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Autore: giormoments    01/08/2012    2 recensioni
Zouis, AU!Harry Potter. Scritta per le #Gaylimpics del #thegays.
Una serie di movimenti dall’altra parte della Stanza lo costrinsero a distogliere l’attenzione da quel nettare prelibato nel suo calice ed il alzò il capo per vedere cosa, o meglio chi, avesse attirato il suo sguardo.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! O forse dovrei dire 'buonanotte!'? O meglio ancora, 'buongiorno!'?
Beh, alla fine sono pur sempre le 4.40 del mattino!

Comunque, torno a postare in occasione di un evento meraviglioso, le #Gaylimpics organizzate dalle geniali menti del #thegays.
Questa prima giornata di concorso è dedicata alle AU!Harry Potter.
Io ho scelto di scrivere di una coppia.. chiamiamola inusuale, per me, ovvero Zayn e Louis (aka zouis ♥).
Questa OS in particolare la dedico alla mia amata Beta che mi sopporta e supporta sempre :) La dedico anche alle mie compagne di squadra Gryffindor, in particolar modo a Rob che mi ha tenuto compagnia mentre la scrivevo *-*
Bene, dunque. Non so più che dire e mi sto logorando dal sonno, ergo vi lascio al disclaimer e me ne vado a nanna ^^

ATTENZIONE: questa storia contiene accenni, anche se lievi, di un rapporto gay. Se non vi piace, se siete contro l'omosessualità, fuori di qui.

(
Perdonatemi, qualora ci fossero, le ripetizioni. Sono il mio punto debole e ho cercato di eliminarle tutte, ma sicuramente mi è sfuggito qualcosa. Sono pur sempre le 5 del mattino! ♥)

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Da quando il Signore Oscuro era stato sconfitto definitivamente, la vita ad Hogwarts era decisamente migliorata.
Beh, migliorata forse non era la parola adatta: gli esami erano sempre molto difficili, lo studio era pesante, ma i controlli della sicurezza sicuramente più blandi - rispetto agli anni passati - rendevano la vita sicuramente più facile ai ‘festaioli’.
Come ad esempio quella sera.
Era una mite serata di maggio e la Stanza delle Necessità gli era venuta in soccorso, come al solito, rendendosi scenario di una delle numerose feste segrete di Hogwarts.
La Stanza era stata addobbata alla perfezione. I Serpeverde non gli facevano né caldo né freddo, ma in quel caso Zayn doveva ammetterlo, erano stati bravissimi.
E soprattutto stavolta si erano ricordati di specificare che le pareti dovevano essere insonorizzate. Non volevano di certo che la festa si concludesse, come l’ultima volta, ancor prima di iniziare, a causa dell’interruzione di Gazza, che non aveva esitato a buttare fuori tutti dalla Stanza in un battito d’ali di boccino.
C’erano tavoli, palloncini, festoni, un grammofono che sputava musica ad altissimo volume i successi più popolari delle Sorelle Stravagarie, mixati incredibilmente con dei successi babbani, ma soprattutto c’era una cosa che aveva attirato l’attenzione di Zayn non appena aveva messo piede in sala.
In fondo alla sala, accanto al grammofono, c’era un tavolo con sopra le bottiglie degli alcolici e numerosissimi pacchetti di sigarette.
Gli occhi di Zayn si illuminarono alla vista di quei pacchetti. Non capitava di certo spesso di trovarne alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e lui frequentava le feste praticamente solo per quelle. Ringraziava il mago, chiunque egli fosse, che era riuscito a procurarsele dal mondo dei Babbani e passarle sottobanco agli organizzatori del party, ne sentiva davvero la mancanza.
Si avvicinò al tavolo e prese a leggere le etichette degli alcolici: whisky incendiario, burrobirra, acquaviole.
C’erano anche delle bottiglie che Zayn non aveva mai visto. Erano trasparenti, immacolate ed il liquido al loro interno variava dal trasparente, al rosa pallido, al verde, all’arancione.
Come era possibile che alle feste non le avesse mai assaggiate?
Afferrò di colpo un ragazzino del secondo anno per la manica del mantello e con tono sicuramente poco cortese gli chiese: «Ei tu! Sai dirmi cos’è questa roba?»
Il ragazzino impallidì. Zayn di solito non rivolgeva la parola a nessuno se non ai suoi amici, due Tassorosso. Qualcosa come Liam e Niall..
