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Autore: telesette    31/07/2012    0 recensioni
[Magica Magica Emi]
Un suono terrificante.
La macchina uscì violentemente di strada, andando a schiantarsi col paraurti, e il sacco di Ronnie volò in aria per ricadere ai piedi di Mei.
La ragazza non ebbe neppure il coraggio di alzare lo sguardo, singhiozzando sommessamente, e subito sentì le lacrime scenderle lungo le guance...
Genere: Fluff, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Magica magica Emi (魔法のスターマジカルエミ Mahō no suta majikaru emi, letteralmente, La stella della magia Magical Emi), è una serie televisiva animata prodotta in Giappone nel 1985 e adattata successivamente in un manga composto da 3 tankōbon. In Italia la serie è stata trasmessa per la prima volta nell'agosto del 1986 su Italia 1.

Magica Magica Emi - Sigla Italiana (HQ)
( clicca qui per guardare )

Non morire Ronnie

Immagini tratte dal blog di Fatina Sexy su:
http://www.fatinasexy.it/public/2011/

Non gli rivolgerò mai più la parola, garantito!

Mentre tornava a casa da scuola, Mei non poteva fare a meno di pensare a ciò che Ronnie aveva detto sul suo conto. "Piccola sbadata", così l'aveva chiamata, quasi ci provasse gusto nel sottolineare la loro differenza di età e il suo essere distratta.
Evidentemente il grand'uomo non teneva molto in considerazione che, per quanto infantile come carattere, Mei aveva l'orgoglio e l'impazienza di qualsiasi adolescente. Continuando a prenderla in giro, spesso facendo battute di cattivo gusto, non faceva altro che urtare la sua grande suscettibilità.
Certo, per lui poteva essere un gioco molto divertente ( farla arrabbiare, s'intende! ) invece Mei era solita prendere tutto molto sul serio... anche le frecciatine più innocenti. Ecco perché, camminando lentamente sulla strada di casa, la ragazza ce l'aveva ancora a morte con lui.

- Che antipatico - borbottò stizzita. - Non voglio più vederlo, neanche dipinto...
- Ehi Mei, aspetta!

La voce di Ronnie alle sue spalle la fece fermare di scatto tuttavia, tenendo fede alla sua promessa, finse di ignorarlo e tirò avanti con noncuranza. Grazie alla sua ampia falcata, Ronnie le fu accanto in un attimo e, sorridendole bonariamente, la salutò di nuovo come se niente fosse.

- Allora, non si saluta più? - domandò lui scherzando.

Silenzio.

- Accidenti, che allegria - proseguì il ragazzo, passandosi la mano sulla nuca. - Possibile che tu abbia sempre la luna storta? E dire che è una così bella giornata...

Ignorandolo, Mei tirò dritto con gli occhi chiusi e il naso per aria.
Ronnie la guardò un attimo perplesso, domandandosi che accidenti le fosse preso, ma non poteva certo immaginare che il motivo di tanto rancore fosse dovuto alla sua battuta di qualche ora addietro.

- Ehi, dico - esclamò dunque, tagliandole la strada per costringerla a fermarsi. - Si può sapere perché ce l'hai con me, che cosa ti ho fatto?
- Mph!

Sbuffando stizzita, Mei si limitò a girargli attorno e a passare oltre.
Ronnie rimase immobile a fissarla, sempre più confuso, e solo un istante più tardi si rese conto che stava attraversando un incrocio senza neppure guardare la strada e le macchine...

- Mei - urlò. - Guarda la strada!
- Eh ?!?

In quella Mei si rese conto del pericolo.
Con un assordante rumore di clacson, la bambina si vide arrivare addosso una vettura a tutta velocità. La paura le paralizzò le gambe, inchiodandola sul posto, e per un attimo sembrava proprio che il conducente fosse sul punto di investirla tragicamente...

- Aaahhh !!!

