Version:1.0 StartHTML:0000000206 EndHTML:0000013640 StartFragment:0000002448 EndFragment:0000013604 SourceURL:file://localhost/Users/camilla/Desktop/Maybe%20if%20you%20and%20I%20had%20met%20first.doc

Maybe if you and I had met first.

Buio.
 
È il buio  a circondarmi.
 
Sono da sola, in una macchina sotto Wickery Bridge e i ricordi tornano alla mente.
Nell’attimo prima di sentire l’acqua invadere i polmoni e porre fine alla mia vita vedo delle immagini scorrermi davanti.
 
 
«Katherine..» sussurra un ragazzo dai capelli corvini, gli occhi color ghiaccio e lo sguardo smarrito… Damon.
 
« N.. no…io… io sono Elena. »
 
« Oh, assomigli… Scusami, è solo che mi ricordi tantissimo una persona…sono Damon.»
 
« Non per essere maleducata o altro, Damon, ma il fatto che  tu sia qui in un posto sperduto, è un po’ inquietante.»
 
« Senti chi parla. Tu sei qui fuori tutta sola. »
 
« Siamo a Mystic Falls, qui non succede mai niente di brutto. Ho litigato con il mio ragazzo.»
 
« Per cosa? Se posso chiedere.»
 
« La vita… il futuro. Lui ha già pianificato tutto.»
 
« E tu non lo vuoi? »
 
« Non lo so cosa voglio. »
 
« Beh, questo non è vero. Vuoi quello che vogliono tutti.»
 
« Cosa ? Un misterioso sconosciuto che ha tutte le risposte? »
 
« Beh, diciamo solo che sono in giro da un bel po’.  Ho imparato una cosetta o due. »
 
« Allora, Damon… dimmi cos’è che voglio? »
 
« Vuoi un amore che ti divori. Vuoi passione… e avventura… e anche un po’ di pericolo. »
 
« E tu, cosa vuoi?
Sono i miei genitori. »
 
« Voglio che tu trovi tutto quello che stai cercando. Ma ora come ora voglio che dimenti questo incontro.  La gente non deve ancora sapere che sono in città.
Buona notte, Elena. »
 
 
 
 
Vedo la mia figura esile alla festa alla quale ero andata con Matt, poco prima che i miei genitori morissero.
Le immagini scorrono davanti a me come se fossi la spettatrice e quei due ragazzi stessero recitando in un film, solo per me.
Provo tutte le sensazioni che provò quella ragazza che ero io durante l’incontro con quello sconosciuto… un misterioso straniero che sembrava aver trovato le risposte a tutte le domande che tormentavano la mia persona in quei giorni.
 
 Sento nuovamente l’acqua entrare attraverso le narici e raggiungere i polmoni.
Affogare è il modo più brutto di morire, perché sei consapevole.
Consapevole di quello che ti sta accadendo, senti ogni singola gocciolina d’acqua avvicinarsi pian piano al tuo cuore per farlo smettere di battere.
Rivivi ogni singolo momento che hai vissuto nella tua vita, breve o lunga che sia…
 
Ma, per me, non è una sensazione nuova.
L’ho già vissuta.
Ho sentito l’acqua arrivare ai polmoni e ho visto due occhi color ghiaccio guardarmi attraverso il vetro del finestrino.
Ho sentito le mani possenti spaccare il vetro che bloccava la mia liberazione.
Le sue mani fredde andare a slacciare la cintura di sicurezza e liberarmi da quello stato di imponenza nel quale mi trovavo.
 
Risentii le sue labbra fredde posarsi sulle mie ghiacciate cercando di rianimarmi, di farmi continuare a vivere.
Le sue parole, piene di tormento pregarmi di non essere morta.
Sentire il mio cuore riprendere a battere irregolarmente e le sue braccia inglobbarmi in un abbraccio bagnato.
I miei occhi aprirsi e sentire la mia fievole voce sussurrare
 
« Cos’è successo? »
 
Sentire la sua pregarmi di dimenticare tutto, dicendo semplicemente di ricordare che era un miracolo che fossi viva e che lui mi amava, nonostante non mi conoscesse affatto.
 
Un attimo prima che l’acqua raggiunga il mio cuore per porre fine alla mia vita sento una parola, o meglio un nome, uscire dalle mie labbra.
 
« Damon. »
 
E così io muoio.
Consapevole che è stato lui a salvarmi.
Consapevole che ho conosciuto prima lui.
Consapevole di aver reso i suoi ultimi due anni un inferno non ricambiando l’amore che lui provava nei miei riguardi.
Consapevole che, ormai, l’ho perso per sempre.