«Allora? Vuoi rispondere o no? » esclamò con tono impaziente il moro.
«È.. Si chiama vodka, signore. È un alcolico babbano. Sono riusciti a portarla dentro insieme alle sigarette, questa volta» rispose il piccoletto, sperando che la risposta fosse esauriente e che Zayn lo lasciasse andare. Fortunatamente, il moro gli lasciò la manica ed il ragazzino fuggì all’istante, nemmeno avesse visto un troll di montagna. Zayn scosse la testa e osservò le etichette delle bottiglie. Erano tutte bottiglie di vodka, ma di gusti diversi. Fragola, pesca, menta, melone.
La frutta non lo ispirava più di tanto, quindi prese un calice dalla pila lì vicino, stappò la bottiglia di vodka alla menta e se ne verso mezzo calice, giusto per assaggiarla. Se non gli fosse piaciuta, avrebbe potuto comunque farla sparire, con o senza magia.
Si allontanò dal suo tavolo prendendo da uno dei pacchetti aperti un paio di sigarette, raggiungendo il suo posto preferito ad una festa: l’angolo più lontano e silenzioso.
Lasciando per un attimo il calice di vodka in bilico sul davanzale del finestrone alle sue spalle, con la bacchetta provocò una fiammella e si accese la sigaretta, inspirando subito il sapore amaro del tabacco che lo colpì all'istante alla gola. Dopo di che, con la sigaretta tra indice e medio della mano sinistra, afferrò il calice con la destra ed inspirando l’aroma di menta del liquido, lo avvicinò alla bocca e ne prese un primo sorso. Le sue papille gustative andarono in estasi.
Il liquore era forte, certo, ma quel sapore di menta lo rendeva così fresco e leggero da farlo andare giù come fosse idromele.
Una serie di movimenti dall’altra parte della Stanza lo costrinsero a distogliere l’attenzione da quel nettare prelibato nel suo calice ed il alzò il capo per vedere cosa, o meglio chi, avesse attirato il suo sguardo.
Dalla parte opposta della sala c’era un gruppetto di ragazzi che si divertivano. O meglio, due si divertivano, gli altri cinque, sei facevano i leccapiedi acclamandoli ed esaltandoli ancora di più. I due attori principali erano un Serpeverde ed un Grifondoro. Il Serpeverde era alto, fisico asciutto e capelli straordinariamente ricci, mentre il Grifondoro era leggermente più basso dell’amico, pelle bronzea e capelli castani con ciuffi che si disperdevano in tutte le direzioni.
Ad attirare la sua attenzione era stato un movimento del Grifondoro che, per afferrare con la bocca l’arachide che l’altro gli aveva tirato, era andato troppo indietro ed aveva finito per travolgere uno dei tavoli. Non appena si rese conto della quantità di occhi che aveva attirato su di sé, si scusò e gli altri tornarono ridendo alla loro festa. Tutti tranne Zayn, che continuava a guardare quel ragazzo. L’aveva incrociato spesso alle feste e altrettanto spesso nei corridoi.
Notava che lo fissava di frequente, come se volesse dirgli qualcosa, ma non si erano mai parlati. Doveva chiamarsi.. Louis Tomlinson e da quel che aveva sentito in giro era già al settimo anno, quindi aveva due anni più di lui. Il suo amico invece, il Serpeverde, era Harry Styles ed era al suo quarto anno. Lo conosceva perché.. beh, tutti conoscono Harry Styles ad Hogwarts. Con quel suo visino dolce e sfacciato si era ingraziato tutti i professori, era un ottimo giocatore di Quidditch ed oltretutto era un assiduo frequentatore di quelle feste clandestine insieme al suo amico Louis.
Anche in quell’occasione, Louis non gli staccava gli occhi azzurri di dosso. Zayn non sapeva se esserne infastidito o lusingato; fatto sta che sostenne quello scambio di sguardi per un buon lasso di tempo, quando però si rese conto che la sua sigaretta si stava ormai spegnendo solitaria tra le sue dita. Si maledisse per essersi distratto in tal modo e la buttò in uno dei contenitori che gli organizzatori avevano diligentemente messo a disposizione dei fumatori.
