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Autore: uri    01/08/2012    1 recensioni
Tratto dal I capitolo:
Ino entrò in casa dove non c’era nessuno. Probabilmente sua madre era ancora in negozio, mentre suo padre doveva essere anche lui dall’Hokage. Salì in camera sua, si tolse le scarpe e si buttò a peso morto sul letto. Si raggomitolò su un fianco e iniziò a piangere. Continuò a piangere fino a che non si addormentò. L’ultima immagine che ebbe prima di addormentarsi fu Sakura, ancora immobile nel suo letto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Nota: le frasi scritte con carattere diverso sono riprese dal manga

 

 

 

 

 

 

6. Ricordi lontani

 

 

 

 

Villa Uchiha era un’imponente abitazione d’epoca. I pavimenti erano ricoperti da tatami e le porte erano scorrevoli. Un giardino circondava la casa con un piccolo laghetto, dove una volta ci sguazzavano i pesci. Ora era vuoto.
Sasuke percorse le stanze della sua casa, soffermandosi in alcuni posti dove i ricordi erano più vivi.
Sua madre, che preparava la colazione e gli curava le ferite che si procurava durante gli allenamenti.
Suo padre, che badava più a suo fratello maggiore, ma che una volta gli aveva detto di essere orgoglioso di lui.
Infine Itachi: l’aveva odiato, di un odio che gli aveva corroso l’animo ma gli aveva voluto anche molto bene.
Il ragazzo entrò nella sua camera, era rimasto tutto come allora. Si avvicinò al comodino e prese in mano una fotografia che molti anni prima aveva abbassato.
La foto ritraeva il vecchio team 7: Kakashi stava ridendo sotto la maschera e appoggiava le mani sopra la sua testa e quella di Naruto; Sakura era in mezzo e sorrideva. Lui aveva lo sguardo truce, mentre Naruto lo guardava male digrignando i denti.
Si mise a sedere sul letto, continuando a guardare la foto e facendo scorrere le dita sulle figure.
Quanto tempo era passato da quei giorni felici. Doveva ammettere che a quel tempo si sentiva proprio bene, ma non abbastanza da decidere di abbandonare la vendetta.
Si sistemò meglio sul letto, appoggiando la schiena contro il muro e continuò a guardare il suo piccolo se stesso, spostando di tanto in tanto gli occhi su Naruto.
Un Sasuke dodicenne se ne stava tranquillamente seduto al suo posto quando un ragazzino, Naruto lo scemo della classe, si posizionò davanti a lui sopra il banchino e iniziò ad osservarlo da molto vicino. Una scintilla di in sopportazione scoccò tra i due. Però, all’improvviso, il biondo si sporse in avanti e le loro labbra si toccarono per pochi secondi. Velocemente si staccarono ed iniziarono a tossire per lo schifo, tenendosi le mani al collo mentre un ragazzo si stava scusando per aver provocato quella situazione.
Sasuke sorrise impercettibilmente a quel ricordo. Poi si ricordò della sua partenza da Konoha e della conversazione avuta con Naruto alla Valle dell’Epilogo.
Due ragazzi stavano combattendo.
<< Accidenti a te. Mi hai colpito sul serio. >> disse il biondo, pulendosi l’acqua dal viso.
<< Esatto. Ti ho colpito con l’intenzione di ucciderti. >> gli disse il moro con sguardo vuoto.
<< Vorresti dire che ormai per te…..io non conto più nulla?! >> la voce gli tremava << Tutto quello che abbiamo fatto col gruppo 7…..per te non ha avuto alcun significato?! >>
<< No. Non è stato privo di significato. Perché tu sei diventato…..il mio più caro amico. >> lo guardò fisso negli occhi << Perché essendo mio amico…..vale la pena ucciderti. >>
Dopo quel combattimento passò qualche anno prima di rincontrarlo di nuovo. In quegli anni non aveva fatto altro che allenarsi, notte e giorno, per diventare più forte e poter compiere la propria vendetta. Ma quando scoprì la verità su Itachi, tutto cambiò e cominciò a vedere Konoha come la causa dei suoi dolori. Quando si rincontrarono, dopo che lui aveva ucciso Danzo, Naruto gli disse delle parole che ancora portava dentro di sé.
<< Inoltre dovresti aver capito che se combattessimo…….moriremmo entrambi. Se attaccherai Konoha sarò costretto a combatterti. Conserva il tuo odio per allora e sfogalo tutto su di me. Io sono il solo che può sorbire il tuo odio! Nessun altro è in grado di farlo! Morirò con te facendomi carico della tua rabbia! >>
<< Perché? Cos’è che vuoi? Perché ti sto così a cuore? >>
<< Perché sei mio amico! >>
Naruto si era sbagliato su tutta la linea.
Durante la guerra non erano morti, anche se ci erano andati vicino. E nel loro ultimo scontro era stato solo Naruto a rimetterci le penne. Sasuke sorrise un pochino che, però, si spense subito. Si alzò dal letto e rimise la fotografia sul comodino, poi uscì per preparare l’arrivo di Sakura.
 
