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Autore: _Coco    02/08/2012    4 recensioni
Alfio si sistemò pazientemente il grande e sciupato cappello sulla testa, accennando un sorriso lieve e delicato. Così delicato da scivolare sotto le porte e da rifugiarsi sotto ai tappeti. L’uomo si mise, pieno di leggerezza ed energia, quei vecchi stivali marroni, quelli soffici e caldi che gli piacevano tanto, e, infine, si appuntò l’enorme stella dorata al petto, contento e soddisfatto.
Sceriffo Alfio, il protettore del West, era finalmente pronto.
 
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al vero Alfio, ovunque lui sia.





Alfio







 

Alfio si sistemò pazientemente il grande e sciupato cappello sulla testa, accennando un sorriso lieve e delicato. Così delicato da scivolare sotto le porte e da rifugiarsi sotto ai tappeti. L’uomo si mise, pieno di leggerezza ed energia, quei vecchi stivali marroni, quelli soffici e caldi che gli piacevano tanto, e, infine, si appuntò l’enorme stella di un d’oro luminoso al petto, contento e soddisfatto.
Sceriffo Alfio, il protettore del West, era finalmente pronto.
Scrollando le grandi e possenti spalle, uscì a passo sicuro, a testa alta e mento in fuori.
La città aveva bisogno di lui.
 
 
La città non aveva bisogno di lui.
Paolo sospirò, corrucciando le sottili sopracciglia di un biondo pallido, e, con passo lento e strascicato, si sedette, leggero, sulla panchina blu del parco di Giarre.
Quel tipo, pensò Paolo, è fuori come un balcone.
Alfio bighellonava sempre per le strade della città e sempre fermava passanti, macchine, biciclette e chiunque avesse un minimo di forma di vita, per chiedergli gentilmente se avesse bisogno di una carovana o di un’indicazione per la più vicina locanda nei dintorni.
La gente ne era profondamente infastidita.
-E’un pericolo!- urlavano al sindaco, inferociti – Potrebbe far del male a qualcuno!-
E urlavano, urlavano così tanto che il sindaco era costretto ad ascoltarli e a ordinare a l’uomo di stare chiuso in casa. Era ingiusto.
Era stupido.
Paolo sospirò, osservando la figura di Alfio lucidare la sua stella appesa al petto, e, di colpo, si rattristò profondamente.
Non credeva che l’uomo fosse un pericolo né che fosse in grado di far del male a qualcuno.
Pensandoci bene, non credeva nemmeno che fosse pazzo.
Paolo sapeva la storia di quello strano tipo e non era delle migliori. Quindi, la cosa più logica da pensare, invece di definirlo un pericolo, era che, Alfio, in realtà, stesse solamente scappando.
Se da ricordi, da problemi o, addirittura, dalla ragione stessa, Paolo questo non lo sapeva.
Fatto sta che, per evitare un qualsiasi tipo di dolore, Alfio, lo sceriffo, si era solo … estraniato.
Rifugiandosi in un mondo composto da sparatorie, briganti e indiani.
 
- Una carovana in arrivo, una carovana in arrivo! Lady, lasci che l’aiuti a salire le scale!
Alfio sorrise, con immensa gioia, e Paolo, chissà perché, lo imitò senza rendersene nemmeno conto.
In fondo, era solo felice e, alla fine, tanto bastava.
 








Angolo Out


E' una piccola stupidata, in fondo, ma volevo metterla.
Il soggetto della storia esisteva davvero, un botto di anni fa. Ovviamente, non si chiamava Alfio ma e a lui che mi riferisco.
E' morto anni fa ma desideravo scriverci su, perciò...non lamentatevi XD
Inoltre, alla storia manca un pezzo importante! Alla fine, anche Alfio, nel suo portare confusione e disordine, fu utile al sindaco.
Aveva un memoria pazzesca e, quando c'era un furto o, comunque, serviva una targa di auto, ( a quei tempi, non c'erano i mezzi e le macchine erano notevolmente minori ad adesso) veniva chiamato perchè, lui, se le ricordava tutte.
Tranquilli, ho finito, ho finito!


Out













  
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