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Autore: Mariii    01/08/2012    8 recensioni
Una brava ragazza può essere in pericolo.
Non uscire di casa non significa non essere trovati.
Non cercare il diavolo non significa che lui non stia cercando te.
Non chiudere la porta. Tanto non serve; sono già dentro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 PRIMO CAPITOLO: Scherzo del destino


Mmm...Da dove comincio...
Abby William era una ragazza acqua e sapone, studiosa, gentile e riservata.
Non amava uscire, andare alle feste, scappare per una serata "trasgressiva" tra amici. Non amava essere un'adolescente qualunque. 
Non amava neanche studiare, però lo faceva. Se c'era qualcosa che non trascurava era la scuola. Aveva diciotto anni, era all'ultimo anno di chimica. 
Veniva dal Messico, originariamente, ma abitava in Italia da sempre.
Era una ragazza normalissima, magari anche noiosa. 
Non penso di tralasciare nulla... Ah, dimenticavo. Abby ero io.
Annoiavo a morte anche me stessa, eppure non pensavo mai a un modo per cambiare. Avrei voluto spaccare qualcosa... Ma non mi azzardavo. Se c'era qualcosa per cui ero famosa era la " buona condotta". A scuola e fuori.
Molta, davvero molta gente si meritava un cazzotto in faccia. Ma per Abby (io) non c'è storia ( anzi, non c'era ): niente mani. Che palle.
La mattina mi svegliavo in perfetto orario, facevo una colazione perfettamente sana, e andavo a scuola, in perfetto orario. Almeno non ero in anticipo.
Conducevo le ore di scuola sempre calma e precisa. Nessuno mai aveva sentito riprendere Abby William per qualcosa. Nemmeno un fazzoletto buttato a terra. Non ancora.
Avevo due amici in particolare: Julia e Denny. Spesso dopo la scuola vedevo uno di loro, ma niente di divertente. Semplicemente, cambiavo ambiente, ma la sostanza era quella: Noiosa.
E non m'importava. Non è che mi divertivo a sembrare una in coma vegetale che fissa il vuoto, ma non avevo agomenti. Non avevo svaghi.
Una sera Julia arrivò a casa mia, sorridente. Entrò come se fosse casa sua, nel senso che la conosceva bene e da me era a suo agio.
-Guarda qui cos'ho- Mi disse, entusiasta. Aveva in mano un manifesto. Annunciava il ballo di primavera della scuola. Nell'altra mano aveva una sigaretta, spenta, ma potevo giurarci, ancora per poco.
Vide che guardavo la sigaretta, e disse: - Vuoi?-
-Neanche per sogno- Dissi. Un'altra, al posto mio avrebbe detto o "sì" oppure qualcosa tipo " col cazzo". Sì, queste erano le parole più usate a scuola, roba da principianti, per me. Adesso. Prima... Beh, meglio lasciar stare.
-Allora, ci vieni?- Diceva Julia, alzando il manifesto.
-E con chi?- Ero annoiata da queste cose.
-Mmm. Denny- L'idea sul momento mi era piaciuta, ma poi avevo ricordato che dovevano invitare i ragazzi. Le spallucce furono la mia risposta.
Lei sbuffava ogni volta, ma ormai non insisteva più. Mi conosceva abbastanza.
Sentimmo la suoneria di un cellulare. Lei si toccò la tasca, per poi rendersi conto che non era la sua suoneria. Presi il cellulare e accettai la chiamata. Era Denny.
Ancora non lo sapevo, ma era uno scherzo del destino. Curioso. E cattivo. Perciò mi piace, anche se ci sono andata io di mezzo. Niente di male: non mi perdo assolutamente niente. La mia era la tipica vita di merda.
Ma comunque, torniamo a Denny.
Disse: - Pronto, Abby?-
-Ciao Denny. Dimmi-
-Ti andrebbe.. Di venire al ballo con me?-
Credo di essere stupidamente arrossita, e Julia aveva capito. Fece una faccia compiaciuta mentre mi sventolava il manifesto davanti alla faccia.
-Emh. sì, certo- Avevo detto, impacciata.
-Va bene. Allora ci vediamo domani, ciao Abby-
-Ciao Denny- 
Riappesi, e Julia era impazzita. Stava fantasticando sul ballo e sul suo cavalier
e.
