Serie TV > Dr. House - Medical Division
Segui la storia  |       
Autore: ire_ne    18/02/2007    6 recensioni
House decide di avere una storia con Cameron, ma non una cosa seria. Ma forse la bella immunologa riuscirà ad entrare nel cuore del cinico medico.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Altri, Greg House
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Faceva freddo quella sera...aveva nevicato. Le giornate erano brevi, e lasciavano presto spazio al crepuscolo. Aria di festa per le strade della città, alberi illuminati, risa di bambini e colori di pacchi da regalo infiocchettati. Quell' atmosfera aveva raggiunto anche il Princenton Plainsboro, anche esso addobbato con decorazioni natalizie, tutte le stanze avevano un piccolo alberello di Natale per rallegrare l’ambiente
L'ospedale era intriso di quel classico, piacevole e caratteristico profumo della festa, nonostante fosse solo il 5 dicembre. Sia i medici che i pazienti ne beneficiavano, ma solo per una persona non era così...
Lui era lì, seduto sulla scrivania, detestava il Natale, tutta quella mielosa allegria che era stampata sulle facce della gente. Non gli piaceva quel clima di festa, turbava il suo piccolo equilibrio, perché a lui non piaceva la felicità, l’entusiasmo; non sopportava le persone in questi atteggiamenti, e quindi a Natale era peggio che mai. Lui era infelice, anche se non voleva ammetterlo, ma soprattutto non gradiva la contentezza intorno a sé; questo a causa del suo carattere brusco, ma anche della barriera che si era costruito negli anni intorno all’ anima.
Ma quella sua calma apparente fu rovinata dallo sbatter della porta dell’ufficio di vetro, un rumore sordo che ruppe il silenzio. Alzò lo sguardo e lei era li. le mani sui fianchi, i capelli lasciati sciolti sulle spalle,i boccoli piu chiari alle punte , appena di trucco sulle guance per dare del colore a quel bianco candido; gli occhi verdi, pieni di disprezzo....per lui? Chissà cosa aveva fatto per poter turbare così una persona buona come la "sua immunologa"....ma non si sorprese di vedere davanti a se quegli occhi. Da un po’ di tempo quelle scene erano all'ordine del giorno nello studio di diagnostica.

H:che ti è preso adesso? Cos’è paparino non ti ha dato i soldi per comprarti il maglioncino che ti piaceva tanto??
C:sai perfettamente perché sono qui. Disse con voce dura e fredda.
H:secondo te sarei cosi stupido da chiederti del perché sei qui sapendone la ragione?
C:no non sto dicendo che sei stupido ma che ti piace prenderti gioco delle persone.
Quell’affermazione lo fece sorridere.
H:qualcuno qua si sta improvvisando psicologa? Non hai mai notato che sulla tua laurea c’è scritto IMMUNOLOGIA???
C:non c’è bisogno di improvvisarsi psicologi per capire come sei, sai?? Non sei molto difficile come tu pensi.
H:aah non iniziare anche tu con la storia del bastardo figlio di puttana. Quest’etichetta me l’hanno gia messa in molti. Su dai stupiscimi con qualche considerazione su di me.. qualcosa di originale .
C:con tutti gli insulti che hai ricevuto perché vuoi che ti stupisca proprio io??

Ma il loro piccolo battibecco fu bloccato dal bussare del primario di oncologia. Il dr.Wilson . Unico e vero amico di House. Un uomo sulla quarantina alto, distinto. Capelli chiari occhi color nocciola. Tre matrimoni andati in fumo per il suo essere “poco” fedele con le mogli, per la qualcosa House si divertiva a prendere in giro.

W:House sent.. –vedendo la situazione cercò di svignarsela ma la voce di cameron lo bloccò.
C:no Wilson non ti preoccupare io e il DOTTORE qui presente abbiamo finito la nostra discussione che non ha ragione di esistere. Con permesso.- e dicendo cosi usci velocemente e con passo deciso dalla porta che poco prima aveva a dir poco sbattuto.

