04/08/2012
0 recensioniDark Side
Il tonfo contro la parete fu abbastanza sonoro da provocargli un gemito sommesso e, quando un pugno lo colpì in pieno zigomo, gridò ancora; ma una mano gli serrò le labbra.
- Stai zitto, brutto frocio! -
Un ragazzo dai corti capelli neri continuava a colpirlo, mentre altri tre compagni assistevano alla scena, sogghignando.
Il bagno era deserto e Jonghyun poté intuire che le lezioni erano ormai finite.
Nessuno avrebbe potuto aiutarlo e la situazione cominciava a ripetersi ogni giorno da svariato tempo.
Jonghyun si tolse gli occhiali, piegati per via della botta, e sputò della saliva cremisi sul pavimento, contorcendosi.
- Basta così. -
Lee Taemin era il capitano della squadra di football della scuola, il ragazzo più temuto e rispettato, a capo di una banda di teppisti.
E, per varie ragioni, aveva preso di mira il povero Kim Jonghyun, il timido genio della chimica, privo di qualunque amico.
E conscio della sua natura omosessuale, che non aveva mai tentato di nascondere.
Quando uscirono dal bagno, Jonghyun si sciacquò il viso marchiato da tagli e lividi, ringraziando il cielo che l’agonia di quel giorno fosse finita.
Ma sapeva che avrebbe dovuto sopportarla ancora, e ancora.
Ma era pronto a farlo, per lui.
Lui che aveva sentito, spogliato, amato.
Eppure era stato allontanato, schernito e insultato.
Il suo amore aveva così tanta paura da rifugiarsi nell’odio?
La porta sbatté e si costrinse a nascondere il viso.
- Sono io. –
Si voltò e lo vide.
E si illuminò pur percependo il suo astio.
- Quando lo capirai? Quando? -
Lee Taemin soffiò con rancore verso di lui.
- Io ho capito che ti amo, che voglio stare con te. E che quella notte non è stato un errore, una vergogna come pensi tu. -
Era visibilmente più alto e piazzato di Jonghyun, eppure pareva estremamente fragile e delicato.
- E’ stato uno sbaglio, io non sono…così. Quante altre volte vuoi essere picchiato prima di capire che devi andare via da questa scuola? Io non ti voglio qui! -
- Perché non vuoi ammettere ciò che senti per me. -
Taemin si asciugò una lacrima e carezzò la guancia ferita dell’altro, ritraendosi subito dopo.
Jonghyun sorrise e gli prese il viso tra le mani, per baciargli via ogni sofferenza.
- Non toccarmi. -
Lo colpì allo stomaco.
- Perdonami. -
E scappò via, lasciando Jonghyun tremante sul pavimento.
Con cicatrici interne più atroci di ogni ferita.