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È
questione di un momento. Quando ancora non mi capacito di quello che sta
accadendo attorno a me. Mi sembra di vedere lampi di incantesimi
infrangersi contro le pareti. Mi sembra di essere stata scaraventata in un
abisso di caotiche grida prive di senso, un susseguirsi di esplosioni come
colonna sonora del mio macabro trapasso. L'ultimo omaggio alla mia speranza. L'ultimo omaggio al mio amore
caduto. «REMUS!» strillo con tutto il fiato che mi rimane in gola, il
cuore che pulsa impazzito nel mio petto. Mi stupisco di poterlo fare,
credevo di non poter mai più muovere un muscolo, credevo che non sarei mai
più stata in grado di camminare. «REMUS, voltati!»
«Coraggio,
tutti in alto i calici!» esclama Arthur, con un enorme sorriso. «A Harry
Potter!» Brindiamo con enfasi, tutti insieme con il cuore carico di
gioia e commozione, tutti finalmente consapevoli della profonda verità
celata dentro a quella manifestazione di allegria. È finito. È tutto
veramente finito. Possiamo tornare a vivere completamente le nostre
giornate, senza più il terrore di un attacco improvviso, senza più la
preoccupazione per le nostre famiglie. Possiamo essere di nuovo
noi. «Ti amo» mi sussurra Remus all'orecchio, «e lo farò per
sempre».
«Tim! Tim, è pronta la cena!» urlo dalla finestra della
cucina. «Oh, no» mormora mio marito in tono melodrammatico, mentre
entra in cucina. «È già ora di cena?» Lo guardo di traverso, ma non
riesco a trattenere un sorrisetto. «Se non apprezzi la mia cucina, puoi
sempre fare i bagagli e partire, Remus Lupin» ribatto, divertita. «Tim e
io ce la caviamo benissimo da soli, non è vero, Tim?» «Benissimo,
mamma» risponde mio figlio, mentre cerca di arrampicarsi sulla sedia.
Remus allunga un braccio per evitare un'eventuale caduta. «Fatto!»
esulta trionfante dopo essersi seduto da solo. Ha gli occhi di suo padre.
Anzi, no; tutto di quel bambino mi ricorda suo padre; dalla punta dei
capelli chiari, ai piccoli piedini pallidi. «Bravissimo, tesoro!» si
complimenta Remus, mentre gli servo una porzione abbondante di quello che
sarebbe dovuto essere arrosto. Be', l'importante, dopotutto, non è
l'aspetto, no? Intravedo gli sguardi divertiti che si scambiano. Li
sento scoppiare a ridere mentre prendono in giro le mie doti di cuoca. Mi
sento la donna più felice del mondo.
«REMUS!» strillo con tutto il
fiato che mi rimane in gola, il cuore che pulsa impazzito nel mio petto.
Mi stupisco di poterlo fare, credevo di non poter mai più muovere un
muscolo, credevo che non sarei mai più stata in grado di
camminare. «REMUS, voltati!» La figura incappucciata alle sue spalle
leva la bacchetta, nel istante esatto in cui Remus volta il capo. Vedo i
suoi occhi sgranarsi mentre si accorge del pericolo imminente. Posso quasi
sentire i battiti del suo cuore accelerare all'improvviso. È questione
di un momento. Cado in ginocchio, la mente vuota e silenziosa, il caos
attorno a me come scenografia della mia disperazione.
Sono morta.
Non può esserci altra spiegazione ai sentimenti che stanno straziando la
mia anima. E' davvero così, la morte?
Sono passati troppi anni,
ormai. Troppi anche per essere contati. A volte mi ritrovo a pensare a
cosa ne sarebbe stato della mia vita, se solo quella notte avessi gridato
prima. Se solo quella notte ti fossi voltato in tempo.
A volte,
è davvero questione di un momento.
Desclaimer: I personaggi di questa storia sono di
invenzione di J. K. Rowling; questa storia non è finalizzata a scopi
di lucro.
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