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Autore: frankyfitzgerald    01/08/2012    10 recensioni
Derek e Stiles, un licantropo e un umano con una connessione in più rispetto alle altre. Che tutto questo possa essere l'inizio di una nuova amicizia?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con l'ennesima Sterek. Lo so, ormai scrivo quasi solamente di questo, ma potete darmi torto?
Questa OS la dedico a due mie amiche che mi hanno spinta a scriverla: @thatsclaudia e @alfieisgrande ♥

Commentatela please, fatelo per me e per il video che mi ha ispirata, suvvia!

 


La pioggia cadeva ormai da ore e stava annacquando tutto il territorio circostante,ma a lui non importava, non gli interessava di bagnarsi o di sporcarsi la giacca di pelle che aveva indossato velocemente prima di uscire di casa. La notte scura lo abbracciava con i suoi gelidi arti e faceva partire dei brividi lungo la colonna vertebrale che lo facevano sentire più insicuro e sconvolto di quanto non fosse già di suo.
La sua vita era già abbastanza incasinata di suo, non bastava essere il migliore amico di un lupo mannaro che aveva come ragazza una cacciatrice di suoi simili,ma doveva avere anche un padre ubriacone e una cotta stratosferica per una ragazza che non lo avrebbe mai notato nemmeno se l'avessero pagata.
Quella sera era stata la peggiore di tutte le altre e a seguito di una litigata con il padre si era deciso ad uscire da quella casa per evitare di indurlo all'ennesima rottura di bottiglia.

E' colpa tua,solo colpa tua se tua madre è morta. Sei stato tu ad ucciderla .

Quelle parole continuavano a scorrere nella sua testa a tutta velocità impedendogli di pensare,anche se solo per un secondo, a qualcos'altro. Era davvero stato lui la causa della morte della madre? Sarebbe ancora stata viva se non fosse stato per lui? Ci era voluto il licenziamento del padre per portarlo agli estremi delle sue reazioni e fargli dire quelle parole, ma lui gli credeva perchè d'altronde la verità si dice sempre da ubriachi, o no?
Stava camminando ormai da ore e, poiché non si era posto una meta precisa, aveva finito per capitare nel bosco disabitato dove si trovava la casa, nonché il rifugio, di Derek Hale. Avrebbe dovuto evitarlo, per il bene suo e di Scott, ma non gli importava di scatenare la sua ira in quel momento, anzi, era proprio quello che voleva fare. Voleva finire nei casini e non avere altra via d'uscita.
Arrivò davanti alla casa di Derek e vi si fermò davanti. Le pareti di legno gocciolavano copiosamente e il tetto lasciava che filoni d'acqua gli scorressero sopra per poi cadere sul terreno provocando un frastuono particolarmente forte. Il buio che circondava l'abitazione la rendeva ancora più sinistra di quanto non fosse normalmente di suo, ma c'era qualcosa che gli impediva di averne così tanta paura quanta ne avrebbe dovuta avere.

« Derek!» strinse i pugni e urlò con tutta la forza che risiedeva nel suo debole corpo privo di muscoli chiudendo gli occhi abbastanza da impedire che l'acqua vi si infilasse ostruendogli completamente la vista. Era consapevole del fatto che disturbare il lupo nella sua tana lo avrebbe fatto solamente irritare più di quanto non lo fosse già di suo e normalmente nessuno avrebbe mai pensato che lui potesse essere così stupido da fare una cosa del genere, ma, date le circostanze, non riusciva più a sopportare tutto quello che stava succedendo e tutto ciò che lo circondava e l'unica sua scelta era rimasta lui, la persona che lo tollerava meno al mondo.
Aspettò una decina di minuti in silenzio,ma non vide nemmeno una foglia muoversi e iniziò a pensare che la sua solita sfortuna lo avesse portato nei paraggi il giorno in cui lui non si trovava a casa, quindi fece per girarsi, ma non appena lo fece si trovò faccia a faccia con l'espressione torva del lupo mannaro la cui presenza era stata invocata pochi minuti addietro.
Lui non mosse un muscolo,lo stava fissando con gli occhi socchiusi mentre i suoi capelli castano scuro completamente spettinati venivano bagnati dalla pioggia torrenziale. I suoi vestiti, come al solito, erano in perfetto stato e le sue mani cadevano lungo il suo corpo pronte ad afferrare qualsiasi cosa gli avesse sbarrato la strada. Nel momento in cui lo guardò negli occhi e si trovò 'a contatto' con il suo sguardo gelido si chiese perchè aveva deciso di recarsi in quel luogo, era così sconsiderata come azione e iniziava a pentirsene, ma ormai era li.

