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Autore: Charlotte McGonagall    02/08/2012    2 recensioni
E se Lily e Severs non fossero stati gli unici bambini magici CHD vivevano a Soinner's End e dintorni.
E se Sybil Trelawney avesse conosciuto Severus da piccolo?
Come vi immaginate una strana amicizia tra questi due bambini?
Seconda classificata al contest "When I was a child" indetto da GraGra 96 e giudicato da Ferao.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton, Sibilla Cooman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Titolo: Destini intecciati
Nickname: Charlotte McGonagall
Rating: facciamo giallo, per sicurezza
Genere: sentimentale, malinconico, triste
Personaggi: Severus Snape, Sybil Trelawney, Lily Evans (apparizione)
Avvertimenti: One Shot
NdA: Cercherò di essere più che esaustiva.
Consiglio di leggerle dopo la ff, o non capireste nulla.
Spero che le note siano in parte superflue, le scrivo per sicurezza.
Dunque, naturalmente sono stata io ad immaginare che Sybil e Severus avessero vissuto entrambi a Spinner's End.
Ho voluto immaginare che Spinner's End sia il nome di un quartiere, non di una via (come a volte viene definita).
La situazione familiare di Sybil è anch'essa frutto di immaginazione. Per chiarire: Sybil non ha mai conosciuto suo padre e non si sa chi sia (o meglio: io e sua madre lo sappiamo, ma lei no e ai fini do questa storia è del tutto ininfluente). Sybil infatti porta il cognome della madre, anche dopo che questa ha sposato Aaron Wickfield, impiegato al Ministero di livello piuttosto basso.
Wickfield non è il massimo come marito, come forse si evince dalla storia. Diciamo che Sybil quando dice "litigare" usa un eufemismo, che Severus comprende per esperienza personale, anche se Wickield (Sybil lo chiama per cognome,  non so perché, ma nella mia testa lo ha sempre fatto) sotto alcuni aspetti è migliore di Thobias Snape, almeno nel modo do trattate la sua figliastra. Infatti, le fa regali, come per scusarsi: credo si senta più in colpa per le sofferenze che arreca a Sybil, piuttosto che quelle arrecate a Paige (la madre di Sybil, non ho avuto modo di citare il nome nella storia). Insomma, si può dire che a modo suo provi un certo affetto o almeno comprensione per Sybil, anche se non è ricambiato.
Paige è depressa e l'incuria della casa rispecchia in sostanza il niente più assoluto che fa per sua figlia.
È una donna depressa e instabile, prigioniera in un matrimonio infelice.
Severus per Sybil è l'unico appiglio, l'unico che le dedichi un minimo di attenzione, per questo si ingelosisce immediatamente quando vede il suo interesse per un'altra bambina.
Si sente minacciata e questo rivela la sua insicurezza. Si sente inadeguata e la sua gelosia per Lily assume i contorni dell'invidia sociale. Probabilmente Lily non era così ricca, ma dal punto di vista di Sybil lo è.
La somma di 5 sterline può sembrare irrisoria ora, ma certo non lo era per dei bambini nel 1969, tantomeno se sono poco avvezzi a vedere grandi somme di denaro a disposizione.
Se non si fosse capito, nella scena al parco, Severus sta cercando Lily. Quando Sybil gli legge la mano sta ovviamente alludendo a se stessa, anche se probabilmente Severus non l'ha capito e ha preferito pensare si trattasse di Lily.
Credo non ci sia più nulla da dire.
Spero che Severus non sembri OOC: dopotutto da bambino non era ancora stato indurito dalla guerra e a modo suo era legato a Sybil.
Ovviamente come avrete visto, ho usato i nomi inglesi. È una mia abitudine, un segno di protesta contro la traduzione italiana.
Ah, il titolo mi fa schifo, ma non ho trovato di meglio.

Destini intrecciati

Sybil correva a perdifiato lungo il bordo della strada.
Con una mano teneva un bastoncino che faceva ticchettare contro i muretti di mattoni delle case di Spinner's End, l'altra era stretta a pugno attorno a qualcosa di troppo piccolo per poter essere visto.

