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Autore: Sigyn    03/08/2012    0 recensioni
[Il Sole Invincibile - Eliogabalo, Il regno della libertà]
Vario Avito Bassiano, Severina, Ierocle: un'ultima volta, come se Roma non stesse crollando intorno a loro.
[Ierocle/Avito/Severina]
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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Meadows Of Heaven  

(E forse, tra seimila anni)
 






My acre of Heaven


 

Quando sente che tutto sta giungendo alla sua fine – quando il suo dio tace di nuovo dopo avergli concesso un’ultima visione, e la sua unica e bellissima madre è solo tre donne imperfette, e il quieto ruggito di Roma opprime le ore di veglia e di sonno -, li chiama un’ultima volta nelle sue stanze, insieme. Forse perché, benché i loro antenati siano venuti dalle stelle più fulgide e distanti, perfino i Bassiani talvolta sono solo uomini.

L’erba indiana brucia nei bracieri accesi, inebriante, dolce come miele e pericolosa quanto il più letale dei veleni. Ma non importa, non ora che Avito ha bisogno solo di un profumo e di un volto amico.

Bevono vino alla menta, rosso e cupo come sangue appena stillato, e scherzano ridendo in faccia al destino e alla morte. Ma ci sono ombre scure e severe negli occhi azzurri di Ierocle, tremiti leggeri che scuotono le mani piccole e magre di Severina.

I due finiscono per giocarsi il tempo e le attenzioni di Avito a dadi, come fosse veramente una delle prostitute che ha interpretato negli anni, offendendo con l’ironia e la sfacciataggine tipica della sua famiglia perduta il pudore e la finta ingenuità da vergine spaurita di cui Roma ha sempre amato ammantarsi. E lui li asseconda e ride con loro, gesticolando come se potesse ancore udire lo squillante ed inappropriato tintinnio dei bracciali luccicanti d’oro e gemme ai polsi, osservandoli lezioso da sotto le palpebre socchiuse come se il suo viso fosse ancora coperto di belletti esotici.

Ma poi Avito cambia le carte in tavola, sorride e fa la sua proposta, e spera che almeno per una volta capiscano. Volge prima lo sguardo a Severina, e dopo, più incerto, a Ierocle.

Le due persone che Avito ama e desidera di più al mondo si guardano negli occhi, cauti, studiandosi, come se si vedessero per la prima volta. Avito osserva quel gioco di sguardi, rapito: un azzurro come quello luminoso e sereno di un cielo terso, un verde nonostante tutto ancora brillante, intenso come il calore di un incendio. Ghiaccio e fuoco, uomo e donna, assorti in un calmo confronto, uniti come mai prima.

Sono bellissimi.

Poi, l’incanto si rompe, e loro lo guardano di rimando. Nei loro occhi c’è tutto ciò che Avito ha bisogno di sapere.

E a quel punto c’è la bocca piccola e rosea di Severina a coprire la sua, le labbra sottili e morbide che premono leggere, caste. E c’è la stretta calda e forte, possessiva, delle braccia muscolose di Ierocle, il peso solido e confortante del suo petto contro la sua schiena. Ci sono i capelli di Severina che li avvolgono entrambi, come il più soffice e leggero dei mantelli, rossi come i fuochi di Vesta e di El Gabal; ci sono i denti di Ierocle che gli marchiano il collo con cento lividi cremisi e violacei, irruenti ma mai capaci di fargli male per davvero. Ci sono il corpo snello da ragazzino di sua moglie – ancora più scarno e fragile, dopo la malattia – che gli scorre sopra come la danza frenetica di un serpente impazzito e quello da uomo di suo marito che gli spinge contro in un ritmo violento e costante.

Gli occhi di Avito rimangono aperti per tutto il tempo, per poter ricordare questi momenti e sapere di essere stato amato prima di essere costretto ad andarsene, prima di doverli scacciare per salvarli. Ma sa che quelli di Ierocle sono chiusi, e quelli di Severina concentrati unicamente su di lui.

Eppure, quando anche questo finisce, le dita lunghe e bianche della donna e quelle forti dell’uomo si sfiorano per qualche attimo sul suo petto, proprio lì dove batte il cuore dell’imperatore.

Allora Avito chiude gli occhi, e immagina la loro piccola triade divina, unita dalle stelle, tra seimila anni, tra un numero terribile di vite – e sogna le loro mani che stringono le sue nello stesso momento, e un attimo di beatitudine come quello che duri in eterno, e un mondo in cui i sacerdoti possano comprendere il Dio della Montagna e il Cristo e il Dio Libero e lui sia libero di giocare ancora con le bighe di legno.

Forse, tra seimila anni, succederà.

 

I fall asleep

And see it all

Mother’s care

And color of the kites

  
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