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Autore: HermioneCH    02/08/2012    2 recensioni
Remus ed Hermione intraprendono un "cammino" dove dovranno affrontare sfide magiche ed emotive. Questa storia è una Hermione/Remus, la quale si svolge dopo la seconda guerra magica, dove evidentemente Remus non è morto. Spero vi piaccia!
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A Path between Love and Death

 

1. Una voce oltre la morte

 

“Andiamo Hermione! Ti piacerà“ disse Owen, trascinandola di forza nell’ascensore. Owen White era un giovane e affascinante ragazzo australiano, che aveva conosciuto a Melbourne oltre un anno prima, quando con ansia e disperazione aveva intrapreso il viaggio alla ricerca dei suoi genitori.

Poco più di un anno dopo aveva rincontrato Owen nella Hall del Ministero della Magia. Il giovane aveva deciso di trasferirsi a Londra e tentare una carriera come indicibile.

In memoria dei giorni condivisi in Australia, avevano passato un po’ di tempo insieme ed erano diventati subito buoni amici. Hermione era incredibilmente sorpresa e compiaciuta che con lui riuscisse a comunicare bene quanto con Harry, che conosceva da anni.

“Ma si può sapere dove mi porti?” chiese Hermione, erano le nove di sera, quando sulla via per tornare a casa, Owen l’aveva fermata dicendole che doveva farle vedere qualcosa di sensazionale.

“Una cosa che ho scoperto da poco. È davvero incredibile!” rispose Owen, premendo il pulsante dell’ascensore.

“Ufficio Misteri?” esclamò Hermione “Sei matto? Vuoi farci finire nei guai?”.
“Shhh! Non gridare o finiremo davvero nei guai” rispose Owen, schiacciando una seconda volta il pulsante. Le porte dell’ascensore finalmente si aprirono.

Hermione deglutì, vedendo il corridoio buio. Aveva paura di rivivere terribili ricordi, percorrendolo. “Io non dovrei essere qui” sussurrò la ragazza.

“Quanto sei fifona” rispose Owen, trascinandola fuori dall’ascensore “Di che hai paura? Stento a credere che tu abbia combattuto e sia sopravvissuta a una guerra con questo spirito. Dai, non ci prenderanno. O hai magari paura che il tuo fidanzato ci veda e si ingelosisca di nuovo?”

Ron. Non aveva funzionato con lui. Era stato tremendamente e insopportabilmente geloso della sua amicizia con Owen, ma non lo aveva lasciato per questo, le cose non funzionavano da tempo. Forse, avevano aspettato troppo. Ron continuava a insistere perché tornassero assieme, aiutandosi con una serie di fiori, bigliettini, regali e suppliche. Ma lei non poteva tornare con lui, doveva essere fedele al suo cuore.

“Owen. lo sai che non siamo più assieme” rispose Hermione, scuotendo la testa. Owen fece un sorrisetto soddisfatto.

“Ti ho visto, non sorridere in quel modo”.
“Perché?” sussurrò Owen, aprendo la porta dell’Ufficio Misteri.

“Perché tanto lo sai che tra noi non funzionerebbe” rispose Hermione, fissandolo negli occhi.
“Mai dire mai” disse Owen, indicandole di entrate “E ora silenzio assoluto”.

Lo seguì attraverso porte e corridoi scuri, ma non sapeva perché lo stava seguendo.Non voleva trovarsi lì. Quando era stata assunta al Ministero, aveva giurato a sé stessa che mai avrebbe messo piede nell’Ufficio Misteri, come aveva fatto Owen a corromperla?”

“Eccoci qui” mormorò Owen, entusiasta.
Aprì l’ultima porta, prese Hermione per un braccio e la portò dentro la stanza.

Hermione trattenne il fiato, mentre i suoi occhi si velavano di lacrime.