Sybil Trelawney era una bambina sui nove anni, piccola e mingherlina, dall'aria trascurata.
Aveva capelli castani crespi e spenti, fermati da un cerchietto, e i suoi occhi - tra il nocciola e il verde pallido - erano nascosti dietro a un enorme paio di occhiali da miope, che rendevano il suo viso magro ancora più piccolo.
Portava una camicetta rosa e una gonna verde, palesemente inadatte ad essere abbinate fra loro.

Si fermò davanti ad una casa non diversa da tutte le altre, lasciò cadere il bastoncino a terra e riprese fiato, poi raccolse un sassolino dal ciglio della strada e fece un passo in avanti.
Mirò, la fronte corrugata, a una finestra al primo piano e lanciò il sasso.
Ripeté più volte il gesto e chiamò: "Sev... Sev!".

Un bambino pallido, coi capelli neri, andò ad aprire.
"Fai piano!", la ammonì lui dalla finestra. "Mio padre ha fatto il turno di notte: se si sveglia, mi ammazza!".
"Scusa...".
"Che cosa vuoi?".
Per tutta risposta, la bambina sollevò il pugno e mostrò una banconota da cinque sterline.
Severus sgranò gli occhi e le fece cenno di aspettarlo.

Poco dopo, aprì la porta dalla vernice scrostata e uscì.
Sybil gli mostrò trionfante la banconota. Severus la prese in mano e la osservò con sospetto, quasi non credesse ai propri occhi.

"Dove hai trovato tutti questi soldi?", le chiese.
"Me li ha dati Wickfield, il mio patrigno".
"Molto generoso," commentò Severus.
Sybil si strinse nelle spalle.
"Mi fa sempre dei regali quando litiga con la mamma," disse, abbassando gli occhi, improvvisamente seria e triste.

Severus cambiò subito argomento: "Cosa pensi di farne?".
"Andiamo da Lucy?", propose lei. "Ti offro una bibita".

Il locale di Lucy era uno dei pochi luoghi di intrattenimento della zona: il cinema, i ristoranti più belli, i negozi alla moda e tutti i posti interessanti erano oltre il parco, nei quartieri dei benestanti, dove le villette avevano giardini con le aiuole e non cortiletti di cemento coi panni stesi ad asciugare.
Il loro mondo era un incrociarsi di viottole - un sovrapporsi di asfalto grigio e muretti di mattoni - stretto tra la ferrovia e il fiume.

*

Sedettero a un tavolino, due bottigliette di Coca Cola e due bicchieri posati davanti a loro.

Sybil si era trasferita da poco nel quartiere, a seguito del matrimonio della madre con il suo patrigno, Aaron Wickfield, un Nato Babbano che viveva ancora nella vecchia casa dei suoi genitori.

Allora, era sembrato naturale che Sybil e Severus si incontrassero, essendo gli unici bambini dotati di poteri magici del quartiere.
A dire la verità, Severus la trovava strana, ma era pur sempre l'unico suo vero contatto con il mondo magico, l'unica a capirlo, quanto di più simile a un'amica avesse mai avuto.
La prima cosa che gli aveva detto era di essere una Veggente, propronipote di Cassandra Trelawney.
Sognava di diventare grande quanto lei, un giorno.
Severus trovava fondamentalmente ridicoli i resoconti delle sue visioni e sogni premonitori e i suoi esercizi con la lettura delle carte e della mano e si limitava ad accoglierli con indifferenza e un sorriso sarcastico.
Tuttavia, Sybil non si scoraggiava e se vi era una cosa che Severus ammirava in lei era la sua convinzione irremovibile, la sua fiducia nel futuro.

Dal canto suo, lei aveva un motivo in più per trascorrere il tempo con Severus: sin da quando l'aveva incontrato, si era accorta di provare qualcosa per lui, di amarlo di quel sentimento dolce e ingenuo tipico dei bambini, e il semplice fatto che non la allontanasse la rendeva felice, portandola a  sopportare il velato scetticismo di lui.

Finirono le loro bibite e iniziarono a camminare verso il fiume, un piccolo canale sporco e bordato di erbacce, discutendo di come Sybil avrebbe speso il resto del denaro.

