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Autore: _ki_    01/08/2012    2 recensioni
Louis non era mai stato bravo a nascondino. Odiava nascondersi perché rimanere fermo gli metteva ansia, odiava scovare gli altri perché pensava di non essere abbastanza intelligente per capire quali fossero i nascondigli scelti dagli amici -e poi nascondino era un gioco stupido, Louis lo sapeva a dieci anni tanto quanto lo sapeva adesso che ne aveva diciassette.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing, Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Io questa cosa non ho idea da dove l’ho tirata fuori. Giuro. Per le Gaylimpiadi in atto sul #THEGAYS in questi tre giorni, HogwartsAU ambientata il giorno dello scontro tra la scuola e Voldemort. Un po’ angst, molto non-sense e, come al solito, molto fluff. Però per una volta non è una Larry, non siete contente? :D

Ok, mi ritiro, è meglio. Esco ad incontrare la mia beta di fiducia, che però non ha visto quest’ultima cosa, quindi mi scuso anche per tutti gli errori che ci saranno.

Addio, miei amati :3 (?)

_ki_

 

Voglia di ascoltare musica mentre leggete? The fray - you found me

 

 

Just a little late - You found me

 

«Torno tra dieci minuti».

Lo aveva lasciato lì, sotto quel pilastro che gli schiacciava le ossa, con un sorriso sulle labbra e il cuore che urlava Resisti finché non torno!

Farsi crollare un pilastro di pietra sulla pancia? Forse non era stata la mossa più intelligente della sua vita -sicuramente aveva fatto di meglio.

Louis non era mai stato bravo a nascondino. Odiava nascondersi perché rimanere fermo gli metteva ansia, odiava scovare gli altri perché pensava di non essere abbastanza intelligente per capire quali fossero i nascondigli scelti dagli amici -e poi nascondino era un gioco stupido, Louis lo sapeva a dieci anni tanto quanto lo sapeva adesso che ne aveva diciassette.

Louis però aveva sempre giocato a nascondino. Non si tirava mai indietro quando si parlava di giochi, risate e sfide. Aveva giocato a nascondino anche con Liam, quando lo aveva scovato tra gli scaffali polverosi della biblioteca. Si avvicinava un po’, quel tanto per far capire al più piccolo che lui c’era ed era interessato, e poi si nascondeva, dietro ad una battuta, dietro ad una risata così come dietro al ritratto della Signora Grassa e alle sue parole d’ordine improponibili.

Avevano giocato per un anno intero, a questo nascondino. Liam all’inizio era un ragazzino timido del quinto anno, protetto dal mondo da uno scudo di libri, bravo a nascondersi quanto negato a scovare. Louis si era stancato così tante volte di farsi rincorrere che un po’ sospettava fosse stato il contrario -Liam che si nascondeva dietro le sue muraglie di “Sei troppo impertinente, non mi interessi” e “Davvero vorresti uno come me?” e Louis che penava nel cercarlo. Poi la guerra era entrata dal portone principale del castello ed aveva amplificato di mille volte quel rincorrersi e fuggire.

Louis non sapeva quando aveva cominciato a smettere di respingere i Mangiamorte e cominciato invece a correre verso qualsiasi direzione potesse trovarsi Liam. Era stato stupido, impulsivo e incosciente come era sempre stato in diciassette anni che era al mondo. Come era finito sotto un pilastro?

La mente cominciava già a sfumare i ricordi più recenti. Ricordava di star correndo per le scale in cerca di qualche viso familiare per potersi informare su Liam. Dov’era Liam? Solo il giorno prima era riuscito a baciarlo per la prima volta e ora già non riusciva più a passare un minuto senza preoccuparsi per lui.

Poi c’era stata un’esplosione. Louis ricordava di aver guardato nella direzione del suono, mentre ancora correva -non poteva fermarsi, doveva trovare Liam, accertarsi che stesse bene e baciarlo un’altra volta, perché i Mangiamorte erano dappertutto e davvero non voleva concludere la sua vita sapendo che, in quell’anno trascorso a giocare ad uno stupido gioco che odiava, avrebbe potuto fare molto di più.

Poi il muro gli era crollato addosso. Louis avrebbe potuto impugnare saldamente la bacchetta e fare un incantesimo per proteggersi, forse un Wingardium Leviosa per bloccare le macerie che stavano precipitando su di lui. Ma non ce l’aveva fatta. Non era mai stato il più brillante degli studenti durante i Duelli, né il più reattivo. Forse se avesse dato più ascolto ai professori non si sarebbe trovato in quella situazione? Non aveva voglia di pensarci, adesso.

Liam era arrivato qualcosa come mezz’ora dopo la sua sepoltura tra le macerie. L’aveva sentito da lontano, con le orecchie che fischiavano e la vista sfocata che non riusciva più neanche a inquadrare il soffitto crepato sopra di lui. Aveva udito il rumore sordo delle ginocchia che impattavano contro il suolo e il viso arrossato e preoccupatissimo di Liam entrare nel suo campo visivo. Aveva cercato di sbattere le palpebre, per mettere a fuoco gli occhi acquosi del ragazzo.

«Ma dove cazzo eri finito?» gli aveva urlato contro Liam, agitatissimo.

«Ehi, no-n essere volgare»; Liam -Louis lo aveva capito dall’angolazione della linea delle labbra, dal naso arricciato e dagli occhi ancora più lucidi- gli avrebbe volentieri tirato un pugno per essere così inopportuno in una situazione del genere; era sempre Liam, d’altronde, a riprendere Louis nei suoi momenti di indelicatezza, e il fatto che Louis trovasse giusto scherzarci sopra proprio in un momento simile doveva mandarlo in bestia.

«Ce-ce la fai a tirarmi fuo-ri?» gli aveva allora chiesto il più grande, per far cambiare espressione al ragazzo -e perché doveva aver qualcosa come la gabbia toracica schiacciata, data la fatica che faceva per fare anche un solo respiro. E poi Liam gli aveva mostrato la bacchetta rotta.

Era successo tutto molto in fretta. Liam aveva detto che sarebbe andato a cercare qualcuno, che ci avrebbe messo solo un attimo, che Louis non doveva morire e non sarebbe morto oggi; poi lo aveva baciato e Louis l’aveva trattenuto per la nuca con la mano che ancora riusciva a muovere, giusto un po’, perché sapeva che le lacrime di Liam non sarebbero state nascoste ancora a lungo e Louis non sarebbe stato lì per scovarle.

«Tu non ti muovi e io torno subito. Torno tra dieci minuti» gli aveva detto Liam, alzandosi e correndo via, con un sorriso sulle labbra perché l’aveva trovato e il cuore spaccato in due perché rischiava di perderlo.

E dove avrebbe potuto andare? Aveva perso la sensibilità delle gambe e sapeva che non sarebbe riuscito a mantenere gli occhi aperti ancora a lungo.

Ma forse Liam intendeva altro? Non fuggire di nuovo, che ti ho appena trovato.

D’altronde -pensò Louis mentre riposava gli occhi stanchi solo un secondo, solo per un attimo- era giusto un po’ in ritardo, ma alla fine Liam era riuscito a trovarlo.

   
 
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