Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: FANTASYLANDIA    05/08/2012    0 recensioni
Una storia che narra di fate, guerrieri, creature magiche, incantesimi e straordinari prodigi...
Ma anche degli inganni di un mago malvagio, della lealtà di un re giusto, delle fantastiche avventure di una principessa e del coraggio del suo principe, non proprio azzurro...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I racconti del bosco
 
(Prima parte)
 
 
SULLE TRACCE DEL  LUPO BIANCO
 
CAPITOLO 1: NELL
 
 
 
Impugnava la spada con entrambe le mani.
La lama era disposta a perpendicolo rispetto alla sua fronte e tenuta a
pochissima distanza dal volto. Il suo sguardo era orientato in una direzione  ben precisa, così come le aveva insegnato il vecchio Hiyang. Quanti tramonti trascorsi insieme sulla collinetta della fattoria… L’anziano maestro, dopo aver addestrato il Capitano Cliff nell’arte del
combattimento con la spada ed alla profonda conoscenza dello spirito, era
considerato come un membro della famiglia; da alcune primavere, inoltre, si
era dedicato ad indottrinare in queste discipline i figli del suo grande amico.
Purtroppo da un mese a quella parte aveva deciso di lasciarli, per portarsi a  miglior vita:
<< Seguirò le orme del niveo lupo, mi condurranno nel regno della vita  eterna.>>
Ma per la giovane Nell era come se il suo vecchio maestro fosse ancora lì  vicino, come una volta: << Immobile! Sguardo in avanti. Non fissare nulla, ma nello stesso tempo percepisci tutto ciò che hai intorno. Userai l’udito per vedere alle tue spalle. Fai uscire l’aria dal naso e con
essa tutti i cattivi pensieri. Ricorda sempre che non sono i muscoli e le mani
che governano la spada, ma è la tua mente a farlo… mantienila libera. Se fai
tremare la lama, il riflesso vacillerà e tu non sarai più in grado di sentire
la tua spada. >>
Catturare i raggi del sole; era quello il suo fine. Sfruttare il riflesso della lama della sua spada per raccogliere quel  riverbero e convogliarlo su una metà del suo viso. Non i freddi raggi del mattino, neanche quelli troppo caldi del mezzogiorno;  quelli del tramonto, sfumati d’arancio, soltanto quelli erano in grado di far
comunicare l’arma con il suo compagno. Una leggera carezza di calore generato dalla lama, garantiva la percezione  della sintonia spirituale fra i due, apparentemente così differenti, carne e  metallo, ma che in combattimento divenivano un tutt’uno.
Hiyang era molto certo di questo e sperava di poter trasmettere gran parte del  suo sapere ai due fratelli: un oggetto creato ed usato anche per porre fine ad  una vita, doveva in qualche modo essere vivo “spiritualmente”, ed anche chi lo  usava doveva essere cosciente di ciò.
Probabilmente il maestro, era  consapevole che la spada era solo un freddo pezzo di metallo, ma egualmente  percepiva che tutto questo sarebbe servito ai suoi allievi per liberare la  mente e trovare subito, all’occorrenza, la concentrazione necessaria.
Sapeva, che in un combattimento non servivano solamente la forza e la tecnica,
ma che queste senza un perfetto controllo della mente e delle proprie  emozioni, sarebbero servite a poco.
Riuscire a dare un certo “essere” alla propria arma, riuscire a fidarsi di più  delle sue potenzialità e non da meno essere consapevoli delle proprie  capacità.
Fu una calda carezza di luce quella che gradualmente sentì sulla sua guancia.
Trasgredendo alla regola dell’immobilità, si lasciò scappare un lieve sorriso. Anche quella sera era riuscita a rimanere immobile e concentrata per ore.
Peccato che il suo maestro non fosse lì a gioire assieme a lei e sostenere,  come suo solito, che avrebbe potuto fare di meglio.
Lei era in grado di entrare in armonia con la natura intorno ed a percepire  ogni messaggio ed ogni suono anche il più tenue.
Riuscì, infatti, a cogliere il leggerissimo rumore prodotto dall’erbetta  calpestata da qualcuno che in sordina si stava avvicinando alle sue spalle con fare furtivo.
