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Autore: Jeo    04/08/2012    0 recensioni
Due vecchi amici, che si ritrovano dopo anni, però con un segreto da tenere oscuro. Storie che finiscono e amori che sbocciano. Qual è veramente la verità?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo tranquilla per le strade New Yorkesi, con mille pensieri che mi sovrastavano la mente. Ero furiosa! Come si può dare un taglio a una relazione che dura da più o meno due anni? Il ricordo che mi fa infuriorare ancora di più sono le sue parole! Poteva usare qualcosa di dolce, o almeno dirmi 'ho un'altra. Ciao' No! Ha usato 'Forse è meglio dare un taglio alla nostra storia..bla bla bla!' E' ufficiale. Ti odio Alan James Houston. Ad un certo punto i miei pensieri furono interrotti, e il mio odio per Alan iniziò a vagare in un'altra dimensione. Una voce non molto familiare entrò indirettamente nelle mie orecchie. 'Ma chi cavolo è', pensai.
"Ciaoo!" Esclamò un uomo correndomi incontro a braccia aperte.
"Si?" Chiesi con un'espressione interrogativa. Continuai, "tu saresti?". Chiesi storcendo il labbro posteriore.
"Jake!" Rispose abbracciandomi.
"Oddio, sei tu?! Non t'avevo riconosciuto..." ci guardammo negli occhi, dopo un millisecondo iniziammo a ridere. Poi continuai, "...oh! Quanto tempo! Ma dove sei finito?". Domandai stampandogli un bacio sulla guancia.
"Io dove sono finito? Tu.." Lo interruppe una ragazza che gli era saltata addosso.
"Oh, scusate. Ho interrotto qualcosa?" Disse ridendo con quella sua vocina stridula.
"Oh no! Io stavo già andando via". Dissi gesticolando di aver fretta.
"Lasciamo il tuo numero. O almeno dimmi dove abiti!". Esclamò Jake.
Sorrisi maliziosamente, poi risposi, "se il destino vuol fare incontrare una seconda volta due vecchi migliori amici, lasciamo fare al destino." Gli feci l'occhiolino e poi girai l'angolo. Mi diressi da Starbucks, comprai un caffè e poi uscii. Mentre camminavo, mi suonò il blackberry. Lo estrassi dalla tasca dei miei jeans e prima di rispondere guardai chi fosse a chiamare. 'Alan'. Premetti il rosso. Dopo qualche minuto risuonò, però stavolta era un sms, da Alan. Lo aprii.
'Visto che non vuoi rispondere a telefono, te lo scrivo! Ho sistemato tutte le tue cose in uno scatolone. Lo lascio fuori dall'appartamento. Quindi quando passerai non suonare. Potrei essere con qualcuna. Stammi bene'.
Lo odio. Lo odio. Lo odio. Lo odio. Lo odio! Risposi all'sms. 'Si certo, grazie. Non perderò tempo neanch'io a mettere le tue cose in uno scatolone e a metterle fuori dalla porta. Così non busserai, potrei essere con qualcuno! Stammi bene anche te'.
Mentre stavo scrivendo l'sms mi scontrai con qualcuno. "Oh, scusami!" Esclamai.
"No, no scusa me. Che sbadato". Dalla voce percepii che fosse Jake. I nostri sguardi si incrociarono. "Secondo incontro in una sola mattinata. Wow, il destino è dalla nostra parte". Disse soddisfatto di sè.
"Ti offro un caffè. Ti va?" Chiesi sorridendo.
"E certo, andiamo". Rispose.
Andammo in una caffetteria li vicino. Ci accomodammo ad un tavolino, e iniziammo a percorrere il passato. "Com'erano belli i vecchi tempi. Soprattutto noi. Correre liberi tra la natura, scherzare. Mi sei mancata!" Esclamò con gli occhi lucidi.
"Già, mi sei mancato anche tu!" Esclamai anch'io. Ricordammo il giorno del mio 18esimo compleanno, la sua confessione d'amore per me, la mia ossessione per Alan (ecco, si. Ero cotta di Alan da ben 8 anni, e due anni fa ero riuscita ad averlo mio, ma adesso mi sono resa conto di com'è veramente). Ricordammo tutte le nostre avventure insieme. Ad un certo punto uscii fuori dalle nostre bocche un tasto dolente per entrambi.