Notò con dispiacere che anche il liquido verde acceso nel suo calice era ormai finito, e lanciando un ultimo sguardo complice, e ricambiato, al Grifondoro, si diresse verso il tavolo degli alcolici.
Sgraffignò un pacchetto intero, infilandoselo nella tasca interna del mantello, poi fece il giro del tavolo per prendere da lì sotto una bottiglia ancora sigillata di vodka alla menta.
Aveva deciso che quella festa era diventata insopportabile. La musica era assordante e non di suo gusto, le Sorelle Stravagarie non gli erano mai andate a genio, e soprattutto tutti gli angoli appartati erano stati occupati dalle coppiette. Non voleva di certo starsene in mezzo a quelli che amoreggiavano e allo stesso tempo non voleva stare al centro dell’attenzione.
Con passo deciso si avviò verso il portone della Stanza delle Necessità e voltandosi un’ultima volta per scambiare uno sguardo fugace con il Grifondoro, abbandonò la sala chiassosa e si avviò di sottecchi verso il portone principale, guardandosi spesso le spalle per evitare spiacevoli sorprese da parte dei sorveglianti.
Sgattaiolò fuori, nel prato, e si sedette in un angolo isolato e solitario, tra rocce e cespugli, per potersi godere in pace quei piccoli tesori che aveva rubato alla festa.
Aprì il pacchetto di sigarette, ne estrasse una e se la accese, godendosela come non aveva potuto fare con quella che aveva acceso durante la festa.
Dopo un paio di boccate, tenendo la sigaretta tra le labbra, prese la bottiglia e la aprì, buttando fuori la terza boccata di fumo, prendendo la sigaretta tra le dita e bevendo due sorsate di vodka. Era proprio buona. Di certo ne avrebbe recuperato un altro paio di bottiglie, questo era certo.
Appoggiò leggermente la schiena alla roccia sporgente alle sue spalle, lasciò la bottiglia in bilico sull’erba e si rilassò ad occhi chiusi godendosi la sua sigaretta.
«Malik?» una voce lo colse di sorpresa, facendolo sobbalzare. Spalancò gli occhi in tempo per vedere una figura in controluce che si avvicinava. Strizzò leggermente gli occhi color nocciola per cercare di osservare meglio colui che lo aveva appena interrotto. Non appena la figura si fece più vicina, riconobbe nei suoi tratti il viso di quel Grifondoro, quel Tomlinson.
«Tomlinson, che cavolo, mi ha fatto prendere un colpo» disse con tono apatico Zayn.
«Scusa, non volevo spaventarti» si scusò con tono dolce il più grande, rimanendosene lì in piedi, in imbarazzo. Osservando che il moro non accennava ad invitarlo a rimanere con lui o ad andarsene, decise lui e si mise seduto al suo fianco. Zayn lo guardo con sguardo perplesso, ma poi lo distolse per espirare la boccata di fumo alzando il viso al cielo. Gli occhi di Louis erano sempre incollati al suo viso.
«Allora, che ci fai qui fuori, tutto solo?» chiese con tono curioso il Grifondoro.
«È questo il mio habitat naturale, a dire la verità» osservò il moro sempre con lo stesso tono impassibile avvicinando nuovamente la sigaretta alle labbra.
«Perché? Insomma, ti ho sempre visto alle feste e non pensavo fossi un tipo che preferisce starsene da solo sotto le stelle piuttosto che fare baldoria con un calice di whisky incendiario in mano!» sorrise, abbassando lo sguardo.
«Spesso le stelle hanno molto più da dire rispetto ad un calice di whisky incendiario. Loro.. Sono lassù, non ti giudicano, non ti stressano. Ti osservano e si lasciano osservare» disse Zayn a bassa voce, come se fosse perplesso, abbassando lo sguardo dal manto stellato alla sigaretta tra le sue dita, ormai quasi finita.
«Wow, se.. Se avessi saputo che le feste non ti piacciono poi così tanto, avrei cercato un altro modo per..» disse, lasciando poi la frase in sospeso, imbarazzato da ciò che aveva appena detto.
«Un altro modo? Per fare cosa?» chiese curioso il Corvonero, sorridendo di sottecchi l’altro, che aveva piantato lo sguardo sulla distesa d’erba vicino ai suoi piedi.
Notando che il più grande era notevolmente imbarazzato, Zayn sorrise e «Vuoi?» chiese, offrendogli la sigaretta.