Nonostante questo, lei rimase immobile mostrando una certa impassibilità.
<< Nell, attenta! Un temibile guerriero alle tue spalle cerca di colpirti! >> si udì dire una voce maschile.
Sembrava davvero strano vedere una così bella ed esile fanciulla voltarsi di  scatto roteando quella grande spada, ma Nell grazie ai suoi assidui  allenamenti aveva acquisito il nerbo di un guerriero, e girando il polso ed il  braccio riuscì a sostituire la sua sagoma con quella ancor più temibile della  sua lunga lama.
Le armi si scontrarono, ne scaturì un secco rumore metallico, un suono quasi irreale.
Lo stridio prodotto dai metalli amici, sicuramente forgiati dalla stessa mano,  permaneva sospeso nell’aria andando via via dissolvendosi.
Mantenendo ancora il contatto tra le due lame, la giovane si voltò  bruscamente, spingendo all’indietro il suo aggressore e riuscendo così a  guadagnare terreno.
<< La piccola Nell… >> esclamò teneramente suo fratello. << Vedo con piacere  che sei diventata brava quasi quanto il tuo maestro. >>
<< Tu non sei il mio maestro! >> sbottò lei di rimando << Hiyang lo era… E poi  non sono più piccola; fra pochi giorni la mia vita compirà venticinque  primavere. Ormai sono adulta. >>
<< Potrai esserlo per gli altri, ma per me rimarrai sempre la mia sorellina.  >> rispose di rimando Gilbert, che aveva cercato di sorprendere alle spalle  sua sorella per disarmarla. Si illudeva di poter prendere il posto del vecchio
 maestro e di poterle completare l’addestramento, ma ben presto capì che la  agazza era divenuta un’esperta combattente, anche più brava di lui nella  tecnica e nella determinazione.
I due fratelli assunsero una posizione che consentiva loro di studiarsi  reciprocamente, portando la mano armata dietro al corpo e distribuendo su  quest’ultima gran parte della forza, nell'attesa di attaccare, mentre il  braccio libero era rivolto in avanti e su di esso veniva trasmessa tutta la  concentrazione.
Un filo immaginario di energia collegava la mente con le dita della mano posta  in posizione di guardia, innanzi al corpo. Per raccogliere il massimo della  concentrazione, quelle stesse dita erano puntate in direzioni ben precise:  verso l’avversario, il cielo, la distanza, la terra e l’infinito.
Adottando la stessa tecnica, era difficile capire chi dei due sarebbe stato il  primo ad attaccare.
Continuavano a muoversi con passo flessuoso, senza mai distogliere lo sguardo  l’uno dall’altra, disegnando un cerchio immaginario sul terreno.
Quella collina era divenuta nota in quella zona; si poteva riconoscere anche  da lontano, perché vi erano stati collocati degli alti fantocci di paglia ed  una recinzione di legno tutt’intorno.
Quegli stessi grandi pupazzi, che facevano di quell’altura un’anomala  pennellata nell’uniforme paesaggio verdeggiante, erano usati dai due fratelli  per l’allenamento e l’apprendimento della loro arte, ma per quella sera  sarebbero stati soltanto dei muti spettatori.
 Ebbe infine inizio il duello; apparentemente ostile, con quella lunga sequenza  di balzi felini, con le mosse eleganti di Nell e gli spostamenti vigorosi di  Gilbert, ma, in effetti, un bellissimo omaggio alla tecnica di combattimento  orientale da loro assimilata grazie agli insegnamenti del grande amico Hiyang.
Il susseguirsi di colpi emetteva un continuo tintinnio metallico che a lungo  andare cominciava ad assomigliare ad una melodia, e se qualcuno da lontano  avesse visto nella penombra quel baluginio di lame come risposta agli ultimi  raggi di sole, sicuramente avrebbe creduto di assistere ad una danza delle  spade.
Ma uno strano spettatore, nel frattempo, si era avvicinato per assistere a  quel bizzarro combattimento senza sangue e senza feriti, e seminascosto nella  luce del crepuscolo a ridosso del rigoglioso sottobosco, osservava curioso.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: FANTASYLANDIA