Costeggiarono il fiume e da lì giunsero fino al parco, proprio al confine tra Spinner's End e i quartieri più agiati.
Severus sembrava cercare con lo sguardo qualcosa o qualcuno.
"Cosa stai guardando?", gli chiese.
"Nulla," rispose bruscamente lui, ma Sybil sapeva che mentiva.

"Vuoi che ti legga la mano, Severus?", chiese per cambiare argomento.
Lui alzò gli occhi al cielo.
"Per favore, mi serve per esercitarmi...", lo pregò lei.
"D'accordo," disse lui, sedendosi sull'erba a gambe incrociate.
Le porse la mano: era abbastanza grande per quella di un bambino, dalle dita lunghe e affusolate, e lei la prese con entrambe le sue piccole mani ossute.
Solo poterlo toccare la rendeva euforica, un sorriso timido che si faceva strada sul suo volto.

Gli passò più volte le dita sul palmo percorrendone linee e curve, accarezzando quella pelle candida e sfiorando le vene bluastre in trasparenza. Non aveva mai avuto con il bambino un contatto così intimo.
"Interessante...", sussurrò infine, nel tono ispirato e professionale che avrebbe perfezionato negli anni di insegnamento, "questo conferma quello che avevano detto le carte l'altro giorno".
Attese la reazione di Severus, che non venne.
"La tua linea dell'amore dice che la tua anima gemella è vicina," proseguì con un largo sorriso.
Lui alzò un sopracciglio, ma la fissò con maggior interesse.
"Sì," confermò Sybil, ammiccando impercettibilmente, "molto vicina a te".
Lui divenne a un tratto pensieroso e Sybil sorrise soddisfatta.

D'un tratto, la bambina scattò in piedi e cominciò a correre.
"Prendimi, Sev!", gridò.
Lui sospirò e scosse la testa, alzandosi e lanciandosi dietro di lei.
Era tipico di Sybil: in un momento si trasformava da ragazzina timida e pensierosa in una bambina vivace e sorridente.

Sybil era veloce, ma goffa e scoordinata nei movimenti.
Cadde carponi nell'erba, graffiandosi il ginocchio su di un sasso.
Severus corse al suo fianco.
Lei aveva le lacrime agli occhi, più per la vergogna che per il dolore.

Dal taglio stava scendendo un rivolo di sangue.
Severus le premette il proprio fazzoletto sulla ferita.
Non sapeva esattamente come consolarla, non era bravo in queste cose.
"Va meglio?", chiese.
Lei annuì.
"Torniamo a casa, devi disinfettare la ferita".
La prese per mano e la portò fino a casa, adattando il rimo ai suoi passi incerti.
"C'è qualcuno dei tuoi?".
"Non ne sono sicura, forse mia madre, ma starà dormendo, meglio non disturbarla".
"Sai dove trovare il disinfettante e i cerotti?".
"Non ne sono sicura...".
"Vuoi che ti aiuti?".
"Grazie, Sev!".

Lui la seguì all'interno e capì perché Sybil fosse preoccupata di non trovare il disinfettante: la casa era nel caos.
Il disordine regnava ovunque.
Sybil sospirò e abbassò lo sguardo.
"Scusa, mia madre non è molto... molto brava... Dev'essere ancora a letto, è sempre molto stanca... A Wickfield non... non piacerà...".
Severus annuì e per sciogliere la tensione e liberare Sybil dall'imbarazzo, andò in cucina a cercare il disinfettante.

Lo trovarono, finalmente, sul fondo di un armadietto, insieme ai cerotti.
Erano prodotti Babbani, ma meglio di niente.

Severus le medicò il ginocchio, pensando a quanto fosse triste che Sybil non avesse nessun altro a farlo; persino Eileen era una madre migliore, tornato a casa le avrebbe sorriso con più calore del solito, forse le avrebbe dato un bacio, dopotutto ne aveva bisogno.

Quando ebbe finito e stava per uscire, Sybil lo abbracciò e lo baciò sulla guancia.
"Grazie, Sev, sei un amico," gli disse.
Il suo sguardo chiedeva di essere salvata, di essere amata, ma Severus non avrebbe potuto farlo.
"Tra due anni saremo a Hogwarts," le disse, come per darle coraggio.

