04/08/2012
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Si svegliò con il cuscino ormai pieno di lacrime, annerito dal mascara che non aveva tolto prima di andare a dormire. Per un istante pensò di aver sentito il rumore dell’acqua scorrere nella doccia ed il marito canticchiare quella canzone che ormai conoscevano entrambi a memoria, poi realizzò.
Il ristorante, lo champagne, le chiavi che lei gli porse con tanta titubanza e lui che le assicurava di stare bene, di non aver bevuto troppo. Poi la luce, un grande frastuono ed infine il corpo senza vita dell’unica persona che aveva realmente amato tra le sue braccia, le lacrime che si mescolavano al sangue, le sue inutili preghiere.
Andò in cucina, controllò la segreteria telefonica. Trentacinque chiamate perse, trentadue messaggi vocali… li eliminò tutti senza neanche ascoltarli. Preparò della cioccolata calda, lentamente, cercando di riuscire a rimanere in piedi. Prese un plaid ed, in fine, andò a prendere un album di foto… quello del loro matrimonio. Si distese sul divano, quel divano sulla quale lui dormiva quando litigavano, quel divano in cui si facevano le coccole mentre guardavano un film. Le lacrime tentarono di nuovo di uscire, lei chiuse gli occhi e le ricacciò sfogliando quell’album come se fosse l’oggetto più prezioso che possedeva.
Due ore dopo si sarebbe tenuto il funerale, ma a lei non importava.
Finì la cioccolata calda, terminò di guardare le fotografie. Rimise tutto in ordine, con cura.
Andò in camera, guardò il vestito che lui le regalò durante il loro primo vero viaggio, gli piaceva così tanto che glielo comprò anche se costava più di quanto allora potesse permettersi. Lo indossò.
Poi si truccò, cercando di farlo in modo perfetto… cercando di farlo come piaceva a lui. Al termine si guardò nello specchio, soddisfatta del risultato.
Scrisse un piccolo bigliettino, che appoggiò proprio sull’album, sul mobile del salone.
Andò in cucina, aprì il cassetto, ne estrasse un coltello… una goccia rossa macchiò il parquet.
Il buio.
La vita, la morte… nulla in confronto alla sua assenza.
ANGOLINO SPIEGAZIONI(?)
Credo si sia capito che l'ultima frase corrispondeva a quella che lei aveva scritto sul biglietto..
Comunque, non uccidetemi: è il primo 'racconto' drammatico che faccio. Perdonate gli errori.
Spero che vi piaccia lo stesso, recensite se vi va:)