Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Yuki_o    05/08/2012    4 recensioni
In un turbinio di colori si consuma il dramma di ogni cuore, mentre intorno imperversa la farsa del Carnevale.
Non c'è allegria nel sorriso di una maschera.
Senza pretese: vi auguro buona lettura!!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
All’ombra di Venezia
               




Venezia, simile a Tiro per perfezione di bellezza, ma inferiore per durata di dominio, giace ancora dinanzi ai nostri sguardi come era nel periodo finale della sua decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza che qualche volta quando ammiriamo il suo languido riflesso nella laguna, rimaniamo incerti quale sia la Città e quale l’ombra. Io vorrei sforzarmi di tracciare le linee di questa immagine, prima che scompaia per sempre e di raccogliere, per quanto posso, il monito che si sprigiona da ogni onda che risuona come un rintocco funebre, quando si frange contro le pietre di Venezia”
                                                                                                                                             [Jhon Ruskin, “Le pietre di Venezia”]
 
 


Vorrei essere quella bambina che si avvicina senza paura, sorridente e ti prende per mano.
Vorrei vedere il tuo volto avvicinarsi, i tuoi occhi come stelle cadenti.
È Carnevale e tu sorridi dei suoi codini sfatti, pieni di coriandoli, del suo vestito da fatina impolverata e delle macchie delle stelle filanti sul tulle stropicciato.
Ha la bocca sporca di zucchero a velo e tiene ancora in mano l chiacchiera mangiucchiata.
Probabilmente anche la mano con cui ti tiene è appiccicosa di glassa e zucchero e tu non la allontani.
Cosa ti sta chiedendo? Vuole giocare? Vuole ballare?
Non lo so, ma posso immaginare cosa risponderai: “Mi dispiace, non so ballare” oppure “sto aspettando qualcuno, magari un’altra volta” o forse solo “non ho una maschera signorina fata”.
E poi, ovviamente, sorriderai e lei, come un misericordioso angelo rimetterà i tuoi peccati.
A Venezia il Carnevale si respira e i colori sembrano vibrare e propagarsi sull’acqua della Laguna.
Lo scorrere e il fluire della calca intorno a me mi distrae e ti perdo di vista: è quasi un sollievo. Non voglio vedere il tuo sorriso.
Lascio che l’accozzaglia di voci, colori e odori mi ottenebri finché non percepisco più chiaramente nemmeno il muro freddo e ruvido della chiesetta alle mie spalle.
Questa non è la mia città.
Dov’è l’odore greve della laguna, l’ombra delle calle, l’aroma della cioccolata nei bar?
 
Sto per andarmene, voglio andarmene, ma tu mi hai trovato.
La tua mano si è chiusa, decisa e leggera, sulla mia spalla e nel voltarmi so già quale sguardo incontrerò.
“Ehi, non ti vedevo.”  Dici tranquillo. Il tuo volto è un po’ arrossato – hai faticato a farti strada tra la folla?- e i tuoi capelli, pur corti, sono pieni di coriandoli –te li ha tirati la fatina?
“Ero qui.” Ti rispondo. Forse dovrei sorriderti.
“Vuoi andare via?” ecco, come fai? Come puoi saperlo?
“Sì” la mia voce è così fievole e lo so che sorriderai, ora.
“Allora andiamo” dici.
E sorridi.
Le tue mani sono fredde –ti ostini sempre a non portare i guanti anche a febbraio- mentre mi trascini in mezzo alla calca, spedito e sicuro. Con il susseguirsi famigliare delle calle lo strepito della festa si perde alle nostre spalle e lentamente si rivela la tua –nostra- meta.
La piazzetta di Sant’Agata*.
Ci  fermiamo e finalmente vedo –sento- Venezia: l’aria della laguna ha un sapore amaro … come te.
Non amo il Carnevale, non amo le maschere, non amo il tuo sorriso.
Non amo il Carnevale che mi ricorda che il tuo sorriso è una maschera.
Mentre mi stringi e il viso affonda nel tuo giubbotto un po’ ruvido, ecco che c’è Venezia: immersi nell’ombra delle calle, l’odore di cioccolata della tue pelle si mischia a quello acre della laguna.
 
Tu mi lasci tutto lo spazio che potrei mai volere e così mi leghi – mi lego- a te: la paura che il filo si spezzi è troppo. Meglio morire in questo abbraccio.
 
 
 
 
 
 
*non so che una piazza con questo nome esista davvero a Venezia, ma chiunque abbia visitato la città o visto il meraviglioso film di Visconti “Morte a Venezia” può senza difficoltà immaginare di cosa sto parlando
 
 
 
Angolo dell’autrice(?)
Buongiorno a tutti!!
Solo due parole: questa ff è stata davvero scritta nel periodo di Carnevale, solo che non mi sono mai decisa a pubblicarla…le originali mi mettono sempre molta ansia -.-“
Ringrazio in anticipo chiunque leggerà !
Spero ovviamente di ricevere anche qualche parere ;)
 
 
Ora vi saluto!! Un bacione immenso
Yuki_o
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Yuki_o