*

"Sybil, guarda là".
"Cosa?".
"Quella bambina".
"La Evans, perché?".
"Abbassa la voce," la ammonì lui.
Le fece cenno di seguirlo in un angolo del corridoio della scuola e le parlò in un orecchio.
"L'ho vista fare magie, credo sia una strega".
"E anche se fosse?", disse l'amica. "Sarà una Nata Babbana, non è poi così raro".
"Dovremmo dirglielo".
"Stai scherzando!? Ci prenderà per pazzi!", protestò Sybil.
"Sybil, tutti ci prendono già per pazzi!".
"Ma perché dirglielo?".
Severus rimase in silenzio per un attimo, imbarazzato.
"Perché no? È una di noi," disse, ma Sybil aveva capito la verità: a Severus piaceva quella bambina; e come dargli torto? Era carina, gentile e brava a scuola: sembrava perfetta, con la sua divisa ordinatissima e le sue scarpe nuove.
Era ricca, Lily Evans, e abitava in una di quelle splendide villette col giardino che Sybil invidiava tanto.
Probabilmente, aveva anche due genitori premurosi e attenti, magari anche un cane: doveva avere una famiglia felice, la Evans, non come loro, non come Sybil.
Per questo a Severus piaceva: perché era perfetta, era tutto quello che Sybil non avrebbe mai potuto essere.
"Non è una di noi, Severus," rispose lei con voce dura.
Lui sembrava non capire.
Sybil continuò: "Guardala, guarda le sue scarpe, costano più di tutti i tuoi vestiti messi insieme! Noi non abbiamo nulla a che vedere con questa gente! Hai visto come sua sorella guarda quelli come noi?".
"Lei è diversa...", disse Severus, con tale convinzione e tale trasporto che Sybil ne fu sconvolta.
"Come fai a dirlo?", ribatté.
"Come fai a essere certa che io non abbia ragione?", la apostrofò lui.
Sybil strinse i pugni: si sentiva le lacrime agli occhi, era gelosa ed era furiosa con Severus.
"Lo so, Sev!".
"Te lo ha detto il tuo stupido Occhio Interiore?", la schernì lui, ridendo, in tono velenoso.

Severus non le aveva mai parlato in quel modo, non quando lei era la sua migliore amica, ma ora lui aveva Lily Evans, lei non contava più niente, non era abbastanza per lui, non lo era mai stata.
Scappò via, in lacrime.
Sperava che Severus la seguisse, ma così non fu.

*

A lezione, si sedette vicino a lui, ma Severus non si scusò, non le parlò nemmeno.
Neppure Sybil si sarebbe scusata: sarebbe dovuto tornare lui da lei e lo avrebbe fatto, dopo che la Evans gli avesse riso in faccia come Sybil prevedeva.

Quel giorno per la prima volta tornò a casa da sola, guardandosi i piedi, tirando calci ai sassi e alle lattine per terra.

*

Li aveva visti: prima al parco, poi in mensa.
Parlavano insieme, quella piccola leccapiedi pendeva dalle sue labbra, era quasi imbarazzante; e Severus - la persona più taciturna al mondo - parlava ininterrottamente e con gli occhi accesi.
Sybil non credeva ai propri occhi, era consumata dalla gelosia, Severus era stata l'unica persona con la quale poter parlare. Ora era davvero sola.

Spesso passava accanto a loro a scuola, ma Severus la ignorava.

Consultava le carte e le foglie di tè tutti i giorni, nella speranza che i segni le rivelassero che Severus sarebbe tornato da lei, ma inutilmente.

Sybil non credeva più nel futuro, ora, era stanca di sperare, di sforzarsi di cercare un segno propizio fino a crederci.
Ora, ogni presagio si copriva di significati nefasti.

Aveva perso il suo migliore amico, il suo primo amore.
Se ne stava in disparte, in compagnia delle sue carte, nel suo piccolo mondo parallelo, sperando che un giorno l'avrebbe guardata di nuovo.

*

Nel cassetto c'erano ancora i suoi risparmi, il resto delle cinque sterline e altri spiccioli, il prezzo delle lacrime di sua madre e dei senso di colpa di Wickfield.
Avrebbe voluto usarli per il regalo di Natale di Severus, ma ormai non era più possibile.
Si sarebbe comprata qualcosa e a Sev avrebbe lasciato un biglietto al quale lui non avrebbe risposto.

