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Autore: Andreatorinista    31/07/2012    1 recensioni
Ambientata nel film *ATTENZIONE SPOILER*
E' festa grande a Konoha per il 150° Anniversario della sua fondazione, e Ino Yamanaka vuole far si che sia una giornata speciale, e ad aiutarla ci sarà una misteriosa bancarella e un ciondolo...
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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TINS SCUSATE IL RITARDOOOOOOOO >.<
Questa fiction doveva essere postata per il 28 ma entro quel giorno non ero neanche riuscito a scriverne metà (23 pagine in Cambria 12 è tanta roba he o.o).
La posto oggi, a 3 giorni dall'uscita di Road To Ninja nei cinema, spero di essere ancora in tempo...ma si che lo sono ohohohohohohoh.
Ad ogni modo, andiamo a descrivere per bene ciò che vi aspetta.
La fiction è una song-fic, e viaggia sulle note di Things I'll Never Say di Avril Lavigne.
E' la canzone perfetta per i timidi, visto che la protagonista in questione lo è.
No non parlo di Hinata, bensì di INO YAMANAKA.
Essendo una One-Shot scritta da me per celebrare l'uscita del film Road To Ninja, appariranno tutti i personaggi del movie, ovvero tuttla la banda di Naruto col carattere invertito.
E alla fine della fiction c'è spazio anche per una piccola comparsa di un personaggio che ancora oggi per me risulta enigmatico ma non potevo non metterlo.
Beh...detto questo, spero vi piaccia. Buona lettura e divertitevi ad accompagnare Ino alla ricerca di colui che la aiuterà ad esprimere il suo più grande desiderio.



Vi è mai capitato di vivere una di quelle giornate dove pensi ‘Accidenti…ma perché capitano sempre tutte a me?’
Beh...A me si, mi è successo di recente, e più precisamente nell’anniversario della fondazione di Konoha, il 28 luglio.
A quel tempo…ero solo una piccola e fragile fanciulla del casato Yamanaka.

Things I’ll Never Say

Ci sono alcune parti del mio racconto che non ho vissuto in prima persona, ma sono comunque in grado di descriverle.
Il come io ci riesca è un segreto ma non preoccupatevi, presto o tardi ve lo rivelerò.
Uno di questi episodi è riconducibile proprio alle prime ore di quel 28 luglio, e tutto ha inizio proprio quando la mia sveglia suona…
DRIIIIIIIN.

I'm tugging at my hair
I'm pulling at my clothes
I'm trying to keep my cool
I know it shows
I'm staring at my feet
My cheeks are turning red
I'm searching for the words inside my head

“Nnnh…”
…e mi costringe a scendere da letto e a prepararmi.
Stavo facendo il tutto davanti alla finestra, allora ignara della presenza di sguardi indiscreti che a metri di distanza mi osservavano famelici.
“La vedo, la vedo…”
“Ehi dammi quel cannocchiale…”
“Neji tu non ne hai bisogno, usa il Byakugan, o vuoi tenerti questo spettacolo tutto per te?”
Questo ragazzo all’apparenza rozzo ma sotto sotto dolce e coccolone è Kiba Inuzuka.
Non fatevi ingannare dal cognome…lui non può proprio vedere i cani.
Li odia a morte.
Si sente ‘felino’ dentro, infatti ha disegnate sulle guance delle striature di colore bordeaux che ricordano vagamente i baffi di un gatto.
Stava tenendo in mano il cannocchiale con la quale spudoratamente spiava la mia schiena e il mio corpo longilineo senza provare alcun senso di colpa.
“...Ooooooh…”
“Cosa c’è?”
“Si è tolta la vestaglia…cazzo è di schiena.”
“Com’è messa di sedere?”
“Non lo so è nascosto dalla scrivania E SMETTILA DI SBAVARMI SULLA SPALLA, FAI SCHIFO.”
L’altro compare accanto a lui è Neji Hyuga, è il cugino di quella tro…della mia amica del cuore.
E ovviamente, essendo della stessa pasta, non poteva non venire su come lei, seppur con qualche…difettuccio in più.
“Eddai Kiba, è acqua, mica ti farà male.”
“A ME FA SCHIFO…ricordi che sono un felino, nya?”
“Ma fammi il piacere…BYAKUGAN!!!!”
La sua tecnica più potente, il Byakugan, gli permette di acutizzare la sua vista, oltrepassando così qualsiasi tipo di parete, arrivando ad avere una visuale completa a 360° e riuscendo anche ad osservare in lontananza meglio di un falco.
Un’abilità innata di così rara fattura doveva essere usata soltanto per le missioni, e mai bisognava abusarne.
Lui…
“Confermo: Ha un culo che mette pauraaaah…”
…La usava per spiare le donne nei bagni pubblici…e la sottoscritta mentre si cambiava.
Come si dice: gioventù bruciata.
“Ehi voi…” Fu proprio nel momento in cui stavo per voltarmi verso la finestra che giunse il mio salvatore.
Quando loro due se ne accorsero era troppo tardi, una spruzzatina di repellente e sonnifero e finirono fra le braccia di morfeo.
“Nh? EHI SHINO!!!”
Si alzò in piedi (Ovviamente dopo aver nascosto gli altri due) e mi salutò con un cenno di mano (In quel momento avevo appena finito di vestirmi) riprendendo a saltare di tetto in tetto.
Shino Aburame, questo è il suo nome.
Un tipo misterioso, che va sempre in giro con un flacone di insetticida.
Pur essendo cresciuto in un clan che alleva gli insetti, lui li detesta.
Non li può vedere.
“Se n’è andato…chissà dove si stava dirigen…OH SANTO DIO!!! PAPA’ E’ PRONTA LA COLAZIONE?” Mi fiondai giù al pianterreno trovando la mia tazza di latte e biscotti già pronta sul tavolo con un biglietto.
“Sono partito in missione, tornerò domani, divertiti alla festa ed usa pure il Kimono della mamma…firmato papà.” Assunsi un’espressione di pura gioia.
“Non ci credo, il kimono ricamato di mamma con motivi di viole.” Strinsi a me la lettera, adagiandomi di peso sul divano.
“Ho sempre sognato di poterlo indossare.”

