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Autore: EleonoraStyles    02/08/2012    0 recensioni
Erano i primi di Marzo.
Mancavano poche ore, e il mio sogno si sarebbe realizzato.
Ancora non potevo crederci.
Per una volta in tutta la mia vita ero riuscita a convincere mia madre a portarmi da loro.
Per una volta aveva capito che erano e sono davvero il mio sogno.
Sarebbe stata l’unica possibilità.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano i primi di Marzo.
Mancavano poche ore, e il mio sogno si sarebbe realizzato.
Ancora non potevo crederci.

Per una volta in tutta la mia vita ero riuscita a convincere mia madre a portarmi da loro.
Per una volta aveva capito che erano e sono davvero il mio sogno.
Sarebbe stata l’unica possibilità.
Io sono Chiara, ho 16 anni e vivo a Milano.
Si, il mio sogno? Cinque ragazzi che cantano.
Cinque ragazzi che spesso vengono insultati, ma che credono in se stessi e ci fanno sognare.
I One Direction.
Avevo avuto un’altra possibilità per vederli, erano venuti qui, nella mia città.
Ma mia madre non poteva capire,era troppo presa dalle sue cose per capirmi, era troppo testarda per accorgersi che era l’unica cosa che volevo, e si era rifiutata di portarmi a un meeting.
Quella volta, per qualche strano motivo, aveva deciso di portarmi.
Nonostante l’incontro fosse a Roma.
Lo so, è sempre stata una donna un po’ strana.
Ma è la donna che mi ha reso la ragazza più felice di questa terra.

Sarebbero arrivati il 5 di Marzo.
Sarebbero atterrati ancora una volta nel nostro paese, nella nostra Italia.
Un paese che loro amano, il motivo? Non lo so, ma ci amano.

Era il 4 marzo quando io e mia madre cominciammo a preparare le valigie.
Già mi tremavano le mani, le gambe, il cuore mi usciva dal petto dall’agitazione.
Saremmo partite il pomeriggio stesso, io, Mamma e Sara, la mia migliore amica.
Avevamo la stessa passione, gli stessi idoli, lo stesso sogno.
Partimmo e per le prime due ore di macchina parlammo tutte assieme, ci divertimmo insomma!
Poi ognuna si isolò con il proprio iPod.
Io mi misi a guardare fuori dal finestrino, guardavo la strada che correva veloce.
I pochi alberi fuori dall’autostrada, i camion che venivano sorpassati.
Dalle cuffie usciva la melodia di I wish.
Quella canzone che avevo ascoltato così tante volte, solo perché lo desideravo davvero.
Desideravo essere a Milano quando erano venuti, desideravo essere ogni ragazza che li aveva visti.
Ogni ragazza, Italiana, Inglese, Francese o Svedese che fosse.
E stavolta sarebbe stato il mio turno, la mia occasione.
Nella mia testa già scorrevano immagini che avevo immaginato da tanto tempo.
E ogni volta un brivido mi percorreva la schiena.

Dopo quasi sei ore di viaggio arrivammo a Roma, più in periferia però.
Un hotel a 5 stelle ci aspettava.
Mia mamma ci aveva dato proprio dentro, mi stupì.
Lasciammo tutto in stanza, ci rilassammo per qualche istante e poi cenammo.
Subito dopo tornammo in stanza, mamma era stanca, aveva guidato tanto.
Sara appena sfiorò il letto cadde in un sonno profondo.
Era una dormigliona.
Io proprio non ce la facevo, avevo un’ansia addosso che non mi permetteva di stare ferma nemmeno un secondo.
Saltavo, ridevo, ascoltavo la musica, canticchiavo, mi mettevo sul letto, mi rialzavo, andavo in bagno.
Mi affacciai alla finestra.
La vista era spettacolare, Roma era tutta illuminata.

‘Dove saranno adesso loro? Cosa staranno facendo?’ – mi chiesi.
Sorrisi e mi buttai di nuovo sul letto.
Il giorno dopo sarebbe stata una luunga giornata.

La notte passò, molto lentamente.
Credo di essermi svegliata almeno 5 volte quella notte.
La mattina dopo alle 8 mi alzai, mi feci una doccia, e verso le 9.30 fummo fuori dal locale dove sarebbero andati.

Non sapevo a che ora sarebbero arrivati in aeroporto, non mi interessava andarci.
Mi bastava solo vederli a questo incontro.
Quando arrivai c’erano già li un po’ di ragazze.
‘va beh ragazze, ci vediamo verso le 12 così ci aggiorniamo!’ –disse mia madre.
‘ok mamma! A dopo, ricordati che il meet inizia alle 15 !’ –risposi.
‘non ti preoccupare ;) a dopo.’ – si incamminò verso la macchina.

Cominciava a fare più caldo a Marzo, io e Sara con l’agitazione iniziammo ad avere troppo caldo e ci spogliammo dalle giacche.
Conoscemmo altre ragazze.
Venivano dall’Emilia Romagna e dalla Liguria.
Passammo una bellissima mattinata.
La gente aumentava sempre di più, i minuti diminuivano, ma dei ragazzi ancora nessuna traccia.
Il bodyguard ci teneva compatte, migliaia di ragazze erano arrivate.
Era incredibile come in così poche ore quel posto si fosse riempito.
Eravamo tutte nel parcheggio esterno, cantavamo.
‘Baby you light up my world like nobody else..’ 
Eravamo unite, eravamo la famiglia più bella del mondo.