“Non è fortissimo? Non crederai mai che cos’è! Un Velo della Morte! Un autentico Velo, incredibile! Ne avevo sentito parlare solo una volta, mai avrei pensato di trovarne uno proprio qui! Ci credi? Un passaggio verso il mondo dei morti!” spiegò Owen, eccitato.
“Andiamo!” disse Hermione, spaventata “Non voglio stare qui”
“Hermione tutto bene?” chiese Owen, avvicinandosi a lei. La ragazza annuì.
“Voglio andare via” .

“Va bene, scusa. Pensavo che potesse interessarti. Sei tu quella con una cultura generale da paura” disse Owen, accarezzandole il braccio.
“Grazie. Hai rischiato a portarmi qui. Ma ora andiamo ok?” rispose Hermione, non voleva ferire i sentimenti di Owen, poiché lui lo aveva fatto con le migliori intenzioni, ma non poteva più rimanere in quel luogo.

 

Hermione

 

Hermione sobbalzò ed emise un verso spaventato, gettandosi al collo di Owen.
“Hermione? Piccola? Cosa succede?” chiese Owen, preoccupato.

“Io… No niente. Andiamo!” rispose la ragazza, staccandosi da lui. Non era possibile, era assurdo. Non aveva appena sentito la voce di Sirius Black pronunciare il suo nome. Doveva esserselo immaginata, era colpa di quel posto terribile e dei ricordi legati alla morte di Sirius. Diede le spalle all’arco e sospirò, sarebbe stata meglio appena uscita di lì e la sua mente non gli avrebbe più giocato brutti scherzi.

 

Hermione… Aiutami!

 

Hermione sobbalzò di nuovo. Impossibile pensò, si voltò di scatto e fissò il Velo. “Hai sentito anche tu?” chiese.

“Che cosa?” domandò Owen, confuso.
“Niente. Andiamo” rispose Hermione.

Hermione vagò per oltre trenta minuti per le strade di Londra, ripensando a quello che le era successo. Non è possibile pensò, torcendosi le mani ero stanca e agitata per essere di nuovo in quel posto. Non è razionalmente possibile. Si sedette su una panchina, mettendosi le mani nei capelli E se invece lo fosse, se Sirius fosse bloccato e avesse bisogno di me? Se non fosse morto e da oltre tre anni aspettasse qualcuno che lo aiutasse?

Scosse la testa confusa. Stava impazzendo? O forse c’era di più? Non poteva parlarne con il suo migliore amico, non voleva alimentare false speranze. Ma non riusciva togliersi la voce di Sirius dalla testa. D’un tratto capì con chi poteva parlare, era così ovvio, perché non ci aveva pensato prima?

Si smaterializzò in un vicolo e qualche passo dopo intravide la piccola casa di Remus Lupin. Le luci erano spente, ma Hermione tentò comunque la fortuna.
Bussò tre volte, ma non ebbe nessuna risposta. Bussò di nuovo “Remus! Remus sono Hermione ci sei?”

Vide dalla finestra accendersi la luce in cucina ed Hermione tirò un sospiro di sollievo. La porta si aprì e si ritrovò a guardare Remus Lupin. Hermione rimase piacevolmente sorpresa nel vederlo in quella veste. Capelli leggermente scompigliati, occhi arrossati, una canottiera sbiadita che gli segnava il petto muscoloso e pantaloni del pigiama.

“Hermione che succede?” chiese, preoccupato e decisamente assonnato.

“Scusa, non volevo svegliarti, ma avevo assolutamente bisogno di parlarti” rispose Hermione, agitata.
“Immagino che non possa aspettare domani mattina” disse Remus, non aspettò una risposta dalla ragazza, ma spalancò la porta e le fece gesto di entrare.

La guidò nella piccola cucina, dove la invitò a sedersi e preparò il tè.
“Fortuna non ho svegliato Teddy” disse Hermione, sconsolata per la sua foga.
“Dorme da Dromeda questa settimana, sai c’è la Luna Piena tra cinque giorni” rispose Remus, togliendo l’acqua dal fuoco. Hermione lo scrutò bene, mentre armeggiava con bustine di tè, le braccia erano ricoperte di cicatrici bianche e graffi e benché fosse più pallido del solito non poté trovarlo affascinante, perfino bello, a modo suo.

