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Autore: 31luglio    03/08/2012    5 recensioni
Scusa mamma, scusa papà, scusa Jonah.
E scusa anche a te, Justin.
Non ce l'ho fatta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   first chapter / don't scream.

Ero fuori da tre ore circa ed era ormai passata la mezzanotte. Non ero del tutto lucida, avevo bevuto un paio di drink... o forse tre o quattro. Ad ogni modo, lo ero abbastanza per rendermi conto che era tardi e che dovevo andare a casa, quindi mi alzai dalla sedia sulla quale ero comodamente seduta e uscii dal locale.

Mi diressi verso la mia villa, che si trovava ad una manciata di isolati dal locale, un po' barcollante. A circa metà strada, mi accorsi che un tizio mi stava seguendo, perciò accelerai il passo, cercando di non farmi prendere troppo dal panico. Quando, un paio di minuti più tardi, mi accorsi che ci separavano solo cinque metri, mi resi conto che era troppo tardi. Ma perché pensavo subito per il peggio? Magari non voleva nien...

Mi tappò la bocca, giusto per chiarire il mio brutto presentimento, e mi trascinò in un vicolo cieco buio. Per quanto provassi a dimenarmi e urlare, non ci riuscii. Lui era troppo forte, molto più di me. Guardai verso di lui e intravidi la persona: era Phil Davis, quello che mi aveva detto che mi avrebbe sfondata... aveva mantenuto la parola.

Serrai le gambe proprio mentre lui si abbassava i pantaloni. Strinsi i denti e mormorai un «per favore, no», ma questo lo fece solamente arrabbiare. Allora, arrivarono le lacrime. Iniziai a piangere in silenzio mentre, con le mie ultime forze, gli diedi un calcio alla cieca. Colpii una parte del suo corpo abbastanza debole, pur non sapendo quale, poiché lui lasciò la presa.

Continuando a piangere – non riuscivo a smettere, grandioso – corsi fuori dal vicolo e poi verso casa, finché non andai a sbattere contro qualcuno. Non avevo la forza di arrabbiarmi con me stessa o con lui, o di fare altro, perciò strinsi quella persona più forte che potei, come se potesse darmi un qualche conforto. Assorta nei miei pensieri, sentivo che quel ragazzo, uomo o quello che era, mi stava facendo domande, ma non risposi. Le sue parole sembravano così lontane...

Mi risvegliai sul divano di una casa che non era la mia. Forse Phil mi aveva portata da lui, o qualcuno aveva avuto pietà di me. Mi guardai attorno e, su una poltrona di fianco al divano sul quale ero sdraiata, intravidi una figura maschile. Mi stropicciai gli occhi e mi misi a sedere, poi guardai quel ragazzo, una volta... no, centinaia di volte.

«È impossibile», sussurrai, prima di intrecciare i miei occhi blu con quelli miele di colui che mi stava davanti: Justin Bieber. Il mio primo istinto fu quello di alzarmi e scappare a gambe levate da quella casa, ma mi imposi di stare seduta e fare finta di nulla. Io non sopportavo quel ragazzo. Non mi piaceva la sua musica, né la persona che era. Sì, forse aveva un bel faccino, ma quello non era importante. Importava il suo carattere, e quello non era proprio bello. Una volta, su un telegiornale per ragazzi, sul quale ero capitata del tutto casualmente, avevo sentito che aveva rifiutato di fare una foto con le fan perché stava aspettando la sua ragazza. Se fossi stata nelle fan, l'avrei preso a sprangate. Conoscevo la sua storia: lui doveva tutto alle sue fan. Senza di loro, non esisteva. E lo stava dimenticando.

«Buongiorno», disse lui, mostrando un sorriso che sembrava sincero. Si alzò dalla poltrona di pelle bianca e mi porse la mano. «Io sono Jus...»

«So benissimo chi sei», tagliai corto. «Dove sono?».

«A casa mia. Ieri sera, o meglio, notte, sei svenuta tra le mie braccia, poi ti sei svegliata ed infine sei crollata, quindi ti ho portato qui».