Improvvisamente qualcuno spiccò un balzo al suo fianco e Mei si sentì spingere bruscamente di lato. Mentre cadeva a terra, con gli occhi chiusi dal panico, l'ultima cosa che ricordava era il rumore agghiacciante degli pneumatici che stridevano sull'asfalto, e solo dopo si rese conto di essere ancora viva.
La macchina aveva inchiodato, fermandosi circa un metro oltre il punto in cui lei si trovava, e solo l'intervento tempestivo di Ronnie era riuscito a salvarle la vita. Mei ebbe appena il tempo di sollevare lo sguardo e vedere il ragazzo in ginocchio sulla strada che respirava affannosamente.
Prima che potesse dire qualcosa però, con gli occhi sbarrati dal terrore, vide sbucare dall'estremità opposta dell'incrocio un'altra macchina... e questa volta stava puntando dritta sul povero Ronnie.

- Oh no - esclamò Mei terrorizzata.

Anche Ronnie era spaventato, il volto contratto in un'espressione attonita, e fu allora che Mei cacciò un urlo senza neppure rendersene conto...

- Nooo - gridò lei disperata. - Non morire Ronnie!

Un suono terrificante.
La macchina uscì violentemente di strada, andando a schiantarsi col paraurti, e il sacco di Ronnie volò in aria per ricadere ai piedi di Mei.
La ragazza non ebbe neppure il coraggio di alzare lo sguardo, singhiozzando sommessamente, e subito sentì le lacrime scenderle lungo le guance.

- Ronnie - mormorò. - E' tutta colpa mia, solo colpa mia...
- Beh, meno male che te ne rendi conto!
- Eh ?!?

Sorpresa, Mei alzò la testa e vide Ronnie davanti a lei, vivo e vegeto, con i vestiti laceri e sporchi e alcuni brutti graffi sulle braccia e sulle gambe. I suoi riflessi lo avevano miracolosamente salvato, facendolo rotolare di lato, e così la macchina aveva centrato solo il sacco con i guantoni e la sua tenuta da pugile. Zoppicando vistosamente, più per lo shock che per le ferite, il giovane si avvicinò a Mei per rassicurarla. Quest'ultima gli corse incontro, piangendo e abbracciandolo disperata, e continuò ripetutamente a scusarsi.

- Va bene, va bene - mormorò Ronnie, ancora stravolto per l'accaduto. - Va tutto bene, per fortuna non è successo niente!
- Perdonami Ronnie - gemette lei. - Ero arrabbiata con te, ma non volevo che... Non volevo!
- D'accordo Mei, ho capito - sorrise l'altro, accarezzandole la testa. - Non piangere più adesso!

Ci volle un bel po' per calmare la piccola Mei... e ancor più dopo, per spiegare la dinamica dei fatti alla Polizia Stradale, ma fortunatamente il danno più grave era il paraurti ammaccato della seconda vettura e il comprensibile spavento sia dei due ragazzi che dei conducenti. Nessuno si era fatto male seriamente, lo stesso Ronnie se l'era cavata solo con qualche graffio, ma nel tornare a casa il giovane non mancò di fare a Mei una bella ramanzina.

- Mi dispiace - mormorò la piccola con un filo di voce.
- Devi imparare a stare più attenta, e soprattutto a "guardare" quando cammini; poteva andare a finire molto male, te ne rendi conto?

Mei si limitò ad annuire tristemente.

- L'importante è che tu abbia capito - concluse Ronnie. - Dispiace anche a me, di averti offesa intendo, ma se ti faccio notare la tua sbadataggine è solo perché devi imparare ad essere più attenta e responsabile!
- Sì, lo capisco - ammise Mei. - Però non c'è bisogno di trattarmi sempre come una bambina...
- Allora dimostrami di non esserlo - osservò Ronnie. - Se impari dai tuoi errori, non avrò più motivi per prenderti in giro, te lo assicuro!

Mei non rispose.
Subito Ronnie si fermò, cingendola affettuosamente per le spalle e guardandola negli occhi.

- Andiamo, non fare quella faccia - esclamò lui sorridente. - So che posso sembrarti noioso e antipatico a volte, ma ti voglio bene!
- Ti voglio bene anch'io - pensò Mei, ricambiando il sorriso coi suoi dolci occhioni luminosi.

FINE

   
 
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