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Autore: Thebrightsideofthemoon    03/08/2012    1 recensioni
Ron e Hermione: due universi paralleli che hanno continuato a gravitare alla stessa distanza per ben sette anni, senza incontrarsi mai. Due universi che sono destinati a convergere in uno solo, l'unico che possa garantire loro la felicità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo I
The end of a nightmare.



Era finita. Il silenzio delle armi da guerra deposte, delle bandiere bianche alzate e delle bacchette custodite nuovamente nelle tasche delle divise e dei jeans; non era affatto necessario tendere l’orecchio per udirlo. Hogwarts aveva vinto e, trionfante, si avvolgeva in una coltre di silenzio spessa e invisibile. Proprio come se il mondo fosse stato messo in sordina, tutti i suoni erano andati irrimediabilmente ovattandosi sino a scomparire del tutto durante la notte, o almeno per tutto il tempo che ne restava appena terminata la battaglia. Hogwarts prendeva coscienza delle morti, porgeva l’ultimo saluto alle vittime mietute dalla follia omicida di Lord Voldemort e dei suoi proseliti e si adagiava al di sotto di un pesante drappo funebre, esprimendo il lutto di coloro che avevano perso amici, fratelli, compagni di viaggio e di avventure. La morte aveva sfiorato ciascuno di loro, aveva ucciso attorno ai sopravvissuti, portando via con sé in eterno e senza possibilità di ritorno chi aveva toccato. L’incredulità di vedere accasciato al suolo un fratello, lasciava posto, dopo un breve lasso di tempo, al dolore, alla sofferenza, alla consapevolezza di non averlo più accanto in futuro. Remus Lupin, Ninfadora Tonks, Fred Weasley: solo alcuni dei nomi di coloro che erano partiti per un viaggio senza ritorno.

  *

Hermione aveva dormito poco e male quella notte. Salutato Harry nell’ufficio della presidenza, aveva deciso di seguire Ron nella Sala Grande, dove si riuniva tutta la famiglia Weasley. La sua si era rivelata una decisione saggia, dato che Ron continuava a tremare e a trascinarsi avanti trascurando una brutta ferita sanguinante alla gamba sinistra e avanzando con lo sguardo disincantato, gli occhi azzurri fissi nel vuoto. Hermione non faceva fatica a tenere il suo passo incerto e con poche falcate lo aveva raggiunto, cingendogli la vita con il braccio e facendosi passare il suo destro sulle spalle. Lui le aveva rivolto un’occhiata fugace piena di gratitudine e si era portato avanti, giù per le scale, fino ad arrivare sulla soglia della sala da pranzo. In fondo, Hermione riuscì a scorgere le sagome di Molly e Arthur Weasley, chine su quella ormai esanime di Fred, uno dei fratelli di Ron. Accanto a lui, George, il gemello, gli stringeva la mano in lacrime e Ginny, la sorella più piccola, gli accarezzava i lunghi capelli fulvi, elemento distintivo dei Weasley, tenendogli la testa sulle ginocchia. Percy, Bill e Charlie Weasley se ne stavano ritti in piedi, in disparte, trattenendo a stento le lacrime e abbracciandosi a vicenda per farsi forza. Alla vista della scena appena descritta, Ron si irrigidì. Essendosene resa conto, Hermione si era fermata e, senza lasciare che lui se ne accorgesse, aveva visto i suoi occhi riempirsi di lacrime calde che gli rigavano il viso in rivoli che si facevano strada sulle guance tra lo sporco e la cenere che lo inzaccheravano. Sentitasi subito colpevole di invadenza, si era limitata a posare la testa sulla spalla di Ron, il quale la aveva attratta a sé con più decisione. Avanzò. I singhiozzi della signora Weasley si facevano sempre più forti mano a mano che si avvicinavano e il dolore si impadroniva a poco a poco delle loro persone. Molly Weasley si voltò quando furono ormai a pochi passi dal corpo del figlio Fred e abbracciò Ron in una stretta disperata, come se volesse raccogliere attorno a sé i pezzi di quella famiglia sconquassata per ricomporne il puzzle. Eppure mancava un pezzo. Sarebbe sempre mancato un pezzettino da quel momento. Ron si era staccato dalla madre in un tempo che, a Hermione, sembrò relativamente breve. Forse – pensò lei – non era pronto ad affrontare tutto quel dolore e tutta quella disperazione. Si chinò sul fratello e gli accarezzò la guancia: un gesto che, in vita, gli sarebbe stato difficile compiere. Eppure, nella morte, trovava compimento e libertà; trovava, soprattutto, quella naturalezza che sta ad indicare autenticità. Gli fece scivolare svelto una mano malridotta sulle palpebre pesanti, a sigillare gli occhi vitrei di un verde acqua innaturale. Poi si alzò e indietreggiò. Hermione fu l’unica a sentire il suo flebile sussurro, mormorato con un filo di voce: “Così sembra che stia semplicemente dormendo”.

 *

Quella notte fu un incubo per i Weasley. Staccatisi a fatica dal corpo di Fred, erano migrati nella sala adiacente, dove tutti i sopravvissuti si preparavano alla cena che sarebbe stata servita di lì a poco. Poiché mancavano del tutto tavoli e sedie, la famiglia scelse un angolo di muro e si sedette sul pavimento freddo, in attesa di mandare giù qualcosa di caldo. Dall’altro capo della sala Hermione vide Harry sbracciarsi in una lampante richiesta di attenzione e, nello stesso momento, Ginny scattò in piedi per poi correre verso di lui e abbracciarlo. Sentì che Ron la cingeva, ancora una volta, in una stretta più vigorosa. Una volta che gli elfi domestici ebbero servito le pietanze frugali che avevano preparato, la signora Weasley affondò il volto nel petto del marito e si rifiutò di mangiare; non riusciva a smettere di piangere. Si addormentò di lì a poco, sfinita, nella stessa posizione. Arthur Weasley tratteneva a fatica le lacrime, come del resto i suoi figli. Ron aveva poggiato sulle gambe la sua scodella di porridge ma continuava ad ignorarla, lo sguardo perso ancora una volta in un punto imprecisato davanti a sé. Hermione si sentiva di troppo, partecipe indesiderata di un momento di tale delicatezza. Fece per alzarsi, mormorando delle scuse estemporanee, ma Ron le afferrò il braccio, gli occhi azzurri offuscati dalle lacrime:
“Non andartene, ti prego”
Hermione si bloccò a mezz’aria. Poi andò ad occupare lo spazio fra il braccio e il torso di Ron, sedendosi accanto a lui. Tremava ancora, seppure quasi impercettibilmente. Pochi minuti e si addormentarono entrambi, sfiniti. Il sonno di Ron non fu affatto tranquillo: parecchie volte – Hermione se ne era accorta – aveva sussurrato nel dormiveglia il nome di Fred e aveva pianto in silenzio, forse neanche rendendosene conto.
 

   
 
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