La mattinata era iniziata decisamente male.

Malocchio, anche se aveva tutta la sua venerata stima, la sapeva mettere davvero fuorigioco in un batter di ciglia.

Come se non bastasse tutti sapevano che quando era sottopressione combinava un sacco di danni;

insomma, più del solito e con più impeto.

Per esempio, dopo che Moody l’aveva rimproverata per aver sbrigato male delle pratiche, aveva inciampato nella gamba della sedia, ma per non cadere si era aggrappata ad una tenda, tenda che andò a posarsi sopra di lei e ovviamente come tocco finale, volteggiando di qua e di là, se l’era legata addosso stile salame.

I suoi capelli immediatamente divennero di un nero pece, cosa che mise sul chi va là i colleghi.

L’unico pensiero che la rendeva “allegra” era il fatto che quella sera ci sarebbe stata la riunione dell’Ordine.

Tonks- lungi dal chiamarla Ninfadora- caratterialmente era molto simile ad una bambina, infatti era in trepidazione non tanto per la riunione in sé, ma solo ed esclusivamente perché in quella notte calda di agosto avrebbero deciso i compiti che aspettavano ad ogni Auror e ad ogni memebro.

In cuor suo ardeva il desiderio di andare a prelevare il famoso Harry Potter, magari in compagnia di Hestia.
Con lei si riusciva sempre a strappare qualche sorriso al vecchio burbero di Malocchio.

A quel pensiero fisso che batteva costantemente nella sua testa, come un martello sull’incudine, la giornata sembrò passare liscia, fra scartoffie e rimproveri.

Stranamente il suo pensiero, appena Piume e Calamaio abbandonarono la sua mente e le sue dita, volò immediatamente ad una persona davvero inaspettata: Remus Lupin.

Quell’uomo era davvero antipatico. Non faceva altro che rimproverarla costantemente su come lei fosse troppo chiassosa, su come teneva la bacchetta, su come Bla Bla Bla..

Se trovava un suo difetto non aspettava ad evidenziarlo, no. Come se per conto suo non li avesse già notati.

Sapeva davvero essere insopportabile, così insopportabile a volte che lo avrebbe addirittura schiantato.

Aveva un cruccio che la perseguitava sin da bambina: non sopportava la gente troppo puntigliosa.

Ok, ammetteva che qualche volta era sbadata…Sì, forse più di “qualche volta”, ma non per questo doveva solo rivolgerle la parola per sgridarla.
Le sarebbe piaciuto tanto avere una conversazione normale con lui-…
Un momento. Ma cosa diavolo andava a pensare?

Le sarebbe piaciuto….tanto?
Sentì le guance colorarsi di un rosa intenso e i suoi capelli mutarono in un rosso rubino.

Il cambiamenti fu così repentino che le persone in strada si voltarono tutte verso di lei.

Annullando quel pensiero si accorse del danno, così optò per il fare finta di nulla; ormai era un’esperta nel auto sabotarsi in quel modo.

Con passo veloce, ma sempre con nonchalance, arrivò davanti casa.

Ancora il volto di Lupin la tartassava. Per Diana! Non bastava avercelo fra i piedi in tutte le riunioni? Ora doveva anche apparire anche nella sua testa?

Poggiò la fronte contro lo stipite maledicendosi per essere così…così…non sapeva nemmeno lei cosa.

Ecco cosa avrebbe fatto quella sera al Quartier Generale: lo avrebbe ignorato.

Be’, non si aspettava di passare inosservata, però se le avesse rivolto solo una critica gli avrebbe risposto con il sorriso sulle labbra, sorriso che si ritrovava spesso a fare quando pensava distrattamente a lui.

Cosa le prendeva? … Presto lo avrebbe scoperto.