"Forse è meglio non parlarne". Dissi irritata dal discorso appena iniziato.
"Si, già. Hai ragione.." guardò l'orologio al suo polso sinistro, "..è tardi. Devo andare!". Esclamò imbarazzato.
"Dove abiti, adesso?". Gli chiesi svelta, per la sua imprevista fretta.
"Nel grattacielo più famoso di New York". Rispose sorridendo.
"Ma ha 102 piani, non ti troverò mai!" Esclamai.
"Se il destino è veramente dalla nostra parte allora mi troverai." Disse nuovamente soddisfatto di sè.
"Sei proprio soddisfatto di te, eh?" Chiesi.
Sorrise. Poi ci salutammo. Lui andò a sinistra e io a destra. Erano quasi le 12, e il sole iniziava a bruciare sulla pelle. Pensai ad Alan e ricordai di passare a prendere le mie cose.
***
Mi ritrovai davanti all'appartamento di Alan. Dentro lo scatolone intravidi i miei regali fatti a lui. Poi notai una cosa strana. Era un libro. Che non ricordo di aver mai regalato ad Alan. Mi era familiare però. Decisi di bussare, chi se ne fregava se fosse impegnato o meno.
'Toc, toc'.
"Prima che tu dica una delle tue solite cazzate da stronzo ascoltami!" Esclamai tappandogli la bocca.
"Entra su. Non far caso alle ragazze in camera mia". Disse malizioso.
"Poco me ne importa di chi c'è in camera tua.." dissi dando una sbirciatina, "d'oh! Ciao Alex!" Esclamai dalla cucina. Facendomi vedere.
Alex prese la vestaglia di Alan e corse da me. Si poggiò le mani sulle tempie. E iniziò a scuotere la testa, "non sapevo stavate ancora insieme.." la interruppi.
"No, no. Tranquilla, adesso vai in camera che devo parlare con lui". Mi salutò e ritornò in camera.
"Quindi, Alan. Dentro lo scatolone ho visto questo libro. Ricordi se te lo abbia regalato io?"
"Mmh, veramente l'ho preso io a casa tua, ero curioso di leggere cosa scrivesse il tuo amico Jake, sai che sono sempre stato geloso di lui".
"Alex? Che c'entra con il libro?".
"Aprilo almeno, il libro". Ero intontita, allora lo aprì lui a posto mio.
'Diario di Jake Middleton'.
Cercai di ricordare, e qualcosa mi venne in mente, 'sì, il diario segreto di Jake! Lui lo scriveva ogni minuto che poteva. Cazzo, e se Alan lo avesse letto tutto, compreso quel giorno? Non voglio nemmeno immaginarlo, e se mi avesse lasciato per questo? Devo assolutamente chiederglielo!' Pensai tra me e me, poi quelle stupide in camera di Alan iniziarono a chiamarlo.
"Adesso che ne dici di andare?" Disse Alan.
"Oh, si certo. Ma un'ultima cosa! Lo hai letto tutto?" Chiesi sconvolta.
"No, solo fino al giorno 10 Giugno 2005".
Feci un sospiro di sollievo, poi sorrisi e risposi, "oh, okay".
'Grazie Dio' Sussurrai.
"Cosa?" Chiese.
"No niente. Io vado. Ciao!" Presi il diario lo misi in borsa, poi trascinai fuori lo scatolone.
'Nessuno dovrà scoprirlo. Nessuno'. Pensai tra me e me. A quel pensiero le lacrime mi rigarono il viso.
***
Frenai di botto la macchina. Posteggiai davanti all'Empire Hotel e scesi. Mi ritrovai un grattacielo alto 443,2 m davanti. Come troverò Jake? Stavo per entrare quando li vidi uscire dall'ascensore.
"E' stato facile!" Esclamai. Lui si voltò, mi vide e iniziò a ridere.


Questo primo capitolo è breve, lo so. Spero vi sia piaciuto. Un bacione, Jeo.
  
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