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Autore: Austen    02/08/2012    1 recensioni
Le mani non ti servono, non ti servono! Vedi, puoi sentirmi benissimo anche così, mi senti? Le mie mani bastano per entrambi, potrò essere quello che vuoi, assumere ogni forma per completarti. Sarò la tua melodia, ti suonerò. Comporrò in note ciò che sei. Tutti conosceranno il tuo volto, il tuo volto perfetto, perché lo vedranno nascere e vedranno la tua bellezza infinita esplodere dalle mie mani, le tue mani.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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LE TUE MANI
 
 
 
Le mani non ti servono, non ti servono! Vedi, puoi sentirmi benissimo anche così, mi senti? Le mie mani bastano per entrambi, potrò essere quello che vuoi, assumere ogni forma per completarti. Sarò la tua melodia, ti suonerò. Comporrò in note ciò che sei. Tutti conosceranno il tuo volto, il tuo volto perfetto, perché lo vedranno nascere e vedranno la tua bellezza infinita esplodere dalle mie mani, le tue mani.
Fin quando non vivrai ancora.

 Non vuoi vedere. Non sai guardare fin dentro il bene che mi hai fatto, l'amore che io provo per te. Ti amo in ogni momento, per qualsiasi motivo, in ogni tuo gesto, in ogni scaglia che compone i tuoi occhi che cominciano qui, nel presente, e non terminano mai; ogni giorno che passa, c'è una ragione in più per consacrare ogni cellula di me stesso a te, per regalare qualsiasi cosa di me a chiunque pur di salvarti.
Quando mangi in gelato con il coltello, quando mi respiri addosso, con la tempia appoggiata all'osso sporgente che ho sul petto, quando ti rintani a scrivere -e mi guardi, come se mi stessi facendo un ritratto, nella luce del nostro sottoscala- cose che non capisco, ma che hanno il ritmo della tua essenza e che per questo la mia pelle assorbe, tremando, come divora il tuo profumo.
I tuoi lividi.
Prima erano ovunque, sulla tua pelle morbida e abbronzata. La kickboxing, le cadute dal marciapiede, le botte che prendevi sempre sulla spalla perché non aprivi mai bene la porta. Ogni centimetro della tua pelle aveva lo stesso sapore del sole, anche di notte, al freddo, quando mi abbracciavi, e ancora respiravi me, con me, per me.
Ora sei pallida.
Nel tuo angolo, respiri appena. Non mi guardi mai, non mi osservi più. Io continuo ad amarti, non ho mai smesso di amarti, non potrei fare nulla di più che amarti. I tuoi lividi ti sono entrati dentro. Non vuoi più mangiare.
Mi ascolti suonare, lo vedo dal ritmo del tuo respiro. I tuoi polmoni sono più tranquilli, quando mi ascolti suonare. I tuoi baci, prima, erano come la mia musica e le tue poesie. Respiravi, mi baciavi, e sapevi, per l'unico momento nella tua vita, come accarezzarmi la schiena, con le mani, mentre mi baciavi e non respiravi più. Ma io allora non sapevo, non avevo ancora sentito il tuo dolore profondo e meschino,nero.
Io ti amo. 
E anche tu mi ami.
Me lo dice il tuo respiro.
Quando suono, le tue mani si muovono appena, ma si muovono.

Hai perso la forza nelle tue mani, la fiducia, l'audacia nelle tue mani. Qualcosa ti ha fatto del male. 
Quando avevi quindici anni, io non c'ero ancora. Sono arrivato un anno più tardi. Quando questo dolore è apparso la prima volta, eri sola. 
Adesso ci sono io. 
Puoi evitare di parlare, puoi appena aprire gli occhi la mattina, ma anche se tu sei dall'altra parte del mondo, sull'altra spiaggia di un oceano, io squarcerò il telo nero come la notte calato attorno a te, ti afferrerò e amerò, e tu starai di nuovo bene, tu vivrai ancora.
Ancora. Un giorno mi accarezzerai ancora, con le tue mani.
  
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