempre con sé intorno alla vita.

Si permise di rilassarsi solo quando vide Sberla fermo sulla porta del corridoio. Il giovane aveva un aspetto trasandato, cosa che non era normale e che fece solo aumentare il senso di inadeguatezza di Hannibal. Sberla e PE erano andati a letto solo qualche ora prima, e per ottenere ciò era stato necessario un ordine diretto del colonnello. Erano tutti stanchi dopo una giornata passata a preoccuparsi per Murdock e ad evadere la polizia militare, e se il giorno dopo fossero riusciti a ripartire Hannibal voleva che almeno due membri del Team fossero in buona (per quanto possibile) forma.

Peck guardò prima l'uomo addormentato sul divano poi il colonnello, e Hannibal non ebbe problemi a leggere nei suoi occhi la domanda che non aveva la forza di esprimere a parole.

"La febbre è scesa un poco," lo informò. Non quanto vorrei, però. Non potevano ancora lasciare il motel, almeno finché Murdock non avesse recuperato conoscenza e fosse abbastanza in forze da essere spostato e potersi rimettere in viaggio.

Il tenente lo guardò ancora per un momento poi annuì una volta, lasciandosi sfuggire un sospiro. "Se ci sono cambiamenti-"

"Ti chiamerò io, tenente." lo interruppe Hannibal. "Ora torna a letto." non poté fare a meno di aggiungere, usando il suo e-questo-è-un-ordine tono di voce (per la seconda volta).

Sberla gli lanciò un'occhiata insolente, ma dopo una leggera esitazione ed un ultimo sguardo a Murdock, si voltò e scomparve nell'oscurità del corridoio.

Giuro che ti lego al letto tenente, se ti ribecco in piedi.

Hannibal rimase a guardare il punto in cui il suo tenente si trovava fino a pochi attimi prima finché non udì la porta della camera chiudersi fin troppo delicatamente, quasi che Sberla temesse di disturbare Murdock con un forte rumore. Solo allora voltò di nuovo lo sguardo.

E nonostante tutto, Hannibal sorrise.

***

Hannibal non si era accorto di essersi appisolato, finché un suono alla periferia dei suoi sensi lo riportò alla saletta del motel. Lanciando un'occhiata veloce al suo orologio da polso vide che aveva dormito per quasi due ore. Imprecò silenziosamente e si raddrizzò contro il duro schienale della sedia di legno. La sua schiena non sembrava molto contenta della posizione che aveva tenuto. Che stesse invecchiando?

Lanciò un'occhiata a Murdock. Il giovane aveva un'espressione sofferta in volto e Hannibal si chiese non per la prima volta cosa stesse sognando. Poi con un altro lamento il capitano si mosse e portò lentamente una mano alla spalla sinistra e fece per grattarsi via i punti per la seconda volta quella sera.

Un poco spazientito, Hannibal intercettò di nuovo la mano, e stringendola con delicatezza nella sua, cominciò a massaggiarne il dorso con il suo pollice. Il capitano sembrò calmarsi e con un altro sospiro che non era proprio un lamento rotolò sulla schiena. Le sue palpebre sbatterono per un paio di volte finché finalmente riuscirono ad aprirsi in una fessura. Grandi occhi marroni incerti e confusi si posarono sull'uomo seduto accanto al divano.

Hannibal sorrise dolcemente in modo conciliatorio. Non sapeva se Murdock aveva coscienza della sua sistemazione, ed il colonnello aveva assistito ad abbastanza flashback da non fare il passo più lungo della gamba.

"Come stai, Capitano?" domandò, incerto se avrebbe ricevuto una risposta o no.

Murdock non rispose, e dopo alcuni secondi il suo sguardo si spostò lentamente verso il basso. Il colonnello poté sentire il suo cuore sprofondare nel suo stomaco con un udibile 'thump'.

Stava per ripetere la domanda, quando gli occhi tornarono su di lui e questa volta si aprirono del tutto. Sembrarono ritrovare un po' della loro profondità.

Hannibal aspettò paziente.

"Colonnello." La voce di Murdock era bassa e roca, e Hannibal capì che tutte le sue forze erano servite a dare voce a quella singola parola.

Il colonnello versò dell'acqua in un bicchiere dalla brocca che teneva sul tavolino vicino a lui. Comprese subito che Murdock era troppo debole perfino per alzare la testa da solo, così infilò il suo braccio sotto di lui, facendo attenzione a non forzare sulla spalla ferita, e lo aiutò a tirarsi su abbastanza per bere.

Dopo un paio di sorsi Murdock annuì in ringraziamento, e Hannibal sfilò il braccio e si tirò indietro, appoggiandosi di nuovo allo schienale della sedia mentre rimetteva il bicchiere al suo posto sul tavolo. Sentiva ancora su di sé lo sguardo dell'altro uomo e sapeva che Murdock voleva dire qualcosa. Hannibal lo lasciò fare, e gli concesse tutto il tempo di cui avesse avuto bisogno.

"Come stai, Colonnello?"

La domanda (quasi un eco alla sua di minuti prima) lo colse così alla sprovvista che per un attimo non seppe come rispondere. Tipico di Murdock di preoccuparsi per gli altri mentre era lui che fino a poche ore prima si trovava con un piede nella fossa.

"Non sono io con una ferita da arma da fuoco, Murdock." Il suo tono era così tagliente che sorprese se stesso. "Sono io che devo farti quella domanda."

"Io sto bene, Colonnello."

Hannibal lo guardò dubbioso, ma Murdock resse il suo sguardo senza esitazioni. Il colonnello chiuse gli occhi con un sospiro. "Non mi piace vedere voi ragazzi pagare per i miei errori." Le parole vennero fuori prima che potesse fermarle. Ma questo era ciò che lo aveva perseguitato tutto il giorno. Alla fine era tutto quello il punto, no?