(Cause) I'm feeling nervous
Trying to be so perfect
Cause I know you're worth it
You're worth it
Yeah

DLIN DLON
Appena suonarono al campanello, come se i miei movimenti fossero in rewind, mi rimisi in piedi, sistemandomi meglio la gonna lunga color lilla e la maglietta viola chiaro, assicurandomi che tutti i bottoni fossero ben allacciati.
“Si?” Chiesi poggiando l’orecchio contro la porta stessa.
“Sei pronta?” Di nuovo il mio viso si tinse di gioia.
“Sono passato a prenderti.”
“CHO-CHO!!!” Gli aprii immediatamente gettandomi fra le sue braccia.
“Che bello sei arrivato, ti stavo aspettando.”
“Urgh…s-sono contento…ma ora staccati…mi strozzi…”
Lui è Choji Akimichi, un ninja del mio team.
Un ragazzo molto robusto (Fa palestra e segue un’alimentazione sana tutti i giorni) con i capelli a criniera di leone color terra e dei segni sulle guance simili a spirali angolate. (Per chi non lo sapesse sono delle spirali che invece di prendere la forma di un cerchio prendono quella di un quadrato, per questo si chiamano angolate, perché hanno gli angoli.)
“Ah si scusa scusa…allora dove mi porti oggi di bello? Ah sai che stasera potrò indossare il Kimono di mia madre? E’ bellissimo sono sicuro che…” Ero al settimo cielo, non riuscivo a smettere di parlare.
Per fortuna ci pensò lui con la sua mano a riportare il silenzio.
“Non cominciare il tuo monologo…non prima di aver iniziato la nostra…” Tirò fuori una busta.
“Caccia al souvenir!!!”
“KYAAAA, non vedevo l’ora che lo dicessi, dai andiamo andiamo.”

If I could say what I want to say
I'd say I wanna blow you... away
Be with you every night
Am I squeezing you too tight
If I could say what I want to see
I want to see you go down
On one knee
Marry me today
Guess, I'm wishing my life away
With these things I'll never say

