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Autore: xlouisjuliet    31/07/2012    5 recensioni
≪Boo Bear, se la mettiamo in questo modo però io perdo senza ritegno –iniziò il piccolo accarezzando sensualmente le natiche dell’altro- vuoi mettere con il sedere che ti ritrovi? Sono sempre più convinto che sia stato disegnato da Giotto in attesa che tu nascessi≫ gli si avvicinò al viso lentamente, inumidendosi le labbra con la lingua pregustando già ciò che di lì a poco sarebbe stato suo. Sapeva che Louis era già in sua balia dal momento in cui i loro occhi si erano incontrati senza mai staccarsi gli uni dagli altri, come a suggellare una promessa muta. Le sua labbra incontrarono quelle del maggiore già socchiuse in attesa dell’arrivo di quelle del riccio, si scontrarono appena, poi Harry fece scivolare le sue di lato lasciando che all’altro scappasse un gemito di protesta. ONE SHOT su LARRY STYLINSON.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO AUTRICE
Bien bien bien, alluuura. Innazittutto ciao, o per meglio dire buonanotte
vista lora. Sarò probabilmente l'unica sveglia a l'una e un quarto di not-
te. Eh beh, colpa mia non è se l'ispirazione per le storie mi viene tardi.
Detto questo, è la prima Larry che scrivo, sinceramente anche la pri-
ma One Shot, quindi per favore abbiate pietà e non trucidatemi con
un Avada Kedavra (?).
Avviso: se sei una di quelle fedeli alla coppia Louis/Eleanor puoi girare
i tacchi e tornare da dove sei venuta. Se sei una pro Larry: ma benve-
nuta tesoro *-*

 


-I can’t change


Caldo, faceva decisamente troppo caldo quel giorno. Era insopportabile. Mai nei suoi ricordi di ventenne vi era stata una stagione più calda di quell’estate a Londra. Solitamente, anche nei mesi caldi, il tempo era caratterizzato da un cielo uggioso e raramente tra le nuvole era possibile scorgere uno spiraglio luminoso. La gente comune ne approfittava per le compere rimandate, i lavori di casa e le pulizia. I bambini correvano liberi nei parchi gridando di gioia, gli anziani passeggiavano pian piano lungo il marciapiede in compagnia dei loro fedeli amici a quattro zampe e le coppiette felici stavano sedute sulle panchine che costeggiavano i giardinetti scambiandosi effusioni. Come lui poco prima d’altronde, con l’unica differenza che non era felice di spassarsela con la sua attuale fidanzata. Non l’amava, per lei provava solo un forte sentimento di amicizia. Ma era costretto e non poteva che accettare quella decisione, non aveva alcun potere.
Louis Tomlinson entrò nell’appartamento che divideva con Harry Styles sbattendosi la porta alle spalle incurante che fossero le tre del pomeriggio, orario di ozio in cui la gente normale solitamente si rotolava nel letto o guardava la televisione in panciolle sul divano. Non quel giorno però. Quel giorno tutti sembravano felici contagiati dalla giornata radiosa tranne che lui, più rabbuiato che mai. Lanciò incurante le chiavi della macchina sul tavolino nel salotto e si tolse scarpe e maglia mentre si dirigeva verso il divano. Faceva veramente troppo caldo per rimanere completamente vestito, liberarsi di qualche indumento gli avrebbe solo procurato sollievo. E così fu, si liberò anche dei pantaloni troppo stretti rimanendo solo coperto da un paio di boxer che Harry avrebbe definito senza dubbio troppo infantili. Ma a lui piacevano, rappresentavano il suo essere bambino, la sua poca voglia di crescere mentre tutto in lui urlava “Fatemi tornare bambino!” . Quando si è bambini tutto è molto più semplice e le preoccupazioni si lasciano ai grandi, l’unica preoccupazione poteva essere una partita di calcio persa o un ginocchio sbucciato dopo una caduta in bicicletta. Niente finte ragazze, niente seghe mentali, niente management oppressivi e voglie incontrollabili.
