Non era
difficile ammette la mia precaria condizione né, tantomeno,
odiarla.
Il vero problema, a dire il vero, era conviverci o,
meglio, viverci.
Tutti da giovani hanno avuto almeno un cruccio: l'aspetto fisico, il
carattere o la salute e, almeno una volta, ci avranno rimuginato sopra
per cercare una soluzione o lasciarsi andare completamente, andando
avanti bendati in una strada ricca di pericoli sino alla morte.
Naturalmente dipende dall'indole della persona e siccome io, sin da
giovane, sono sempre stato riflessivo e calcolatore, con calma e
pazienza cercavo di muovere le pedine sperando di garantirmi un
migliore futuro.
In parte ci riuscii, grazie alla mia arguzia, a guadagnarmi il pane
quotidiano e ottenere un posto di spicco ma, naturalmente, tra te e il
successo vi sono coloro privilegiati dal Fato,
quella forza misteriosa a cui nessuno si può opporre.
Sono sempre stato dell'avviso che un individuo debba costruirsi la
propria vita senza avere rimpianti e ora, fortunatamente, non mi trovo
divorato da nessun rimorso dovuto alle mie scelte passate.
Lasciatemi spiegare: in gioventù ho conosciuto gran parte di
quei pochi, invidiandoli per tutto quello che erano o avevano, anche se
semplicemente invidiavo questo loro loro potere che li guidava sempre
verso le scelte giuste, mentre io avevo i miei alti e bassi, scanditi
più da umiliazioni che dai successi.
Provavo fastidio per quegli esseri impeccabili e perfetti che non
dovevano guadagnarsi il pane avendolo già servito.
Così decisi di aiutarli, se così si
può dire, a commettere errori, a condurli sulla strada
sbagliata, a far del male. Alla fine ne feci una professione.
Rido ogni volta che ripenso alle loro facce sbigottite quando si
trovavano davanti qualcosa di inaspettato e insidioso. Rido ripensando
ai loro occhi sgranati, al sudore che tergeva la loro fronte, al
battito del cuore accelerato.
Ridicoli, semplicemente ridicoli quando non capivano se quella che gli
presentavo era la verità o una vile menzogna ma, col tempo,
iniziarono ad affidarsi all'intuito, guidati dal perfido Fato, tanto
che io perdevo credibilità e loro diventavano più
forti, belli e venerati.
L'unica cosa certa è che se sono arrivato qui è
per una forza superiore, più potente perfino degli
dèi, semplicemente perchè ero e sono necessario.
Non avrebbe contato se fossi stato una donna, se fossi stato un
fanciullo o se fossi stato storpio, io servo a
loro e a voi come ente. Qui non conta razza, colore, età;
è un meccanismo più sviluppato fatto di enti che,
per un fine più grande, devono obbligatoriamente scontrarsi
o andare d'accordo.
Vi confesso che ultimamente sono molto confuso e i dubbi mi
attanagliano. Sono anni che non dormo più in pace, gli incubi
non lasciano spazio ai sonni, sono stanco e... cose come il mangiare,
il bere, i piaceri della carne sono ormai inutili. Vorrei soltanto
riposare tranquillo, vicino mia moglie e con i miei figli accanto,
vivere in pace.
Anche se mi fossi comportato diversamente non avrei avuto
più tempo per godermi i miei cari e mi sarei dovuto
preparare comunque per la battaglia finale.
So già che oggi è il mio ultimo giorno e so
già come andrà la guerra, me l'ha detto un corvo.
So che la mia stirpe oggi si estinguerà, mentre loro
andranno avanti con i loro eredi, i loro pargoli.
Allora che cosa vado a fare in contro alla morte, vi starete chiedendo?
Semplice: vado a lottare per il mio destino e per quello dei miei
figli, lotto per costruire il futuro della mia stirpe e per dimostrare
che in fondo io conto non come ingranaggio di un meccanismo ma come
singolo individuo che può fare la differenza. Io voglio
provarci.
Scendo in campo guidato dalla rabbia, sostenuto dal dolore e dalla
paura, accompagnato dall'arguzia, difeso dallo scudo, armato di spada e
maldicenze, senza aver mai conosciuto il rimpianto.
Sapete perchè non rimpiangerò mai la mia
esistenza forzata? Perchè grazie a me è stato
mantenuto l'equilibrio, grazie a me ci sono loro e ci siete voi.
Ho vissuto e sono stato felice, non ho soltanto seminato discordia, ho
avuto la soddisfazione di fare anche del bene.
Non chiedo niente, non sono il tipo che chiede ma semplicemente vi
consiglio di godere di ciò che avete e di provare a non
avere rimorsi.
l'angolo
del liscio cane:
Se siete arrivati fin qui vi ringrazio di cuore.
Premetto che ero molto giù quando l'ho scritta, circa un
mesetto fa, e mi sono sentita di scribacchiare cose da... non so...
"buttiamoci alla Sherlock, però dal divano".
In quei momenti ci vuole il gelato, non il computer.
Tutta la one-shot è basata sulla mitologia norrena e in
particolare sulla figura di Loki che, personalmente, mi piace
molto. Sarà il fatto che ha un ruolo ambivalente o che
combina stronzate a go go, ma lo adoro (eeeeh, gli anni passati a
giocare ad Age of Mythology mi hanno decisamente traviato il cervello).
Ma passiamo a cose serie, come ringraziare Morgana, che mi ha convinto
a postare queste righe di infinita tristezza.