Il tempo passava, mia madre aveva portato il pranzo a me e a Sara.
Poi era andata via.
Erano quasi le tre.
Le guardie e gli organizzatori continuavano a ripeterci che stavano arrivando ma non arrivavano.
Le 15 passarono, scrissi a mia mamma: ‘sono in ritardo!’
Rispose: ‘io sono qua nei dintorni, arriveranno’

Esattamente dopo qualche istante uscì l’organizzatore dell’evento dicendoci che i ragazzi avevano avuto dei problemi e non sapevano se sarebbero riusciti ad arrivare.
In quel momento mi sembrò quasi che il mondo mi crollasse addosso.
Speravo che fosse solo un incubo e cercavo di svegliarmi.
Era l’unica opportunità che avevo, l’unica chance per realizzare il mio sogno.
Mi venne da piangere, uno di quei pianti in cui vorresti buttarti sul letto e sfogarti, urlare nel cuscino in modo che nessuno ti possa sentire.

Scavalcai la sbarra di ferro e corsi in un posto riparato, non volevo farmi vedere così.
Non volevo dimostrarmi una perdente.
Mi misi in un angolino, con la testa tra le ginocchia.
‘Ehi, va tutto bene?’ –disse un uomo toccandomi la testa.
‘affatto’ –risposi alzando lo sguardo.
‘ci credi nei sogni?’ –era uno dei bodyguard.
‘ci credevo, poi ho smesso, poi ho ricominciato credendo che davvero si potessero realizzare, ma mi sbagliavo’
‘non dire così, credi a me. Non dare tutto per perduto e recupera il posto in cui eri’ –disse sorridendomi e facendomi l’occhiolino.

Decisi di seguire il suo consiglio.
Riscavalcai senza che nessuna ragazza mi facesse storie.
Eravamo tra le prime e ci fecero entrare.
Ma proprio quando passai l’ingresso mano nella mano con Sara , sentii delle urla provenire da fuori.
Erano arrivati, ce l’avevano fatta.
Ed ecco che il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, le mie gambe cedevano.
Ci fecero mettere già vicino al tavolo degli autografi.
Noi del primo gruppo li vidimo entrare e sedersi.
Urlavo ma non mi usciva la voce.
Era soffocata dalla gioia.
I miei occhi piangevano.
Era come se anche per loro l’abitudine di vederli sullo schermo di un computer fosse svanita.
Loro erano li, davanti a noi.

Vidi entrare l’organizzatore.
E subito dietro… mia madre.
Che cavolo ci faceva lì?
Decisi di non darci importanza, non volevo assolutamente perdermi un istante di quel momento così perfetto.
Passai davanti a tutti i ragazzi, uno per volta.
Erano ,in ordine, Zayn, Niall, Liam, Louis e infine Harry.
Mi guardarono negli occhi, mi sussurrarono quelle poche frasi che gli avevano fatto imparare in Italiano.
Quelle frasi che hanno ripetuto a tutte, ma che infondo ti fanno sentire una principessa.
Sarà durato due minuti, ma mi sembrò un’eternità.
Sentivo il vuoto intorno a me, solo il battito del mio cuore e la melodia delle loro voci.
Devo confessare che avevo sempre avuto una cotta per Harry, non so per quale motivo.
Mi sorrise, il mondo mi si aprì davanti.
Era come se illuminasse tutta la stanza.
I nostri sguardi si distaccarono e io fui costretta a uscire.

Mentre la guardia ci portava verso l’uscita mia madre mi fermò.
‘ma che ci fai qui mamma?’- chiesi.
‘è una storia lunga!’ tu aspettami qui fuori, dopo ti scrivo e ti faccio rientrare da dietro’ –sussurrò.
‘cosa, li rivedrò?’ –mi spinsero fuori dalla porta.

Non esitai a raccontare tutto a Sara.
Non capivamo cosa sarebbe successo, ma ci limitavamo a tenercelo per noi, prima di fare danni.
Dopo circa un’ora, in cui io, Sara e le altre ragazze ci raccontammo tutto quello che avevamo sentito, le emozioni etc, mia madre mi scrisse un messaggio.
‘tutto bene li fuori?’ – chiese.
‘si, ma spiegami cosa devo fare!’ –risposi.
‘dopo ti dico, dimmi se ci sono ancora tante ragazze!’
‘non tantissime! Più o meno 200 ’ –dissi controllando.
‘tra poco ti scrivo’

Io guardai Sara, ci intendemmo.
Che cosa sarebbe successo?
Come aveva fatto mia madre ad entrare li dentro?


Ciao a tutti!Avevo molti appunti,e visto che mi sono iscritta ad EFP perchè non pubblicare le mie opere?:) Comunque,personalmente questa mi piace,e a voi?Cosa ne pensate?Fatemi sapere in tanti vi raccomando!Un bacio,e al prossimo capitolo!
  
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