Era esagerato persino per lei emozionarsi così per uno stupido ballo.
Ero passivamente contenta di andare a quel ballo con Denny. Ma limitavo a pensare a cosa mettere. Era certo che non avrei scelto io. Non se c'era Julia nei paraggi.
Lei, come a confermare, alzò l'indice e disse: -Il vestito- con sguardo concentrato. E si parlava di vestiti...
-Mi affido a te- Era meglio; altrimenti mi avrebbe costretto a farlo comunque.
Si mise a scavare nel mio armadio, e quando cominciavo a pensare che si era inceppata, si girò. Aveva trovato un abito lungo fin sotto il ginocchio color acquamarina.
-Questo, magari con una cintura...- Cominciò, e io le dissi che andava bene purchè non sembrassi un mostro. Non del tutto almeno.
-Nessuno può sembrare un mostro se lo vesto io- Disse, e io risi. Peccato che lei era seria.
Alla fine, contenta di non sembrare una befana in camicia da notte, mi tolsi il vestito color acquamarina ( che Julia aveva aggiustato tagliando le spalline) e lo piegai, posandolo accanto al caprispalle trasparente ( e inutile) che Julia ci aveva abbinato. Aveva detto che " alle scarpe ci pensava lei". Fantastico.
Era martedì, il ballo era sabato. Non restava che attendere. Sicuramente da giovedì Julia avrebbe cominciato con maschere per il viso, trattamenti per capelli, unghie, mani, gambe e qualsiasi parte del corpo che lo venisse in mente.
Il Venerdì mi avrebbe tempestato di prove dell'abito e del trucco, idee per l'acconciatura e accessori per "dare carattere a un vestito così squallido come il mio". Erano parole sue.
E il sabato, che dire, sarei rimasta a fare da barbie-cavia per capelli e trucco. Sarei stata fortunata se almeno non mi fossero caduti i capelli per le ore di piastra a cui mi avrebbe sottoposta.
Mi auguravo di non somigliare a una draq queen abbrustolita. Almeno per non far fare figuracce a Denny.
Alla fine Julia se ne andò, e io mi stesi sul letto.
Chiusi gli occhi, cercando di immaginare il ballo.
Stavo sbagliando tutto. Non avevo ancora idea di cosa ci sarebbe stato al ballo. Veramente, non lo so con certezza neanche ora. Pazienza. E' un mio amico ormai.
Certo, se l'avessi saputo prima mi sarei risparmiata un po' di storie, grida e soprattutto dolore. Collabora, aveva detto. Non l'avevo capito che era un consiglio.
Ma di questo ne riparliamo dopo. Adesso siamo al punto in cui sono una mortale illusa ed idiota. Ripeto, per l'ennesima volta: Che palle!
Sono molto contenta di essermene liberata. Della mia parte da schiappa. Sono sempre io, ma Abby, la ragazza tutta casa e chiesa, gentile educata e precisa... bè, quella non sono più io. Per fortuna.
Non so perché mi comportavo in quel modo, ma so che qualcuno è stato abbastanza clemente da farmi svegliare. 
Ho ancora quell'abito color acquamarina, senza spalline grazie a Julia. Però adesso non ha più buona parte della gonna, ed'è lacerato al centro. Il coprispalle è caduto da solo, era letteralmente a brandelli. Le scarpe mi hanno impedito di scappare. Non che sarei riuscita a sfuggire, ma avrei fatto qualche passo più veloce senza un tacco a spillo 12. Che si è incastrato in cinquanta posti diversi, e infine si è spezzato. Sto meglio senza. Non ho più bisogno di scarpe.
Ma andiamo per ordine. Anzi, dopo. Adesso ho fame.... E non di pizza. ( Nè niente di simile)
Vediamo se riesco a restare pulita...Poi ti farò sapere. ( Sì, lo so che parlo con un foglio. Sarà uno degli effetti collaterali.)

                                                                                                                                                                                                  Abby         





Autrice: Fatemi sapere cosa ne pensate... mi farebbe molto piacere!! =)
A presto,
Mariii  
  
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