“Whaaaa…quante bancarelle…”
“Oggi Konoha compie 150 anni, ci pensi? 150 anni fa il primo Hokage Hashirama Senjuu e Uchiha Madara…”
“Ooooh, questo ciondolo è carino…” Inutile dire che della spiegazione me ne stava importando poco o niente.
Choji è molto famoso soprattutto all’accademia per la sua intelligenza.
“Eh eh eh…la lezione termina qui…mi sa…”
Peccato che nessuno la valorizzi. (E parlo io poi che sono la prima a non farlo…ma mica lo faccio per dispetto, ih ih.)
“Cos’hai visto di interessante?”
“Questo ciondolo rotondo appeso davanti a te.”
“Ah signorina, lei si che ha buon’occhio…questo è un Wuji, si legge Wu Chi, è un talismano portafortuna, fa avverare i desideri, ma per far si che esso li esaudisca devono realizzarsi molte determinate complesse condizioni.”
La spiegazione della proprietaria di quella bancarella mi stava piacendo un sacco, quindi decisi di avvicinarmi un po’ di più.
“La prego mi dica mi dica mi dica.”
“Ha ha ha ha che ragazza vivace che abbiamo, allora…affinchè il Wuji funzioni deve essere riunito con questi altri due talismani e i loro rispettivi sigilli.” Detto questo tirò fuori due altri ciondoli a forma di gocce, una bianca e una nera, collegate allo spago tramite un foro di forma rotonda abbastanza largo posto quasi al centro di esse.
“Questi sono i ciondoli dello Yin, quello nero, e dello Yang, quello bianco…per attivare il potere del Wuji è necessario che una persona a te cara ti aiuti a riunirli entrambi nell’altro ciondolo, che come puoi ben vedere è fatto apposta per poterli incastrare, ma mi raccomando, dovrai farlo solo e soltanto con l’aiuto di quella persona, mai unirli da sola, o il desiderio non si esaudirà.”
“Sarà ma questa storia dello Yin, dello Yang e del Wuji non mi convince affatto.”
Faceva bene Choji ad essere scettico, neanche io cominciai più a credere a ciò che stava dicendo l’anziana signora, però era comunque un ciondolo carino, e di sicuro quando avrei unito gli altri due ad esso sarebbe venuto fuori qualcosa di ancor più bello.
Fu proprio con questo pensiero che tirai fuori ben 20 Ryo e lo comprai.
La signora felice della mia scelta mi diede anche delle strane chiavi con all’estremità dei cilindri minuscoli, uno bianco e uno nero.
“E questi?”
“Sono i ‘sigilli’.”
“Sigilli!?”
“Servono a sigillare i ciondolo dello Yin e dello Yang quando vengono incastonati nel Wuji…basterà inserire la chiave col cilindro del colore differente al ciondolo che si vuole incastonare, e girarla di mezzo giro in senso orario, tirandola poi via.” Mi fece un esempio prendendo il ciondolo dello Yin, inserendolo nel ciondolo del Wuji, ed infine incastonandolo alla perfezione girando di 180% la chiave col cilindro bianco.
Quando la tirò via il cilindro rimase dentro, facendo scoprire un’estremità questa volta più simile ad una chiave, sempre dello stesso colore.
“Ecco a te, ora il ciondolo dello Yin è ‘sigillato’, dovrai attendere con pazienza l’arrivo della persona a te più cara affinchè possa inserire per te allo stesso modo il ciondolo dello Yang. Nel frattempo abbi cura della chiave usata per legare lo Yin al Wuji…rappresenta il tuo cuore, solo tu devi averlo, e solo tu puoi donarlo a chi pensi sia degno di riceverlo.”
“V-Va bene…”
Si, con quel ciondolo sentivo di aver fatto davvero centro.
Ed era solo il primo souvenir.
Me lo misi attorno al collo, ovviamente dopo aver infilato anche la chiave nel filo, e tutto il resto lo portai nella tasca destra della mia gonna.
“La ringrazio infinitamente. Farò il possibile affinchè il mio desiderio si realizzi…” Dopo averla salutata con un inchino mi allontanai, e fu proprio in quel momento che accadde qualcosa di incredibile.
“Ah dimenticavo, la persona in questione deve per forza essere un maschio o…una…femmina…”
Appena mi voltai di nuovo la bancarella era cambiata.
Al posto dei ciondoli ora vendeva maschere, e invece dell’anziana signora c’era un omone barbuto che urlava ai quattro venti per attirare clientela.
In quel momento mi chiesi un’infinità di volte:
“…Che sta succedendo?”
“EHI INO!!! SBRIGATI O FAREMO TARDI ALLA RIUNIONE CON GLI ALTRI.”
“HE? M-MA NON ERA DOMANI?” Chiesi girandomi di scatto.
“Certo che no, l’anniversario è oggi, e quale migliore occasione per vedersi con tutti? Su un ultimo giro e poi li raggiungiamo va bene?”
“Mnh…” Mi rimisi di fianco a lui guardandomi i piedi mentre uno alla volta avanzavano su quella stradina sterrata.
“Ti è successo qualcosa?” Si grattò il mento.
“Fammi indovinare, ti sei pentita dell’acquisto.”
“Heh? M-Ma no che vai dicendo?...E’ solo che…”
“Che?” Inarcò un sopracciglio.
“…No niente, lascia stare.” Congelai sul più bello il discorso.
Che io abbia fatto bene o meno a non dirgli ciò che avevo visto…resterà per sempre un mistero anche per me.
“Oh, siamo arrivati…” Esordì entrando nella locandina, accompagnato dalla ola dei presenti.
“OLEEEEEEEE!!!”
Lui leggermente perplesso e spaesato chiese:
“…E questo rappresenterebbe cosa!?”
“Andiamo amico, mancavate soltanto voi due, l’urlo liberatorio è per intendere…”
“CHE FINALMENTE SI PUO’ MANGIAREEEE, CAMERIEREEEEE, 11 PORZIONI DI YAKINIKU BOLLENTI, 1 DI RAMEN, 1 DI UDON, 13 PORZIONI DI TAIYAKI DI POLIPO E 26 BICCHIERINI DI SALSA IN AGRODOLCE ACCOMPAGNATE DA NUVOLE DI GRANCHIO.”
Questo ‘megafono’ ambulante è Rock Lee, detto ‘Mister Giovinezza’.
Ha ripreso tutto dal maestro Kakashi, peccato che sia identico spiccicato a Gai, il suo maestro, esatto opposto dell’allievo.
“Se hai finito di spaccare i timpani e i maroni puoi anche scalare di posto, altrimenti gli ultimi arrivati mangeranno in piedi come cavalli.”
Eccola infine, quella maledetta, volgare, impura, sfacciata, pu…migliore amica di Hinata.
Come al solito metteva in mostra la mercanzia, e per rendersi più provocante aveva anche messo un rossetto dal colore scuro, che su pelle chiara, per me, fa fin troppo battona…ops, scusate.
“AGLI ORDINI SIGNORA!!!”
Oh cielo…
“CHI SAREBBE UNA SIGNORA!?” Si alzò di colpo in piedi attirando l’attenzione di tutti.
“ATTENTO A COME PARLI, HO LA TUA STESSA ETA’, SE SOLO RIPROVI A CHIAMARMI SIGNORA T’AMMAZZO!!!”
“Ehi ehi ehi…cos’è tutto questo baccano? Per cosa poi?”
Aaaaaah, eccolo…
Bellissimo come sempre, con i suoi occhi nero pece e i suoi capelli così…così…ribelli.