House continuava a guardarla con un sorrisino stampato in faccia. Wilson guardò prima la porta poi si concentrò sull’amico.
W:si può sapere che diavolo le hai fatto per farla indemoniare in quel modo??
H:io proprio niente.
W:House!
H:Wilson!
W:ah no non ci cado nei tuoi giochetti. E soprattutto non ci credo che non le hai fatto niente. Ti conosco troppo bene. Qualcosa le hai detto. Oppure hai trattato male un tuo paziente. Come minimo l’hai presa a voci davanti a mezzo ospedale. Mmmh ma sono tutte possibilità giuste con te.
H:ehi.. non vorrei rovinare il tuo piccolo monologo ma io avrei da fare.
W:sì.. e a chi la vuoi dare a bere? Qui lo sanno tutti che non hai mai niente da fare. E le tue ore in ambulatorio le fai copri… Aaah, ora ho capito che hai fatto a Cameron. L’hai stuzzicata in ambulatorio. Povera, oltre il fatto che non fai il tuo dovere , vai a infastidire le persone che lo fanno al posto tuo.
Effettivamente Wilson aveva azzeccato in pieno il problema. A volte pensava come diavolo facesse a indovinarle tutte. Tutte tranne le scappatelle della sua ultima moglie. Ad House venne da sorridere.
H:Hai finito di aprire la bocca per dire cose inutili? Tanto qualunque cosa sia successa non te lo dico perché non sono affari tuoi.
L’oncologo lo guardò sapendo che non sarebbe mancato molto alla confessione dell’amico.
W:ok va bene. Se non me ne vuoi parlare non me ne parlare visto che non sono fatti miei ma po..
H:Aaaah basta! te lo dico ma smettila con questa psicologia inversa che usi sempre. Gli disse quasi urlando House.
W: Nooo! Se no che gusto c’è a parlarti! Comunque su mi dica. Mi esponga il suo problema passo passo.. –Disse Wilson con tono ironico.
H: continui? Guarda che non ti dico niente e non potrai andare a dire nulla alle infermiere che vuoi rimorchiare.
W: sempre simpatico.
H:sempre!
W: stai evitando la mia domanda.
H: Non è vero piccolo Jimmy.
W:continui a farlo. Ma io non ci casco. Finche non me lo dirai sarò come la tua ombra. Quindi tanto vale che me lo dici adesso!
H: aah Wilson non te l’ha mai detto nessuno che la vecchiaia ti sta facendo diventare pesante?
W:ehi io non sono vecchio. Cos’è vuoi compagnia?
H: no per quello ho gia la Cuddy. Non hai idea di tutto il trucco che ha in faccia quella donna per coprire i segni della vecchiaia!.
W: stiamo perdendo il filo del discorso. Concentriamoci più che altro su te e Cameron.
H: Che diavolo te ne importa?! Esclamò House decisamente stizzito…
L’oncologo si accorse che l’amico si stava innervosendo. Ma se ne fregò e insistette con la sua domanda. Non poteva continuare ad usare le persone a suo piacimento, ferendole e umiliandole solo perché a lui faceva comodo così.
W: Cosa hai detto a Cameron ?
H: Perché ti interessa tanto?
W: Perché non hai il diritto di trattare i tuoi dipendenti come se fossero di tua proprietà!
H: Santo cielo, le ho solo chiesto di fare le mie ore in ambulatorio!!!! Perché diavolo in questo ospedale nessuno si fa mai i cazzi suoi?!
Wilson rimase deluso dalla risposta dell’amico, non poteva continuare per sempre a infrangere le regole in quel modo; ma capì che era inutile insistere, quindi decise di darci un taglio.
W: Senti io devo andare, qui c’è ancora QUALCUNO che deve lavorare! – e uscì lasciando House di nuovo solo…e molto arrabbiato, non con l’amico , ma con Cameron…
Cosa le era preso in quel periodo? Prima con lui si comportava da cagnolino, da un po’ di tempo a questa parte , invece , lo trattava come….come lo trattavano tutti gli altri . Forse era questo che non gli andava giù, che lei avesse imparato a tenergli testa e che non vacillasse più sotto il suo sguardo….
Di solito tra i tre della sua equipe, lei era sempre la più disponibile, la più dolce….e ora?
Ora si era inimicato anche lei…ma no…questo a lui non doveva importare; perché a lui non importava delle altre persone.
Mentre rifletteva, il dolore alla gamba ritornò con il suo monotono corso, e come tutte le volte, House provvide con due pasticche di Vicodin….come al solito.
Decise che per ammazzare il tempo sarebbe andato dalla Cuddy a darle un po’ fastidio, quindi si alzò dalla sedia e prese il suo bastone. Attraversò il corridoio a passo svelto, per quanto poteva, fino a che non arrivò alla porta dell’ufficio di Cuddy, e entrò.
H: Buongiorno raggio di sole!
La donna alzò svogliatamente la testa dal foglio che stava leggendo e lo guardò.
CU: Che ci fai qui? Non dovresti essere in laboratorio?
H: Dovrei? Ah, che sbadato! Per fortuna che c’è Chase che provvede quando ho una delle mie amnesie…come farei senza di lui…. –commentò House sarcasticamente.
CU: Ancora con questa storia? Quando ti deciderai a fare il tuo lavoro?
H: Probabilmente non ci sarai, perché prima di una cosa del genere ci sarebbe un cataclisma che distruggerebbe la razza umana! Un attimo…però così rimarrei disoccupato….tzè…
CU: Se non vai subito in ambulatorio ci rimarrai ora disoccupato, quindi muoviti!!
H: Ma cosa avete tutte oggi?
CU: Tutte chi? – rispose la donna sconsolatamente passandosi una mano sul viso.
H: Tu e Cameron! Lei oggi era un po’ nervosetta….
CU: Cameron?! Che cosa hai fatto per farla arrabbiare? Non si arrabbia mai! Ha una pazienza infinita!
H: Le ho fatto fare semplicemente le mie ore in ambulatorio….non è una novità…
CU: Non sarà che si è stufata di farti da servetta?
H: Nahhh, non è possibile!
CU: Perché?
H: Perché è Cameron, la brillante e dolce dottoressa che è innamorata di me!
Quando sentì quelle parole, la Cuddy non ne fu molto felice, anzi si adirò.
CU: E allora questo ti dà il diritto di trattarla come se fosse una stupida?! Poi non essere tanto sicuro che lei sia ancora innamorata di te, House, perché anche sua bontà avrà un limite, spero!
Se la donna si era innervosita, House non fu da meno.
H: Ma ti ci metti anche tu insieme a Wilson a farmi la ramanzina?! Vi credete perfetti per accusare me? Non mi piace di essere il capro espiatorio di tutti i vostri istinti di giustizia!!
E uscì sbattendo la porta, se possibile più forte di quanto aveva fatto Cameron precedentemente, e nel frattempo la Cuddy lo guardava rassegnata…
CU: Non cambierà mai….