Nonostante il ragazzo fosse ricoperto dallo stretto indispensabile, il caldo ancora lo minacciava imprigionandolo nella sua tela soffocante. Si allungò sul divano per prendere il telecomando con cui azionare il condizionatore e premette il pulsante “On”. Si annoiava e man mano che i minuti passavano interminabili segnati dal ticchettio opprimente della sveglia su una mensola non molto lontana dalla sua postazione, il suo umore si fece sempre più nero. Gli mancava, aveva bisogno di sentire la sua presenza accanto a sé, il suo respiro fresco sulla pelle, i morbidi ricci solleticargli il petto. Ma lui non arrivava, oppresso a sua volta dagli obblighi che gli venivano imposti per non destare sospetti riguardo la sua sessualità. Si chiese quale ragazza avessero scelto per lui quella volta. Bionda, rossa o mora? Modella o ballerina? Intervistatrice o attrice? Chissà se era bella. Sicuro, non avrebbero mai scelto una ragazza che non rasentava la perfezione, probabilmente sarebbe stata una bionda ossigenata con gli occhi azzurri ed un fisico da stupro. Peccato che non era il corpo della ragazza che lo attirava, bensì quello del suo accompagnatore.
Si ritrovò a fissare la porta d’entrata tendendo le orecchie ad ogni minimo rumore, poteva arrivare da un momento all’altro così come tra ore. Era geloso, si. Lo aveva constatato ancora tempo addietro quando un intervistatore gli aveva toccato i ricci. I suoi ricci, era l’unico che poteva affondarci le mani ed i sospiri. Erano suoi e di nessun altro. Così come le fossette, quelle meravigliose e dolcissime fossette che gli davano ancora un’aria bambina, innocente. Ma Louis sapeva bene che Harry ero tutto tranne che innocente, c’erano un sacco di aggettivi adatti a descriverlo ma innocente era sicuramente l’ultimo in classifica.
Sospirò quando diede un’occhiata veloce alla sveglia. Le 15.17, erano passati appena diciassette minuti, un tempo che gli era parso interminabile nel vuoto della stanza accompagnato solo dai suoi complessi pensieri. Perciò prese dal pavimento il laptop che Harry aveva lasciato acceso prima di uscire. Premette un tasto a caso della tastiera per riscuoterlo dallo stato di standby in cui era caduto. Lo schermò si illuminò improvvisamente facendogli male agli occhi.
≪Cazzo, la luce!≫ sorrise per quello che aveva appena detto ricordandosi i video diary. Poteva sembrare strano che tra tutto ciò che gli stava accadendo in quel momento pensasse a quanto i ragazzi e lui si divertivano registrando le scemenze che facevano seduti sul divano.. o sulle scale ai tempi di X-Factor. Questo lo portò a navigare con i ricordi facendogli tornare in mente il primo incontro con Harry. Era stato tutto così semplice tra loro sin dall’inizio, ma allo stesso tempo complicato. Fu subito chiara la complicità che legava i due ragazzi. Tra loro non servivano parole o particolari dimostrazioni, tutto ciò che a loro serviva sapere lo capivano con un solo sguardo. Anche le fan se ne accorsero, denominandoli i Larry Stylinson, ed interrogandosi sulla loro eterosessualità. Dopo poche parole i due ragazzi constatarono che non avrebbero avuto problema a dimostrare al mondo intero com’erano veramente, l’amore che legava l’uno all’altro. Anche gli altri componenti della band avevano espresso il loro consenso, non ci trovavano nulla di strano. Non pensavano che loro due fossero dei mostri, ma anzi li consideravano due ragazzi normali solo con gusti un tantino diversi, ma non potevano negare che il sentimento che legava lui ed il riccio fosse talmente forte da poter superare tutte le intemperie. Ma se loro erano d’accordo, lo stesso non si poteva dire dei management, gli sponsor e tutto quello che ci girava intorno. Dicevano che se avessero rivelato i loro veri sentimenti avrebbero mandato in frantumi i cuori di molte ragazzine che li seguivano, innamorate di loro e che ancora sognavano di poter essere la prediletta, la loro ragazza dei sogni. Non poterono opporsi, ormai avevano già scelto senza prima consultar loro. All’inizio accettarono senza troppe difficoltà, in fin dei conti erano rimasti nascosti nell’ombra fino a quel momento senza alcun problema, ma man mano che il loro rapporto andava rafforzandosi le cose iniziarono a complicarsi ed opprimerli. Tutto peggiorò quando venne annunciato il loro –secondo il loro modesto parere- brillante piano: Louis si sarebbe dovuto far vedere in giro con una certa Eleanor, una modella, per poi annunciare più avanti il loro fidanzamento. Non era necessario che fosse vero, l’importante era che le Directioners credessero alla storia e accettassero la ragazza, cercando così di dissipare tutte le voci riguardo i Larry. Sembrava funzionare, tutte le ragazze che li seguivano iniziavano pian piano a parlare della coppia che i due formavano e ben presto tutti i dubbi sulla eterosessualità di Louis sparirono dalla mente della maggioranza delle fan, poche erano quelle che rimanevano fedeli in ciò che avevano creduto per tutto tempo. Così venne deciso che anche Harry doveva farsi vedere in giro con qualche ragazza. I due ragazzi obbedirono, impossibilitati dal replicare. A loro non era permesso controbattere nonostante ci avessero provato, supportati anche dagli altri ragazzi che non ritenevano tutto ciò giusto. Ma i management furono irremovibili dalla loro decisione.