“Lee non ti preoccupare, ci penso io a lei, tu mettiti pure seduto.”
“SASUKE NON FARMI PERDERE LA…”
…Peccato solo che sia un povero Don Giovanni.
Si…sto parlando di Sasuke Uchiha, l’uomo delle rose, perché non si sa da dove ne come, ogniqualvolta c’era una donna nei paraggi ne tirava fuori una.
Mai che avesse attenzioni per una donna in particolare.
È un bel ragazzo si…ma si atteggia troppo a figo, e un atteggiamento simile non l’ho mai tollerato.
L’avrei tollerato anche quel giorno?
“Hinata…dolce candida luna bianca…tu mi fai ardere il cuore con la tua bellezza e il tuo essere così…emancipata e ribelle.” Tirò fuori una rosa rossa donandogliela.
“Il rosso ti ha sempre donato…focoso e ardente proprio come il tuo carattere…”
…Si, l’avrei tollerato, infatti la put…la mia migliore amica si calmò e si rimise seduta, leggermente imbarazzata e stizzita, cominciando a mangiare assieme agli altri.
“Sasuke…”
“Heh?”
Quando sentii questa voce, non so come, ma mi venne da ridere.
“Sbaglio o è la stessa frase che mi hai detto stamattina, quando sei venuto a trovarmi a casa?”
Sakura Haruno.
Anche lei un tipino tutto pepe (Ma mai quanto la Hyuga), nonché figlia del quarto Hokage Kizashi Haruno, tragicamente scomparso assieme a sua moglie Mebuki.
“Ehm…beeh è la verità, si addice anche a te, mio piccolo fiore di ciliegio.” Che ruffiano, ovviamente approfittò del fatto che le era seduta vicino per cingerle le spalle con un braccio, porgendo anche a lei una rosa di un colore un po’ più chiaro, ma ciò che ricevette fu soltanto una tirata d’orecchie: sia da lei che dalla tro…mia migliore amica Hinata.
“Smettila di fare il cascamorto e mangia.” Ripeterono all’unisono, mentre il rumore sciacquettato della bocca di Naruto che risucchiava nell’esofago gli spaghetti del Ramen faceva da sottofondo al nostro tavolo.
“Haaaaah, che buona, UN’ALTRA PER CORTESIA.”
Naruto Uzumaki, biondino abbastanza scemo ma che in questi ultimi anni ha dimostrato di avere un coraggio da leoni e una forza incommensurabile.
Ah dimenticavo…
“Perché non smetti di succhiare spaghetti e ti dedichi...ai campanelli delle mie gemelle?”
…Hinata stravede per lui, e non perde mai occasione per tentare di condurlo sulla cattiva strada, seducendolo e mettendosi in mostra, riuscendo però soltanto a provocargli un incredibile stato di disagio.
“Eh eh eh eh…cara Hina, hai sempre voglia di scherzare…” Lei però di tutto punto le poggiò la mano sul cavallo dei pantaloni.
“Oh si…e mi piace quando ti ecciti per via dei miei…” Si leccò le labbra.
“…scherzi…”
“N-N-N-N-N-NEJIIIII, TUA CUGINA MI VUOLE MANGIARE!!!!!”
Accidenti, poverino, ma ditemi voi se è possibile.
È stato costretto ad alzarsi e a fare cambio con il cugino di lei.
-Un giorno sarai mio…tutto…mio.-
“Hinata, forse dovresti calcare più lievemente la mano con lui.”
“Parli tu che sei più maniaco di lei.”
Che brava Sakura, fredda e pungente come solo lei sapeva fare.
“A proposito se mi metti le mani addosso o usi il Byakugan su di me ti stampo le nocche sullo zigomo.”
“Tranquilla, tanto non ci sarebbe comunque nulla da vedere.”
Ecco un’altra persona che non si doveva mai far arrabbiare.
“SHANNARO!!!”
Senza esitare colpì Neji con un pugno, scaraventandolo fuori dal locale.
“Anf…anf…anf…huff…stavamo dicendo?”
“Ah si, parlavo dei miei preziosissimi quadri…guardate.”
Lui è Sai.
È un ninja pittore…cioè è un ninja ma anche un pittore…cioè…no non lo so, o è un ninja o è un pittore fate voi, non l’ho mai capito.
“Che ne pensate di questa combinazione di colori? Esprime vivacità e prospettiva, l’ho intitolato ‘primavera su tela ad olio’.”
“E’ orrendo.”
“HEEEEH? COME FAI A DIRE CHE E’ ORRENDO!?”
“E’ orrendo e basta.” Alzò lo sguardo lei, l’ultima delle ragazze del nostro gruppo.
Che poi…ragazza…diciamo maschiaccio.
Il suo nome è Ten Ten.
E’ ricoperta di cerotti e bende e porta sempre con se un kunai e uno shuriken…conficcati nei suoi chignon.
Non è molto brava con le armi, però in quanto ad arti marziali non la batte nessuno…a parte Rock Lee che è più forte di lei.
“Anche un bambino saprebbe disegnare meglio.”
“Come sei crudele…sniff…”
Ecco…ora eravamo tutti.
Tutti qui riuniti a brindare, ridere, gioire, scherzare…
…tutti…tranne me.
Durante l’arco di tutta la serata rimasi in silenzio, ad ascoltare, ridere e annuire, per farmi vedere almeno presente e attenta a ciò che dicevano.
Quanto avrei voluto saper interagire così come facevano loro.
Ma perché le cose più semplici dovevano comparire a me più complesse?
Che avevo fatto di male per nascere con questa timidezza?
A parte Choji, io non avevo legato così fortemente con gli altri.
Durante tutta la mia vita avevo legato solo e soltanto con due persone.
Una era lui…l’altra…
“EEEEHIIIII IIIINOOOO.”
…l’altra la incontrai all’uscita del locale, quando ancora non erano scoccate le tre del pomeriggio.
Ogni volta che sentivo la sua voce mi veniva un tuffo al cuore, lo sguardo si faceva più pesante e le gambe iniziavano a tremare.
Me lo sentivo, sarei svenuta se non ci fosse stato.
“Che per caso era la voce di Shikamaru?”
“CHOJI!!!...” Mi nascosi dietro di lui facendo capolino col viso, sentendomi sollevata.
“Si…è Shikamaru.” E lui intanto se la rideva, dannato.
Sapeva che avevo una cotta per lui…ma che potevo farci.
“Ciao bella gente, ha ha ha ha, scusate se non sono potuto venire ma stavo finendo di leggere.”
“Sei sempre il solito, per una volta che eravamo tutti riuniti e nessuno era in missione…”
“Aaaah amico la fai troooooppo tragica, tanto li vediamo in giro per Konoha comunque no?...Nh?”
Eccolo…si era accorto anche di me.
Di sicuro in quel momento ero stralamedettamente rossa.
“Ma c’è anche la principessina qui, sempre nascosta dietro a Signor Robustezza he?” Mi carezzò i capelli, e quel gesto fu sufficiente a…
“Uoh!!! M-MA CHE CAZZO!?”
“AAAH ACCIDENTI SHIKA, LO SAI BENISSIMO CHE SE LA TOCCHI SVIENE DALL’EMOZIONE E TU LO FAI?”
“Ah perché me l’avevi detto?”
“…Ma quanto sei coglione?”
“Ha ha ha ha ha ha…”
…farmi perdere i sensi di fronte a lui.
Che vergogna!!!
Però…mi sentivo felice…tanto felice.
Forse è stato allora, mentre dormivo, che presi la mia decisione.
Si…sarebbe stato lui ad aiutarmi a completare il Wuji.