Stupido, stupido, stupido.

"Preferiva che la lasciassi morire?" Ora Murdock suonava quasi... arrabbiato?

Hannibal aprì gli occhi, ma il suo sguardo era perso all'interno sua mente. Ci pensò su veramente, e l'attesa non aiutò a diminuire l'acceso furore ora presente negli occhi del capitano.

"No," disse infine. "Ma non voglio nemmeno che voi ne facciate le spese al posto mio. L'errore è stato mio, Murdock." Chiuse di nuovo le palpebre. Involontariamente, rivide nella mente il momento di puro terrore in cui aveva sentito partire lo sparo e aveva visto Murdock cadere a terra. Hannibal rabbrividì e quasi rischiò di soffocare sul nodo alla gola che gli si era formato. Si affrettò a riaprire gli occhi.

Murdock doveva aver notato il suo momento di disconforto, ma non commentò. Invece distolse lo sguardo e abbassò gli occhi, fissando un lembo del lenzuolo che prima era servito a coprirlo, e che ora stava girando e torcendo tra le mani. "Non esiterei a farlo di nuovo, Colonnello," disse infine seriamente, con un tono di voce perfettamente sano. Quando alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono, Hannibal non scorse nessuna pazzia nella loro profondità.

Il colonnello sentì le sue ultime difese crollare. Riuscì ad annuire una volta. "Torna a dormire ora, Capitano. Hai bisogno di recuperare ancora le tue forze."

Entrambi sapevano che quello era il massimo ringraziamento che il colonnello avrebbe offerto.

Fortunatamente il capitano ubbidì, e si sistemò sul divano, cercando di nascondere una smorfia di dolore quando mosse troppo bruscamente la spalla ferita. Prima di tornare a risposare Murdock gli rivolse un'ultima occhiata, e Hannibal si ritrovò spiazzato dall'affetto (e rispetto, e ammirazione) che lesse nei suoi occhi. Non per la prima volta si chiese perché era stato così fortunato da meritarsi uomini simili sotto il suo comando (in Vietnam) e come parte di una sconclusionata famiglia (in America), che ancora guardavano a lui come una guida, anche dopo dieci e più anni, anche dopo che i ragazzi erano diventati uomini.

Quei ragazzi non erano stati il suo primo Team, e se le cose fossero andate diversamente, se in un altro mondo la missione alla banca di Hanoi non fosse mai stata portata a termine, probabilmente ad un certo punto gli sarebbe stato assegnato un altro, nuovo Team. La guerra funzionava con uomini a rotazione, ed anche per quel motivo gli uomini tendevano a non creare amicizie troppo profonde tra di loro (e il tuo amico di oggi poteva essere fatto a pezzi da una mina domani, o fucilato dai Vietcong, o precipitare da un elicottero-non andare là, abbandona quel ramo di pensieri, direzione sbagliata, direzione sbagliata). Probabilmente, alcuni dei loro nomi sarebbero stati scritti su un qualche monumento alla memoria dei caduti del Vietnam. Probabilmente, un altro Team non sarebbe rimasto unito come il loro, e tutti sarebbero andati per la propria strada non appena tornati in America.

Hannibal inspirò profondamente. Sfiorò la fronte di Murdock, già profondamente addormentato, ed ebbe la conferma che la febbre stava scendendo in modo costante. Anche il suo colorito era migliore. All'alba (tra poche ore) sarebbe andato ad avvisare Sberla (che dubitava si fosse riaddormentato dopo la loro conversazione di prima) e PE che il capitano aveva ripreso conoscenza. Ma per il momento, sistemò il suo peso sulla sedia e allungò le gambe davanti a sé, la mano del capitano di nuovo nella sua.

Hannibal decise di smettere di pensare a cosa sarebbe potuto accadere in un altro mondo, e si limitò ad accettare il dono che gli era stato fatto.

Chiuse gli occhi.




A/N: Okay... da quanto tempo non compaio su questo sito? Sono cinque anni, e ripeto cinque, che non ho scritto una parola. E la cosa ultimamente ha iniziato a rendermi molto triste, così ho ripreso in mano carta e penna ed ho cominciato a 'buttare giù' qualche idea.
E l'A-Team è stato il primo fandom che ne ha risentito. Adoro la serie, e 'Tutti per uno' è uno dei miei episodi preferiti. Questa fanfiction è nata dalla domanda che mi ha rivolto una mia amica, che si chiedeva "Perché Hannibal non ha mai ringraziato Murdock per aver preso il proiettile al posto suo". Questa è la mia risposta. Non credo che Hannibal avrebbe mai ringraziato uno dei suoi uomini per rischiare di morire al posto suo, soprattutto per un errore così stupido come in quell'episodio (coraggio, ammettetelo: Hannibal è stato un imbecille).
Il passaggio dal 'tu' al 'lei' nel dialogo di Murdock è voluto. Ho sempre ritenuto molto dolce il modo in cui a volte i tre (soprattutto Murdock e Sberla) si rivolgono ad Hannibal con il 'lei', mentre a volte lo fanno con la familiarità del 'tu', come se non sanno più distinguere se è il loro comandante o una figura di padre. (O semplicemente, i traduttori hanno svalvolato.)
Ho sempre pensato che il Team sia rimasto insieme tutti questi anni (anche) grazie al rispetto che ognuno ha per gli altri tre. Ecco il perché del titolo.
Beh, direi basta con le chiacchiere. Se siete arrivati fin qui, grazie per aver letto la mia storia! Se volete, fatemi sapere come vi è sembrata. Accetto qualsiasi critica, perciò non abbiate timore. Alla fine, siamo tutti qui per imparare, no? ;)
Baci,
Clopina
  
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