≪Louis, cos’è che ti rende così assorto?≫ la voce allegra e spensierata del riccio irruppe nella stanza facendo sussultare un Louis intento a leggere le considerazioni di alcune ragazze riguardo alla nuova scritta che Harry si era fatto tatuare sul polso. “I can’t change” citava questa. Ovviamente si riferiva al loro modo di essere, al loro modo di amarsi. Era stato uno sgarro che aveva fatto Harry all’insaputa dei superiori, sorbendosi poi le sgridate da parte loro. Ma sembrava che non gl’importasse quello che dicevano, lui era felice per l’esito positivo della prima tappa del suo piano facciamo-capire-al-mondo-che-siamo-gay. Ora la parte successiva toccava alle Directioners, era compito loro fare diverse ipotesi sul suo significato. La maggior parte, quelle pro Louis/Eleanor, concordavano con il fatto che era una frase di una canzone che l’aveva particolarmente colpito e che gli ricordava qualcosa  del suo passato. Ebbene, avevano centrato la prima parte. Il resto del lavoro era stato fatto dalle pro Larry trovandosi d’accordo sull’idea che Harry si riferisse alla sua omosessualità celata davanti alle telecamere. Certo, erano una minima percentuale, ma era già un passo avanti.
≪Harry, non ti avevo sentito –iniziò il più grande passandosi una mano tra i capelli già scompigliati di loro- conclusa la missione facciamoci-vedere-in-giro-con-qualche-bionda-strafiga?≫ aveva concluso la frase con un tono di voce leggermente alterato dalla gelosia, gli doleva il fatto che non era stato lui a tenergli compagnia per il pomeriggio, costretto a farsi vedere mentre passeggiava mano nella mano con Eleanor. Harry probabilmente si accorse di quella nota stonata nella sua voce perché si bloccò all’improvviso scrutandolo con una scarpa in mano ed un piede mezzo sfilato dall’altra. Finì di togliersi le calzature e le abbandonò sul tappetto, poi si accomodò sul divano accanto all’amico/amante. Gli tolse il laptop dalla pancia per potersi appoggiare con la testa riccia, beandosi del tocco delle mani di Louis tra i suoi capelli, gesto che sempre aveva la capacità di tranquillizzarlo. Inspirò profondamente il profumo fresco e pulito del grande.
≪Louis, lo sai che questa storia da fastidio a te quanto a me≫ una sua mano cominciò a tracciare disegni immaginari ed infantili sul braccio che Louis aveva abbandonato sui cuscini del divano a differenza dell’altro, impegnato ed accarezzargli la nuca come previsto. Era una tentazione più forte di lui, sembrava che i ricci di Harry lo chiamassero ed attirassero le sue mani come due calamite. Sospirarono entrambi nello stesso momento beandosi il tocco che l’altro gli donava.
