Si trovavano in una stradina costeggiata da un
marciapiede e delle case a schiera a due piani. Tutte graziose con il loro
piccolo giardino e il camino fumante. L’aria invernale pungeva i volti dei
passanti, sebbene fossero coperti da pesanti sciarpe e cappelli imbottiti. I
tre angeli osservavano circospetti il numero 14 dorato.
-E’ qui Tess?- domandò la più giovane dei tre, con una
nota incrinata nella voce.
Sapeva che Dio li mandava dove ce n’era bisogno e che
se talvolta finiva bene, altre finiva con una lacrima. Loro andavano dove ce
n’era bisogno, dove c’era bisogno di una parola di conforto, per ritrovare la
verità, per ritrovare la fede, per accettare la realtà.
-Sì angioletto. È qui.- anche il tono della più
anziana era triste.
Non era mai facile affrontare certe cose. Trovare la
forza per accettarle.
Due ragazzi, un maschio ed una femmina, uscirono dalla
porta per andare in giardino. Si rincorrevano gridando e ridendo, cercando di
prendersi l’un l’altro. Sulla porta comparvero quelli che dovevano essere i
loro genitori, anch’essi sorridevano. Avevano tutti e quattro quello stesso
sorriso, tra il gentile e il divertito.
-Ma come? Sembrano così felici.- cercò di capacitarsi
la prima.
-Sai, certe volte gli esseri umani sanno sorprendere
persino noi angeli per quanto sanno essere gioiosi. Ma la differenza
sostanziale, è che a loro basta un attimo perché le cose cambino. Specialmente
per la famiglia Potter.-
-Anche tu sei qui in missione?- si rivolse all’altro
angelo, quello che era rimasto zitto, con quello sguardo triste di quando gli
veniva affidata una missione che di lieto aveva ben poco; se non la fine.
Annuì.
-Sì.-
-Andrew il tuo compito è molto importante. Sarai i
nostri occhi nella casa.-
-Tess che cosa dobbiamo fare?- domandò la giovane.
-Stargli vicino nel momento del bisogno. Stargli
vicino.- e mentre pronunciava queste parole tornò a guardare quei quattro
esseri umani che, mano nella mano uscivano dal cancellino dirigendosi alla
chiesa vicina per la messa domenicale.