Si ripromise, infine, che non avrebbe pensato più né a Severus né alla Evans, ma il suo primo amore, vicino e lontano allo stesso tempo, l'avrebbe tormentata per anni.

Tuttavia, allora era piccola e non poteva immaginare quanto il tempo sappia calcificare i ricordi che vorremmo cancellare.

Non poteva nemmeno sospettare che il destino a lei tanto caro avrebbe unito la sua vita a quella di Lily e Severus in in un modo che quella bambina magra e triste non avrebbe mai potuto immaginare.

SECONDA CLASSIFICATA:  "Destini intrecciati", Charlotte McGonagall

Grammatica:
Ortografia e sintassi: 8,55/10
“lasciò cadere il bastoncini”: errore di battitura  -0,1
“"Andiamo da Lucy?", propose.”: visto che l’ultimo soggetto specificato è Severus, questa frase senza un “lei” o “la bambina” dopo “propose” suona ambigua a prima vista.  -0,25
“coca cola”: meglio usare il maiuscolo  -0,1
“che avrebbe perfezionato begli”: errore di battitura  -0,1
“Attese che la reazione di Severus”: c’è un “che” di troppo  -0,2
“nessun'altro”: l’apostrofo non va  -0,25
“che io no abbia ragione”: errore di battitura  -0,1
“Avrebbe voluto usarli per comprare a Sev un regalo di Natale, ma ormai non era più possibile.  Si sarebbe comprata qualcosa”: ripetizione “comprare … comprata”  -0,25
“in in un modo”: errore di battitura  -0,1

Punteggiatura: 9/10
“Sybil correva”: uno spazio di troppo tra le parole  -0,2
“-tra il nocciola”: manca lo spazio dopo il trattino  -0,2
“dopotutto ne”: spazio di troppo tra le parole  -0,2
“A lezione, si sedette vicino a lui”: virgola superflua  -0,2
“Nel cassetto, c'erano ancora i suoi risparmi”: virgola superflua  -0,2  Tot grammatica: 17,55/20

Stile e lessico: 9,5/10
Se ti ho penalizzata, è stato per il fatto che, come in altre storie partecipanti al contest, c’erano degli errori che con una seconda-terza limatura sarebbe stato possibile correggere. Inoltre, trovo che nei paragrafi finali si perda un po’ l’intensità della storia: per tutta la durata della fan fiction hai tenuto un buon ritmo, sostenuto dall’alternarsi dei pensieri e dei dialoghi, ma nel finale – per quanto le ultime frasi siano decisamente ad effetto e molto significative – c’è come uno “sgonfiarsi” di tutto quanto, un improvviso calo qualitativo. L’impressione che ho avuto, leggendo, è che il finale fosse arrivato troppo presto. La storia in sé è ottima, e ne fa fede il voto in stile che io considero eccellente: tuttavia ritengo che, se fossi stata meno sintetica nel finale e in altri punti, l’intero impianto ne avrebbe giovato.
Per il resto, apprezzo molto la varietà delle situazioni e l’atmosfera che hai saputo creare, quindi complimenti!

Originalità: 10/10
Direi che come originalità non posso che darti il massimo. Non ti sei limitata a descrivere una scenetta infantile su un personaggio noto: hai costruito l’intera vita di Sybil, o perlomeno le sue basi. Ho trovato estremamente originale la tua scelta di legare la sua vita a quella di Severus e, indirettamente, di Lily; molto, molto, molto originale.
Non so che altro dire se non: complimenti!

Caratterizzazione: 9,75/10
Non il massimo, perché molti dettagli che mi hai inserito nelle note non emergono completamente nella storia. Ad ogni modo, mi posso dire più che soddisfatta per come hai gestito i tuoi personaggi, tanto Sybil quanto Severus: li hai descritti a meraviglia, in una maniera che è al contempo personale e coerente con le atmosfere della saga. L’affetto di Sybil per Severus è perfettamente giustificato, così come la sua antipatia per Lily; un ottimo lavoro, davvero.

Giudizio personale: 5/5
Originale, personaggi perfetti, stile da limare ma prossimo alla maturità. Non posso fare altro che complimentarmi ancora!

Tot: 51,8/60

   
 
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