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Autore: Gyll    02/08/2012    5 recensioni
Non sono un'amante dell'ordine, quindi non aspettatevi una normale FF in ordine cronologico. Il personaggio di Gyll é nato in un GDR degli Hunger Games dove si stavano svolgendo i 72esimi giochi, e molte parti vengono infatti dalle ruolate che ho scritto nel forum.
Loki e Gyll si sono incontrati tempo prima della mietitura, quando Gyll é caduta oltre la recinzione del distretto 8, arrampicandosi sugli alberi. Dopo essere riuscita a tornare nel distretto 6 Gyll é stata estratta come tributo, cosí come Loki. La loro relazione doveva rimanere segreta a tutta Panem, o entrambi i loro distretti sarebbero finiti in guai seri.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Caesar Flickerman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Gyll

"Ci rivedremo?" Gyll si giró verso di lui. C'era qualcosa di cosí triste e tormentato nel suo sguardo, le veniva quasi voglia di riattraversare la recinzione. Sorrise e annuí, non riusciva a resistere all'incantesimo di quegli occhi magnetici. "Spero solo di non dovermi fare di nuovo male per ritrovare il mio dottore." Quella recinzione era diventata peggio di una prigione.
Che cosa stava facendo? Si stavano rotolando nel fango sotto la pioggia da troppo tempo, mentre in due mosse avrebbe potuto benissimo immobilizzarla il momento in cui l'aveva buttata a terra. Stava... Giocando? Riusciva a leggere il desiderio nei suoi occhi, la rabbia e la passione nella sua stretta. Ma certo... lui non si era arreso.
In una mossa le bloccó le mani e tornó sopra di lei. La sua testa la riparava dalla pioggia, le uniche gocce che la bagnavano erano quelle che scendevano dalle punte dei capelli di Loki.
Niente male per il distretto Otto. Non volle lasciar trapelare nulla nel suo tono di voce. Se a Capitol avessero scoperto che avevano superato i confini beffando i pacificatori, entrambi i distretti avrebbero passato seri problemi.

Loki

In un primo momento fu strano sentire la voce di Gyll. Aveva sempre il suo timbro melodioso, ma suonava fredda e calcolata. Volutamente. La trattenne ancora, lottando contro un sorriso che voleva spuntare ad ogni costo. Cosa ti inventerai ancora, ragazza di ghiaccio? Era una recita paradossale, ma Loki vi ci si doveva buttare a capofitto. E in fretta.
Si rotolò ansimante vicino al coltello, per farglielo afferrare. Così avrebbero avuto una moneta di scambio per un'eventuale alleanza. La forza di Loki e l'arma di Gyll. Sarebbero riusciti a prendere in giro il Mondo? In fondo, lo avevano già fatto una volta.

Gyll

Due attori davanti a un pubblico invisibile, ma non per questo potevano smettere di recitare.
Erano coperti di fango dalla testa ai piedi. Erano fossette quelle agli angoli della bocca di Loki? E perché sentiva che si stavano formando anche a lei? Idiota, cosí farai saltare tutto! Rotolarono fino al punto in cui il suo coltello era affondato nel fango. Quindi era questo che stava facendo Loki. Riuscí a sfilare il braccio dalla presa debole e calcolata e gli sferró un pugno alla mascella. Dopo tutto doveva sembrare reale.
Usó quel momento per afferrare il coltello e puntarlo alla gola di Loki invertendo di nuovo le posizioni. Si fermó a guardarlo negli occhi, cercando di mantenere l'espressione piú impenetrabile che poté ansimando.
In quel momento erano avversari agli occhi di tutti, cercó di tenerlo a mente.

Loki

Ahia! Un pugno alla mascella. E nemmeno tanto piano. Poi in un balzo gli aveva puntato il coltello alla gola. A che gioco stai giocando? Loki non voleva sembrare debole. Le sbuffò in faccia, un espressione incerta negli occhi. La ribaltò, la prese per i polsi e cercò di tirarla sù in piedi. Per attaccarla bruscamente al muro. Si va in scena.
Senti rossa, tu hai un'arma, ma sei messa male. Io invece sono ancora illeso. A me serve la tua arma e a te serve la mia forza. Vuoi allearti o preferisci morire adesso? La guardò con gli occhi socchiusi, sperando di sembrare abbastanza duro. In realtà stava trattenendo una di quelle risate che vicino a lei uscivano così spontanee.