It don't do me any good
It's just a waste of time
What use is it to you
What's on my mind
If it ain't coming out
We're not going anywhere
So why can't I just tell you that I care

“Ehi…Ino…”
“Nnnnh…”
“Svegliati, ohi…”
“WHA!!! SHIKA!!!” Mi misi in piedi di colpo guardandomi attorno.
Eravamo nel posto dove di solito Choji e Shikamaru si fermavano a riposare, ovvero sul tetto dove c’era quella panchina in cui il Nara faceva tante di quelle dormite da perderci il conto.
“Ma…cosa…”
“Hai perso i sensi per via della carezza alla testa di Shikamaru e sei rimasta su questa panchina a dormire per 2 ore…ora sono le 16.” Mi spiegò Choji, alzandosi dopo di me dopo essersi stiracchiato.
“Dov’è andato?”
“Nh?”
“Shikamaru…dov’è ora?”
“Ah se non sbaglio…l’avevo incaricato di comprare dell’acqua per quando ti saresti svegliata, ma conoscendolo si sarà di nuovo fermato da qualche par…EHI!!!”
“SCUSAMI MA DEVO RAGGIUNGERLO, GRAZIE DI TUTTO CHOJI, CI VEDIAMO STASERA SUL MONTE DEI VOLTI DI PIETRA PER I FUOCHI D’ARTIFICIO.”
Un po’ mi dispiacque abbandonarlo così, ma avevo qualcosa di più importante da portare a termine.
“Il Wuji…Wuji…Wuji…” Corsi a perdifiato per tutte le vie di Konoha, facendo vagare lo sguardo su edifici, cose, persone, su tutto ciò che mi capitava di fronte.
Ma di Shikamaru…nemmeno l’ombra.
“ANDIAMO GAI, SII PIU’ REATTIVO CAZZO!!!”
“Kakashi ti prego lasciami stare, sto finendo di leggere…Uff…”
In loro vidi la salvezza.
Erano il maestro Gai e il maestro Kakashi, con quest’ultimo che come al solito stava tentando di convincere il rivale a gareggiare.
Che ci trovava di tanto entusiasmante poi…
“MAESTRO GAI, MAESTRO KAKASHI!!!”
“Nh…ma tu non sei Ino?”
“Si…anf…anf…anf…”
“Accidenti che fiatone, rilassati, che ti è successo?”
“Stò…anf…stò cercando Shikamaru, l’avete visto voi?”
I due Jonin si osservarono a vicenda, dopodichè Kakashi mi allungò la mano.
“Battimi a morra cinese per 7 volte di fila e lo farò.”
Che richiesta assurda!!!
Tipico di lui, però purtroppo non ero nelle condizioni di rifiutare.
“E va bene…lei maestro Gai l’ha visto?”
“SASSO-CARTA-FORBICI!!!” Mise carta e io forbici, il tutto mentre avevo lo sguardo rivolto verso lo svogliato maestro sopracciglione, che fu lento anche nel voltare la pagina del suo libro.
“Mmmh…”
“La prego, se lo sa me lo dica, vado molto di fretta.”
“SASSO-CARTA-FORBICI!!!” Mise forbici, e io sasso.
“Vediamo, Shikamaru…”
“SASSO-CARTA-FORBICI!!!” Mise sasso, io carta.
“Shikamaru?”
“Se non sbaglio…”
“SASSO-CARTA-FORBICI!!!” mise carta, io forbici.
“SE NON SBAGLIO?” Mamma mia che parto.
“SASSO-CARTA-FORBICI!!!” mise forbici, io sasso.
Il tutto senza degnarlo di uno sguardo.
-MA COME FA!?!?!?!-
“Nnnh…forse…”
“MAESTRO GAI LA PREGO ENTRO STANOTTE CE LA FACCIAMO!?”
“SASSO-CARTA-FORBICI!!!” Mise sasso, io carta.
“…dov’è che l’ho visto?” Addirittura si mise a sbadigliare.
Che uomo svogliato e privo di ardore giovanile, l’esatto opposto del maestro Kakashi.
“SE LO SA ME LO DICA!!!”
“SASSO-CARTA-FORBICI!!!”
“E BASTA ANCHE LEI, SE RIESCO A BATTERLA E’ PERCHE’ METTE SEMPRE I SEGNI IN SEQUENZA FORBICI-SASSO-CARTA, CAMBI L’ORDINE!!!” E lo battei anche per la settima volta consecutiva.
Quella rivelazione per lui fu così shokkante da farlo inginocchiare a terra.
“Allora…è questo…il mio limite!?!?!?!?...PERCHEEEEEEEE’?” Ci mancava solo l’urlo straziante al cielo.
Dio che sagome.
“Allora maestro Kakashi, lo sa o no dove posso trovare Shikamaru?”
Si ricompose in un lampo e con una serietà e una sensualità degni di nota mi indicò la via da percorrere.
“Guarda non ti puoi sbagliare, giri la seconda a destra e poi la terza a sinistra, ha detto che voleva andare a giocare al Pachinko.”
Per chi non lo sapesse, il Pachinko è un gioco simile alla slot machine, dove alla cassa si scambiano soldi per palline di ferro, e si tenta in tutti i modi di raddoppiarne il contenuto, per fare degli utili.
Ma quasi sempre chi ci giocava finiva sul lastrico.
D’altronde nel gioco d’azzardo il banco vince sempre.
“La ringrazio, ARRIVEDERCI ANCHE A LEI MAESTRO GAI, BUONA LETTURA…”
“…Che ragazza simpatica he?”
“Nh…”
“BENE, ORA CHE CONOSCO I MIEI LIMITI, TENTERO’ DI SUPERARLIIIIII!!!”
“Quando hai fatto fammi un fischio.”
“COMINCERO’ NEL POTENZIARE LE BRACCIA E LE MANI CHE USO PER GIOCARE A MORRA, FARO’ 500, ANZI NO 1000, MA CHE DICO, 2000 GIRI INTORNO A KONOHA CAMMINANDO SULLE MANI…EEE HOP!!!”
“…Nh.”
“Ci vediamo stasera Gai, e ricordati, chi l’ha dura…la vince…” E se ne andò correndo come un fulmine sulle braccia.
“…Yawn…mh? Che aveva detto che faceva?”

(Cause) I'm feeling nervous
Trying to be so perfect
Cause I know you're worth it
You're worth it
Yeah

Dopo aver corso per altri due minuti, arrivai finalmente nella sala del Pachinko.
“SHIKAMA-KYA!!!”
“UOH!!!”
Ma distratta com’ero non mi accorsi che c’era qualcuno che stava uscendo dalla porta e ci andai a sbattere contro.
“Ahiahiahiahiahi…m-mi scusi…ah?”
“Non ti preoccupare, aaah le mie povere tette.”
“Quinto Hokage!? Shizune!?”
“Oh ciao Ino.” Mi salutò l’Hokage sistemandosi gli occhiali.
“Fa un po’ più di attenzione, che diamine, ci tengo alla mia sesta.”
“Ti chiedo scusa.”
Lei è Shizune, l’assistente del quinto Hokage, ha due poppe impressionanti.
E quella al suo fianco è Tsunade, una donna sulla trentina, molto carina e con indosso sempre un paio di occhiali a lenti fine.
È lei il nostro attuale Hokage.
“Cosa ti porta in questo posto dove vinco solo io?”
Ah già una cosa che non vi avevo detto è questa: l’Hokage è fortunata nel gioco.
Di sicuro se ne stava andando dopo aver svaligiato l’ennesima slot della settimana.
“S-Stavo cercando Shikamaru, il maestro Kakashi mi aveva detto che era qui così…”
“In effetti era qui, ma dopo aver perso i suoi risparmi alla slot lì in fondo se n’è andato, sconsolato ed abbattuto.” Mi spiegò Shizune.
“Ah…capisco…e dove possa essere non lo sapete?”
“Mi dispiace, però gli ho sentito farfugliare qualcosa…”
“Cioè?”
“No so…sembrava stesse dicendo…”

If I could say what I want to say
I'd say I wanna blow you... away
Be with you every night
Am I squeezing you too tight
If I could say what I want to see
I want to see you go down
On one knee
Marry me today
Guess, I'm wishing my life away
With these things I'll never say