Annuii, irritata. «Bene, ora me ne vado. Che via è questa?».

«East Appian Way», rispose lui, pacato.

La mia stessa via, pensai. No, non era possibile che fosse lui il mio nuovo vicino. La possibilità che Justin Bieber diventasse il mio vicino era una su un milione, esattamente come quella di finire a dormire a casa sua. Eppure, a quanto pareva, era successo. Quale sarebbe stata la prossima possibilità su un milione che si sarebbe avverata? Magari mettermi con lui, no? Come no. Questo era troppo anche per il fato.

Feci per uscire, senza dire parola. Appena prima di aprire la porta d'ingresso mi ricordai che lui si era presentato, mentre io no. Ma chi se ne importava? Nessuno, esatto. Perché mi era venuto in mente?

«Hey», disse lui, per attirare la mia attenzione. Mi voltai ed incrociai, ancora, i suoi occhi color miele. «Non so il tuo nome», mi ricordò.

«Già», concordai, guardandolo con un sorriso sghembo. «Beh, peggio per te. Addio, Bieber». Uscii da quella casa prima che lui potesse dire qualcosa. Feci una ventina di metri per arrivare alla mia villa, che era effettivamente proprio di fianco alla sua, poi aprii la porta ed entrai. Neanche il tempo di sedermi sul divano, che qualcuno aveva già suonato. Andai ad aprire e mi trovai un'altra volta a guardare gli occhi di Justin.

«Non me ne vado finché non mi dici il tuo nome, ...», si fermò per guardare il campanello, «... Scott», annunciò, chiamandomi per cognome. Storsi il naso quando lo pronunciò, a causa di mio padre. Odiavo lui e anche il mio cognome, che era anche il suo.

«Non chiamarmi così», ringhiai.

Lui accennò un sorriso. «Scusa, ma non so come ti chiami».

«Perché ti importa tanto?».

«Sei carina. Non si sa mai, potrebbe scappare una nottata di fuoco...», ammiccò.

«Vaffanculo». Gli chiusi la porta in faccia e lo lasciai urlare scuse da fuori per una decina di minuti, poi riaprii.

«Scusa».

«Lo ripeti da dieci minuti».

«Lo so, ma io... non volevo ferirti. Seconda possibilità?».

«Te la dovrai guadagnare».

«Voglio sapere il tuo nome perché mi incuriosisci. Sei la mia vicina di casa. Vorrei fare amicizia con te, ecco. Per favore», sorrise ancora.

«Io non ho amici».

«Beh, non è il caso che cominci ad averli?».

Accennai un sorriso. «Bene, ti sei guadagnato il mio nome».

«Fantastico!», esclamò.

«Io sono Alison», dissi. «Vuoi entrare?».

«Altroché! Non aspettavo altra domanda».

Risi divertita. Possibile che gli interessasse così tanto conoscermi? Era il primo che si interessava a me da... Cheryl. E tra lei e Justin, beh, c'era differenza! Comunque, lui si sarebbe dovuto guadagnare la mia fiducia, dato che la prima volta che l'avevo data a qualcuno, questa mi aveva tradita.

Chiusi la porta alle sue spalle e lo guardai come per chiedergli cosa voleva fare. Lui mi guardò nello stesso modo. Restammo a fissarci per una manciata di minuti, poi scoppiammo a ridere. Forse avrei dovuto rivalutare il carattere di quel ragazzo.

«Vuoi qualcosa da bere?», gli chiesi, infine.

«No, ma qualcosa da mangiare, volentieri».

«Mh, dimmi cosa e io te lo farò apparire».

«Patatine?».

«Arrivo subito!», dissi, e così fu. Andai in cucina, presi un sacchetto di patatine dalla credenza e tornai da lui. Stava guardando le foto di famiglia. Io e mio fratello, io e mia madre, mia madre e mio fratello, noi tre insieme... Sapevo che mi avrebbe chiesto qualcosa su mio padre.