Gyll

Le scappò un mezzo sorriso. Che importava, magari a Capitol lo avrebbero interpretato come un segno di sollievo e speranza. E non era forse così? Aprì la mano, bloccate contro il muro di foglie, e lasciò cadere a terra il coltello in segno di resa.
Gyll. disse con lo stesso tono freddo e calcolato di Loki. Erano estranei, dovevano ancora mantenere le apparenze.
Le tornò in mente della prima volta in cui si erano conosciuti. Come erano diverse le circostanze allora.
E tu, Distretto 8? C'era un tono di sfida della sua voce, ma per quanto fosse divertente stuzzicare Loki, non era diretto a lui, bensì a tutte le persone incollate ai televisori in quel momento.
L'unica volta che aveva messo in piedi una recita così elaborata era stato quando aveva dovuto comportarsi come se non fosse successo nulla nelle due settimane di assenza, quando era accidentalmente caduta nel distretto 8, quando per caso Loki era nei paraggi per soccorrerla. La fortuna non era stata esattamente dalla sua parte.
Ed eccoli lì, sotto la pioggia che lavava via lo strato di fango che avevano addosso, a fronteggiarsi come due perfetti sconosciuti nella 72esima edizione degli Hunger Games.
Hai intenzione di lasciarmi andare o mi trascinerai per i polsi fino ad un riparo?

Loki

Non riusciva a non fissarla negli occhi. Era certo di amarla.
Sono Loki Outreed. il tuo dottore, il tuo amico, il tuo amante.
Loki. Non ti trascinerò dai polsi. Se vuoi ti prenderò in braccio, come la prima volta.
Per ora si, ti trascinerò dai polsi. Non mi posso ancora fidare di te.
Non ti lascerò i polsi, voglio stringerti ancora un po'.
Chi ti ha detto che cerco un riparo? Ti ricordo che siamo nell'Arena.
Qui non c'è una baracca per gli attrezzi, Gyll. Vorrei, ma non c'è. Comunque, Gyll, chi ti ha ridotta così?
Chi diavolo ti ha ridotta così, amore mio?
Non aveva nemmeno finito di formulare quel pensiero che si accorse di un movimento fin troppo vicino.
Un fruscio.
Qualcuno stava strisciando.
Lui era di spalle perciò, con tutta la calma del mondo, guardò Gyll negli occhi, per capire l'entità del pericolo dietro di lui. Attese una risposta che non sarebbe mai arrivata.
Il rumore di un verso agghiacciante, simile ad un ruggito, si levò vicinissimo al suo orecchio.
Fece la prima cosa che gli venne in mente: gettò leu e Gyll per terra. Appena in tempo, ancora qualche istante e le unghie assassine dell'ibrido senz'anima lo avrebbero trafitto. Le unghie erano talmente possenti che avrebbero tranquillamente potuto trapassare la sua spina dorsale. Beh, forse per una volta la fortuna era davvero dalla sua parte, perchè trovò una pietra appuntita proprio vicino a lui. La colse velocemente e con un balzo si rialzò. La belva, una specie di felino strisciante?, si stava muovendo verso di lui. C'era solo una cosa che avrebbe potuto fare per salvare la sua pelle e quella della sua amata. Senza pensarci troppo, si gettò sull'ibrido, cercando di capire se i suoi punti vitali fossero nelle stesse zone degli altri mortali, o se ne avesse. La bestia era molto più forte di lui, e con le sue zampe possenti strinse le spalle di Loki in un abbraccio mortale. La morsa d'acciaio in cui era incastrato sembrava intrappolarlo fino a soffocarlo, perciò Loki dovette usare tutta la forza di cui disponeva! Però, con tutta l'energia che aveva in corpo, riuscì a piegare le braccia e puntargli punta acuminata della pietra dritto al cuore. L'ibrido si ferì da solo appena strinse la morsa.
Loki cadde a terra con lui, con nemmeno un grammo di forza in corpo. Quando capì che c'erano altri ibridi, si girò verso Gyll con il terrore dipinto negli occhi.
SCAPPA!
Scappa amore mio.
Riuscì a trovare la forza per alzarsi, conscio di non avere l'energia necessaria ad affrontare altre belve.

Successe in un attimo. Un secondo ibrido spuntò proprio alle spalle di Gyll. In un momento, Loki ritrovò tutte le forze che aveva perso. Corse fulmineo verso la sua ragazza di ghiaccio, troppo velocemente per pensare con lucidità. La spostò con forza, per affrontare degnamente l'ibrido, forse l'ultimo avversario che avrebbe avuto. Si gettò su di lui con tutta l'energia che gli restava, e in quel momento capì. Realizzò che non sarebbe mai stato il vincitore degli Hunger Games. Che quello non era un Gioco per lui. Che avrebbe potuto prendersi in giro quanto voleva, ma non sarebbe mai cambiato. Mai avrebbe smesso di lottare per ciò in cui credeva. E Loki, agli Hunger Games, non ci credeva. Non credeva che vincere i Giochi gli avrebbe portato gloria, nè che uccidere un innocente fosse un gesto umano. Lui credeva nella profonda bontà delle persone, e nell'amore, e nei valori. Tutte cose che, all'interno dell'Arena, erano state dimenticate da chi aveva intenzione di vincere. E forse era questo il punto: lui non ne aveva intenzione. Però c'era Gyll, e lui l'avrebbe protetta fino alla fine. Anche se stava sentendo un dolore atroce.
Proprio nel centro del petto.
Poteva sentire l'odore del sangue che, dalla pelle lacerata, iniziava a sgorgare come acqua da una sorgente. Perlomeno riuscì a percepire la pietra che si conficcava nelle interiora dell'ibrido.
La belva cadde a terra, inerme.
E anche lui.
Tutto era sfocato. Poi, il nulla.