≪Scusa hai ragione, solo che non è semplice. Avrei preferito passare la giornata con te che con Eleanor, tutto qua. –si presero entrambi un minuto di pausa per riflettere su loro e la loro relazione che andava contro vento- Come si chiamava quella di oggi?≫
≪Lily e qualcosa, penso fosse una modella. Ma non è importante, era una delle solite bionde ossigenate troppo magre≫ Louis sorrise quando venne a sapere che aveva azzeccato la descrizione della ragazza. Ormai i programmatori delle loro uscite erano diventatati assai troppo prevedibili, erano completamente privi di fantasia. Era ormai la decima volta che Louis portava Eleanor nel medesimo Starbucks per poi passeggiare mano nella mano nel parco là vicino, perennemente popolato dalle neo coppiette. Era ormai l’ennesima volta che Harry usciva con una ragazza simile alle altre che rappresentava lo stereotipo della bellezza, una di quelle figure femminili che le giovani adolescenti volevano imitare in tutti i modi.
≪Scommetto però che non era nemmeno minimamente bella quanto me≫ a Louis luccicarono gli occhi sapendo che si era appena addentrato in un campo pericoloso. La battaglia era aperta e lo sapeva, Harry Styles era un ragazzo cocciuto che sapeva far valere le sue idee e raramente rinunciava prima di essere riuscito nel suo intento.
≪Certo, su questo punto hai ragione. Tesoro, ricordati però che qua sono io il più bello≫ gli sorrise innocente con tanto di fossette distendendosi meglio sopra il più grande, posizionandosi tra le gambe aperte e con i gomiti appoggiati al petto che sostenevano la testa.
≪Oh beh, hai assolutamente ragione Styles. Ovviamente con quelle due fossette che ti ritrovi è impossibile resistere al tuo fascino, hai praticamente tutti ai tuoi piedi≫ confermò con fare svogliato Tomlinson prendendo le guance del più piccolo in due pizzicotti e strattonandole un poco come faceva sua nonna Evangeline quando ancora era solo un bambino. Era pronto a giurare sul fuoco che se ancora fosse stata vita non avrebbe esitato a farlo mettendolo in imbarazzo davanti ai suoi amici. Ma in quel momento erano in privato e potevano concedersi qualche sdolcinatezza.
≪Boo Bear, se la mettiamo in questo modo però io perdo senza ritegno –iniziò il piccolo accarezzando sensualmente le natiche dell’altro- vuoi mettere con il sedere che ti ritrovi? Sono sempre più convinto che sia stato disegnato da Giotto in attesa che tu nascessi≫ gli si avvicinò al viso lentamente, inumidendosi le labbra con la lingua pregustando già ciò che di lì a poco sarebbe stato suo. Sapeva che Louis era già in sua balia dal momento in cui i loro occhi si erano incontrati senza mai staccarsi gli uni dagli altri, come a suggellare una promessa muta. Le sua labbra incontrarono quelle del maggiore già socchiuse in attesa dell’arrivo di quelle del riccio, si scontrarono appena, poi Harry fece scivolare le sue di lato lasciando che all’altro scappasse un gemito di protesta.
≪Shh -gli intimò con le labbra appoggiate alla sua guancia leggermente ruvida a causa della barba rada. Non lo trovò fastidioso, anzi, gli fece sembrare Louis ancora più sexy di quanto non fosse già di solito. –Ti ho mai detto che sei tremendamente provocante con la barba da fare, Boo?≫ era stato poco più che un sussurro ma ebbe l’effetto di far rabbrividire il grande, le cui mani nel frattempo viaggiavano alla scoperta della schiena del più piccolo. Questo però non aveva alcuna intenzione di cedere alla tentazione di farlo suo là, in quel momento e su quel divano. Voleva prima mettere in atto la sua lenta tortura. Passo le labbra dalla guancia fino al lobo dell’orecchio che stuzzicò con i denti, tornò poi indietro segnando il profilo della mascella e dedicarsi quindi anche all’altro lobo. Solo quando decise che aveva ottenuto abbastanza attenzioni si avventò sulle labbra rosse e carnose di Louis, così invitanti che si chiese come poteva non aver ceduto immediatamente a quella tentazione. Fu sin da subito un bacio pieno di passione in cui si liberava la loro frustrazione per essere costretti a fare tutto nell’ombra mentre il loro unico desiderio era far sapere al mondo intero il sentimento di amore che li legava.