“BAGNI PUBBLICIIIIIII, YU-HUUUUU.”
Infatti era lì, assieme agli altri.
E come al solito non perdeva mai occasione per farsi riconoscere.
Si era appena tuffato nella vasca grande, facendo fuoriuscire una gran quantità d’acqua.
“UAH, ACCIDENTI SHIKA, ADESSO A MALAPENA METTO A MOLLO IL BASSO ADDOME!!!”
“Scusa Choji ha ha ha ha ha.”
“Uuuhf…” Naruto nel frattempo era seduto in fila con Kiba e Shino a sciacquarsi, tirandosi delle belle secchiate d’acqua sulla testa.
…N-Non mi guardate così insomma!!!
Non è colpa mia se sono venuta a conoscenza anche di ciò, uffa!!!
Ve l’ho detto, presto scoprirete come ho fatto.
Torniamo a noi.
“Allora Sasuke, quante ne abborderai stasera?”
“Mph.” Si sistemò i capelli facendo lo spavaldo, alzandosi in piedi e tirando fuori l’ennesima rosa.
Davvero…pessimo.
“Di sicuro con le dita mi sarà difficile contarle.”
Kiba scoppiò a ridere.
“Non darti tante arie, se ti ribecca Sakura l’orecchio te lo stacca.”
“Ma magari la incontrassi…ci pensate? Stasera…saranno tutte in Kimono.”
Partì un ululato generale.
Solo Choji rimase impassibile, che bravo e serio il mio amicone del cuore.
“Oddio, non vedo l’oraaaah.” Neji come al solito perdeva sangue dal naso e bava dalla bocca.
“Beh, che siano in Kimono o meno, avremo una compagnia molto importante…cerchiamo di portare loro rispetto.”
Se non fosse esistito Shikamaru, mi sarei innamorata di Shino, al 100%.
“A proposito delle ragazze, dobbiamo andarle a prendere fra poco giusto? O ci raggiungono direttamente qui?”
“Ma che ti sei fumato Kiba? Guarda che sono già qui, sono nella loro area riservata alle donne, esattamente…” Bussò alla parete divisoria dove vi era attaccata la vasca d’acqua calda.
“Dall’altra parte di questo muro.”
“BYAKU…”
“NOOOO NO NO NO, EHI, AIUTATEMI A TAPPARE GLI OCCHI A NEJI.” Urlò a squarciagola Naruto, scatenando le risate delle ragazze dall’altra parte della parete.
Io nel frattempo le avevo raggiunte, e mi stavo rilassando.
“Aaaaah…meno male che esistono le terme.”
“Già, niente di meglio per mettere in mostra la propria mercanzia.”
“Tu lo fai anche fuori dall’acqua.”
“Che!?”
“Niente niente.” Feci la finta tonda, fischiettando e mettendomi a nuotare.
“A me il Kimono non è mai piaciuto, perché devo indossarlo?”
“Rilassati Ten Ten, ti sistemerò io i capelli, sarai bellissima.”
“MA IO NON VOGLIO APPARIRE BELLA, NON VOGLIO APPARIRE FEMMINILE!!!”
Si…a volte quella ragazza mi faceva salire strani dubbi sui suoi gusti sessuali.
“Allora vieni vestita come ti pare, che te ne frega? Tanto neanche ti guarderanno, avranno occhi solo per me oh oh oh oh…”
Nnnnnnh quando faceva così non la sopportavo proprio.
Era meglio se uscivo e mi andavo a cambiare.
“Io ho finito.” Asserii stizzita, uscendo dalla vasca e coprendomi con l’asciugamano, andando a vestirmi.
“Io ho finito.”
Nel frattempo anche Shikamaru aveva smesso di lavarsi e si stava cambiando.
Destino volle che ci incontrassimo all’uscita dei bagni, più esattamente nel corridoio principale.
Appena lo vidi smisi di essere rossa per il calore dell’acqua e cominciai ad esserlo per l’imbarazzo.
“S-Shika…”
“Ehi Ino, siamo usciti allo stesso momento, forte he?”
Si, lui trovava qualsiasi cosa forte, ma a me poco importava in quel momento.
Dovevo dirglielo, dovevo proporglielo.
Presi così un bel respiro profondo e…
“Gli altri sono ancora dentro, quindi siamo i primi, che figa…”
“SHIKA!!!”
“Ueh? C-Che ho detto?”
Tirai fuori da dentro la maglietta il ciondolo del Wuji con lo Yin incastonato al suo interno.
“T-Ti piace? L’ho comprato oggi.” Gli chiesi grattandomi la guancia, scostando lo sguardo altrove.
“Mmmmh…” Lui si avvicinò,  chinando il capo e osservandolo più da vicino.
Mamma mia che imbarazzo, che si sbrigasse almeno.
“Che cos’è?”
“E’ u-un ciondolo portafortuna…s-si chiama Wuji.”
“Wuji?”
“Nh…La pietra nera con il pallino bianco incastonata al suo interno rappresenta lo Yin…” Tirai fuori la chiave col cilindro nero e il ciondolo con la pietra bianca.
“Questo invece rappresenta lo Yang.”
“Nh nh…” Per fortuna mi stava ad ascoltare.
Avevo una tremenda paura che non mi prendesse in considerazione.
“P-Per far si che…possa realizzarsi il desiderio che io ho espresso…a mente…ecco…è necessario che una persona a me cara mi aiuti a completarlo…aggiungendo questa pietra al ciondolo, come io ho fatto con l’altra.”
“Una persona a te cara?”
“S-Si…” Diventai ancor più rossa.
“Perché non chiedi a Choji allora?”
Sentii il mio cuore andare in frantumi.
Sapevo che non l’aveva fatto apposta, ma cazzo Shika, sensibilità zero proprio.
“So che fra voi due corre buon sangue, se vuoi te lo vado a chiamare.”
“N-No ti prego aspetta.”
Se non lo fermavo ci sarebbe andato veramente, ma quanto era stupido?
“Ecco…io volevo…che a completare il ciondolo…mi aiutassi tu…q-quindi…” Presi un ultima boccata d’ossigeno ed urlai:
“PER FAVORE SHIKAMARU NARA, COME PERSONA A ME CARA, AIUTAMI A COMPLETARE IL WUJI!!!”
Rimase in silenzio per qualche secondo, dopodichè si voltò sorridente.
Credevo avesse accettato.
“HA HA HA HA HA HA HA…”
Ma mai…mai…mi sarei aspettata che si mettesse a ridere, burlandosi di me.
“Andiamo Ino, i ciondoli non avverano i desideri…ti sei fatta ingannare, spero tu non l’abbia pagato parecchio.”
“S-Solo…20 Ryo.”
“20 RYO!? CON QUELLI CI MANGIO 3 CIOTOLE DI RAMEN DA ICHIRAKU!!!” E giù altre risate.
Si, si stava prendendo gioco di me.
Io avevo da tempo abbassato lo sguardo e chinato il capo.
Tremavo come una foglia…mi sentivo umiliata.
E come se non bastasse, erano usciti anche tutti gli altri.
“Avete capito insomma? Solo Ino poteva cadere in un tranello simile.”
Maledetto, mi stava facendo piangere.
Ma dovevo essere forte, più forte delle loro risate, più forte di tutto.
“Ino…”
“Choji…sta indietro per favore.” Le dissi atona, impassibile, col viso coperto da una ciocca di capelli.
“Dai mettilo via, anzi perché non te lo finisci da sola? Non hai bisogno che ti dia una mano.”
Fui rapida, veloce e molto, molto diretta.
Con cosa? Proprio con la mano.
Gli diedi uno schiaffo così forte da lasciargli lo stampo delle dita sulle guance, e il rumore anche fu così alto da rimbombare nel corridoio, ammutolendo tutti i presenti.
“…”
“Avevi ragione tu…dovevo chiedere a Choji di aiutarmi…DI SICURO LUI NON SI SAREBBE MESSO A RIDERE COME HAI FATTO TU ORA!!!”
“!!!”
“PERCHE’ A DIFFERENZA TUA LUI…MI RISPETTA…MI VUOLE BENE!!!...Sniff.”
“I-Ino…”
Un altro ceffone.
E stavolta sulla sinistra.
“STUPIDA IO AD ESSERMI INNAMORATA DI UNO COME TE!!!” E senza guardare in faccia nessuno corsi via, uscendo e correndo a perdifiato in direzione del sole che dietro le mura della città si apprestava a tramontare.
In quel momento credetti fermamente con tutto il cuore di aver vissuto la giornata più brutta della mia vita.

