Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: arthursheart    02/08/2012    5 recensioni
Si trovavano in una stanza quadrata non molto grande e poco illuminata, le pareti erano blu scure e c'erano due sedie. Justin si sedette su una di queste invece la ragazza, che era molto agitata, iniziò a camminare avanti e indietro. Aveva paura, era terrorizzata e non capiva cosa volesse da lei quell’uomo.
"Justin avevi detto che non stava succedendo niente! Perché mi hai portato qui? Chi erano quei tizi e cosa vogliono da me?" disse la ragazza con la voce tremolante.
"Jennifer non avere paura. Stai calma! Hai detto che ti fidavi di me, no?!"
"Adesso non so più se mi fido di te!” disse la ragazza continuando a fare su e giù nella stanza.
“Jennifer è già abbastanza complicato, non ti ci mettere anche tu!” disse il ragazzo alzando la voce.
La ragazza si fermò e rivolse lo sguardo all’amico, poi disse:
“Bene, allora mi fiderò di te quando mi dirai tutto! Voglio sapere perché sono qui!"
"Certo, adesso se per favore ti siedi ti dirò tutto ciò che so e che mi hanno detto devo dirti!" aspettò che la ragazza si sedeva accanto a lui e poi iniziò a parlare di nuovo.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina la sveglia non suonò, forse la ragazza che dormiva beata nel suo letto la sera precedente aveva dimenticato di impostarla.
Era autunno e la finestra della sua camera era chiusa, ma un raggio di sole riuscì ad oltrepassare le tende e a illuminare buona parte della stanza. Non era una camera disordinata perché la ragazza non possedeva molte cose. Nonostante la sua famiglia fosse abbastanza ricca, lei non amava spendere soldi.
La porta della sua camera si aprì lentamente e una giovane donna si avvicinò al letto, poi quasi sussurrando, disse:
“Jennifer cara dovresti svegliarti.”
La ragazza si mosse lentamente e disse alla madre: “Non voglio andare a scuola!”
“Oggi non c’è scuola, è domenica, e tu lavori la domenica”
Jennifer si alzò di scatto e guardò l’orologio, poi corse in bagno urlando: “Perché non mi hai svegliata prima?! Di sicuro oggi farò tardi” per poi chiudersi la porta alle spalle.
Prima di entrare nella doccia si guardò allo specchio e la solita espressione di disgusto si disegno sul suo volto. Non si reputava una di quelle ragazze bellissime con un fisico mozzafiato, anzi era l’esatto opposto. Anche se aveva iniziato la dieta da qualche mese e andava in palestra quasi ogni giorno, continuava ad avere qualche chilo di troppo. Il suo viso era un po’ tondo e pallido; aveva gli occhi molto grandi e i capelli di una lunghezza media, entrambi color castano scuro; aveva le labbra carnose e il naso era l’unica cosa che le piaceva perché era diritto con la punta un po’ all’insù.
Dopo la doccia, lavò i denti e poi si precipitò davanti l’armadio. Indossò uno dei suoi enormi felponi che le arrivavano fino al sedere, un jeans e le sue amate adidas.
Una volta pronta scese al piano inferiore.
“Mamma sono pronta, vado altrimenti faccio troppo tardi.” disse la ragazza appena entrò in cucina.
La madre era di spalle e stava preparando il caffè.
“Va bene tesoro. Torni per pranzo o sei a casa direttamente per la cena?” ecco che arrivava la solita domanda della domenica mattina.
“Arriverò lì in ritardo quindi mi farà lavorare anche il pomeriggio. Ci vediamo stasera” rispose lei cercando di svignarsela prima che la madre potesse aggiungere altro.
Mentre apriva la porta d’ingresso, però, la madre la raggiunse e con un enorme sorriso le disse:
“Stasera abbiamo ospiti. Una mia vecchia amica viene qui con il figlio e un amico. Si è trasferita nella casa accanto alla nostra.”
Jennifer la scrutò, alzando le sopracciglia, e pensò che non fosse una novità che avessero ospiti la domenica sera.
“E devo essere presente?” chiese, facendo capire alla madre che non era affatto interessata alla cena.
Odiava quando c’erano ospiti, si vergognava troppo perché erano tutti perfetti e lei si sentiva una terza incomoda.
“Certo che devi essere presente, anche solo per presentarti,  sanno che ho una figlia. Il figlio di questa mia amica verrà a scuola con te, potreste diventare amici.” disse, sorridendo, la madre.
“Non ho bisogno di un nuovo amico, ne ho già uno e sto bene così” esclamò, quasi urlando. Era stanca di sentire sempre i soliti discorsi riguardo l’amicizia, quindi per liberarsi, si affrettò ad aggiungere: “Adesso se non ti dispiace ho già fatto tardi”
Uscì dalla casa e iniziò a camminare verso il luogo in cui lavorava.
Mentre camminava ripensò all’ultima cosa che aveva detto alla madre, forse era stata un po’ dura, ma non era la prima volta che affrontavano l’argomento e che lei rispondeva in quel modo.
Aveva un solo amico che ormai considerava come un fratello e lui le era sempre stato vicino, soprattutto a scuola dove la ragazza era ormai la preda preferita dei giocatori di basket e delle cheerleader che la insultavano quasi ogni giorno. E lui era lì, pronto a difenderla, perché lei non ci riusciva.
Ad ogni insulto che riceveva si sentiva male, non riusciva a parlare e correva a rifugiarsi in bagno. Forse era conosciuta in quella scuola solo perché “i popolari” la prendevano in giro fin dal primo anno.
Immersa nei suoi pensieri arrivo al bar in cui lavorava e il proprietario la raggiunse, urlando.
“Finalmente Jennifer! Non sai quanto sono stato in pensiero, pensavo che ti fossi ammalata o, peggio, che ti fosse successo qualcosa mentre venivi qui. Meno male che è solo un piccolo ritardo” disse per poi abbracciarla.
La ragazza all’inizio si stupì perché si aspettava un enorme rimprovero, ma poi ricordò che il signor Costa non era mai stato molto severo con lei.
“Mi scusi tanto, stamattina la sveglia non è suonata e ho fatto un po’ tardi. Lavorerò anche oggi pomeriggio” si giustificò la ragazza.
“Mia cara Jennifer non c’è bisogno. Tu sei sempre puntuale e poi sei stanca a causa della scuola. Usa il pomeriggio per riposare.” disse il signor Costa mentre ritornava dietro il bancone.
“Ma dico davvero! Voglio lavorare anche oggi pomeriggio” disse con un filo di irritazione nella voce. Non poteva tornare a casa presto, non voleva.
“Tua madre ha ospiti a casa, vero?” le chiese. Lo sapeva, perché quasi tutte le domeniche la ragazza chiedeva, anzi supplicava, di poter restare anche il pomeriggio.
“Si.” Rispose abbassando gli occhi.
“Va bene, lavori tutta la giornata. Ma..”
“Ma senza la paga per gli straordinari. Si lo so. Grazie mille!” lo interruppe Jennifer, con un enorme sorriso stampato in faccia.
Mentre metteva al collo il nastro con il cartellino, su cui era scritto che faceva parte dello staff, iniziò il notiziario della sua città.
 