Ma che diavolo sto pensando? si disse imbarazzata Hermione. Forse stava davvero impazzendo.

Remus le porse una tazza di tè e si sedette accanto a lei.

“Allora Hermione, cosa c’è che non va? Hai litigato con Harry e Ron?” chiese Remus.
“Vorrei quasi che fosse così, magari sarebbe meno terrificante di questo” rispose Hermione, stringendo la tazza di tè.
“Hermione” mormorò Remus, preoccupato. Mise la sua mano su quella di lei “Raccontami”.

Così Hermione si liberò di quel peso che le opprimeva il cuore e gli raccontò tutto.

“Non è possibile” sussurrò Remus, una volta che la ragazza gli aveva raccontato quello che le era successo.

“Credi che sia pazza” rispose Hermione.
“No io…”
“Tranquillo” lo interruppe “Anche io credo di essere impazzita”.

“Forse sei solo stanca” disse Remus, pacato. Non voleva ferire i sentimenti della ragazza “Quante ore hai lavorato ultimamente?”
“Tante” ammise Hermione.

“Forse troppe?”
“Forse. Ma Remus era così reale” disse Hermione, sospirò e abbassò il viso. Sentì la mano di Remus che le accarezza la guancia. Non era possibile che la sua mente le avesse fatto questo scherzo, era stato così reale.
“No!” esclamò Hermione, afferrando la mano di Remus. La strinse e sbatté le loro mani sul tavolo “Remus! E se fosse tutto vero? Se Sirius mi avesse davvero chiamata? Se fosse bloccato in una specie di limbo e non potesse uscirne? Dopo tutto non sappiamo come funziona il Velo. Forse è bloccato lì da tre anni, in attesa che qualcuno lo tiri fuori e pensaci, nessuno di noi, di quelli che volevano bene a Sirius è più sceso là sotto da quella maledetta sera. Se fosse bloccato e mi avesse sentita? Se avesse sentito qualcuno di famigliare, qualcuno a cui in un qualche strambo modo era legato e questo legame gli ha finalmente permesso di chiedere aiuto?”

“Hermione” fece una pausa e sospirò, ma continuò deciso “Sirius è morto”.
“Ma se non fosse così? Come fai ad averne l’assoluta certezza!?!” rispose Hermione, arrabbiata. Si liberò della mano di Remus e la spinse via.

“Sono sopravvissuto a troppe delle persone che amavo, a cui volevo bene, per pensare a questa possibilità. Non riesco a concedermi di sperare. Non posso, perché se poi si rilevasse solo uno sbaglio e io mi fossi concesso di crederci fino in fondo, ne uscirei distrutto” rispose Remus “La morte mi ha già fatto soffrire abbastanza, non posso permettermi di correre questo rischio, per una cosa così improbabile”.

“Ma…”

“E nemmeno tu vuoi correrlo” la interruppe Remus “Perché se non fosse così, in questo momento non saresti in casa mia, ma in quella di Harry. Ammettiamolo Hermione, non sei andata da Harry perché non volevi dargli false speranze”.

“Su questo hai ragione Remus. Ma se invece non fossero false speranze?” aggiunse intestardendosi. “Se Sirius fosse davvero lì, in attesa che uno di noi lo aiuti? Se stesse aspettando me?”
“Troppi se, Hermione”

“Ma”
“Hermione…”
“No!” esclamò la ragazza, alzandosi “Forse tu non vuoi correre questo rischio. Ma io lo farò. Per Sirius” lentamente le lacrime iniziarono a rigarle il viso “Scoprirò la verità! Forse sarò pazza e probabilmente anzi sicuramente tu credi che sia così, ma se c’è una possibilità per far tornare Sirius io la troverò! Con o senza di te!”

E uscì di corsa dalla cucina “Hermione!” gridò Remus “Hermione! Aspetta!”

Ma la ragazza si era già dissolta.

  
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