«E tuo padre?». Appunto. Scostai lo sguardo sul tavolino davanti al mio divano, imbarazzata. Non volevo parlarne. Mi faceva stare male e arrabbiare. «Scusa», si affrettò a dire, raggiungendomi. Fece per toccarmi una spalla, ma io mi scostai, irritata. «Scusa», ripeté. «Ho capito che non vuoi parlarne... mi dispiace». Annuii, poi gli porsi le patatine. Lui le aprì quasi delicatamente, come se avesse paura di fare qualcos'altro di sbagliato. «Ieri sera... perché stavi piangendo?».

«Perché ti interessa?».

«Non vuoi parlare nemmeno di questo?».

«No».

«Okay, allora...»

«Perché sei venuto ad abitare qui?».

«Vacanza».

«Senza la tua fidanzata?».

«Sì, siamo un po' in crisi, al momento».

«Se la ami, dovresti voler risolvere, non credi?».

Mi guardò. «Te ne intendi, di amore?».

«No, ma è quello che penso».

«Non sei mai stata innamorata?».

«Solo di Michael Jackson... finché non è morto».

«Già, è stato straziante anche per me. Era il mio idolo».

«Ma sei solo un... voglio dire... bleah».

«Stai per insultarmi, no?».

«Pensavo che avessi capito che non ti sopporto».

«Se ami qualcuno, dovresti voler risolvere, no?», disse, alludendo alla mia frase.

«Ma non mi conosci».

«È proprio per questo che mi piaci. Non ti conosco e non vuoi che lo faccia».

«Ti piaccio?», chiesi, arrossendo.

«Sì, come persona, intendo».

Annuii. «Bene, uhm, che vuoi fare?».

«Perché mi odi?», chiese, avvicinandosi ancora alle foto della mia famiglia.

Lo guardai. Questa risposta gliela dovevo. «Io non ti odio. Diciamo che non mi piace la tua musica, ecco».

«Quando ti sei svegliata, mi hai guardato come se ti avessi avvelenata».

«Non mi piace nemmeno la tua persona. Ultimamente tratti male le tue fan».

«Ma chi sei tu per dirmi quello che devo fare?».

«Nessuno, infatti. Ma tu hai fatto la domanda ed io ho risposto».

«Io non tratto male le mie fan. Io le amo. Sono tutto per me».

«Oh, sì. È per questo che hai negato loro un autografo per Selena che, peraltro, è arrivata mezzora dopo. Avevi tutto il tempo».

«Io... non volevo. Non la vedevo da tanto e...»

«Sì, ma quelle ragazze non ti vedranno mai più, invece lei sì!».

«Lo so, ho sbagliato».

«Eccome, se hai sbagliato! E non è la prima volta!», sbottai. «Ecco perché non ti sopporto: fai sempre gli stessi fottutissimi sbagli!».

«Alison, calmati, per favore... non mi piacciono gli urli. Quelli di gente arrabbiata, intendo», mi pregò. «Imparerò, lo giuro. Ma non urlare».

«Anche io non sopporto gli urli dei litigi», concordai. Poi mi misi a ridere, pensando che la mia coerenza equivaleva a zero. Lui mi seguì a ruota, probabilmente senza sapere perché ridevamo. Con quel ragazzo, mi sentivo un po' meno merda e un po' più ragazza. Ma avremmo dovuto fare parecchia strada, prima di essere davvero amici.






























ciao, bellezze!
intanto, volevo ringraziarvi per le cinque recensioni al primo capitolo.
grazie davvero. 
come vedete, Justin è il nuovo vicino della ragazza.
e la ragazza si chiama Alison. 
ma questo l'avete capito, lol.
comunque, ieri ho ascoltato tutto Believe per la prima volta.
lo so, sono scandalosa, ma mi è arrivato da poco l'album e volevo aspettare prima di ascoltarlo.
insomma, volevo ascoltarlo dal CD e non su YouTube.
ad ogni modo, amo Fall, Believe e Be Alright.
la vostra canzone preferita dell'album qual è? c:
ah, e cosa ne pensate del capitolo?
fatemi sapere con una recensione.
spero di averne tante (per me 5 sono tante, lol) come nel primo capitolo.
tanto amore per voi,
andrea c:

   
 
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