What's wrong with my tongue
These words keep slipping away
I stutter, I stumble
Like I've got nothing to say

Le luci delle lanterne di carta colorate addobbavano e abbellivano ogni via di Konoha.
Sembravano tante stelle scese dal cielo per assistere anche loro alla festa.
Già…la festa.
In quel momento mi sembrava tutto così sfocato, offuscato, per nulla entusiasmante.
Camminavo a sguardo basso, occhi spenti, con le braccia rilassate che ciondolavano.
Sembravo uno zombie.
Ed infatti si poteva anche dire che lo fossi.
Shikamaru mi aveva spezzato il cuore, e con esso anche l’anima.
Me la sentivo talmente fragile da aver paura anche solo di parlare col rischio di romperla.
Il mio girovagare per le vie della città mi condusse su di un ponte, dove sulla superfice del fiume al di sotto di esso si rifletteva la splendida figura piena della Luna.
Rimasi qualche istante ad osservarla, e nel momento in cui mi poggiai sentii qualcosa urtarmi il petto.
Tirai fuori il Wuji…era incompleto.
E di certo…lo sarebbe stato per sempre.
Quel ciondolo che avrebbe dovuto solo esprimere un mio desiderio mi aveva rovinato la serata…
Colma di rabbia me lo tolsi dal collo, facendomi anche male perché la catenina mi si incastrò fra i capelli un paio di volta, e lo gettai assieme al ciondolo dello Yang e alla chiave-sigillo non ancora utilizzata.
Mi sbarazzai insomma di quel fardello, di quell’oggetto colmo di tristi ricordi e scappai via, di corsa, verso la foresta lì accanto.
Volevo restare sola…fino all’alba di domani.
Peccato solo che qualcuno aveva piani ben diversi dai miei, e dopo essersi calato fin dentro il fiume, raccolse ciò che avevo buttato e se lo mise in tasca.
Chi fosse non ne avevo idea, sapevo solo che l’avrei rivisto presto.
“Anf…anf…anf…” Non ce la facevo più, avevo corso come una forsennata senza mai guardarmi indietro.
Superai l’ultimo albero e mi ritrovai di fronte ad un promontorio bello alto.
In cima ad esso una strana aura luminosa che rischiarava un poco il cielo.
Ciò mi parve strano, perché questo fenomeno avviene grazie all’inquinamento luminoso delle grandi città, e vicino a Konoha…non ce n’erano altre.
La più vicina…era distante chilometri, e non si poteva neanche definire metropoli.
Spinta dalla curiosità camminai in mezzo a quel bellissimo prato di un colore verde sfavillante, accompagnata dalla Luna che sopra la mia testa mi illuminava il cammino.
“M-Ma cosa.”
Non volevo crederci, ma in qualche modo ero finita sopra i volti di pietra, dove alcuni già si erano riuniti in anticipo per i fuochi d’artificio.
Già…perché da lì si sarebbero ammirati meglio.
Una lacrima, illuminata come una gemma preziosa, mi solcò il viso, scivolando leggiadra sulla mia pelle chiara.
In quel momento il mio pensiero andò al Kimono di mia madre, che non avrei potuto indossarlo per un evento tanto importante, rendendo così vani tutti gli sforzi e le richieste fatte a lei e a mio padre affinchè me lo prestassero anche solo una volta.
Il mio pensiero e il mio sguardo andò a quelle coppiette che attorno a me esprimevano la loro felicità, la loro gioia…gioia che io non avevo.
In quel momento…mi sentivo così sola.
I miei amici non c’erano, e anche se sarebbero arrivati più tardi, non sarebbero riusciti a colmare il vuoto che uno solo di loro mi aveva creato.
In quel momento…nei miei pensieri…comparve lui.
E fu in quell’istante che i fuochi d’artificio presero ad esplodere in cielo.
Quanto tempo era passato?
Mi guardai intorno, accorgendomi che le poche decine di persone ora erano centinaia, se non migliaia.
Bambini con palloncini in mano, sulle spalle dei loro genitori.
Riuscivo a distinguere anche la maestra Kurenai, difficile da non notare, con quel pancione.
Vidi in lontananza anche gli altri.
Naruto.
Sakura.
La tro…Hinata
Sasuke e le sue sciacquette.
Rock Lee.
Sai sempre con il treppiedi e il pennello in mano.
Ten Ten.
Neji e la sua immancabile bavetta alla bocca.
Shino.
Kiba che litigava con Akamaru.
E poi Choji.
Vederlo guardarsi intorno con aria preoccupata, in cerca del mio sguardo…dei miei capelli…di qualcosa che mi facesse risaltare per potermi trovare subito…mi riscaldò il cuore.
Si…forse…dovevo farlo completare a lui il Wuji.
Al mio migliore amico…
Scoppiai a piangere, mentre il suono nascosto dei fuochi copriva i miei singhiozzi.
Nessuno si accorgeva di me…ed era giusto così.