« Che diamine ci fai qui? Dov'è il suo amico, McCall?
» la voce di Derek come al solito non mancava di incutere un qualche sentimento di terrore nel cuore del ragazzo che lo fissava con fare incerto. Non sapeva cosa rispondere a quella domanda, non sapeva nemmeno lui il motivo preciso per cui si era recato proprio da lui e non da Scott, come avrebbe fatto ogni altra volta. D'altronde che cosa c'era di sbagliato nella solita routine? La madre di Scott lo avrebbe accolto a braccia aperte e gli avrebbe versato una tazza di latte caldo da mangiare con i suoi biscotti preferiti, si sarebbe sbattuto sul divano dove avrebbe guardato della sana televisione con il suo migliore amico che lo avrebbe ossessionato con le sue paranoie da adolescente innamorato e lui avrebbe fatto qualche battuta sarcastica sulla relazione quasi impossibile che stava conducendo prima di recarsi nella camera degli ospiti dove avrebbe alloggiato per uno o due giorni. Ma invece quella volta aveva deciso di andare da lui, aveva deciso di rischiare e di recarsi da quello schizzato che aveva sempre criticato con fare cinico e sarcastico. « Stilinski, mi senti?» Derek gli diede una spinta leggera che lo fece barcollare all'indietro facendolo cadere in una pozza che gli tendeva un agguato alle sue spalle. Si alzò con i gomiti facendo perno sul braccio destro e si pulì la faccia con la manica sinistra cercando di mantenere un minimo di equilibrio. « Non ho parole.» Esordì Derek dandogli una mano per aiutarlo ad alzarsi e gli fece un cenno per indicargli di entrare in casa con lui. Stava per entrare nella tana del lupo e sapeva che avrebbe dovuto evitare quella cosa a tutti i costi, ma si fidava di Derek, per qualche strano motivo lo aveva sempre difeso e gli aveva salvato la vita più di una volta e anche se lui ci aveva provato solo una volta a ricambiare il favore, gli riconosceva il fatto di aver continuato a farlo con lui nonostante tutto.
Il pavimento della casa scricchiolava sotto i loro piedi e a ogni passo che facevano sembrava che potesse cedere sotto i loro stessi piedi,ma Stiles cercava di mantenere la calma,d'altronde che altro poteva fare? Derek lo condusse in una stanza dove era acceso un piccolissimo fuoco in un caminetto che doveva essere stato abbandonato anni addietro e vi si sedette accanto aspettando che lui facesse lo stesso. Era strano essere in sua presenza senza avere l'urgenza di scappare o di levarsi da qualche guaio, ma dato il suo passato complesso con la storia della sua famiglia sapeva che lui poteva capirlo e che non avrebbe avuto bisogno di spiegarsi oltre. Si accomodò al suo fianco e gli spiegò tutto quello che era successo senza però accennare al perchè aveva deciso di andare proprio da lui, sperava che quella parte del discorso venisse oscurata dalla sua risposta e così fu.
Derek stette in silenzio durante tutta la sua valanga di parole e lo lasciò finire stando ad ascoltare attentamente ogni singola cosa e accennando ogni tanto per far capire che stava seguendo quanto gli veniva detto.
Alla fine del racconto Stiles si voltò verso di lui e lo colse mentre guardava fisso il muro,come se sopra di esso vi fosse qualcosa di ipnotizzante che avesse colto la sua attenzione
« Mi stai ascoltando?» chiese con tono incerto nella speranza di non farlo arrabbiare in alcun modo poiché non voleva essere vittima del suo ennesimo attacco di rabbia. Derek annuì lentamente e si voltò verso di lui in modo lento stupendolo completamente: non era imbronciato,per la prima volta il suo viso era sereno e gli stava sorridendo, stava sorridendo a lui.
« So quello a cui stai pensando in questo momento: che c'è qualcosa che non va in te, ma voglio che tu sappia che non c'è nulla di sbagliato.» il suo tono di voce era imperturbabile « Tu non sei la causa della morte di tua madre,tu non sei l'artefice di un avvenimento così tragico. E oggi ti ho portato in questa casa non perchè non volessi rimanere all'esterno, ma perchè per quanto mi sia possibile provare qualcosa, la sola idea di saperti così straziato mi stringe il cuore, o almeno quello che ne rimane.»
Stiles rimase a bocca aperta, non pensava di contare così tanto per lui, per la persona che aveva provato più di una volta ad uccidere il suo migliore amico. Le sue frasi continuavano a scorrere nel suo cervello senza dargli pace: lui l'aveva salvato perchè non voleva che morisse,perchè voleva che lui rimanesse in vita. Il sorriso di Derek non scomparve nemmeno un secondo e immediatamente provocò anche quello di Stiles che gli diede una leggera gomitata amichevole « Tutto questo non ti da alcuna libertà.» ringhiò lui di rimando facendo fare un salto indietro a Stiles. Derek scoppiò a ridere e appoggiò la testa contro il muro mentre fuori l'acqua continuava a scorrere veloce contro le pareti della casa.
Passarono la serata tra parole e silenzi e la mattina dopo Derek accompagnò Stiles a casa, anche se questo non lo sapeva; lo seguì rimanendo a debita distanza, non voleva che il padre gli facesse qualcosa, quindi aveva deciso di accertarsene di persona e se ne andò solo quando lo vide abbracciare il proprio figlio chiedendogli scusa per quanto era stato detto meno di dodici ore prima.
La strada verso casa fu molto più lunga del solito quel giorno,ma gli diede la possibilità di pensare:
che quello potesse essere l'inizio di una nuova amicizia?

  
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