≪Harry≫ cercò di fermarlo Louis, allontanandosi di poco dal riccio ma cedendo nuovamente alla tentazione di assaporare la sua bocca.
≪Harry –questa volta la sua voce era suonata più sicura, forte nella stanza fermando le mani che vagavano in posti che ormai gli apparivano famigliari. Gettò un’occhiata veloce alla sveglia –Tra esattamente tre minuti arrivano i ragazzi. Ti ricordi?≫ cerco di convincerlo tirandosi su con i gomiti appoggiati ai cuscini del divano.
≪Umh.. merda! -fu l’unica cosa intelligente che riuscì ad elaborare mentre si alzava di malavoglia dal corpo dell’amico accasciandosi contro lo schienale- Ti conviene vestirti Boo, o non rispondo delle mie azioni≫
Il ventenne ridacchio recuperando i jeans che aveva precedentemente lasciato sul pavimento a causa del caldo. Si passò una mano sul volto accaldato, quella volta non a causa della temperatura bensì per quello che gli faceva provare Harry con un solo tocco, una parola sussurrata, una sua piccola allusione al loro essere amanti, uno semplice sguardo. ≪Comunque il tuo piano facciamo-capire-al-mondo-che-siamo-gay sembrerebbe funzionare≫ esordì indicando con il mento il piccolo computer che avevano abbandonato sul tavolino mentre si allacciava la cintura e cercava di dare un contegno ai capelli. Vide il riccio alzarsi e leggere assorto la pagina web che aveva lasciato aperta, lo sguardo che si illuminava sempre si più ad ogni parola letta.
≪Certo, sono solo poche le ragazze che credono in quell’ipotesi, quella giusta tra l’altro, ma lo ritengo comunque un buon iniziò≫ constatò infilandosi la maglia attillata a righe bianche e blu. Fece per continuare a parlare, ma venne zittito dall’altro con un sorriso tutto fossette stampato in volto.
≪Perfetto Boo, ora tocca a noi≫
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Pochi giorni dopo quel pomeriggio afoso tutti cinque i ragazzi si trovavano in uno studio per l’ennesima intervista con le solite domande. “Come state?”, ”Come procede l’incisione del nuovo disco?”, “Come va con le vostre ragazze?”. Ma in quella particolare occasione era esattamente ciò che faceva al caso di Louis e Harry, avevano bisogno delle solite domande per mettere finalmente in atto la parte finale di quello che era diventato il loro piano. Ne avevano parlato con gli altri ragazzi, non potevano rischiare di mandare all’aria tutto ciò che avevano costruito con la band solo per un loro capriccio. Ma si erano rivelati tutti d’accordo, tre erano rimasti i problemi da affrontare: l’ira dei management, l’aumento di haters nei loro confronti ed il calo di fan per la band. Ma non si preoccupavano più di tanto, li avrebbero affrontati insieme, come sempre dopotutto.
≪Ragazzi, di Eleanor e Danielle che ci dite?≫ ed eccola la domanda tanto attesa. Louis non prestò minimamente attenzione alla risposta di Liam, troppo concentrato com’era a rivedere negli ultimi dettagli la frase che avrebbe dovuto dire, quella che avrebbe cambiato radicalmente la loro vita. Fu Harry, accanto a lui, a riscuoterlo dal torpore in cui era caduto con una leggera pressione esercitata sul ginocchio. Era ora, toccava a lui.
≪Io ed Eleanor ci siamo lasciati, –osservò le reazioni scioccata di tutti i presenti nella stanza, fatta eccezione per i loro amici che gli sorridevano incoraggianti- semplicemente perché questa storia è durata anche troppo. Abbiamo concordato tutti quanti, compresa lei, che è giunta l’ora di dire la verità. Io non ho mai amato Eleanor, cosi come lei non ha mai amato. Il mio cuore è sempre appartenuto ad un altro.≫ concluse sottolineando l’ultima parola in modo da non lasciare fraintendimenti. Si volse leggermente per distaccare lo sguardo dal presentatore allibito e spostarlo invece sui due occhi di smeraldo che lo fissavano, felici che finalmente tutto fosse finito. Felici che da quel momento non si sarebbero più dovuti nascondere nell’ombra. Loro non potevano cambiare quel che erano e ne erano felici.
  
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