Quella sera stessa Cameron era a casa sua.. Una musica di sottofondo usciva della casse dello stereo. Ma lei non ascoltava le note leggere che si disperdevano nella calda aria della stanza. Pensava. Era chiusa nei suoi pensieri. O nel suo pensiero.
Era faticoso lavorare con lui. In questo periodo ancora di più. Adesso però era cresciuta, anche se di poco. Rispondeva alle sue battute ironiche. Ormai riusciva persino a tenergli testa. Le sue umiliazioni in pubbliche erano all’ordine del giorno. ci stava facendo il callo. C’era sempre però , la goccia che faceva traboccare il vaso. Tanto nervosismo soppresso dentro di se esplodeva ogni volta. Magari dopo un giorno, magari dopo una settimana o dopo anni. Il suo dopo anni era arrivato al limite. .il fatto di trattarla male addirittura davanti ai suoi pazienti era la cosa peggiore . Ma non era cambiato per niente il fatto di pensare a lui , magari bene, magari odiarlo con tutta se stessa. Sempre e in ogni situazione da li a tre anni ogni sera, tornando a casa , aveva un pensiero fisso: il suo viso, quegli occhi, le battute che tanto la facevano soffrire, che la ferivano dentro. Lui c’era. Come a tenerle compagnia ma allo stesso tempo tormentarla. Non aveva nessuno. Suo marito era morto. La sua famiglia si trovava dall’altra parte dello stato.
Infondo non era tanto diversa da House. Quella solitudine se l’era creata da sola.