 
 
Hinata stava passeggiando per le vie del villaggio. In quegli ultimi giorni si era un po’ ripresa e aveva deciso di riprendere la sua normale vita. Ma non era così facile. Ogni luogo, ogni suono, ogni odore le ricordava Naruto.
Svoltò in una stradina e si ritrovò nella via dove aveva abitato Naruto. Percorse gli scalini lentamente e arrivò davanti alla porta. Prese le chiavi e le infilò nella toppa, aprendo la porta. Nella piccola abitazione c’era il solito disordine: vestiti sparsi qua e là, letto sfatto. Hinata si tolse le scarpe, appoggiò la borsa sul tavolo al centro della stanza e si buttò sul letto, tirando a sé le coperte. Avevano ancora il suo dolce profumo. Aprì la finestra per mandare via l’odore di chiuso che si era creato in sei mesi d’assenza. Poi si rimise nella precedente posizione: gambe al petto e le coperte sopra di esse.
Dolci ricordi affiorarono nella sua mente. Aveva sempre ammirato il biondo, il suo spirito forte e la sua tenacia a non arrendersi mai. Era stato un esempio per lei. Arrossì al ricordo di quando gli aveva confessato il suo amore durante lo scontro con Pain.
<< Tu mi hai cambiata! Il tuo sorriso mi ha salvata! Quindi se è per difenderti, morire non mi fa alcuna paura!
Perché io….ti amo! >>
Nascose la testa tra le ginocchia: si vergognava ancora. Sarà stato l’impeto del momento, ma non si era mai pentita di quello che aveva fatto. Solo pensava che dopo quella dichiarazione Naruto le avrebbe risposto, ma poi iniziò la guerra e Naruto fu molto occupato, come tutti loro.
Dopo che la guerra finì, Hinata, spronata da Sakura, aveva deciso di riconfessargli i suoi sentimenti, ma Naruto l’aveva preceduta. Un giorno era venuto a casa sua e nel giardino le aveva detto che aveva fatto chiarezza nel suo cuore e che l’unica persona che davvero amava era lei. Naturalmente aveva usato altre parole, ma comunque bellissime. Dopo aver passato tanto tempo insieme avevano deciso di andare ad abitare insieme e poi lui le aveva chiesto di sposarlo.
Le sembrava di aver vissuto un bellissimo sogno che ora si era trasformato in un incubo. Hinata scosse la testa e si batté le mani sulle guance, doveva riprendersi e smettere di avere quei pensieri.
Si sdraiò sul letto e si coprì con le coperte. Inspirò l’odore del cuscino e piano, piano si addormentò.
 
 
 
Il sole stava per tramontare dietro le montagne e il cielo si era colorato d’arancio. Una ragazza dai capelli rosa si stava dirigendo verso una tomba, schiacciando l’erba con le ruote della sua sedia a rotelle. Era quasi arrivata, mancava poco.
Si fermò davanti alla lapide e, con un po’ di fatica, pose dei fiori davanti ad essa. Restò in silenzio osservando la tomba del suo migliore amico. Quanto le mancava!
Come avrebbe fatto a stare senza di lui. Aveva sempre potuto contare su di lui, era stato il suo punto di riferimento.
<< Naruto…..ti prego….ti scongiuro….riporta indietro Sasuke! Io non ci sono riuscita! Io non l’ho potuta fermare! Forse sei l’unico, Naruto….che può fermare e salvare Sasuke. >>
<< Tu adori Sasuke…..quindi riesco a capire fin troppo bene quanto tu stia soffrendo. >>
<< Grazie…Naruto. >>
<< Vedrai che Sasuke te lo riporterò io! Te lo prometto! >>
A quel tempo era una ragazzina sciocca. Aveva continuato ad affidarsi a Naruto, caricandolo di un peso insopportabile.
Furono le parole di Sai a farle aprire gli occhi e a farle comprendere i suoi sbagli.
<< E’ come una maledizione. Naruto sta soffrendo per colpa di Sasuke…..ma anche per colpa tua,
non credi? >>
Aveva cercato di rimediare a modo suo.
<< Perché non lo capisci allora?! Ormai non provo nulla per quel criminale di Sasuke!Quindi la tua promessa non mi importa più! >>
<< Non è più una questione di promesse. Anche se non ti avessi mai fatto quella promessa vorrei salvare Sasuke per me stesso. >>
Quelle parole l’avevano colpita e non se l’era sentita di dirgli la verità.
L’immagine dell’Uchiha le apparì nella mente. Un tempo l’aveva amato, anche dopo che se ne era andato con Orochimaru, anche dopo che aveva tradito Konoha, anche dopo che si era alleato con Madara, anche dopo che era scoppiata la guerra e persino dopo che non aveva avuto più sue notizie. L’aveva amato, ma ora cosa provava per lui? Odio, ma forse era più delusione e rabbia, tanta rabbia.
Aveva tentato tante volte di uccidere Naruto, ma in qualche modo non ci era mai riuscito. E ora, invece, ce l’aveva fata. Per di più doveva vivere con lui sotto lo stesso tetto. Non gli avrebbe rivolto parole gentili, se lo poteva scordare.
Il sole era quasi del tutto sparito, Sakura salutò il posto in cui adesso riposava Naruto e si diresse verso villa Uchiha.
Questa volta non l’avrebbe perdonato.
 
 
 
Angolo dell’uri:
Scusate il ritardo!!! Comunque ecco il sesto capitolo. Spero che vi piaccia!
Nel prossimo i protagonisti saranno solo Sasuke e Sakura, chissà cosa combineranno?
Ci vediamo al prossimo!   
   
 
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