Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: intersect    03/08/2012    0 recensioni
Quando lo videro arrivare tutti si zittirono, stupiti o disgustati dagli sfregi sul suo viso, quei segni rossi, gonfi, con le labbra screpolate e bianche. Le braccia scoperte dalla maglietta erano pieni di cicatrici che non sarebbero mai andate via. Alzò la mano per salutare e la folla scoppiò. Liam gli sorrise. Le cicatrici c'erano, ma lui le avrebbe cancellate tutte. Niall sarebbe ritornato puro. (slash, AU!THG, crack!pairing, Niam, #gayolimpiadi)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

perché è il terzo giorno delle #gayolimpiadi e io sto per avere un crollo cerebrale;
per il #TEAMGryffindor che non si è ancora arreso.
alle mie bellissime compagne di squadra Ale, Giorgia, Julia, Pia e Robi

I. ( 102.)
Stavano correndo per il Distretto 12 Niall e Liam, spensierati come solo i bambini di sei anni potevano fare nel Distretto. La loro potenziale morte sarebbe iniziata dopo sei anni."corri Niall! o arriveremo tardi per la Mietitura, lo sai che poi la mia mamma si arrabbia!" gridò il piccolo Payne, forse anche un po' in ansia. Non voleva che la sua sorella Nicola venisse scelta."arrivo arrivo" affannò l'altro, prima d'inciampare su un masso e sbucciarsi un ginocchio che iniziò a sanguinare.
"poi ti passa, al massimo ti rimane un graffietto!" gli aveva urlato Liam, spronandolo a correre verso la piazza.



II. (320)
la piazza era gremita di gente tutta in silenzio, e la tensione si tagliava. Nel silenzio generale i tacchi di Effie Trinket rimbombarono per tutta Panem, probabilmente, facendo rabbrividire ogni singolo prenente.
"Felici Hunger Games! e possa la fortuna essere sempre a vostro favore!" trillò felice Effie, come se stesse annunciando un banchetto di tre giorni. Certo,un bachetto era. Ma di umani.
Niall e Liam si stringevano la mano, impauriti. Era la loro terza mietitura e il loro nome a causa delle Tessere nell'ampolla si era come minimo triplicato e l'angoscia si stava facendo sentire.
"vedrai, anche questa volta la fortuna sarà dalla nostra parte." bisbigliò Liam, con il panico anche dentro ai piedi.
"Niall Horan" strillò Effie, facendo piombare il cuore di entrambi i ragazzi nelle viscere.
"Niall.. non.. mi..." offro volontario come tributo, stava per gridare ma Niall lo azzittì baciandolo, davanti a tutti, con la morte nella testa che se la giocava con la vita.
"non lascerò che tu vada a morire al posto mio, Liam. Non lo farò."
"DEVI!" gridò agitandosi il più grande, prendendo le sue spalle e scuotendole ripetutamente.
"Niall, lascia che vada io.. ti prego! Che senso a rimanere ancora qui? Non ho più nessuno. Voglio andare.. lasciami andare. Andrò nell'Arena, mi batterò per la mia famiglia, per te, per il Distretto. Ma lasciamo andare."
Niall scosse la testa, deciso. Non poteva mandarlo e stare in pena tutto il tempo, finchè uno dei sigilli non l'avrebbe dato per morto, o sperare di vederlo arrivare alla fine.
"No Liam, sono stato chiamato io. E andrò, intesi? Non farmi arrabbiare."
"Niall.."iniziò a piangere Liam, accasciandosi su di lui.
"Liam, guardami - e lo prese per le spalle - aspettami, va bene? Tornerò, te lo prometto."
"Si Niall, ti aspetto. Ma tu torna, ti prego."
"NIALL HORAN" chiamò ancora Effie e il biodno si avviò verso il palco, con la cicatrice sul ginocchio che prendeva a pulsare.

III. (276.)

Liam non era mai stato così angosciato in tutta la sua vita. Certo, aveva perso la sua famiglia, ma Niall gli era stato vicino per così tanto tempo che non poteva permettersi di perderlo in quei dannatissimi Hunger Games, no.
"i tributi rimasti ancora in gara sono pochi. La fine si avvicina. Chi trionferà in questi Settantaseeisimi Hunger Games? Presto lo sapremo" odiava la voce di Caesar, gli ricordava ripetutamente che il suo amore poteva morire entro mezzo secondo.
Consumava le sue giornate su un divano, davanti alla televisione piena di corrente per quell'occasione, sperando di non vedere mai il viso sorridente di Niall nei tributi morti mostrati dall'hovercraft.
Ogni giorno, ad ogni ora e minuto e secondo si dava dello stupido, perché non avrebbe dovuto lasciarsi abbindolare. No, avrebbe dovuto convincerlo e andare lui a morire negli Hunger Games, sarebbe stata una fine molto più dignitosa che crepare a settant'anni con il cuore pregno d'amore per il tuo ragazzo morto. Solo che non poteva far altro che pregare, sperare, pregare e sperare. Non era in grado di fare altro, non poteva interrompere la gara, non poteva entrare in arena e salvare Niall, no non poteva.
E tutte le volte che lo facevano vedere, condottiero, valoroso,carico fino a dentro le ossa gli tornava un po' di speranza, la speranza che il suo piccolo Niall potesse tornare a casa, vincitore, pieno di cicatrici da riparare. Ma vivo. a Liam sarebbe bastato anche così. Avrebbe ricucito lui la sua pelle sgualcita, avrebbe disinfettato tutte le sue ferite, lo avrebbe ricomposto lui. A Liam bastava riavere il suo corpo respirante, poi a rimetterlo in ordine ci avrebbe pensato lui.

