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Autore: ItsMilersh_    01/08/2012    1 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo ancora la flebo attaccato al braccio. Mi sentivo debole e avevo un gran mal di testa. Con fatica aprii gli occhi. Vidi dei cerotti sul braccio sinistro.
Mi toccai la fronte e sentii la presenza di una benda. Non ricordavo niente prima di quel momento.
Alzai gli occhi e vidi un ragazzo seduto su una sedia che dormiva.
“Hei, tu!”- Provai a chiamarlo.
“Heiiii!”- Ritentai.
Ma il ragazzo non si muoveva.
Mi guardai intorno e sul piccolo tavolino accanto al letto trovai una benda arrotolata.
La presi e la scagliai contro il ragazzo.
Questo si svegliò improvvisamente e per lo spavento quasi non cadde dalla sedia.
Ancora intontito mi chiese: “Che c'è? Che succede? Devo chiamare l'infermiera?”
“No, devi spiegarmi chi sei tu, cosa ci fai qui, perché sei nella mia stanza, che ci faccio io qui e perché non sono a casa mia.”
Il ragazzo rimase zitto pochi secondi.
Poi iniziò a passare la lingua sulle sue labbra e a balbettare qualcosa di incomprensibile.
“Se tu non ce la fai ma l'infermiera può rispondere a queste domande chiamala pure.”- dissi io.
Lui si sistemò i capelli con un movimento strano e poi disse: “No, no. Ora ti spiego.”
“Finalmente!”- Lo interruppi.
“Bhe hai avuto un piccolo incidente, cosi ti abbiamo portato in ospedale e a quanto pare hai perso parzialmente la memoria.”
“Fortunata! E comunque hai tralasciato una cosa. Chi diavolo sei tu?”
Tacque per alcuni secondi e poi disse quasi esitando di voler dare una risposta a quella domanda a cui gli sembrava tanto difficile rispondere: “Io sono ... Sono il tuo fidanzato.”
“Il mio cosa?!”- Esclamai sorpresa.
Lui si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.
Lo fissai per qualche minuto e poi dissi: “Hei, ma va tutto bene? Mi sembri teso e preoccupato. Io mi sono svegliata quindi non ti devi preoccupare.”
“Non sei tu, sono io. Il fatto è che...”
“Che hai paura che tutto non torni come era prima. Che ora che non ho idea di chi tu sia hai paura di perdere il tuo amore?
E' anche vero che non posso lanciarmi tra le braccia di uno che forse mi sta prendendo in giro, ma se davvero ti ho amato prima dell'incidente, non è detto che tu non mi possa far innamorare di te di nuovo.”- conclusi sorridendo.
Lui si calmò e si risedette.
“Ora va meglio?”
Lui annuì.
“E quindi il mio ragazzo si chiama?”
“Harry.” - disse sfoggiando un sorriso rilassato.
“Davvero un piacere conoscerti, Harry.”
Bussarono alla porta e all'unisono io e Harry dicemmo alla persona di entrare.
“Amore mio, sei sveglia. Finalmente.” -disse mia madre correndo verso il letto con le braccia aperte. Di lei mi ricordavo, come del resto ricordavo anche tutta la mia famiglia.
“Non sai quanto ero preoccupata. Ti ricordi di lui?'”- mi chiese indicando il ragazzo.
“Sì, mamma. Mi ricordo di Harry.”- non era la verità ma non volevo farla preoccupare anche perché speravo che Harry sarebbe stato capace di farmi ricordare tutto quello che non sapevo più.
“È rimasto qui per tre giorni, fino a che tu non ti sei svegliata. Amore sono felicissima.” -continuava ad esultare mia madre, dandomi abbracci e baci.
 
Dopo qualche minuto entrò anche il dottore in compagnia di un'infermiera. Facevano abbastanza ridere uno accanto all'altra. Lui alto quasi due metri, di bianco vestito come si addice a un medico, con capelli brizzolati e un paio di strani baffi neri che sembravano fare il solletico al naso. Lei alta un metro e cinquanta, non molto di più, con una montagna di capelli castani raccolti in una grande coda di cavallo e un rossetto rosso che ti colpiva al primo sguardo. Entrambi con una cartellina in mano.
Prese parola l'uomo: “Buongiorno!”- disse guardandomi – “finalmente si è risvegliata. Ricorda i suoi due parenti presenti in questa stanza?”
“Sì, dottore, si ricorda perfettamente.” - rispose mia madre.
La guardai e poi dissi: “Sì dottore, mi scusi ma mia madre è felice e non si riesce a contenere.”
L’infermiera rossetto rosso fuoco sogghignò e si nascose dietro la cartellina, ma i suoi occhi ridenti si potevano ancora vedere.
“Perfetto. Ha subito semplicemente una *bla bla bla bla bla bla*”
Mi ero appena ripresa da una fortissima botta in testa che mi aveva causato la perdita parziale della memoria e questo mi volevo affogare con tutti paroloni tecnici che nessuno mai ascolta.
Quando il medico smise, annuii con la testa e lui aggiunse: “Comunque non si preoccupi signorina, siamo sicuri che lei è in un buone mani e la sua famiglia e gli amici la aiuteranno a ricordare.”
“Grazie mille dottore.” – dissi alzandomi leggermente dal letto per porgli la mano.
“Fra qualche ora passerà la mia collega qui presente e potrà raccogliere le sue cose e tornare a casa con sua madre.”
Tutti e tre annuimmo e la strana coppia uscì dalla stanza.
 
Dopo qualche ora passata a parlare con mia madre che continuava ad andare avanti e indietro e portarmi da mangiare e da bere, e con Harry, arrivò l'infermiera rossetto rosso fuoco e col suo aiuto raccogliemmo le mie cose e potemmo uscire dalla stanza di ospedale.
Entrammo in macchina e mia mamma messe le mani sul volante esclamò: “Torniamo a casa amore!”
  
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