< Buongiorno oggi, 16 ottobre 2011, sono in diretta da Stratford. Aspetto qui, con decine di fans, il famoso cantante Justin Bieber. Ritorna a vivere qui nella sua città natale con la madre e il suo manager Scooter Braun. Non sappiamo ancora quale sia la casa dove alloggeranno e per quanto tempo si fermeranno. Spero che… >
 
Jennifer si allontanò dalla televisione e si avvicinò ad un tavolo, che era appena stato occupato, per prendere le ordinazioni.
“Allora. Cosa volete che vi porti?” chiese gentilmente alle due ragazze che aveva di fronte. Dopo qualche istante di silenzio, però, la cameriera alzò gli occhi dal libretto per guardarle: loro avevano gli occhi fissi su quella che poi scoprì essere la televisione. Si rivolse di nuovo alle ragazze.
“Scusate se vi disturbo. Volete ordinare qualcosa?” disse a voce un po’ più alta e in modo più scontroso; stava perdendo la pazienza. C'erano altri clienti, e lei non poteva perdere tempo.
“Puoi aspettare qualche minuto? C’è il nostro idolo alla tv!” disse una delle due, la bionda.
“Hai visto Charlie? Hanno detto che è appena arrivato e vivrà qui! Così abbiamo una possibilità di incontrarlo!” disse la mora.
Si scambiarono uno sguardo e poi iniziarono a gridare come due matte.
“Ehi voi! Scusate questo è un bar non un locale per le feste!” le rimproverò.
“Come mai non sei felice? È appena arrivato in città Justin Bieber, l’idolo di milioni di ragazze nel mondo” esclamò la mora con tono irritato.
“Non mi interessa.” rispose Jennifer.
“Non ti interessa? Ma dove abiti? A Narnia?” la guardò super sorpresa la bionda.
“Sentite voi due! Io qui sto lavorando e non posso fermarmi a chiacchierare, posso avere la vostra ordinazione?” disse urlando. Aveva definitivamente perso la pazienza.
Tutti i presenti iniziarono a guardarla, quindi lei capì di doversi calmare.
“Va tutto bene, non è successo niente” disse, poi si rivolse di nuovo alle ragazze, ma questa volta senza urlare “Allora cosa volete ordinare?”
“Due lattine di coca-cola, grazie!” rispose la bionda un po’ irritata.
Jennifer alzò un sopracciglio, non capendo perché quella ragazza si fosse arrabbiata. La guardò un’ultima volta, prima di girarsi e andare a prendere le ordinazioni.

  
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