H-dove diavolo è.. eccolo li. Volevi fuggire vero?
Gregory House seduto comodamente sul suo divano cercava di trovare il suo cellulare. Digito qualche numero e porto l’apparecchio all’orecchio. Aspetto qualche minuto e qualcuno dall’altra parte rispose con tono seccato:
W-che vuoi?
H-è questo il modo di rispondere al telefono?
W-fammi pensare.. a te si. Agli altri tengo un trattamento di favore.
H-su dai piccolo Jimmy. Non sarai ancora offeso per la discussione di sta mattina spero.
W-House non è il momento.
H-mmh hai ragione senti.. non è che potresti venire velocemente a casa. Sai hai presente la signora Felicia? Quella vecchietta tanto adorabile che vive proprio accanto a me??
W-Tu odi quella donna.
H-si va beh dettagli. Comunque credo stia male. E siccome mi fa terribilmente male la gamba speravo potessi tu darle un piccolo aiuto.
W-Ma perché proprio io? Chiama un ambulanza e falla venire a prendere.
H-nooo!! Lei si è categoricamente rifiutata di salire su quei carretti a quattro ruote
W-Ho capito sto venendo.
H-In quanto puoi essere qui?? Sai sta soffrendo molto quella poveraccia..
W-circa dieci minuti.
H-ok allora noi aspetteremo qui-
W- non credo che potrai andare molto lontano in dieci minuti con la gamba che hai.
H- ma tu non stai venendo qui per me , ma per la signora Felicia.
W- a si giusto. Mi sono scordato.
H- Jimmino che sbadato che sei in questo periodo
W- eh gia.. non ti preoccupare.. di alla signora che sto arrivando.
H-ok glielo dirò. –E chiuse la chiamata.

Era sempre sicuro di poter contare sull’amico. Infondo il discorso di quella mattina era rimasto in sospeso. Doveva parlarne con qualcuno.
Aveva pensato di farlo andare a casa sua con questo stratagemma, non gli andava di raccontargli subito tutto.
Dopo pochi minuti House sentì bussare alla porta, era Wilson, e gli andò ad aprire.
W: Dov’è la signora Felicia?
L’altro non riuscì a trattenere un sorriso beffardo….
H: Perché me lo chiedi? –disse fingendo…
W: Come? Mi hai appena chiamato dicendomi che qui c’era la signora Felicia che stava molto male….!
H: Era una balla!
W incredulo: In…in che senso?
H: Nel senso che la signora è tranquillamente a casa sua….
W:Allora….perchè mi hai fatto venire????
L’aria di James era in parte seccata e in parte sorpresa….che diavolo gli era preso ad House?
H: Mi mancava il mio amichetto….
W: House!
Ora doveva dirglielo….l’aveva fatto venire ma ora non era tanto convinto di voler ancora parlargli di quella faccenda….tuttavia decise di farsi coraggio….
H: Avevi visto giusto oggi….lei ce l’aveva con me perché l’ho trattata male…
W: Guarda che l’avevo capito lo stesso anche se non me lo dicevi….sai? Però non capisco perché ti ostini a comportarti male con lei.
H: Non sono io…è Cameron che…..
W: Cosa?
H: Si comporta in modo diverso dal solito…
W: Sì, l’ho notato anche io...hai idea del perché?
H: No! È questo il problema!
W: Ti dà fastidio, vero?
H:Cosa mi dovrebbe dare fastidio?
W: Che tu non le piaccia più…..
House fu colto alla sprovvista da quell’affermazione…in effetti non aveva mai realmente riflettuto sul perché fosse infastidito dal comportamento di Cameron….tuttavia preferì fingere di essere totalmente estraneo alla teoria di Wilson.
H: Assolutamente no! Il fatto è che fino a prova contraria sono il suo capo e deve portarmi un minimo di rispetto! Ora non ha un minimo di riguardo nei miei confronti!
W: Ti voglio dire una cosa… cerca di rifletterci su….Tu hai avuto mai un minimo di riguardo nei suoi confronti?
House gli lanciò uno sguardo misto tra l’arrabbiato e il dispiaciuto…perché in cuor suo ammise che l’amico in parte aveva ragione.
Wilson riuscì a cogliere in lui questa sensazione, e gli rispose con un’occhiata di chi sa di avere colto nel segno….dopodichè lo salutò e se ne andò.
Iniziava ad essere tardi…e House stanco. Decise di farsi una doccia, per lavarsi via tutti quegli interrogativi dalla mente.

questa ff è gia scritta.. l'ho fatta con Ginemea ( o Anna) ed è atta creata prima di questo Natale, ma finita solo avantiieri .. spero che vi piaccia... aspetto i vostri commenti!
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dr. House - Medical Division / Vai alla pagina dell'autore: ire_ne