Sento l'energia dell'anima mentre defluisce verso l'infinito. Sento il mio corpo che non mi appartiene più. Sono in ginocchio, forse. Due braccia mi cingono i fianchi. L'occhio sano di Gyll piange. Non sento quello che mi dice, ma sono certo di non poterle rispondere. Non sono più certo di nulla. Solo del suo viso di fronte al mio e del fatto che la amo. Provo a mimarlo con le labbra. Mi ama anche lei. Me lo dice con il suo calore. Sorrido ancora una volta, a lei piace tanto quando lo faccio. Chiudo gli occhi, per sempre.

Gyll

"Non voglio perderti. Non proprio ora che ti ho trovata." C'era una nota cosí malinconica nel suo tono di voce. Non riusciva a vederlo negli occhi, non con le sue forti braccia che la stringevano forte al petto. Riusciva solo a vedere la recinzione elettrificata da sopra la sua spalla.
Durante la trasmissione della morte dei tributi in televisione spesso mostravano le scene a rallentatore. Ma non c'era niente di rallentato. Tutto duró una manciata di secondi. Appena il tempo di realizzare che Loki le aveva salvato la vita, e si ritrovó per terra a sorreggere il suo corpo sanguinante.
Non avrebbe potuto fare niente per lui, nemmeno se fosse stata a casa, nemmeno se sua nonna fosse stata lí, nemmeno se avesse avuto la tecnologia avanzata di Capitol. Stava morendo, per lei.
Lo stese per terra, sopra le sue gambe, mentre con una mano gli spostava i capelli dalla fronte e con l'altra cercava inutilmente di tappare la ferita al petto. Poteva sentire i battiti affievolirsi sotto il suo palmo.
Non voglio perderti. Non proprio ora che ti ho trovato. gli sussuró Gyll, ripetendo le parole che aveva pronunciato lui in un'altra vita. La vita fuori dall'arena. Sembravano passati secoli.
Ogni parola uscí piú debole di quella prima, finché la voce non si spezzó del tutto. Ti amo. Fino alla fine, non aveva smesso di amarla un secondo.
Ti amo, Loki.
Guardó il sorriso piú bello del mondo spuntare sulla sua bocca.
Boom.
Non riuscí piú a trattenersi, scoppió a piangere, le lacrime che si mescolavano alla pioggia, fimché non smise completamente di piovere. Alzó lo sguardo verso il cielo, ogni traccia di nuvole era scomparsa, al loro posto un sole caldo e potente che Inizió ad asciugare tutta l'acqua e anche tutte le sue lacrime.
Un brutto scherzo del destino. Un brutto scherzo degli strateghi.
L'hovercraft tardava ad arrivare, non potevano lasciarlo lí in mezzo al labirinto. Ma certo. Non sarebbe arrivato finché lei fosse rimasta vicino al suo corpo. Doveva lasciarlo andare, in fondo la sua anima aveva giá lasciato il suo corpo. Era libero, libero dagli Hunger Games, libero da Caoitol City, libero da Panem. Libero di raggiungere sua madre.
Gli accarezzó un'ultima volta la fronte, nello stesso modo in cui aveva fatto lui il giorno in cui le loro vite si erano scontrate brutalmente vicino alla recinzione del distretto 8, e si alzó da terra, mettendolo giú nel modo piú delicato possibile.
A Capitol avrebbero pensato che gli era riconoscente per essersi sacrificato per lei? Che il loro era un amore scoppiato all'interno delle mura del centro di addestramento? Che era semplicemente debole ed emotiva?
Non le importava, le importava solo la veritá, ció che avevano condiviso lei Loki sarebbe rimasto con loro per sempre e nessuno glie lo avrebbe mai potuto togliere.
Si costrinse a non girarsi, con lo zaino in spalla e il coltello nella cintura, se avesse potuto sarebbe corse indietro a stringerlo forte senza staccarsi piú da quel corpo vuoto, finché non sentí il rumore dell'hovercraft avvicinarsi e raccogliere il corpo inerme di Loki.
Addio mio dottore, mio amico, mio amante. L'ultima lacrima scese dall'occhio sano.
Arrivederci.





(N.B. Non ho scritto io la parte di Loki, ma la mia compagna di GDR, Lola Bamby)
   
 
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