VI. (291)

"Liam, per favore, calmati" borbottò Louis, venticinque anni di fisico due di cervello, mentre il suo amico non smetteva di dondolarsi, muoversi, agitarsi. Tutto il distretto 12 erano stipato nella piccola stazione, in attesa di acclamare il suo solo terzo vincitore. Niall Horan. Quando c'era stato lo scontro finale tra Niall e un armadio di un metro e ottanta per novanta chili tutto il distretto aveva trattenuto il respiro, qualcuno già preparava l'elogio funebre per il povero biondo che aveva visto la morte negli occhi. E invece il biondo aveva sorpreso tutti, perfino se stesso. Aveva calcolato ogni singola mossa con astuzia, gli aveva ritorto contro le sue stesse azioni e dopo tre lunghi giorni, ne era uscito unico vincitore. 
E adesso Liam non vedeva l'ora di vederlo, abbracciarlo, toccarlo, sfiorarlo. Sentirlo suo, di nuovo.
Aveva saggiato le sue labbra prima che si consegnasse tra le braccia della morte e l'idea di poterle risentire fece fare una capriola già al martoriato stomaco del ragazzo.
Non poteva crederci che da lì a pochi istanti l'avrebbe rivisto. Non poteva assolutamente crederci.
 
Il treno fischiò arrestando la sua corsa e ancor prima che si aprissero tutte le le porte, la gente iniziò a gridare accalcandosi più vicino al mezzo, tutti pronti ad acclamare il vincitore. il Tributo che avrebbe regalato loro la speranza di vivere una settimana di più.
Quando lo videro arrivare tutti si zittirono, stupiti o disgustati dagli sfregi sul suo viso, quei segni rossi, gonfi, con le labbra screpolate e bianche. Le braccia scoperte dalla maglietta erano pieni di cicatrici che non sarebbero mai andate via.
Alzò la mano per salutare e la folla scoppiò.
Liam gli sorrise. Le cicatrici c'erano, ma lui le avrebbe cancellate tutte.
Niall sarebbe ritornato puro.

v.(316.)

"papà, come mai papà Niall è triste..?" domandò Cole, sei anni e un viso da strizzare.
Niall era poggiato sulle scale della loro lussuosa casa nel Villaggio dei Vincitori, con lo sguardo rivolto verso l'alto e innumerevoli sospiri. Come avrebbe fatto Liam a raccontare al loro primo figlio che quel giorno, di venti anni prima, il loro papà non sapeva se sarebbe arrivato al giorno dopo?
Era ancora troppo piccolo per sapere certe cose. 
E poi gli Hunger Games erano spariti due anni dopo la vittoria di Niall, quando il presidente era stato ucciso dai ribelli e Capitol City conquistata di chi di dovere.
"Oh, tesoro" mormorò chinandosi sulle ginocchia arrivando al viso del bambino e carezzandogli la testa, gli diede un bacino sulla fronte bianca.
"non preoccuparti, quando sarai più grandi te lo spiegherò. Ma adesso perché tu e Caleb non andate fuori e lo fate sorridere di nuovo? Forza" lo spinse fuori dandogli delle piccole spinte sul sederino, mentre prendeva in braccio Caleb di appena due anni e si avviava fuori dove già Cole sedeva accanto al padre, concentrandosi in un discorso tutto suo.
"pa..pà" mormorò il piccolino, allungando le braccine cicciottelle verso Niall che ritrovato il sorriso, si allungò a prendere il piccolino.
"ciao tesoro" mormorò con quella voce da stupido che aveva sempre quando parlava con i suoi bambini. Liam, al suo fianco, rimase in silenzio ascoltando Cole parlare della scuola mentre Caleb tirava le collane che portava Niall al collo, con un sorriso sdentato sul viso.
Le cicatrici c'erano ancora, Liam non era riuscito a farle sparire completamente però Niall tutte le notti, sotto le lenzuola, gli mormorava sempre il solito grazie. Grazie per averlo salvato, grazie per averlo aspettato. Grazie per continuare ad amarlo, anche con gli incubi che la notte lo tormentavano e che lui smorzava stringendolo tra le braccia, canticchiando una stupida melodia che riusciva sempre a calmarlo. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: intersect