«Io.. Io in realtà non l’ho mai provata. Sai com’è, non se ne trovano a Diagon Alley» sorrise l’altro, alzando finalmente gli occhi azzuri in quelli nocciola del più piccolo.
«Vuoi provare?» disse Zayn, tirando ormai le ultime due boccate d’aria rimaste a quella sigaretta, per spegnerla nel manto erboso e tirandone fuori un’altra dal pacchetto.
«Ok» asserì il più grande, facendosi avanti.
Zayn se l’accese, tirò la prima boccata e poi avvicinò la sigaretta alle labbra del più grande, che fece per prenderla con le proprie mani, ma Zayn le scacciò. Louis lo guardò con sguardo interrogativo e il moro avvicinò di nuovo la sigaretta alla bocca del più grande. Louis si avvicinò e avvolgendo con le labbra sottili il filtro, sfiorando anche le dita di Zayn, tirò la prima boccata. Inevitabilmente, iniziò a tossire ripetutamente.
«Oddio, soffoco!» esclamò ridendo, sputando tutto il fumo che aveva in bocca.
«Devi aspirare!» lo rimproverò il Corvonero, sorridendo, per poi fissarlo negli occhi. «Così» disse, senza staccare i suoi occhi da quelli del più grande.
Tirò il fumo, aprì la bocca ed aspirò, facendo vedere al più grande, molto lentamente, come fare.
Louis rimase imbambolato. Per lui quella era una visione a dir poco paradisiaca. Il ragazzo che gli piaceva, per cui aveva quasi un’ossessione, era davanti a lui e gli stava insegnando a fumare. E per di più non staccava un attimo i suoi occhi scuri dai suoi.
Prese coraggio e «Voglio riprovare», lo informò.
Zayn gli sorrise e con le sue dita avvicinò di nuovo la sigaretta alle labbra del più grande, che non esitò a tirare la prima boccata, sfiorando di nuovo con la bocca le dita del moro, ed aspirò. Prima di espirare il fumo però, si avvicinò pericolosamente alle labbra del Corvonero. Senza toccarle, ma così vicino che poteva quasi sfiorarle, ed espirò il fumo sulle sue labbra. Senza allontanarsi di un centimetro, gli chiese «Sono stato bravo?»
Zayn rimase sorpreso da quel gesto, ma nemmeno lui si schiodò da quella posizione. Quel Grifondoro lo attirava, chissà perché. «Bravo, sì. Sei stato bravo.» osservò, per poi continuare «Ti è piaciuto?», bevendo un lungo sorso dalla bottiglia di vodka.
«Non è male, ma ci sono molti sapori migliori» affermò il più grande.
«Ad esempio?» chiese curioso Zayn, mentre prendeva un’altra boccata dalla sigaretta.
«Ad esempio.. il sapore di menta» sussurrò Louis, senza staccare gli occhi dal viso del più piccolo, osservandolo mentre buttava fuori il fumo, ad una distanza praticamente inesistente dalla sua bocca. Zayn, dal canto suo, lo osservò prima incuriosito, poi consapevole e si avvicinò sempre di più alle labbra del più grande, sfiorandole leggermente.
Passò qualche secondo, in cui i due presero coscienza di quello che stava per accadere. A fare il primo passo verso il punto di non ritorno fu Zayn, incollando le sue labbra a quelle sottili del Grifondoro, che rispose immediatamente al bacio, schiudendo leggermente le labbra per far incontrare le loro lingue.
La sigaretta, fedele compagna delle notti solitarie del Corvonero, si perse nell’erba mentre le mani del moro si perdevano sul corpo del più grande, dai suoi capelli fini, al suo collo abbronzato, fino ad arrivare al suo sedere notevolmente sodo. Louis, dal canto suo, posò le sue mani sul collo ambrato del piccolo. Non sapeva nemmeno lui da quanto tempo desiderava quel genere di contatto con il moro ed ora finalmente ce l’aveva fatta. Sentiva le sue mani sul suo corpo, le sentiva muoversi ed accarezzarlo, e desiderava che quella notte non finisse più.
Le uniche testimoni di quella passione furono le stelle, compagne fidate. In quella notte mite di maggio avevano osservato la passione sbocciare tra i due giovani e ne erano certe, le stelle, che tra i due scene come quelle si sarebbero ripetute sempre più spesso.

  
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