(Cause) I'm feeling nervous
Trying to be so perfect
Cause I know you're worth it
You're worth it
Yeah

“Tana.”
O forse si?
D’un tratto sentii qualcosa di pesante avvolgermi.
E quella voce…mi faceva sia male che stare bene.
“N-Non…” Abbassai lo sguardo e vidi quella stoffa così familiare.
“Il…mio…”
“Bello he? Choji mi ha dato le chiavi di casa tua per prenderlo, scusa se è sbrindellato ma ho voluto provarlo, mi stava bene dovevi vedermi…”
Mi voltai lentamente, con gli occhi sbarrati, incontrando i suoi, neri e semplici, ma così profondi.
“Abbiamo anche fatto uno scherzo a Neji, mi sono messo una parrucca bionda e Naruto lo ha portato sul tetto vicino alla finestra, così gli è bastato attivare il Byakugan per vomitare tutta la cen…”

Guess I'm wishing my life away
with these things I'll never say

Al diavolo Neji.
Al diavolo lo scherzo.
Al diavolo i fuochi.
Stavo mandando al diavolo qualsiasi cosa, il tutto mentre le mie labbra erano unite alle sue.
Dopo il settimo fuoco d’artificio dall’inizio del bacio mi separai abbassando lo sguardo.
“…W-Wow…a quanto pare…sei…contenta di vedermi.”
“S-Stupido…non ti ho…ancora perdonato…”
Lo vidi sorridere dolcemente, stringendomi a se e sfiorando la punta del naso col mio.
Era un’idiota ma quando faceva così perdevo la testa!!!
“E cosa aspetti a farlo?” Mi sussurrò con voce flebile, quasi sensuale, e a quel punto anche il mio orgoglio andò al diavolo.
Choji alla fine ci avvistò, ma vedendo come si stavano mettendo le cose, decise di lasciarci in pace, e di godersi i fuochi d’artificio con gli altri.
Una cosa era certa: si sentiva più sollevato.
“M-Ma…sei fradicio.”
“Eh eh.”
“Dove diavolo sei stato? Sei uscito dalla doccia e hai dimenticato di asciugarti?”
“E’ che nel fiume dicono che si possano pescare pesci di ottima qualità, così sono andato ma…” Frugò nelle tasche e tirò fuori un oggetto che mi fece avere l’ennesimo tuffo al cuore della giornata.
“…ho trovato solo questo.”
Il Wuji…ed era…
“C-Completo…”
Ridacchiò mostrando la sua chiave con la punta di colore nero.
“Tieni…questa è tua…” Dopodichè mostrò quella di colore bianco…la mia.
“E questa…la tengo io.”
“S-Scambio…di cuori…” Ormai tartagliavo soltanto, non riuscivo a mettere insieme una frase con più di 10 parole.
Nonostante la sua stupidità Shikamaru capì che ormai non riuscivo più a parlare, e così decise di utilizzare la mia bocca in un altro modo.
…NON QUELLO CHE PENSATE VOI MANIACI!!!
All’esplodere del fuoco d’artificio più grande, riunimmo le nostre labbra.
“Heh…” Intanto, una figura misteriosa nascosta dietro gli alberi ai piedi del promontorio si limitava ad osservare.
Akamaru fu il primo ad accorgersi di lui e corse subito di sotto ringhiandogli contro.
“Buono buono…” Mostrando poi lo Sharingan alla luna.
Aveva i capelli neri, e tre baffi su ogni guancia.
Sembrava Naruto, ma Moro.
“Non vi attaccherò…per ora. Vi farò godere questi ultimi atti di pace in tutta tranquillità...” Oltre allo Sharingan, il suo occhio divenne simile a quello della volpe.
“Tanto non ho fretta, io Menma, Jinchuuriki del Black Kyuubi, ho tutte le carte in regola per schiacciarvi quando desidero…”
Fiutando il pericolo Akamaru lo attaccò ma gli passò semplicemente attraverso.
Stupito si guardò intorno ma era troppo tardi.
Chiunque fosse…quel ragazzo era già sparito oltre la fitta boscaglia…senza lasciare traccia.

If I could say what I want to say
I'd say I wanna blow you...away
Be with you every night
Am I squeezing you too tight
If I could say what I want to see
I want to see you go down
On one knee
Marry me today
Guess, I'm wishing my life away
With these things I'll never say

“Allora? Come mi sta?”
Di fronte a me un’intera comitiva totalmente assuefatta dal sonno e dall’alcool.
“MA INSOMMA, PROPRIO ORA CHE MI SONO MESSA IL KIMONO…Shikaaaa…” Piagnucolai abbracciandolo, lui dal canto suo se la rideva di gusto, seduto su una roccia lì accanto.
“Lasciali fare, si sono scolati 4 bottiglie di Sakè, neanche Choji ha retto.”
Infatti a ben guardarlo era quello messo peggio di tutti.
Sorrisi anch’io, osservandoli con una premura più simile a quella di una madre che a quella di una loro amica, e mi avvicinai a quello che ormai si poteva definire il mio ragazzo, sedendomi sulle sue gambe e facendomi coccolare ancora un po’, fra baci, carezze e anche qualche palpatina di troppo.
“Shikaa…”
“Ok ok scusa…” Ridacchiò di nuovo.
“Voi uomini tutti uguali.” Sospirai, guardando i miei amici sdraiati ognuno in varie pose sull’erba.
“Sai…a volte è vero che le giornate che sembrano andare storte si concludono…” Mi girai a guardarlo.
“…Meglio di come sono iniziate.”
“Giusto, ottima osservazione.”
“Ed è per questo che di questa giornata…di questa splendida giornata di festa…voglio ricordare ogni cosa…”
“Nh?”
“Non solo i miei ricordi…voglio che anche quelli delle persone a me care si uniscano ai miei…così da poter condividere anche le loro gioie e le loro felicità…”
Lui abbassò lo sguardo, chiudendo gli occhi, per poi stringere ancor di più le mani sui fianchi.
“Beh? Ci riprovi?”
“Dai vai…”
“He?”
“So già cosa vuoi fare…” Mi baciò di nuovo…
“…Dopotutto mi conosci…” …Ed io ricambiai con molto piacere.
“…Ti reggo io…”
Osservai ancora una volta quel gruppo di ubriaconi privi di sensi davanti a me, e ridacchiando sussurrai:
“…Shudan Shintenshin No Jutsu.”

These things I'll never say

Ecco quindi come sono riuscita a raccontarvi anche le vicende dei miei compagni.
Peccato solo che il maestro Kakashi e il maestro Gai non abbiano partecipato.
“A proposito…che fine hanno fatto?”

31 Luglio.
Da qualche parte intorno le mura di Konoha.
“Anf…anf…anf…s-sono a 1999…ce la faro…arriverò in tempo per la festa…IL GRANDE ED IMBATTIBILE KAKASHI NON SI FERMERA’ DI FRONTE A NIENTE…UNO…anf…DUE…anf…TRE…anf…QUATTRO…anf…”
E il Maestro Gai?”
“…Nh…”
Finiva finalmente di leggere quel fottuto libro.
“…Forse era meglio non saperlo…vabbeh io vi saluto ragazzi…dalla vostra Ino Yamanaka.” Occhiolino. “Un caloroso abbraccio, ci rivediamo su Road To Ninja, Ja Nee.”

Fine
  
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